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Boccaccio Lovers 🏴‍☠

Notizie ed eventi di lotta da Monza e non solo

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Torino: il corteo partito da Palazzo Nuovo raggiunge lo sbarramento di polizia, cariche, idrante e lancio di lacrimogeni. Uno studente ferito in ospedale. Le attiviste di XR resistono ancora sul tetto di biologia.
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Martedì 30 aprile 2024 ore 10 PRESIDIO SOLIDALE al Tribunale di Monza (piazza Garibaldi) IL PROCESSO PER I FATTI DEL 27 SETTEMBRE 2023 Come anticipato nel comunicato SULLA REPRESSIONE NELLA NOSTRA CITTÀ (https://boccaccio.noblogs.org/post/2024/04/17/sulla-repressione-nella-nostra-citta/), il primo processo contro di noi si apre martedì 30 aprile, vede coinvoltə due compagnə e riguarda la giornata del 27 settembre 2023 (giorno successivo allo sgombero del Boccaccio di via Val D'Ossola), ovvero la grande assemblea pubblica tenuta sotto al Comune e il breve corteo spontaneo che ne è seguito. Dopo il terzo sgombero in pochi mesi, più di cento persone e molte realtà monzesi si sono riunite in un'assemblea nella piazza principale della città. Decine di interventi hanno portato solidarietà alla FOA Boccaccio, sottolineato le gravi inadeguatezze politiche della Giunta e rivendicato l'importanza di difendere gli spazi sociali. In quel momento, la rabbia e l'entusiasmo collettivo si sono trasformati nel desiderio concreto di riprendersi insieme un pezzo di città, e così è successo: l'assemblea è diventata spontaneamente un corteo che dal palazzo comunale ha attraversato il centro ed è arrivato ai parchetti del NEI. In questa giornata collettiva due compagnə sono statə identificatə come "promotori" del corteo "non preavvisato". Dal momento che nella nostra realtà autogestita non esistono organizzatori e promotori con ruoli ufficiali e definiti, la Polizia cerca di volta in volta dei piccoli indizi creativi e arbitrari per incolpare qualcunə sulla base del suo comportamento in piazza e attribuire la responsabilità di tutti gli eventi. Per questo motivo lə due compagnə hanno ricevuto un "decreto penale di condanna": un procedimento penale "veloce" per piccoli reati, che salta tutta la fase del processo e condanna direttamente lə destinatariə, ma con una pena scontata della metà e sempre trasformata in sanzione economica invece che in giorni di detenzione. Per chi lo vuole, è possibile 'opporsi' a questo decreto e chiedere un normale processo, con la possibilità di essere assoltə, ma anche con il rischio di essere condannatə a pene e spese più alte. Negli ultimi anni stiamo vedendo un uso sempre più frequente di questa misura, che funziona come un ricatto legale ed economico facendo leva sul 'vantaggio' di una pena 'scontata' e di una 'piccola' sanzione (spesso comunque nell'ordine delle centinaia o migliaia di euro). Per questo molte persone scelgono comprensibilmente di accettare il decreto (che si tratta, in ogni caso, di una condanna penale, anche se piccola, e non di una multa) e rinunciano a fare un processo più rischioso. In questo caso, noi abbiamo scelto di rifiutare questo meccanismo, opponendoci ai decreti e affrontando le accuse in un normale processo: per questo martedì 30 aprile saremo in tribunale a Monza a fianco delle persone coinvolte nel procedimento, rivendicando contenuti e pratiche che abbiamo condiviso con moltə di voi nel corso della giornata del 27 settembre: vi invitiamo a prendere parte al presidio solidale che si terrà all'esterno del tribunale in concomitanza con l'udienza. FOA Boccaccio 003 🇵🇸🏴‍☠️
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Repost from Hurriya Info
Ieri notte riuscita evasione dal CPR di Gradisca d'Isonzo: tre persone sono riuscite a riguadagnarsi la libertà e una è rimasta ferita nel tentativo, e si trova ricoverata in ospedale a Trieste https://www.triesteprima.it/cronaca/fuga-cpr-gradisca-uno-cade-finisce-a-cattinara.html
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Scappano in tre dal Cpr di Gradisca, uno cade e finisce a Cattinara

Fuga nella note dal centro per i rimpatri: tre riescono e si dileguano, un tunisino invece cade rovinosamente a terra e viene elitrasportato in codice giallo a Cattinara. Un quinto, dopo l'accaduto, ha desistito

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Repost from Radio Onda D'Urto
PALESTINA: ENNESIMO ULTIMATUM DI ISRAELE. UNA “GIUSTIFICAZIONE” PRIMA DELL’INVASIONE DI RAFAH? Palestina: nubi nere, quelle dell’invasione militare israeliana, su Rafah, estremo sud di Gaza. Tel Aviv è di fatto pronto all’invasione via terra. Da capire se e quanta volontà di accordo ci sia nelle proposte – in realtà ultimatum – di Tel Aviv: Hamas ha ricevuto e sta studiando l’ultima controproposta israeliana riguardante…
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Repost from MONiTOR
Non solo il Beccaria. Il carcere minorile va chiuso un articolo di paolo bellati disegno di cyop&kaf
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Queste ultime riflessioni sono di Obiezione Respinta, progetto che si occupa di mappare ospedali e farmacie sulla base delle segnalazioni di chi vuole accedere all’interruzione volontaria di gravidanza o alla pillola del giorno dopo/dei cinque giorni dopo. FUORI GLI OBIETTORI DA OSPEDALI E CONSULTORI! DEL NOSTRO CORPO DECIDIAMO NOI! FOA Boccaccio 003
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DEL NOSTRO CORPO DECIDIAMO NOI Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento al decreto Pnrr – su cui il governo ha già posto la fiducia – dove si stabilisce che i consultori possano avvalersi delle associazioni “che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”. Nel concreto si tratta quindi di quelle associazioni antiabortiste, o pro-life, il cui obiettivo dichiarato è mettere in discussione la scelta autodeterminata e laica che le donne prendono sui propri corpi e sulla propria vita, che in Italia viene tutelata dalla legge 194. LA LEGGE 194 La legge 194, entrata in vigore nel 1978 e che permette l’interruzione volontaria di gravidanza entro il 90esimo giorno, individua il compito dei consultori familiari nell’assistere la persona in gravidanza fornendo informazioni e servizi di vario tipo (diritto del lavoro, contraccezione, maternità a rischio…) e anche, «contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza». È proprio questo il cavillo a cui si aggrappa la destra, ribadendo che non si vuole in alcun modo limitare l’applicazione della legge 194 o tanto meno abrogarla, ma al contrario, applicarla nella sua interezza pensando in particolare a quelle parti della legge che prevedono la prevenzione dell’interruzione di gravidanza e l’assistenza alla maternità. In pratica, sperano in un’applicazione dell’emendamento che preveda la presenza delle associazioni pro-life per indurre le persone gestanti a ripensare alla propria scelta. GLI OBIETTORI SONO GIÀ DOVE NON DOVREBBERO ESSERE L’Italia si colloca in cima alla lista dei paesi col maggior numero di obiettori di coscienza negli ospedali pubblici. Viviamo in un Paese in cui il diritto all’interruzione di gravidanza è già sotto attacco, in cui è già difficile accedere alla pratica dell’aborto, in cui le donne devono spesso viaggiare fuori provincia, o addirittura fuori regione, per riuscire ad abortire o raggiungere una farmacia dove non ci si rifiuti (illegalmente) di vendere la cosiddetta “pillola del giorno dopo“o quella “dei cinque giorni dopo“. Nei consultori spesso trovano già casa associazioni anti-scelta e pro-vita che provano a condizionare le scelte che le donne e le persone in stato di gravidanza dovrebbero poter prendere liberamente: infatti, quando una donna si reca in un consultorio per interrompere una gravidanza significa che ha fatto già tutte le valutazioni del caso. Questo significa autodeterminarsi. Solo in 3 regioni (Toscana, Emilia-Romagna e Lazio) è consentito l’aborto farmacologico in regime ambulatoriale (ovvero nei consultori) nonostante la legge lo consenta da quasi quattro anni in Italia. In 4 regioni (Provincia autonoma di Trento, Abruzzo, Molise, Basilicata e Sicilia) la percentuale di obiettori supera abbondantemente l’80%. In Italia è obiettore il 63,6% dei ginecologi (dati Ministero Salute). Perché l’obiezione è solo uno dei tanti volti di quella che chiamiamo violenza di genere: viviamo in una società che tramite un welfare familistico e non universale non ci permette di autodeterminarci e quindi ci costringe all’interno di un nucleo familiare o di una relazione. Una società che con la violenza istituzionale, giuridica, culturale, continua a togliere alle donne la possibilità di scegliere sul proprio corpo, considerando la sessualità femminile finalizzata solo alla riproduzione. La vostra “coscienza” è un peso che dobbiamo pagare noi, quando in farmacia ci rifiutate la pillola del giorno dopo, quando negli3 ospedali non volete prescriverci la RU486, quando ci impedite di abortire o volete obbligare a ripensare a una scelta che abbiamo già ponderato, perché considerate una donna che abortisce non degna di definirsi tale dopo aver rifiutato il ruolo e il “dono” che le è stato dato, quello di essere madre.
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FREE ALL ANTIFAS – 100 metri di graffito a Monza! Libertà per tutte-i i e le prigionieri-e antifa libertà per tutti e tutte! Liberarsi ora, liberarsi ancora! 25 aprile tutti i cazzo di giorni 🚩🇵🇸🏴‍☠️
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