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Partiamo da una domanda: bisogna essere conservatori? Per il defunto filosofo Roger Scruton la risposta era ovviamente e necessariamente: si! Ma che cosa significava essere conservatori per il compianto studioso? Essere conservatori innanzitutto significa amare la propria patria, la propria gente, la propria civiltà, le proprie tradizioni; essere conservatori, in buona sostanza, vuol dire condividere dei valori non negoziabili, significa essere comunità, significa vivere di doveri, di virtù e di valori condivisi. Essere conservatori significa “appartenere”, sentirsi membra viva di un corpo che ci trascende che lega il nostro suolo a noi, ai nostri avi, fino ai nostri generi, alle future generazioni. Essere conservatori vuol dire guardare al futuro mantenendo i legami con il proprio passato. Essere conservatori significa prendersi “cura” di ciò che ci circonda.Essere conservatori per Il filosofo Rogar Scruton è sinonimo oikofilia: amore per la propria casa, per la propria gente e per il proprio territorio, per…

Le linee guida per la comunicazione interna ed esterna del Comune con un linguaggio ampio e inclusivo, adottate in Giunta e presentate alla dirigenza, che ha ora il compito di diffonderle

🔸️ Dagli anni Cinquanta la Compagnia di Gesù ha affrontato una serie di mutamenti che l’hanno resa quasi irriconoscibile rispetto alla Compagnia rifondata nel 1814. Dalle posizioni intransigenti la Compagnia è passata a posizioni molto più liberali. 🔸️ I protagonisti di questa svolta sono stati gesuiti come l’americano John Courtney Murray, che compì delle aperture notevoli per la chiesa nei confronti dell’aborto distinguendo tra l’immoralità del gesto e la possibilità o meno di trasformare il giudizio morale…