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Rete Kurdistan Italia

Canale della rete italiana di solidarietà con il popolo curdo. https://www.retekurdistan.it/

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⚔️Continua la guerra in Sud Kurdistan, bombardamenti costanti e villaggi occupati In questo momento soprattutto i villaggi della regione di Metina e intorno alla città di Amediye sono sotto pesanti bombardamenti. Durante la notte sono stati nuovamente avvistati trasferimenti di grandi quantità di truppe e mezzi in città. I residenti della zona intervistati dai media locali stanno paragonando l'invasione turca all'operazione Anfal di Saddam Hussein, in cui decine di migliaia di curdi furono uccisi e sfollati negli anni Ottanta. Non c'è quasi nessuna protesta internazionale contro l'invasione. Tuttavia, singoli politici e diversi gruppi politici iracheni si oppongono apertamente all'operazione e chiedono il ritiro delle truppe turche.
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🗞️Kurdistan iracheno, dalla Turchia oltre mille attacchi. Presi di mira 162 villaggi, feriti due giornalisti Forte preoccupazione dalle organizzazioni umanitarie per le condizioni della popolazione, costretta a evacuare. Erdogan si giustifica con il contrasto ai "terroristi" del Pkk https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/07/12/kurdistan-iracheno-dalla-turchia-oltre-mille-attacchi-presi-di-mira-162-villaggi-feriti-due-giornalisti/7621098/
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Kurdistan iracheno, dalla Turchia oltre mille attacchi. Presi di mira 162 villaggi, feriti due giornalisti

Forte preoccupazione dalle organizzazioni umanitarie per le condizioni della popolazione, costretta a evacuare. Erdogan si giustifica con il contrasto ai "terroristi" del Pkk

🌹10° Anniversario del Genocidio di Şengal Şengal è l’unica montagna che si staglia nella vasta piana di Ninive, al confine con Siria e Turchia. Il 3 Agosto 2014, dopo aver occupato Mosul, l'autoproclamato stato islamico ha invaso Sengal e compiuto il 74° Ferman, il 74° genocidio nella storia del popolo ezida. Dalla loro resistenza contro l’ISIS e dalla liberazione di Sengal, grazie all’aiuto del Partito dei lavoratori del Kurdistan e delle unità curde YPG/YPJ del Rojava, è nata un’esperienza di autogoverno ispirata al confederalismo democratico, ancora in fieri e minacciata dalle stesse forze che nel 2014 permisero il massacro. A 10 anni dal genocidio di Sengal ancora troppo poco è stato fatto affinché le vittime possano avere giustizia e gli sfollati possano tornare nelle loro case. 📆Sabato 3 Agosto - Ore 20:00 📍CSOA La Strada - Via Francesco Passino 24 Mostre fotografiche: Il giorno del Ferman e Un anno dopo di Botan Gulan Presentazione dei libri: La Luce di Şingal con l'autrice Sara Lucaroni La Montagna Sola con le autrici Rojbin Beritan e Chiara Cruciati Proiezioni: Şengal di Manolo Luppichini Riprese della delegazione da cui è tratto No Sleep Till Shengal di Zerocalcare Lettere da Şengal (Dersim Zerevan, 80’) Film interamente realizzato in Rojava/Nord-Est della Siria dalla Komina Film a Rojava (Comune del Cinema del Rojava).
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❗Il giornalista ezida di Çira TV, Murat Mîrza Ibrahim, è morto giovedì sera. Lunedì, un drone turco ha attaccato un veicolo su cui viaggiavano i giornalisti delle emittenti televisive ezide Çira TV e Çira FM mentre stavano tornando dal villaggio di Tal Qasab verso Shengal, ferendo gravemente Murat Mîrza Ibrahim, Medya Hesen Kemal e Khalef Khidir. Il villaggio è uno dei luoghi in cui lo Stato Islamico ha commesso genocidio e femminicidio nell'agosto 2014. I giornalisti si erano recati sul posto per intervistare i sopravvissuti per un programma in occasione dell'imminente decimo anniversario dei massacri dell'ISIS.
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🗞Il Comitato per la protezione dei giornalisti chiede alle autorità turche e irachene di indagare sull'attacco ai giornalisti di Çira TV e Çira FM Medya Hesen Kemal e Mirad Mirza Brahim I due giornalisti erano di ritorno dalla copertura del decimo anniversario dell'attacco dell'ISIS al villaggio di Tal al-Qasab quando un drone turco ha colpito l'auto su cui viaggiavano, ferendo anche l'autista Khalaf Khdir. "Le autorità irachene e turche devono indagare immediatamente e a fondo sull'incidente che ha ferito due reporter di Çira TV e il loro autista, per determinarne le cause", ha dichiarato il direttore del programma CPJ Carlos Martinez de la Serna, a New York. "Le autorità locali devono garantire la sicurezza dei giornalisti nel nord dell'Iraq mentre raccontano eventi cruciali". Le ripetute chiamate del CPJ a Mohammed Al-Zahabi, direttore delle forze di sicurezza nazionali irachene nella città di Shengal, non hanno avuto risposta.
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ROMPIAMO IL SILENZIO SULLA TORTURA DI IMRALI: LIBERTÀ PER OCALAN E SOLUZIONE POLITICA PER IL MEDIO ORIENTE Stanotte abbiamo diffuso il nostro messaggio per libertà di Ocalan di fronte alla sede di due dei principali organi di informazione del nostro paese, l'azienda pubblica RAI e il Gruppo Editoriale Gedi (Repubblica, La Stampa e altri giornali e riviste) per denunciare pubblicamente il silenzio complice che viene applicato sui venticinque anni di prigionia e di isolamento di Abdullah Ocalan, leader e rappresentante delle legittime aspirazioni di libertà del popolo curdo, sull'isola-prigione di Imrali. Il complotto internazionale che nel 1998 ha prodotto l'esilio e la detenzione di Abdullah Ocalan e il silenzio che accompagna questa situazione rappresentano una strategia politica necessaria per mistificare la natura politica delle crisi epocali che stiamo vivendo e soffocare la possibilità concreta che i popoli oppressi possano tracciare il proprio cammino in autonomia. Le crisi economiche, energetiche, ambientali, politiche e sociali hanno raggiunto una dimensione così evidente che non possono essere più ignorate. Abdullah Ocalan ha illustrato quanto le radici di queste crisi siano legate al sistema in cui viviamo e la sua produzione intellettuale e teorica ha analizzato in profondità nel patriarcato, nello sfruttamento della natura e nella concezione di stato-nazione le cause di questi problemi. La sua proposta si incentra sul sistema del confederalismo democratico, un'organizzazione sociale che si basa sull'auto-organizzazione delle comunità dal basso nel rispetto della pluralità etnica, culturale e religiosa. Nel contesto che stiamo vivendo, segnato da conflitti duraturi e molteplici all'interno della cornice di una vera e propria Terza Guerra Mondiale permanente, è interesse dei poteri internazionali silenziare e occultare la possibilità stessa di soluzione alternativa ai problemi globali rispetto a quelle da loro proposte. Noi crediamo che la liberazione di Abdullah Ocalan sia il presupposto fondamentale perché internazionalmente sia rappresentata una prospettiva politica e democratica che possasfidare le inadeguate alternative che le attuali superpotenze stanno offrendo e per questo continueremo a organizzare azioni per rompere il silenzio su questo scandalo, nella cornice internazionale della campagna per la liberazione di Abdullah Ocalan. Giovani di Defend Kurdistan
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📹Una folla si sta radunando per bloccare la strada tra Amediyê e Dêralok, utilizzata dall'esercito turco per portare rifornimenti alle truppe impegnate nell'invasione in Sud Kurdistan
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Lettera Aperta del KNK - Fermare la strategia di guerra e di occupazione dello Stato turco
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KNK_Lettera_Aperta_Fermare_la_strategia_di_guerra_e_di_occupazione.pdf0.39 KB
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