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Anarchist mural in Amsterdam
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Febbraio 1937, Addis Abeba. Alcuni ordigni vengono lanciati in direzione del maresciallo Graziani da parte di membri della resistenza etiope all'occupazione fascista, causando diversi feriti tra i quali Graziani stesso. La reazione del regime fu immediata, con migliaia di etiopi uccisi nei giorni seguenti. Ad altri, invece, considerati vicini all'imperatore Selassié, in esilio a Londra, toccò il confino. Molti finirono in Somalia ed Eritrea ma diverse centinaia vennero inviati in Italia per essere controllati più da vicino. Oltre alle isole già utilizzate per il confino degli antifascisti italiani, un gruppo di etiopi vennero inviati sulla Sila, in Calabria: più precisamente a Longobucco, un piccolo borgo difficilmente raggiungibile in estate e praticamente isolato nella stagione invernale. Caratteristiche che rendevano il posto ideale come luogo di confino e detenzione degli anticolonialisti etiopi: Mussolini stesso, inoltre, ordinò che si evitassero i contatti tra i ribelli e la popolazione di Longobucco. Qualcosa, però, non andò come previsto. I buoni rapporti della Chiesa con Selassié portarono infatti a concedere ai prigionieri un trattamento di riguardo durante la loro permanenza in Calabria. Le occasioni di incontro furono quindi diverse, e la popolazione iniziò a provare simpatia per gli etiopi. Vennero spesso invitati ad eventi pubblici, feste religiose, sagre. Questo nonostante il fatto che, in fin dei conti, grazie anche agli aiuti della Chiesa e al fatto che la loro "prigione" fosse in una vecchia residenza nobiliare, le condizioni di vita dei rifugiati fossero anche migliori di parte della stessa popolazione di Longobucco. Non vi furono gesti di razzismo o intolleranza, per non parlare di odio o violenza. Da prigionieri, insomma, divennero preso ospiti e parte stessa della comunità. Un comunicato risalente al 1939 conferma l'ottima relazione tra locali ed etiopi e parla dell'unico caso di problemi tra le comunità: "Il Signor Maresciallo mi ha confermato che sono disciplinati, rispettosi, non si lamentano e non danno alcun motivo di lamenti. Soltanto il Degiazmacc Mangascià Ubiè, avendo lasciato dubbio di non essersi comportato riguardosamente con donne del paese, fu allontanato ed isolato in altra vicina località, con l’autorizzazione del R. Ministero". Il soggiorno non fu comunque facile per gli etiopi, sempre sotto l'occhio dei gendarmi e costretti a patire il freddo pungente della Sila al quale non erano abituati. Ma il loro ricordo vive ancora sull'altopiano calabrese, e la loro presenza è testimoniata dalla presenza di una piccola comunità mista, figlia di un incontro durato circa 6 anni. La loro prigionia terminerà infine nel settembre del 1943 con l'arrivo degli Alleati in Calabria. Cronache Ribelli
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Липецк, граффити сделано в октябре. Поддержать работу Автономного Действия #прислали #антифашизм #история
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