Caricature da strapazzo
Cioè. Uno sente le notizie e si chiede: “ma mi stanno prendendo per culo?”
Una tra le più recenti è quella di un omosessuale conclamato, vittima di pedofilia e sposato con un trans di oltre vent'anni più vecchio di lui (un tempo si sarebbe usata la definizione di pigmalione, ma con questa storia del gender è andato tutto a puttane…), che vuole la guerra non solo per il suo Paese, ma per l'Europa intera.
Quadro psicopatologico da urlo, gli piace prenderlo dietro e generosamente vuole estendere questo piacere a tutta la popolazione del vecchio continente. Gli bastasse sollazzarsi coi suoi amichetti di giochi in orizzontale. E invece no: a letto mette la guepiere, ma in pubblico veste i panni del macho. Il macho, però, con culo degli altri.
Il fatto è che non è solo un caso. Sono uno peggio dell'altro.
La vecchia meretrice che, dopo aver fatto disastri in seno al ministero affidatole nel proprio Paese, è stata piazzata a decidere le sorti della Comunità Europea, fa buona coppia con quella presidente della Banca Centrale la quale, a suo tempo, si distinse per essersi letteralmente proposta come schiava (d'amore, o non solo?) a Sarkozy.
Insomma, la professionalità allo stato dell'arte.
Il drago, da parte sua, dopo aver sputato il suo fetido veleno in ogni istituzione in cui ha dispiegato le sue ali, mettendo in ginocchio le vite di milioni di persone, torna protagonista come probabile successore nello scranno del massimo potere comunitario. Una degna ricompensa per i servigi resi ai veri padroni, e un nuovo bafometto d'argento come premio è già pronto.
Per non parlare della NATO, il cui volere ormai è più pervasivo e dirimente di quello della UE: il baratro è già apparecchiato. Tra scandali di corruzione, scheletri nell'armadio, dossier compromettenti e ricatti di ogni tipo, non c'è leader nazionale che sia in grado di fare la voce grossa contro i diktat dei veri decisori.
I giornali e le TV si sforzano nel dare credibilità e continuità alla solita narrativa trita e ritrita, ma la presa per culo trapela in modo sempre più sfrontato. Ed è voluto.
Perché è un rito di umiliazione della popolazione. Serve a dimostrare quanto l'uomo comune sia servo, schiavo, ottuso, supino e bue.
Tanto da non essere in grado di badare a se stesso, da persistere nel delegare, da accettare ogni sopruso, da non alzare mai la testa, da insistere nell’aspettare un salvatore, da non accorgersi neanche della aperta e sfacciata derisione in atto nei suoi confronti.
Più è grande l'offesa, più è evidente l'inganno, più è manifesto il danno, tanto è maggiore l'umiliazione. E in questo schema rientrano le connotazioni caricaturali dei protagonisti della politica odierna ai differenti livelli.
Al pari dei ritratti da circo dei vari dotti e sapienti incaricati di comunicarci le magnifiche sorti della scienza, che sia quella medica o climatica non importa, per mandarci poi un unico messaggio: quello secondo cui noi, sporchi goyim, inutili consumatori di risorse, dobbiamo levarci al più presto dai coglioni per il bene del pianeta. Possibilmente, com'è ovvio, in silenzio. O almeno, senza fare troppe rimostranze e troppo casino.
Altro che le loro regole, il loro buonismo, il politicamente corretto e quel falso paternalismo da rassicuranti imbonitori.
Mentre si aspetta trepidanti la prossima "risolutiva" (sì, credici...) tornata elettorale, vaccini, guerre, crisi, scie, irraggiamenti, avvelenamenti e diavolerie varie continuano il loro programma di indisturbata, sistematica distruzione mortale.
È che ancora non abbiamo capito una cosa.
Che più stiamo al loro gioco, più ci sminuiamo.
Più accettiamo, più ci indeboliamo.
Più ci pieghiamo, più soccombiamo.
Cocainomani. Zoccolette. Dementi, e slogan per cabrón.
Sì. Sono solo e soltanto caricature da strapazzo.
Ma non abbiamo speranze, se non ce li togliamo velocemente dal cazzo.
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