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L’Elefante nella Stanza (ex Distopia 2.0)

Riscoprire il passato per comprendere il presente. Indagare il presente per guardare al futuro. Sei pronto? Facciamolo insieme. ATTENZIONE: La “chat commenti” chiude alle 23,00 e riapre alle 7,30.

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01
IL RITORNO DEGLI DEI SULLE MONETE ITALIANE In questa puntata esamineremo alcune delle simbologie delle monete del regno di Vittorio Emanuele III. Vengono introdotti modelli di ispirazione classica, con un vero e proprio “ritorno degli Dei”: dalla Dea Roma alla Grande Madre, da Cerere alla Vittoria. Alcuni simboli, come l’aratro e la spiga, continueranno a figurare anche nel secondo dopoguerra, insieme a divinità importanti per la tradizione romana come Minerva e Vulcano. Oltre alle interpretazioni di tipo artistico-accademico vi sono indicazioni di una conoscenza degli aspetti più profondi del simbolismo mitologico. https://m.youtube.com/watch?v=MIQjG8XflUs
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02
IL “NUOVO MEDIO ORIENTE”? Alla fine di settembre 2023, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu si presentò al Palazzo di Vetro con mappa ed evidenziatore alla mano per circostanziare i confini del suo Nuovo Medio Oriente. Questa comprendeva Israele (evidenziata in blu) dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo, senza delimitazioni che mostrassero la Striscia di Gaza e i territori palestinesi occupati, oltre a Paesi come l'Egitto, l'Arabia Saudita, il Bahrein e gli Emirati Arabi Uniti (evidenziati in verde). Si tratta di Stati arabi che avevano già normalizzato i rapporti con Israele o, come nel caso saudita, erano impegnati in trattative per stabilire relazioni formali con lo Stato ebraico. L'Arabia Saudita si è rifiutata di riconoscere Israele sin dalla fondazione dello Stato ebraico nel 1948. Il regno sunnita ha appoggiato altri Paesi arabi nelle loro prime guerre contro Israele ed è stato a lungo un forte sostenitore della causa palestinese. Negli ultimi anni, tuttavia, con il protrarsi della situazione di stallo israelo-palestinese e la crescita dell'influenza regionale dell'Iran, le priorità saudite si sono spostate. Anche il principe ereditario Mohammed bin Salman, ora leader de facto dell'Arabia Saudita, pare sia meno legato alla causa palestinese rispetto al padre, re Salman. [The longshot plan to end the war in Gaza and bring peace to the Middle East, Joshua Keating, Vox]. Ma a quanto pare il “vecchio” Medio Oriente non poteva essere seppellito. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, seguito da un'incessante e brutale offensiva israeliana che ha ucciso oltre 34mila palestinesi, il tavolo negoziale tra Israele e l’Arabia Saudita è saltato. Ma il percorso di normalizzazione tra i due Paesi, secondo alcuni osservatori, è stato semplicemente rimandato. Bibi e il piano per una nuova Gaza Grattacieli, vie d'acqua, distese di verde. Navi commerciali di ogni stazza che si affollano al porto e lungo le spiagge. Capannoni industriali e strade a quattro corsie. Gaza come sarà. O, meglio, come dovrebbe essere nelle intenzioni degli ingegneri di Benjamin Netanyahu. Il 3 maggio scorso, il New York Times ha riferito che l'Ufficio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu sta esaminando un piano ambizioso che vedrebbe Israele gestire la Striscia di Gaza insieme ad altri Paesi arabi per diversi anni. Il piano sarebbe stato elaborato a novembre da un gruppo di uomini d'affari, la maggior parte dei quali israeliani e alcuni vicini a Netanyahu, ed è stato proposto per la prima volta all’Ufficio del premier a dicembre. Secondo il NYT, in cambio della normalizzazione con l'Arabia Saudita, Israele accetterebbe di condividere il controllo di Gaza con Riyad, gli Emirati Arabi Uniti, l'Egitto, oltre che con gli Stati Uniti, per una decina di anni prima che il controllo passi ai palestinesi. Tuttavia, come spiega il Jerusalem Post, il trasferimento del potere ai cittadini di Gaza dipenderà esclusivamente “dal successo della deradicalizzazione e della smilitarizzazione della Striscia di Gaza”. Un progetto anzitutto politico, che si basa sulla presunzione di poter cancellare, partendo da Nord, le sacche di resistenza di Hamas. Il piano, giudicato inattuabile da più parti, non delinea un percorso chiaro per la creazione di uno Stato palestinese, una condizione posta dagli Emirati e dall'Arabia Saudita per la loro adesione. 📖Leggi anche: Quella strana bandiera, Bibi e la “profezia” del Rebbe. - L’Elefante nella Stanza -
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03
Due settimane prima dell'operazione Al-Aqsa Flood di Hamas, il 7 ottobre, Netanyahu si presentò all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con tanto di mappa alla mano, per dichiarare il suo piano per un “Nuovo Medio Oriente”: un corridoio economico che si estende dall'India agli Emirati Arabi Uniti, all'Arabia Saudita, alla Giordania, a Israele e infine all'Europa. Questa è una delle principali ragioni geopolitiche alla base del massacro di Gaza. [The hidden reasons behind the war on Gaza, Richard Medhurst, Al Mayadeen English]. Nell’immagine: zona di libero scambio Sderot-Gaza-El-Arish secondo il piano del governo Netanyahu per una Gaza post-bellica, 3 maggio 2024.
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04
Regno Unito: il segretario alla Salute ordina una revisione del programma di risarcimento per danni da vaccino in seguito all'impennata delle richieste Il Vaccine Damage Payment Scheme (VDPS), istituito nel 1979 per aiutare le persone gravemente danneggiate in seguito alla somministrazione di un vaccino, deve far fronte al notevole aumento delle richieste di risarcimento. Il segretario di Stato per la salute e l'assistenza sociale, Victoria Atkins, ha chiesto ai funzionari del suo dipartimento di elaborare opzioni al fine di riformare il VDPS, secondo quanto riportato dal Telegraph. Nel 2019 sono state presentate 27 richieste di risarcimento, seguite da 26 nel 2020 e 41 nel 2021. Secondo i dati del Dipartimento della Salute, il numero è salito a 480 nel 2022 e a 4.008 l'anno scorso. Dati indipendenti, rilasciati nell'ambito di una richiesta di accesso civico generalizzato (FOIA, Freedom of Information Act), rivelano che, fino al 26 aprile, sono state presentate 11.022 richieste di risarcimento al programma in relazione ai vaccini Covid. Nel maggio 2023, un portavoce del Ministero della Salute e dell'Assistenza Sociale dichiarò: “Abbiamo già potenziato e modernizzato le operazioni del VDPS per consentire un'elaborazione più rapida dei casi, anche attraverso la digitalizzazione del processo di presentazione delle domande e l'aumento del personale amministrativo […] per garantire che i richiedenti ricevano i risultati nel più breve tempo possibile”… continua qui. - L’Elefante nella Stanza -
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05
L'urlo di Gaza Opera dell'artista tunisino Omar Esstar.
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06
UNA LINEA NELLA SABBIA Una delle osservazioni più sorprendenti, quando si confronta una mappa dell'Europa con una del Medio Oriente o del Nord Africa, è quanto siano diverse. I confini della maggior parte degli Stati nazionali europei sono perfettamente contorti e seguono i contorni sistematicamente “naturali” designati dalla geografia, dall'etnia, dalla lingua, dalla religione o dalla cultura. I confini delle nazioni mediorientali o nordafricane, al contrario, appaiono decisamente artificiali. Le linee rette abbondano, con parallele, perpendicolari e persino angoli retti, che appaiono evidenti anche all'osservatore più distratto. Sembra quasi che qualcuno abbia preso matita e righello... [Architects of Failure: 100 years of Sykes-Picot, Akil Awan, HT]. Nel 1915, durante un briefing con il Primo Ministro britannico Herbert Henry Asquith, Sir Mark Sykes dichiarò: “Vorrei tracciare una linea dalla 'I' di Acri fino all'ultima 'K' di Kirkuk". Fece scorrere il dito su una mappa, stesa su un tavolo al numero 10 di Downing Street, da quella che oggi è una città sulla costa mediterranea di Israele fino alle montagne settentrionali dell'Iraq. L’anno seguente, mentre la Grande Guerra infuriava ancora, l'impero francese e quello britannico, al fine di stabilire le rispettive sfere di influenza e di controllo in Medio Oriente, dopo il crollo ritenuto imminente dell’Impero Ottomano, firmarono l'accordo segreto Sykes-Picot, dal nome dei rispettivi diplomatici firmatari. Il 16 maggio ricorrerà l’anniversario di quell’accordo. Difficile immaginare un anniversario più caldo: tuttora si combatte e si muore su quelle linee tracciate con matita e righello sulle mappe del Medio Oriente. - L’Elefante nella Stanza -
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08
Senatori statunitensi avvertono il procuratore capo della Corte penale internazionale: “Se prendete di mira Israele, noi prenderemo di mira voi” Anadolu - Dodici senatori repubblicani hanno minacciato di imporre sanzioni alla Corte penale internazionale (CPI) se questa procederà con i mandati di arresto per alti funzionari israeliani, secondo una copia di una lettera pubblicata lunedì. La lettera di una pagina, ottenuta dal sito di notizie online Zeteo, è indirizzata al procuratore capo della CPI Karim Khan. In essa si legge che ogni eventuale mandato di arresto contro il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e altri alti funzionari israeliani “è illegittimo e privo di base legale, e se eseguito comporterà severe sanzioni contro di lei e la sua istituzione”. Tra i firmatari della lettera figurano i sen. Tom Cotton, Marco Rubio, Mitch McConnell, Katie Boyd Britt, Marsha Blackburn, Ted Budd, Kevin Cramer, Bill Hagerty, Pete Ricketts, Rick Scott, Tim Scott e Ted Cruz. Le sanzioni intimate riguarderebbero i dipendenti e i collaboratori della CPI e includerebbero restrizioni di viaggio per le rispettive famiglie. Israele e gli Stati Uniti non sono membri della Corte penale internazionale e non ne riconoscono la giurisdizione. La Palestina è stata ammessa come membro della Corte dell'Aia nel 2015. Leggi qui l’articolo integrale. Non è la prima volta: nel 2020 Donald Trump firmò un ordine esecutivo volto ad autorizzare sanzioni contro funzionari della Corte penale internazionale dell’Aia per le inchieste sui crimini in Afghanistan. - L’Elefante nella Stanza -
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09
Questa presentazione di quattro anni fa del Dr. John Robson indaga le origini malsane e l’inesattezza fondamentale, persino la disonestà, dell’affermazione che il 97% degli scienziati, o “gli scienziati del mondo”, o qualcosa del genere concordano sul fatto che il cambiamento climatico è causato dall’uomo, urgente e pericoloso. https://www.attivitasolare.com/la-storia-approfondita-dietro-il-mito-del-clima-del-97-degli-scienziati/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR1jiPOZVfy4M2m6S-eXY6Yd7mTgN2JzCYYcXBOfPXX_4hFYsbdXvXoshWY_aem_ASpuMLfqG5-1SklybSqo-3PvLdPM14rJyIfKkf9m54DhKKqipEOIPBsm8wBmnC1E7rMY6sKS6-fCw_y7-Anzx37_
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Per chi se lo fosse perso, ripropongo: - LA SINDROME DEL BIANCONIGLIO - 📚Leggi qui
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‼️AVVISO: il canale Distopia 2.0 è stato rinominato in “L’Elefante nella Stanza” (qui spiego il perché). Che fatica però ragazzi!
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Il MIT diventa la prima università d'élite a vietare le “dichiarazioni di diversità” In quello che si prospetta come un evento spartiacque, il Massachusetts Institute of Technology ha posto fine all'uso delle dichiarazioni di diversità per l'assunzione dei docenti, diventando così la prima università privata a fare marcia indietro su questa prassi giudicata da più parti come la cartina tornasole della politica. Molte università americane assumono sulla base della devozione ai dogmi del politicamente corretto: i candidati devono presentare una dichiarazione che definisca la loro comprensione del concetto di diversità, i loro contributi passati ad essa e i loro piani "per promuovere l'equità e l'inclusione" in caso di assunzione. Sabato scorso, un portavoce del MIT ha confermato in una mail che “la richiesta di una dichiarazione di diversità non farà più parte dei requisiti per le posizioni di facoltà al MIT”, aggiungendo che la decisione è stata presa da Sally Kornbluth, presidente del MIT, “con il sostegno del provost [“amministratore universitario” nei paesi anglosassoni], del rettore e di tutti e sei i presidi di facoltà”. La decisione segna un punto di svolta nella lotta ai programmi Diversity, Equity and Inclusion (DEI) nell'istruzione superiore. Almeno dalla fine degli anni 2010, le dichiarazioni di diversità sono state onnipresenti nelle assunzioni dei docenti, e talvolta hanno avuto un peso notevole nel processo di selezione. Come ha detto un preside della Emory University descrivendo il suo approccio alle assunzioni: “Dichiarazione di diversità, poi il fascicolo [curriculum, lettera di accompagnamento e dichiarazione di ricerca]”. È un fatto epocale. Le spinte contro le dichiarazioni di diversità hanno avuto successo quasi esclusivamente nelle università pubbliche degli Stati rossi, incoraggiate o promosse dai legislatori. Stati conservatori come la Florida, il Texas e lo Utah hanno approvato leggi che vietano le dichiarazioni di diversità nelle università statali. Anche alcuni dirigenti delle università statali, come il Consiglio superiore dell'Università della Carolina del Nord, hanno vietato questa prassi. La decisione del MIT è diversa: è una riforma dall'interno, voluta da un presidente dell'università insieme a presidi e provost, in un istituto privato. È molto probabile che altre università private e quelle statali negli Stati blu, seguano l'esempio del MIT per una ragione fondamentale: un numero significativo di docenti di tutto lo schieramento politico semplicemente non tollera i DEI. 📖Leggi l’articolo integrale su UnHerd. - L’Elefante nella Stanza -
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Trovo davvero curioso come molti iscritti abbiano immediatamente lasciato il canale in seguito alla mia decisione di cambiare nome. Si saranno offesi? 😂😂😂 Robe da pazzi!
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L’Elefante nella Stanza Nel 1814, un noto autore di favole russo, Ivan Andreevich Krylov, scrisse una storia che raccontava di un uomo che, visitando un museo, notava tutti i piccoli oggetti esposti ma, sorprendentemente, non l’enorme elefante. Si ritiene che questa favola, dal titolo L’uomo curioso, abbia ispirato l'espressione “l'elefante nella stanza”. L’espressione in genere si riferisce a un qualcosa palesemente ovvio ma che passa inosservato, sebbene possa anche riferirsi ad un problema molto noto volutamente ignorato o minimizzato. Proprio perché mi pongo l’obiettivo di non ignorare l’elefante nella stanza, ho deciso di rinominare il canale ispirandomi a questa espressione. Ritengo sia più appropriata di Distopia 2.0, nome che non ho mai pienamente sentito mio, in quanto fu scelto da chi - l’altro amministratore - ha poi deciso di abbandonare nel silenzio il progetto. È giunto il momento di voltare pagina. Il link del canale (t.me/distopia2punto0) rimarrà il medesimo, almeno per il momento. Loredana
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L'imperialismo abortista di Planned Parenthood diventa globale Secondo il recente rapporto annuale dell'organizzazione, l'anno scorso Planned Parenthood ha utilizzato 699 milioni di dollari di soldi dei contribuenti statunitensi per eseguire oltre 390.000 aborti. Il numero rappresenta un aumento del 5% rispetto all'anno precedente. Uno dei temi principali del rapporto riguarda il modo in cui Planned Parenthood ha intensificato gli sforzi per aiutare le donne incinte - più di 33.000 - ad accedere ai servizi oltre i confini dello Stato, mentre le giurisdizioni dell'America post-Roe rafforzano le tutele per i nascituri. Ciò che viene omesso, ovviamente, sono i drammatici dettagli dietro ognuna di queste 33.000 storie (per non parlare delle altre 357.000 donne che hanno avuto accesso all'aborto di Planned Parenthood nello Stato). Più avanti nel rapporto, c'è una storia che potrebbe facilmente sfuggire, ma che dovrebbe preoccupare ogni contribuente americano: l'espansione internazionale di Planned Parenthood. “Grazie a partnership consolidate che abbracciano 80 organizzazioni in nove Paesi, Planned Parenthood Global” recluta e indottrina gli attivisti locali pro-aborto in tutto il Sud del mondo. Scrivendo per The Washington Stand, le sostenitrici pro-vita Arielle Del Turco e Mary Szoch forniscono ulteriori dettagli sull'imperialismo abortista del titano esentasse: In particolare, il 90% degli sforzi internazionali di Planned Parenthood si concentra su Paesi in cui i bambini non ancora nati hanno forti protezioni legali dall'aborto... Ad esempio, Planned Parenthood si è adoperata per eliminare tutte le tutele per i nascituri in Messico. Il gigante dell'aborto ha affermato che, grazie ai suoi sforzi, i bambini non ancora nati in Quintana Roo possono ora essere abortiti fino a 12 settimane di gestazione. 📖Leggi l’articolo integrale su Mercator. t.me/distopia2punto0
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QUELLA STRANA BANDIERA, BIBI E LA “PROFEZIA” DEL REBBE Un giornalista di CBS News che stava commentando gli scontri tra gli attivisti pro-Israele e gli studenti filo-palestinesi all’Università della California di Los Angeles (UCLA) è rimasto sconcertato da una bandiera sventolata da uno dei manifestanti pro-Israele: “Non ho mai visto questa bandiera prima d'ora. Non so che gruppo sia. Sto cercando di capire meglio cosa c'è scritto. Credo ci sia scritto Mo-Mo-Shee-Ouch?!”. Si tratta della bandiera messianica Chabad con la scritta Moshiach (Messia in ebraico) del movimento chassidico Chabad-Lubavitch - che molti ricorderanno per la vicenda del tunnel scavato illegalmente sotto la 770 Eastern Parkway di Brooklyn. Lo sconcerto del giornalista è di certo comprensibile. Perché l’attivista pro-Israele sventolava - a favore di camera - la bandiera messianica Chabad anziché quella israeliana? Proviamo a fare un po’ di chiarezza con l’articolo “Il Lubavitcher Rebbe: ‘Dopo Bibi verrà il Messia’”, pubblicato nel novembre 2023 su Israel Today: Circa 30 anni fa, il defunto Lubavitcher Rebbe disse a un giovane Netanyahu che sarebbe stato il primo ministro di Israele a passare “lo scettro al Messia”. Il Lubavitcher Rebbe lo disse durante la campagna elettorale degli anni '90, alla vigilia del primo mandato di Netanyahu. Oggi Israele è in un clima apocalittico, Bibi è il primo ministro e lo scettro è nelle sue mani. Netanyahu, la nazione e il mondo accoglieranno presto il Messia? All'epoca i rabbini credevano che Netanyahu sarebbe stato l'ultimo primo ministro di Israele e che dopo di lui sarebbe arrivato il regno del Messia promesso [e atteso]! Ma il suo primo governo cadde nel 1999. L'anno successivo scoppiò la Seconda Intifada e nel 2005 Israele evacuò gli insediamenti ebraici di Gush Katif nella Striscia di Gaza e consegnò l'enclave costiera ai palestinesi. Nel 2009, Benjamin Netanyahu divenne primo ministro di Israele per la seconda volta e governò fino al 2021. I suoi elettori, in parte, hanno visto in Bibi il prescelto, il Messia e il Re Davide, un eroe che non ha rivali tra il popolo. Non solo nel Paese ma anche all'estero, i cristiani si entusiasmano per i messaggeri di Dio sulla Terra, soprattutto negli Stati Uniti. Alla fine Bibi è scivolato all'opposizione per circa un anno, finché non è stato eletto per la terza volta nel novembre 2022. Ora si torna a parlare della vecchia profezia del Lubavitcher Rebbe e si intravede una possibile situazione in cui tutto si risolverà. Bibi sarà davvero l'ultimo primo ministro di Israele prima della venuta del Messia? Si sta delineando in modo sempre più evidente l’obiettivo di Israele. E non dimentichiamo quanto sia importante per il Paese, in uno contesto di isolamento internazionale, l’indipendenza energetica: i giacimenti di gas Marine 1 e 2 di Gaza e il progetto del canale Ben Gurion giocano un ruolo fondamentale. 📖Leggi anche: Il Movimento del Monte del Tempio si sta preparando per il suo momento. t.me/distopia2punto0
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GHOST IN THE MACHINE “Ghost in the Machine” è un’espressione filosofica introdotta dal britannico Gilbert Ryle in The Concept of Mind del 1949. Nel suo libro, Ryle sviluppa una critica del dualismo mente-corpo, diffuso nella filosofia occidentale da Cartesio in poi. Nel corso del tempo, tuttavia, questa espressione ha superato il suo significato originale, evolvendosi. Più recentemente è stata utilizzata per esprimere il concetto di come le emozioni siano in grado di influenzare profondamente la mente umana. Possiamo ingannare, convincere, cambiare… Il 3 maggio 2022, il 4th Psychological Operations Group (PSYOP) dell'esercito degli Stati Uniti ha pubblicato sul suo canale YouTube un annuncio di reclutamento, intitolato GHOSTS IN THE MACHINE, che ha totalizzato oltre 1,1 milioni di visualizzazioni. Non si tratta tanto di un invito diretto ad arruolarsi, quanto di un insieme di immagini e suoni che evocano una forte risposta emotiva. La telecamera si muove tra i boschi di pini e si concentra su un fantasma legato ad un ramoscello. Poi arriva un insieme confuso di immagini e parole: un cartone animato spettrale degli anni ‘30, un vagone ferroviario, truppe cinesi in marcia e soldati americani che camminano nel bosco con maschere bianche sul volto. La canzone Last Goodbye di Danica Dora suona in sottofondo e il messaggio dello spot è quello di riconoscere che la PSYWAR è ovunque. Il colonnello Chris Stangle, Comandante del 4th PSYOP Group, ha dichiarato che l'obiettivo era quello di realizzare un video che spiegasse cosa fanno le PSYOP e allo stesso tempo servisse come annuncio di reclutamento. Il video, che a molti ha rievocato le scene del videogioco Metal Gear Solid, incoraggia l’arruolamento di soldati che devono combattere una battaglia non convenzionale, forse una delle più importanti del nostro tempo, e allo stesso tempo una delle più sconosciute al grande pubblico: una guerra il cui campo di battaglia è la nostra mente. Ma cosa sono le PSYOP? Secondo gli americani, “sono l’insieme di prodotti e/o azioni che condizionano o rafforzano attitudini, opinioni ed emozioni di specifici target quali governi di Paesi stranieri, organizzazioni, gruppi o singoli individui al fine di indurli a comportarsi in modo tale da supportare gli obiettivi di politica nazionale statunitense”. L'esercito statunitense utilizza i videogiochi e la cultura videoludica come strumenti di guerra psicologica e fa parte delle sue regole di reclutamento standard. A novembre, Alan MacLeod ha riferito che Call of Duty, un noto videogioco sparatutto militare, è stato utilizzato dal governo statunitense come parte di una campagna di operazioni psicologiche. Ciò troverebbe conferma da documenti ottenuti attraverso il Freedom of Information Act: Call of Duty è uno strumento di sofisticata propaganda militare, “progettata per promuovere gli interessi dello stato di sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. La guerra psicologica è oggi il principale metodo di combattimento nel mondo. I diversi poteri, politico ed economico-finanziario, lottano per “colonizzare” le menti. Se ci riescono, possono espandere il loro potere illimitatamente. t.me/distopia2punto0
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Il 3 maggio 2022, il 4th PSYOP Group dell'esercito degli Stati Uniti pubblicò il suo primo annuncio di reclutamento dal titolo Ghosts in the Machine… Per chi se lo fosse perso, a seguire ripropongo il mio post del 13 dicembre 2022. 📚Buona lettura.
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L'esercito statunitense pubblica il misterioso video di reclutamento "Ghost in the Machine" per l'unità di guerra psicologica. I soldati dell'esercito che si occupano di guerra psyop stanno usando il loro stile di combattimento mentale per attirare le reclute. Pubblicato nelle prime ore di giovedì mattina, il video è il secondo annuncio di reclutamento provocatorio che mostra il tipo di lavoro svolto dalle unità di psy-ops. Il video è inquietante, con immagini di persone senza volto, fuoco e soldati. La voce fuori campo è una cascata di voci storiche riconoscibili mentre lo schermo emette messaggi criptici che esaltano il potere delle parole, delle idee e delle "mani invisibili". https://youtu.be/V6hu83yVMlU?si=DXhchsVPQqBsTcsX
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Il presidente della Colombia dichiara che il Paese romperà le relazioni diplomatiche con Israele per la guerra a Gaza AP News - Il presidente colombiano Gustavo Petro ha annunciato mercoledì che il suo governo romperà le relazioni diplomatiche con Israele a partire da giovedì (2 maggio). Petro ha nuovamente definito “genocidio” l'assedio di Israele a Gaza. In precedenza aveva sospeso gli acquisti di armi da Israele e aveva paragonato le azioni del Paese nella Striscia di Gaza a quelle della Germania nazista. “Domani le relazioni diplomatiche con lo Stato di Israele saranno interrotte... a causa di un premier genocida”, ha detto Petro durante il corteo per la Giornata internazionale dei lavoratori nella capitale colombiana. “Se la Palestina muore, muore l'umanità e noi non la lasceremo morire”. t.me/distopia2punto0
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🇹🇷🇿🇦🆚🇮🇱 La Turchia ha deciso di unirsi alla causa contro Israele portata dal Sudafrica alla Corte internazionale di giustizia. Ankara sta esplorando le opzioni per la sua partecipazione al processo, ha detto il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan in una conferenza stampa con il suo omologo indonesiano Retno Marsudi, riferisce la pubblicazione turca Sabah. “Fin dal primo giorno, abbiamo sostenuto la decisione del Sudafrica di intentare una causa e stiamo monitorando gli sviluppi. Abbiamo iniziato a lavorare per scoprire da un punto di vista legale come e su quali basi possiamo aderire a questa causa" ha detto Hakan Fidan. 📎 Notizie da Asia Centrale e Caucaso
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IL PRIMO MERCATO COMUNE? La Lega anseatica, o Hansa, nacque come confederazione commerciale del Nord Europa a metà del XIII secolo. Prosperò per circa 300 anni. La sua rete di alleanze arrivò a contare 170 città e tutelò i propri interessi da governanti ingerenti e mercanti rivali utilizzando una potente flotta finanziata dai suoi membri. Considerando i limiti delle vie di comunicazione nel Medioevo, sviluppò un modesto livello di coesione politica attraverso il suo “parlamento”, anche se i suoi membri, sempre più eterogenei, faticavano a concordare politiche comuni. Solo lo sviluppo degli Stati nazionali e delle realtà internazionali rivali portò alla scomparsa dell'Hansa tre secoli più tardi. [The First Common Market? The Hanseatic League, Stephen Halliday]. Nell’immagine: nascita dell'alleanza tra Lubecca e Amburgo. Copertina della sezione sul diritto marittimo, Van Schiprechte, della Carta della città di Amburgo del 1497. 📖Leggi anche: La fine di un’unione. t.me/distopia2punto0
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PEN America cancella il suo festival dopo che gli autori si sono ritirati a sostegno di Gaza PEN America, organizzazione per la tutela della libertà di espressione, ha annunciato la cancellazione del World Voices Festival che avrebbe dovuto tenersi l’8 maggio a New York City e Los Angeles: diversi autori hanno revocato la loro partecipazione in segno di protesta a causa dell’incapacità dell’organizzazione di condannare pubblicamente l’offensiva militare israeliana a Gaza. La cancellazione arriva pochi giorni dopo che l'organizzazione ha annullato l’edizione 2024 della sua cerimonia annuale di premiazione. Da mesi aumentano gli scrittori e i traduttori che criticano PEN America perché non si è schierata a favore di un cessate il fuoco. t.me/distopia2punto0
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Nuovo esempio, ennesimo, di narrazioni duali/falso binario. Troverete in rete la notizia dell'aumento dei casi di Dengue e malaria. Le fonti mainstream daranno la colpa ai cambiamenti climatici e all'aumento (risibile) delle temperature. Ma vedrete che non mancheranno fra i canali e gli autori della Controinformazione, quelli che ipotizzeranno che la colpa sia di Bill Gates e dei suoi programmi di modifica genetica delle zanzare da (ipoteticamente) rilasciare nell'ambiente. Del resto questoscenario è esattamente analogo a quello del Covid. Entrambe le narrazioni potrebbero essere sbrigative e false, ed entrambe troveranno ciascuna il consenso immediato da un'ampia fetta di pubblico. Ma per false che possano essere entrambe alimenteranno lo steso scenario che causerà specularmente: 1) Allarme sociale 2) Spinta alla medicalizzazione del presunto problema e la spinta a una vaccinazione (anche se i sostenitori del secondo scenario saranno probabilmente no-vax, la scelta verso la vaccinazione sarà comunque giustificata dal diffondersi della malattia). 3) Polarizzazione fra convenzionalisti e complottisti, radicalizzazione della divisione e tribalismo fra i sostenitori più emotivi di entrambe. 4) Dissonanza cognitiva, infodemia, decisioni inconcludenti da false informazioni. Tutto già visto. Come procedo invece io? Quale sarebbe il mio metodo - che del resto dovrebbe essere quello di ogni attento ricercatore e soprattutto degli analisti seri o dei giornalisti di inchiesta? Anzitutto partire dall'accertamento dei fatti e poi seguire lo sviluppo del ragionamento, ANZICHÉ partire dalle conclusioni (peraltro precostituite da altri). E quindi: 1) siamo davvero in presenza di un franco aumentato della casistica di dette malattie, o è solo una costruzione giornalistica o al più un raffinato trucco statistico di epidemiologi compiacenti? 2) A seconda della verità della 1), chiedersi se i programmi di ricerca di modifica genetica delle zanzare di cui si sarebbe occupata la Fondazione Gates, hanno poi portato risultati dimostrabilmente tangibile e se sì, quali. 3) chiedersi se qualche governo abbia mai effettivamente autorizzato l'immissione nell'ambiente di dette presunte specie di insetti. Ricordo che l'immissione di fauna non autorizzata nell'ecosistema è praticamente vietato in qualsiasi Stato, e costituisce un reato in quasi ogni ordinamento. Se un ente privato rilasciasse una qualche specie faunistica nell'ambiente di uno Stato senza autorizzazione, andrebbe incontro a sanzioni, e in ogni caso un evento del genere sarebbe monitorato e conosciuto, quindi la veridicità o meno di una simile ipotesi sarebbe facilmente indagabile. Il Veritiero
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Oggi vorrei riproporvi una lettura sempre attuale: - La funzione del falso binario - Da leggere e rileggere. A seguire un esempio pratico di “falso binario”. 📚Leggi qui
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UFO e ufologia nel mondo antico https://m.youtube.com/watch?v=xboDJjt5mnI
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Questa settimana potrebbero essere emessi mandati di arresto contro Netanyahu, Gallant e il capo dell'IDF Una fonte del Governo afferma che le accuse della Corte penale internazionale si concentreranno soprattutto sul fatto che Israele “ha deliberatamente affamato” i palestinesi di Gaza. Haaretz - Karim Khan, procuratore capo della Corte penale internazionale, potrebbe emettere mandati di arresto contro alti funzionari israeliani sospettati di crimini di guerra a Gaza. Il Ministero della Giustizia e gli avvocati dell'esercito stanno lavorando duramente per evitare che ciò accada. Inoltre, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, il Ministro degli Affari Strategici Ron Dermer, gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali stanno cercando di convincere Khan a ritardare o impedire l'emissione dei mandati. Ma non è chiaro se ci stiano riuscendo. I funzionari israeliani ritengono che i mandati saranno notificati questa settimana a Netanyahu, al Ministro della Difesa Yoav Gallant e al Capo di Stato Maggiore delle Forze di Difesa israeliane, Herzl Halevi. I funzionari di grado inferiore saranno risparmiati. A differenza della Corte internazionale di giustizia, che ha esaminato la causa intentata dal Sudafrica contro Israele, la CPI si occupa di casi contro singoli individui. Come gli Stati Uniti, l'India, la Cina, la Russia, l'Iran e la maggior parte dei Paesi arabi, Israele riconosce l'autorità della Corte internazionale di giustizia, ma non la CPI. Se i mandati vengono notificati, ogni Stato membro della CPI - sono 124 (ottobre 2023), ben più della metà dei 193 Stati membri dell'ONU - è obbligato ad arrestare e consegnare gli imputati all'Aia se entrano nel proprio territorio. Sebbene non ci sia modo di appellarsi a un mandato d'arresto internazionale, ogni Paese può teoricamente dire alla Corte che si sta occupando del caso autonomamente. Secondo l'ex vice procuratore generale Roy Schondorf, l'emissione di mandati d'arresto potrebbe portare a misure contro Israele come un divieto di vendita di armi o sanzioni economiche. Il Prof. Eliav Lieblich dell'Università di Tel Aviv afferma che le dichiarazioni bellicose dei politici israeliani non hanno giovato alla causa israeliana. Ad esempio, Israel Katz, ora Ministro degli Esteri, ha chiesto di tagliare la fornitura d'acqua alla Striscia di Gaza perché “questo è ciò che meritano gli assassini di bambini”. E il Ministro degli Affari della Diaspora, Amichai Chikli, ha detto che il lancio di una bomba nucleare su Gaza era “un'opzione” perché Israele “deve trovare il modo di causare sofferenza a Gaza”. Lieblich afferma che tali dichiarazioni supportano le argomentazioni “secondo cui Israele danneggia, affama ed espelle intenzionalmente i civili da Gaza, e sta persino cercando di distruggere i palestinesi come popolo”. Lieblich osserva che tali dichiarazioni hanno giocato un ruolo chiave nella causa presso la Corte internazionale di giustizia. Lieblich riferisce anche la sensazione che l'alto comando non controlli completamente le forze sul campo. “Quasi ogni giorno emergono online video in cui i soldati documentano comportamenti scorretti. Questo porta a non fidarsi delle dichiarazioni dei funzionari che affermano che l'IDF agisce in conformità con il diritto bellico”, ha affermato. Doreen Lustig, assistente professore all'Università di Tel Aviv, osserva che gli spari contro i convogli umanitari, la distruzione di edifici ospedalieri e universitari e soprattutto l'uccisione degli operatori della World Central Kitchen hanno giocato a sfavore di Israele. t.me/distopia2punto0
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🇷🇺🇨🇳 I BRICS conducono scambi commerciali per 260 miliardi di dollari senza il dollaro USA I Paesi BRICS intendono eliminare il dollaro USA da tutti gli scambi e le transazioni globali entro il 2024. L'obiettivo del blocco è di mettere le valute locali al di sopra del dollaro USA per rafforzare le economie e le imprese nazionali. L'alleanza esorta anche altri Paesi in via di sviluppo a seguire l'esempio e a effettuare i pagamenti delle transazioni transfrontaliere in valuta locale. La dedollarizzazione è in pieno svolgimento.
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GUARDIAN: I POLITICI HANNO “PROPAGANDATO IL MITO” CHE LA TRANSIZIONE VERSO LE RINNOVABILI SARÀ FACILE E INDOLORE Siamo all'inizio del grande ribaltone. Gli influencer del clima stanno improvvisamente realizzando che le rinnovabili non sono economiche come propagandato e, quel che è peggio, che il loro pubblico ne è ormai consapevole. Senza battere ciglio, passano dal dirci quanto la transizione verso le energie rinnovabili “sarà facile e indolore” a dire che, come era ovvio già una ventina di anni fa, “sarà dura”. Nel frattempo, sono andati in fumo trilioni di dollari. Prendiamo Peter Lewis, di Essential Polling. Scrive in un pezzo di opinione sul Guardian: “… la bugia più dannosa di tutte potrebbe essere quella che la transizione verso le energie rinnovabili sarà facile”. I politici hanno “propagandato questo mito” con lo slogan che promette “un futuro energetico più economico e più pulito”. Ma la realtà di tutti i giorni sta evidenziando come questo slogan si stia rivelando un gigantesco boomerang. Le cose stanno cambiando velocemente: Jp Morgan, la banca d’affari statunitense, ritiene che il mondo abbia bisogno di “fare i conti con realtà” per quanto concerne obiettivi e tempi della transizione verso le energie rinnovabili. Probabilmente, in un futuro non troppo lontano sarà difficile trovare qualcuno che ammetta di aver sostenuto le attuali politiche sulle energie rinnovabili. Un terribile errore, di cui nessuno si dichiarerà responsabile. t.me/distopia2punto0
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🇰🇿 Gli scienziati kazaki hanno ottenuto l'accesso a materiali d'archivio provenienti da Paesi europei e dalla Biblioteca Vaticana, che contengono dati inediti sulla storia dello Stato kazako. I materiali raccolti saranno inclusi nella raccolta in sette volumi preparata per la pubblicazione. Lo ha detto il Ministro della Scienza e dell'Istruzione Superiore del Kazakhstan Sayasat Nurbek alla conferenza internazionale in Turkistan, dedicata all'eredità dell'Orda d'Oro. Secondo il Ministro, gli scienziati avranno l'opportunità di studiare i documenti segreti dei missionari e dei viaggiatori stranieri. (Ambasciata del Kazakhstan in Italia)
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La sentinella sismica nell'antica Cina Il sismoscopio, inventato nel 132 d.c. da Chang Heng, un brillante matematico e scienziato della dinastia Han, fu il primo strumento per rilevare terremoti della storia. Gli antichi cinesi ritenevano che gli eventi sismici, con la loro morte e distruzione, fossero importanti segni del cielo. Il sismoscopio di Heng si presentava come un enorme recipiente in bronzo intorno al quale erano disposti, a testa in giù, otto draghi con una sfera in bocca. Alla base, altrettanti rospi erano pronti a mangiare le sfere in caso di scossa. Il meccanismo esatto rimane tuttora ignoto, tuttavia, è noto che potesse determinare la direzione di un terremoto a centinaia di chilometri di distanza. L’invenzione si diffuse in Asia attraverso la Via della Seta e un dispositivo simile apparve in Persia nel XIII secolo, suggerendo uno scambio culturale. Questa antica meraviglia testimonia il desiderio intramontabile dell'uomo di comprendere e mitigare i fenomeni naturali. t.me/distopia2punto0
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Funzionari israeliani tentano di contrastare possibili mandati d'arresto della Corte penale internazionale (CPI) Benjamin Netanyahu avrebbe avuto conversazioni telefoniche con i suoi omologhi di Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Austria, esortandoli a esercitare pressioni politiche sulla Corte a favore di Israele. Il Consiglio di sicurezza nazionale israeliano (NSC) ha tenuto ieri una sessione a porte chiuse durante la quale ha discusso della possibilità che vengano emessi mandati di arresto internazionale contro il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, il Ministro della Difesa Yoav Galant e il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Herzi Halevi “nei prossimi giorni”. Secondo l'emittente israeliana Channel 13, il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi ha presieduto la riunione, durante la quale si è parlato anche dei mandati di arresto per altri funzionari. Sono state decise una serie di “misure immediate”, tra cui il lancio di una campagna di pressione diplomatica e il ricorso agli strumenti internazionali a disposizione di Israele, per impedire alla CPI di emettere i mandati… continua su Middle East Monitor. t.me/distopia2punto0
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IL SILENZIO DELLE CAMPANE Tra il 1939 e il 1945, oltre 175mila campane in tutta Europa furono confiscate dalla Germania nazista. Furono trasportate in punti di raccolta, noti come Glockenfriedhöfe (cimiteri di campane), il più grande dei quali ad Amburgo. Circa 150mila furono consegnate alle fonderie e fuse per produrre munizioni e armamenti. I cosiddetti cimiteri delle campane, dove venivano seppellite prima di cadere vittime della distruzione, avevano qualcosa di indicibilmente malinconico. Di solito la campana suonava di nuovo nel momento in cui veniva distrutta, come se avesse emesso il suo ultimo lamento. [Kurt Kramer, massimo esperto di campane]. I nazisti classificarono le campane in quattro gruppi, dalla A alla D, in base al loro valore storico-culturale. Le campane del gruppo A erano state fuse nei novant’anni precedenti e quindi generalmente considerate prive di valore. Furono le prime a essere distrutte. Quelle del gruppo B venivano inviate alla fusione solo se necessario. I gruppi C e D rappresentavano campane di valore storico: quelle del gruppo C venivano messe in attesa di essere esaminate dagli esperti per verificarne il valore culturale, mentre quelle del gruppo D, che comprendevano le campane medievali i cui rintocchi non erano considerati moderni, erano protette. La confisca delle campane aveva unicamente il fine di produrre munizioni e armamenti o c’era dell’altro? Poteva forse dipendere dalla necessità di eliminare le frequenze emesse dalle campane? Certamente era già ben noto quanto il suono e certe frequenze fossero molto importanti per gli esseri umani. (Per approfondire qui). Alla fine del conflitto, erano circa 25mila le campane sopravvissute che giacevano abbandonate nei Glockenfriedhöfe. Nel 1947, le autorità alleate istituirono un comitato chiamato Ausschuss für die Rückführung der Glocken (ARG), il cui obiettivo era salvaguardare le campane rimaste e coordinarne la restituzione alle rispettive parrocchie. L'ARG fu coinvolto nella restituzione delle campane solo nelle zone di occupazione francese e sovietica. La restituzione delle campane confiscate negli ultimi anni della guerra nei territori occupati (Belgio, Francia, Italia, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria) fu supervisionata dalle potenze occupanti. t.me/distopia2punto0
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L'architetto israeliano della pulizia etnica Mentre si svolge l'assalto genocida di Israele a Gaza, lo spettro di Yosef Weitz continua a vivere, scrive Stefan Moore. "Dal 1948, Israele ha invocato l'Olocausto per giustificare l'espulsione forzata degli arabi dalla Palestina per creare uno Stato ebraico, ma il progetto sistematico di pulizia etnica era stato elaborato anni prima da un fanatico sionista di nome Yosef Weitz. Nel novembre 1940 - otto anni prima della fondazione dello Stato di Israele - Weitz scrisse: "Deve essere chiaro che nel Paese non c'è spazio per entrambi i popoli... Se gli arabi se ne vanno, il Paese diventerà ampio e spazioso per noi .... L'unica soluzione è una Terra... senza arabi. Non c'è spazio qui per i compromessi... Non c'è altro modo che trasferire gli arabi da qui ai Paesi vicini... Non un solo villaggio deve essere lasciato, non una sola tribù... Non c'è altra soluzione". Weitz era "la quintessenza del colonialismo sionista", scrive lo storico israeliano Ilan Pappé. Nato in Russia nel 1890 ed emigrato in Palestina da bambino, Weitz sarebbe diventato l'influente capo del Dipartimento di Insediamento Fondiario del Fondo Nazionale Ebraico (JNF), creato per colonizzare la Palestina acquistando terre arabe per gli Yishuv (gli ebrei immigrati in Palestina prima del 1948)". Oggi, mentre si svolge la guerra genocida a Gaza, lo spettro di Yosef Weitz continua a vivere. Dalla Nakba del 1948, Israele ha usato la memoria dell'Olocausto per mettere a tacere i suoi critici e per ostacolare le pressioni internazionali per un cessate il fuoco a Gaza o per il diritto dei palestinesi a tornare nella loro terra. Ma nonostante i tentativi di rivendicare, minimizzare o negare il loro passato, i sionisti non potranno mai cancellare l'eredità di Yosef Weitz o la loro storia intrisa di sangue. È ormai tempo che Israele riconosca la disumanità e la futilità del suo progetto sionista". https://consortiumnews.com/2024/04/23/israels-architect-of-ethnic-cleansing/
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TORINO SOTTO LA NEVE 20 APRILE 1954 Uno scherzo. Un brutto scherzo per i torinesi. Un colossale pesce d'aprile in ritardo. Ieri mattina chi s'alzava ed apriva la finestra rimaneva a bocca aperta, attonito. C'era da stropicciarsi gli occhi per essere ben sicuri della realtà e per non credere di essere ancora a letto, fra le lenzuola, a sognare. La città appariva coperta del classico manto candido: un paesaggio invernale che ricordava i più crudi giorni del dicembre e del gennaio. E non c'era dubbio. Nevicava. E nevicava fitto, a larghe falde. Già per terra vi erano cinque o sei centimetri di neve e lo strato seguitava ad aumentare (sino ad arrivare a dodici centimetri). Quella inaspettata nevicata suscitò commenti e discussioni. “È neve radioattiva?”, si chiesero all’epoca. No, non lo era. L’inclinazione a interpretare i fenomeni meteorologici insoliti come conseguenza delle azioni dell’uomo fa parte della natura umana. t.me/distopia2punto0
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IL MOVIMENTO DEL MONTE DEL TEMPIO SI STA PREPARANDO PER IL SUO MOMENTO di Nate Orbach, +972 Magazine Gli ebrei sognano di costruire il Terzo Tempio da quando i Romani distrussero il Secondo Tempio nell’anno 70. Ma è stato solo con l'avvento del sionismo, e ancor più con la guerra del 1967 e l'occupazione di Gerusalemme Est, che il Monte del Tempio è diventato il luogo di un intenso attivismo politico per i fondamentalisti ebrei che consideravano la costruzione del Terzo Tempio equivalente alla piena realizzazione del sionismo. Ma gli attivisti del Monte del Tempio si trovavano di fronte a tre problemi distinti. Innanzitutto, la Cupola della Roccia e la Moschea di al-Aqsa - erette nei millenni successivi alla distruzione del Secondo Tempio - si trovano nel punto esatto in cui sorgevano i Templi. Distruggere queste strutture e costruire un tempio sulle loro rovine in nome della redenzione ebraica scatenerebbe quasi certamente una catastrofica guerra religiosa. La seconda questione era strettamente interna: per secoli, la maggior parte delle autorità rabbiniche ha proibito agli ebrei di entrare nel complesso del Monte del Tempio, men che meno di praticarvi il culto e i sacrifici. Chiunque sia stato a contatto con un cadavere, ad esempio andando a un funerale, entrando in un cimitero o anche solo stando nello stesso edificio - vale a dire tutti - è considerato ritualmente impuro e quindi inadatto a entrare nel Monte del Tempio, per paura di calpestare inavvertitamente il luogo in cui un tempo sorgevano i santuari dei Templi. Solo la purificazione con le ceneri di una giovenca rossa poteva permettere agli ebrei di entrare nel sito. Infine, secondo gli storici accordi presi dopo il 1967, agli ebrei era consentito l'ingresso al Monte del Tempio solo a condizioni strettamente controllate, che includevano l'esplicito divieto di pregare e di usare oggetti rituali, nonché orari di ingresso e punti di accesso estremamente limitati. Questo status quo è stato applicato dal Waqf, l'autorità religiosa musulmana che sovrintende al sito, dalla polizia israeliana e dai volontari musulmani di due gruppi, il Murabitun (per gli uomini) e il Murabitat (per le donne), che urlavano e disturbavano i visitatori ebrei, considerando i loro tentativi di pregare come una violazione degli accordi e una profanazione di un luogo sacro per l'Islam. Negli anni ‘90 con l'entrata in vigore degli accordi di Oslo, il consenso rabbinico sul divieto per gli ebrei di accedere al complesso cominciò a vacillare e il Movimento del Monte del Tempio prese slancio. Sebbene il processo di Oslo abbia rimandato a fasi successive i negoziati sullo status definitivo di Gerusalemme, ci si aspettava che sia Israele che il futuro Stato palestinese rivendicassero la città come capitale, condividendo potenzialmente la sovranità nella Città Vecchia (o addirittura cedendo il controllo a un organismo internazionale, come le Nazioni Unite). La prospettiva di cedere ulteriore terra in cambio della pace - che in precedenza aveva scatenato violente ribellioni tra i coloni religiosi durante i precedenti colloqui di pace, tra cui un piano per far esplodere il Monte del Tempio all'inizio degli anni '80 da parte del gruppo terroristico Jewish Underground - ha provocato un senso di crisi per l'ala espansionistica del movimento religioso-sionista, che ha capito che questo era il suo momento per evitare la catastrofe di Oslo. I leader religiosi-sionisti degli insediamenti in Cisgiordania e a Gaza hanno formato il Consiglio dei Rabbini di Yesha e, dopo aver inizialmente invitato gli ebrei a salire al Monte del Tempio, contravvenendo a secoli di sentenze halachiche, hanno proclamato che la visita al sito non solo è permessa, ma che dovrebbe essere incoraggiata dalle autorità rabbiniche. Ma per superare gli altri due ostacoli - i musulmani di tutto il mondo e lo Stato israeliano - gli attivisti del Monte del Tempio avevano bisogno di qualcos'altro per il loro movimento appena rinvigorito: un leader. Vale la pena leggerlo per intero. t.me/distopia2punto0
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Gerusalemme: la polizia ferma 13 persone nel tentativo di portare di nascosto alcune capre sul Monte del Tempio per il sacrificio rituale Lunedì 22 aprile, secondo quanto riportato dal Times of Israel, la polizia ha fermato 13 persone sospettate di aver tentato di portare di nascosto alcune capre sul Monte del Tempio per sacrificarle in onore della Pesach, in linea con l'antica tradizione ebraica. I fermati, tutti di età compresa tra i 13 e i 21 anni, sono stati sorpresi con le capre in loro possesso, tra cui una nascosta in una carrozzina per bambini e un'altra in una borsa della spesa. I 13 sono stati portati in una stazione di polizia a Gerusalemme e le capre sono state confiscate e trasferite per le necessarie cure veterinarie. Episodi simili si sono verificati anche l'anno scorso, prima della Pasqua ebraica, provocando scontri con i fedeli musulmani. Per decenni, i palestinesi hanno denunciato l'intenzione di Israele di impadronirsi del Monte del Tempio (Spianata delle Moschee per i musulmani) e di distruggere la Moschea di al-Aqsa, il terzo luogo sacro dell'Islam, eretta sul monte dove sorgevano i templi biblici. A tal proposito, propongo la lettura dell’articolo (a seguire) “Il Movimento del Monte del Tempio si sta preparando per il suo momento” di Nate Orbach, pubblicato su +972 Magazine nel marzo 2023, per fare ulteriore luce su quanto sta succedendo dall’operazione al-Aqsa Flood, del 7 ottobre 2023, ad oggi. t.me/distopia2punto0
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Gli antenati degli ungheresi provenivano dalla Scizia Lo racconta l'antica cronaca "Atti degli Ungari". Racconta che gli antenati degli ungheresi sciti-uguri nel IX secolo giunsero dalla Scizia in Pannonia (la futura Ungheria), popolata dai discendenti dei Romani e degli Slavi. Il loro cammino verso le nuove terre non fu semplice: prima gli Sciti-Ugri arrivarono nel Regno dei Ruteni (Rus), dove dovettero combattere con il principe di Kiev e i suoi alleati - i Kumani (Polovtsiani).... La Cronaca dice che insieme agli Ugri, alcuni Kumani (Polovtsiani) e alcuni Ruteni (Russi) si trasferirono in Pannonia. Qui si parla, molto probabilmente, dell'origine dei Ruteni della Transcarpazia e della creazione della regione ungherese della Kumania. Anche questa Cronaca contiene informazioni interessanti sull'antica Scizia: sulle battaglie degli Sciti con i re persiani Ciro e Dario, sulla guerra degli Sciti con Alessandro Magno, sulle campagne in Europa del re scita Attila... Antichità russe
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IL RITORNO DEGLI DEI SULLE MONETE ITALIANE In questa puntata esamineremo alcune delle simbologie delle monete del regno di Vittorio Emanuele III. Vengono introdotti modelli di ispirazione classica, con un vero e proprio “ritorno degli Dei”: dalla Dea Roma alla Grande Madre, da Cerere alla Vittoria. Alcuni simboli, come l’aratro e la spiga, continueranno a figurare anche nel secondo dopoguerra, insieme a divinità importanti per la tradizione romana come Minerva e Vulcano. Oltre alle interpretazioni di tipo artistico-accademico vi sono indicazioni di una conoscenza degli aspetti più profondi del simbolismo mitologico. https://m.youtube.com/watch?v=MIQjG8XflUs
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Il ritorno degli dei sulle monete italiane

In questa puntata esamineremo alcune delle simbologie delle monete del regno di Vittorio Emanuele III. Vengono introdotti modelli di ispirazione classica, co...

IL “NUOVO MEDIO ORIENTE”? Alla fine di settembre 2023, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu si presentò al Palazzo di Vetro con mappa ed evidenziatore alla mano per circostanziare i confini del suo Nuovo Medio Oriente. Questa comprendeva Israele (evidenziata in blu) dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo, senza delimitazioni che mostrassero la Striscia di Gaza e i territori palestinesi occupati, oltre a Paesi come l'Egitto, l'Arabia Saudita, il Bahrein e gli Emirati Arabi Uniti (evidenziati in verde). Si tratta di Stati arabi che avevano già normalizzato i rapporti con Israele o, come nel caso saudita, erano impegnati in trattative per stabilire relazioni formali con lo Stato ebraico.
L'Arabia Saudita si è rifiutata di riconoscere Israele sin dalla fondazione dello Stato ebraico nel 1948. Il regno sunnita ha appoggiato altri Paesi arabi nelle loro prime guerre contro Israele ed è stato a lungo un forte sostenitore della causa palestinese. Negli ultimi anni, tuttavia, con il protrarsi della situazione di stallo israelo-palestinese e la crescita dell'influenza regionale dell'Iran, le priorità saudite si sono spostate. Anche il principe ereditario Mohammed bin Salman, ora leader de facto dell'Arabia Saudita, pare sia meno legato alla causa palestinese rispetto al padre, re Salman. [The longshot plan to end the war in Gaza and bring peace to the Middle East, Joshua Keating, Vox].
Ma a quanto pare il “vecchio” Medio Oriente non poteva essere seppellito. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, seguito da un'incessante e brutale offensiva israeliana che ha ucciso oltre 34mila palestinesi, il tavolo negoziale tra Israele e l’Arabia Saudita è saltato. Ma il percorso di normalizzazione tra i due Paesi, secondo alcuni osservatori, è stato semplicemente rimandato. Bibi e il piano per una nuova Gaza
Grattacieli, vie d'acqua, distese di verde. Navi commerciali di ogni stazza che si affollano al porto e lungo le spiagge. Capannoni industriali e strade a quattro corsie.
Gaza come sarà.
O, meglio, come dovrebbe essere nelle intenzioni degli ingegneri di Benjamin Netanyahu.
Il 3 maggio scorso, il New York Times ha riferito che l'Ufficio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu sta esaminando un piano ambizioso che vedrebbe Israele gestire la Striscia di Gaza insieme ad altri Paesi arabi per diversi anni. Il piano sarebbe stato elaborato a novembre da un gruppo di uomini d'affari, la maggior parte dei quali israeliani e alcuni vicini a Netanyahu, ed è stato proposto per la prima volta all’Ufficio del premier a dicembre. Secondo il NYT, in cambio della normalizzazione con l'Arabia Saudita, Israele accetterebbe di condividere il controllo di Gaza con Riyad, gli Emirati Arabi Uniti, l'Egitto, oltre che con gli Stati Uniti, per una decina di anni prima che il controllo passi ai palestinesi. Tuttavia, come spiega il Jerusalem Post, il trasferimento del potere ai cittadini di Gaza dipenderà esclusivamente “dal successo della deradicalizzazione e della smilitarizzazione della Striscia di Gaza”. Un progetto anzitutto politico, che si basa sulla presunzione di poter cancellare, partendo da Nord, le sacche di resistenza di Hamas. Il piano, giudicato inattuabile da più parti, non delinea un percorso chiaro per la creazione di uno Stato palestinese, una condizione posta dagli Emirati e dall'Arabia Saudita per la loro adesione. 📖Leggi anche: Quella strana bandiera, Bibi e la “profezia” del Rebbe. - L’Elefante nella Stanza -
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Due settimane prima dell'operazione Al-Aqsa Flood di Hamas, il 7 ottobre, Netanyahu si presentò all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con tanto di mappa alla mano, per dichiarare il suo piano per un “Nuovo Medio Oriente”: un corridoio economico che si estende dall'India agli Emirati Arabi Uniti, all'Arabia Saudita, alla Giordania, a Israele e infine all'Europa. Questa è una delle principali ragioni geopolitiche alla base del massacro di Gaza. [The hidden reasons behind the war on Gaza, Richard Medhurst, Al Mayadeen English].
Nell’immagine: zona di libero scambio Sderot-Gaza-El-Arish secondo il piano del governo Netanyahu per una Gaza post-bellica, 3 maggio 2024.
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Regno Unito: il segretario alla Salute ordina una revisione del programma di risarcimento per danni da vaccino in seguito all'impennata delle richieste Il Vaccine Damage Payment Scheme (VDPS), istituito nel 1979 per aiutare le persone gravemente danneggiate in seguito alla somministrazione di un vaccino, deve far fronte al notevole aumento delle richieste di risarcimento. Il segretario di Stato per la salute e l'assistenza sociale, Victoria Atkins, ha chiesto ai funzionari del suo dipartimento di elaborare opzioni al fine di riformare il VDPS, secondo quanto riportato dal Telegraph. Nel 2019 sono state presentate 27 richieste di risarcimento, seguite da 26 nel 2020 e 41 nel 2021. Secondo i dati del Dipartimento della Salute, il numero è salito a 480 nel 2022 e a 4.008 l'anno scorso. Dati indipendenti, rilasciati nell'ambito di una richiesta di accesso civico generalizzato (FOIA, Freedom of Information Act), rivelano che, fino al 26 aprile, sono state presentate 11.022 richieste di risarcimento al programma in relazione ai vaccini Covid. Nel maggio 2023, un portavoce del Ministero della Salute e dell'Assistenza Sociale dichiarò: “Abbiamo già potenziato e modernizzato le operazioni del VDPS per consentire un'elaborazione più rapida dei casi, anche attraverso la digitalizzazione del processo di presentazione delle domande e l'aumento del personale amministrativo […] per garantire che i richiedenti ricevano i risultati nel più breve tempo possibile”… continua qui. - L’Elefante nella Stanza -
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Health Secretary orders vaccine compensation scheme review as claims soar

The Health Secretary has ordered a review of the vaccine compensation scheme after a surge in claims following the pandemic, The Telegraph can disclose. Victoria Atkins has asked officials in her department to draw up options for reforming the Vaccine Damage Payment Scheme (VDPS), which campaigners have said is no longer fit for purpose. It comes a...

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L'urlo di Gaza Opera dell'artista tunisino Omar Esstar.
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UNA LINEA NELLA SABBIA
Una delle osservazioni più sorprendenti, quando si confronta una mappa dell'Europa con una del Medio Oriente o del Nord Africa, è quanto siano diverse. I confini della maggior parte degli Stati nazionali europei sono perfettamente contorti e seguono i contorni sistematicamente “naturali” designati dalla geografia, dall'etnia, dalla lingua, dalla religione o dalla cultura. I confini delle nazioni mediorientali o nordafricane, al contrario, appaiono decisamente artificiali. Le linee rette abbondano, con parallele, perpendicolari e persino angoli retti, che appaiono evidenti anche all'osservatore più distratto. Sembra quasi che qualcuno abbia preso matita e righello... [Architects of Failure: 100 years of Sykes-Picot, Akil Awan, HT].
Nel 1915, durante un briefing con il Primo Ministro britannico Herbert Henry Asquith, Sir Mark Sykes dichiarò: “Vorrei tracciare una linea dalla 'I' di Acri fino all'ultima 'K' di Kirkuk". Fece scorrere il dito su una mappa, stesa su un tavolo al numero 10 di Downing Street, da quella che oggi è una città sulla costa mediterranea di Israele fino alle montagne settentrionali dell'Iraq. L’anno seguente, mentre la Grande Guerra infuriava ancora, l'impero francese e quello britannico, al fine di stabilire le rispettive sfere di influenza e di controllo in Medio Oriente, dopo il crollo ritenuto imminente dell’Impero Ottomano, firmarono l'accordo segreto Sykes-Picot, dal nome dei rispettivi diplomatici firmatari. Il 16 maggio ricorrerà l’anniversario di quell’accordo. Difficile immaginare un anniversario più caldo: tuttora si combatte e si muore su quelle linee tracciate con matita e righello sulle mappe del Medio Oriente. - L’Elefante nella Stanza -
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L’Elefante nella Stanza (ex Distopia 2.0)

La mappa che cambiò il Medio Oriente (1916) La mappa era un allegato della lettera dell'ambasciatore francese Paul Cambon a Sir Edward Grey, datata 9 maggio 1916. Sette giorni dopo venne firmato l'accordo Sykes-Picot, meglio noto come Accordo sull’Asia Minore, un trattato segreto tra Regno Unito e Francia che delineava, secondo le linee della mappa, come avrebbero spartito il Medio Oriente in caso di sconfitta dell'Impero Ottomano nella Prima Guerra Mondiale. Gli Ottomani furono effettivamente sconfitti due anni più tardi e il resto, come si dice, è storia: una storia complicata, triste e molto sanguinosa. t.me/distopia2punto0

Senatori statunitensi avvertono il procuratore capo della Corte penale internazionale: “Se prendete di mira Israele, noi prenderemo di mira voi” Anadolu - Dodici senatori repubblicani hanno minacciato di imporre sanzioni alla Corte penale internazionale (CPI) se questa procederà con i mandati di arresto per alti funzionari israeliani, secondo una copia di una lettera pubblicata lunedì. La lettera di una pagina, ottenuta dal sito di notizie online Zeteo, è indirizzata al procuratore capo della CPI Karim Khan. In essa si legge che ogni eventuale mandato di arresto contro il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e altri alti funzionari israeliani “è illegittimo e privo di base legale, e se eseguito comporterà severe sanzioni contro di lei e la sua istituzione”. Tra i firmatari della lettera figurano i sen. Tom Cotton, Marco Rubio, Mitch McConnell, Katie Boyd Britt, Marsha Blackburn, Ted Budd, Kevin Cramer, Bill Hagerty, Pete Ricketts, Rick Scott, Tim Scott e Ted Cruz. Le sanzioni intimate riguarderebbero i dipendenti e i collaboratori della CPI e includerebbero restrizioni di viaggio per le rispettive famiglie. Israele e gli Stati Uniti non sono membri della Corte penale internazionale e non ne riconoscono la giurisdizione. La Palestina è stata ammessa come membro della Corte dell'Aia nel 2015. Leggi qui l’articolo integrale. Non è la prima volta: nel 2020 Donald Trump firmò un ordine esecutivo volto ad autorizzare sanzioni contro funzionari della Corte penale internazionale dell’Aia per le inchieste sui crimini in Afghanistan. - L’Elefante nella Stanza -
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12 Republican US senators threaten ICC with sanctions over Israel arrest warrants

'Target Israel and we will target you,' Republicans write to ICC Prosecutor Karim Khan in what a Democratic lawmaker calls 'thuggery'

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Questa presentazione di quattro anni fa del Dr. John Robson indaga le origini malsane e l’inesattezza fondamentale, persino la disonestà, dell’affermazione che il 97% degli scienziati, o “gli scienziati del mondo”, o qualcosa del genere concordano sul fatto che il cambiamento climatico è causato dall’uomo, urgente e pericoloso. https://www.attivitasolare.com/la-storia-approfondita-dietro-il-mito-del-clima-del-97-degli-scienziati/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR1jiPOZVfy4M2m6S-eXY6Yd7mTgN2JzCYYcXBOfPXX_4hFYsbdXvXoshWY_aem_ASpuMLfqG5-1SklybSqo-3PvLdPM14rJyIfKkf9m54DhKKqipEOIPBsm8wBmnC1E7rMY6sKS6-fCw_y7-Anzx37_
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LA STORIA APPROFONDITA DIETRO IL MITO DEL CLIMA DEL 97% DEGLI SCIENZIATI

Di Charles Rotter - Mercoledì 1 Maggio 2024

https://www.youtube.com/watch?v=ewJ6TI8ccAw

CDNQuesta presentazione di quattro anni fa del Dr. John Robson

Per chi se lo fosse perso, ripropongo: - LA SINDROME DEL BIANCONIGLIO - 📚Leggi qui
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L’Elefante nella Stanza (ex Distopia 2.0)

LA SINDROME DEL BIANCONIGLIO Qualche anno fa, il sito satirico americano Science Post pubblicò un articolo dal titolo “Indagine: Il 70% degli utenti Facebook legge solo il titolo delle notizie scientifiche prima di commentare”. L’articolo ottenne quasi 46.000 condivisioni. Peccato che l’articolo era composto da interi paragrafi di lorem ipsum, un testo privo di significato usato nel settore della tipografia e della grafica a modo riempitivo per bozzetti e prove grafiche. È tardi, è tardi, ho fretta è tardi! Per quanto possa sembrare incredibile, molti condividono gli articoli senza mai andare oltre al titolo, poiché la nostra società è dominata dall'impazienza. Se quello di Science Post fu uno scherzo dall’esito sorprendente, studi sull'argomento hanno confermato questa tendenza: ci lasciamo governare dall'impatto che un titolo può suscitare, al punto che notizie del tutto infondate diventano virali. Forse è arrivato il momento di cambiare. Leggiamo, approfondiamo, riflettiamo… t.me/distopia2punto0