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La Bologna che fa scuola:
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Bologna, 20 giugno 2024 La cornice di sicurezza
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Repost from Sulla Breccia
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Da settimane, mesi, anni si parla delle condizioni sempre più invivibili del Carcere del Coroneo a Trieste. Pochi giorni fa scattava la "notizia" del sovraffollamento: 257 persone recluse per una capienza di 150. È in corso dalle 19 di oggi una rivolta, ma le informazioni sono poche. La zona di fronte è blindata, continua il viavai di ambulanze e mezzi di sbirri e militari. Dentro, da quello che sappiamo, la situazione è insopportabile: caldo infernale, cimici, mancanza di tutto. A quanto pare gli antisommossa sono entrati e si sono scontrati con i reclusi. Libertà per tutte e tutti!
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Repost from Comitato Besta
In una città medaglia d'oro per la Resistenza, la Polizia diventa giudice. Il foglio di via è mirato a frammentare e spezzare la rete sociale di legami che anima la protesta al parco don Bosco ed ogni forma di dissenso che non si può, per legge, perseguire come reato. IL DISSENSO E LA PROTESTA NON SONO MAI UN REATO. La saldatura dell' asse Lepore - Piantedosi ha lo scopo di reprimere in maniera violenta qualunque forma di ribellione. Senza pagare il conto. Nonostante la vice sindaca dei centri sociali ed il suo fedele alleato Begaj tentino di mantenere il piede in due scarpe per salvare le apparenze. Scegliendo la comoda ipocrisia di essere di "lotta" e di governo. Per questo la nostra solidarietà va anche a tutti e tutte coloro che sono stati colpiti da una violenza sconsiderata, sfacciata ed ingiustificabile: dalle misure cautelari affibbiate in maniera punitiva a chi lotta per fermare il genocidio in Palestina e per il diritto all'abitare, alle gravissime violenze perpetrate martedì sera sugli attivisti di XR che protestavano contro il G7. Fino all' ultimo preoccupante episodio di fermo di un lavoratore precario al tecnopolo, mentre svolgeva il suo lavoro,  sottoposto ad un trattamento speciale ( identificazione , perquisizione e trasferimento in questura senza possibilità di contattare un avvocato) per via del suo impegno sindacale. Anche questo forse assimilato ad un reato. Lotte diverse, tutte per un mondo migliore. La solidarietà è lo strumento più forte che abbiamo a disposizione. E che in tutti questi mesi ci ha aiutato e sostenuto a portare avanti la nostra lotta.
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Repost from Comitato Besta
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Settimana scorsa due attivistx del parco Don Bosco, sono stati colpiti da misure repressive gravissime e sproporzionate, con il conferimento del foglio di via da Bologna. Il provvedimento è la conseguenza delle proteste avvenute il 20 giugno al parco, per salvare 70 piante dall' abbattimento per la realizzazione della linea del tram. Il foglio di via, come il Daspo, non richiede l’intervento dell’autorità giudiziaria, al contrario è la forza di polizia che decide, secondo logiche arbitrarie, di assegnare questa misura. Il foglio di via viene dispensato anche senza un reato: la polizia, sulla base di informazioni discrezionali, decide della pericolosità sociale di una persona, senza un regolare processo. La violazione del foglio di via è tuttavia perseguibile in sede penale, con ulteriori inasprimenti sanciti dall' approvazione del recente decreto Caivano. Tutto ciò, senza aver commesso alcun reato, all’infuori delle manifestazioni di protesta costituzionalmente garantite.
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Tra poco RWA live al DonBosco!
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Campeggio NoMUOS 2024 - appello | No Muos

Quella che per anni abbiamo denunciato come una tendenza alla guerra nei nostri appelli e nei nostri documenti, oggi assume i caratteri della guerra guerreggiata.La crisi economica e di egemonia <a class="mh-excerpt-more" href="

https://www.nomuos.info/campeggio-nomuos-2024-appello/"

title="Campeggio NoMUOS 2024 – appello">[...]</a>

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Durissima violenza poliziesca contro alcune persone di extinction rebellion. Una situazione purtroppo non nuova, ma sempre più diffusa e capillare contro le lotte ambientali, come al donbosco poche settimane fa. L'intento è quello di creare una paura pulviscolare, che penetri nelle teste di una protesta che per sua stessa natura è diffusa e variegata: la protesta di chi vuole salvare gli ambienti in cui vive e arrestare le politiche ecocide. La polizia risponde con un riflesso violento sistematico. Certe azioni delle "forze dell'ordine" sono così sconvolgenti che si fa fatica a pensare che fossero preparate (ma non c'è affatto da escluderlo). Una macchina di violenza, ben oliata e finanziata, viene lasciata funzionare fino alle estreme conseguenze. Fino all'abuso umiliante. Fino al rischio di morte per chi protesta. L'unico interesse della classe politica (da Lepore alla vicesindaca "dei centri sociali" Emily Clancy) è che la critica alle politiche urbane, al governo ecocida degli ambienti, si zittisca. Che le persone smettano di frapporsi. Solo così potranno governare in pace per il bene di tutti, per il nostro Green future. Ci stringiamo attorno a chi subisce dei gesti così schifosi, a chi viene picchiato o umiliato. Tout le monde déteste la police https://extinctionrebellion.it/press/2024/07/10/bologna-abusi-questura/
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COSTRETTA A SPOGLIARSI”: UMILIAZIONI E ABUSI IN QUESTURA A BOLOGNA DOPO L’AZIONE DI EXTINCTION REBELLION

Bologna, 10/07/2024 – Costretta a spogliarsi e a piegarsi dopo essere stata portata in Questura. È successo a un’attivista di Extinction Rebellion a seguito della protesta di ieri pomeriggio al palazzo del Comune. Altre venti persone sono state trattenute in Questura per oltre sette ore in maniera illegittima e denunciate per “reati surreali come tentato delitto e violenza privata” riporta il movimento.

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ROMPIAMO IL SILENZIO SULLA TORTURA DI IMRALI: LIBERTÀ PER OCALAN E SOLUZIONE POLITICA PER IL MEDIO ORIENTE Stanotte abbiamo diffuso il nostro messaggio per libertà di Ocalan di fronte alla sede di due dei principali organi di informazione del nostro paese, l'azienda pubblica RAI e il Gruppo Editoriale Gedi (Repubblica, La Stampa e altri giornali e riviste) per denunciare pubblicamente il silenzio complice che viene applicato sui venticinque anni di prigionia e di isolamento di Abdullah Ocalan, leader e rappresentante delle legittime aspirazioni di libertà del popolo curdo, sull'isola-prigione di Imrali. Il complotto internazionale che nel 1998 ha prodotto l'esilio e la detenzione di Abdullah Ocalan e il silenzio che accompagna questa situazione rappresentano una strategia politica necessaria per mistificare la natura politica delle crisi epocali che stiamo vivendo e soffocare la possibilità concreta che i popoli oppressi possano tracciare il proprio cammino in autonomia. Le crisi economiche, energetiche, ambientali, politiche e sociali hanno raggiunto una dimensione così evidente che non possono essere più ignorate. Abdullah Ocalan ha illustrato quanto le radici di queste crisi siano legate al sistema in cui viviamo e la sua produzione intellettuale e teorica ha analizzato in profondità nel patriarcato, nello sfruttamento della natura e nella concezione di stato-nazione le cause di questi problemi. La sua proposta si incentra sul sistema del confederalismo democratico, un'organizzazione sociale che si basa sull'auto-organizzazione delle comunità dal basso nel rispetto della pluralità etnica, culturale e religiosa. Nel contesto che stiamo vivendo, segnato da conflitti duraturi e molteplici all'interno della cornice di una vera e propria Terza Guerra Mondiale permanente, è interesse dei poteri internazionali silenziare e occultare la possibilità stessa di soluzione alternativa ai problemi globali rispetto a quelle da loro proposte. Noi crediamo che la liberazione di Abdullah Ocalan sia il presupposto fondamentale perché internazionalmente sia rappresentata una prospettiva politica e democratica che possasfidare le inadeguate alternative che le attuali superpotenze stanno offrendo e per questo continueremo a organizzare azioni per rompere il silenzio su questo scandalo, nella cornice internazionale della campagna per la liberazione di Abdullah Ocalan. Giovani di Defend Kurdistan
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Boshqa reja tanlang

Joriy rejangiz faqat 5 ta kanal uchun analitika imkoniyatini beradi. Ko'proq olish uchun, iltimos, boshqa reja tanlang.