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Gazzetta filosofica

Per mettere a fuoco la filosofia che sta dietro i fatti, gli eventi, i linguaggi, le opinioni della nostra quotidianità. • articoli | saggi | aforismi 👉 www.gazzettafilosofica.net

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Nell'odierno panorama degli studi filosofici, l'ingiustizia epistemica si configura come un argomento di crescente interesse e recente sistematizzazione. Lo dimostrano la letteratura scientifica, i saggi e gli approfondimenti interdisciplinari, che negli ultimi decenni stanno approfondendo il fenomeno: Miranda Fricker, José Medina, Gaile Pohlhaus Jr. sono solo alcuni nomi di studiose e studiosi che hanno contribuito a un’analisi del problema in questione. di Giulia Pullano https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/giugno/ingiustizia-ermeneutica-uno-sguardo-a-partire-da-wittgenstein/
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02
L’Europa è intrinsecamente un caleidoscopio. Tale termine non è scelto in senso retorico. Il caleidoscopio, infatti, è un gioco di colori differenti ma che di base ha una logica che tiene insieme il tutto. L’Europa è differenziata ma, per sua stessa natura, si presenta con una fondamentale e peculiare unitarietà. di Riccardo Sasso https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/giugno/capisaldi-per-un-idea-di-europa/
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L'era postmoderna, caratterizzata da una critica alla razionalità assoluta, una enfasi sul linguaggio e la frammentazione della verità, ha portato con sé indubbiamente aspetti positivi, come la messa in discussione di dogmi – siano essi religiosi che laici – e l'apertura a nuove prospettive, specialmente di tipo sociale e nello specifico mi riferisco alla rivalutazione/valutazione dei concetti minimi e fondamentali di diritto personale e sociale degli individui entro le società e conglomerati umani. Tuttavia, è importante riconoscere anche i potenziali pericoli associati a questa era, che richiedono un'analisi critica e una riflessione attenta. di Mario Magini https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/giugno/genealogia-e-morfologie-del-postmoderno-parte-ii/
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Il Postmoderno è un movimento complesso, con una origine profonda nei grandi cambiamenti - geopolitici, tecnologici e culturali - del XX secolo ed è in continuo, attuale, ulteriore sviluppo e mutazione; la sua propria storia è ricca di passaggi, sfumature e contraddizioni, che riflettono le complessità e le inaspettate alterità del mondo che stiamo vivendo nell’oggi; scopo, quindi, di questo articolo è, partendo da prospettiva analitica del postmoderno, enucleare un impianto dialettico chiaro e approfondito della sua forma e contenuto. di Mario Magini https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/giugno/genealogia-e-morfologie-del-postmoderno-parte-i/
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Se si afferma che ogni cultura è parimenti valida – perché, si crede, nessuna cultura può dirsi vera –, su che base ci arroghiamo il diritto di affermare che non vanno bene culture violente, che vogliono soggiogare altri popoli e vivere sfruttando comunità diverse dalla loro? Su che base affermiamo che il governo israeliano sta sbagliando quando massacra migliaia di civili palestinesi, se non possiamo criticare i valori alla base del suo mondo spirituale? di Francesco Pietrobelli https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/%C3%A8-vietato-criticare-la-cultura-altrui/
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Qualche giorno fa, sul sito di “Liberi Oltre” è apparso un articolo dal nome accattivante: “Critica alla teoria del comunismo. Un argomento troppo spesso ignorato” di Giulio Anichini. Dopo la lettura, ecco il dilemma: lasciar perdere e dimenticare lo scempio come con Iron Man 3, o azzardare una critica della critica teorica al comunismo, facendosi del male fisico? di Michele Rossi https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/liberi-oltre-gli-svarioni/
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Qualche giorno fa, sul sito di “Liberi Oltre” è apparso un articolo dal nome accattivante: “Critica alla teoria del comunismo. Un argomento troppo spesso ignorato” di Giulio Anichini. Dopo la lettura, ecco il dilemma: lasciar perdere e dimenticare lo scempio come con Iron Man 3, o azzardare una critica della critica teorica al comunismo, facendosi del male fisico? di Michele Rossi https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/liberi-oltre-gli-svarioni/
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Bisognerebbe interrogarsi sul perché, in relazione a determinati compiti, l’IA sia altamente efficiente e avanzata mentre, riguardo ad altre attività, i sistemi di IA continuino a essere imprecisi e a commettere errori che appaiono grossolani ai nostri occhi. di Emma Pivato https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/intelligenza-artificiale-quali-limiti/
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« A conversare con gli uomini del passato accade quasi lo stesso che col viaggiare. » R. Cartesio, "Discorso sul metodo"
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Con le prossime elezioni, si sfideranno tre diverse idee di Europa: quella neoliberista, che ha governato gli ultimi cinque anni; quella conservatrice-autoritaria, nazionalista e corporativista; quella «di un’Europa di giustizia sociale e ambientale e di pace». È quest’ultima l’idea di Europa che le autrici vogliono delineare. di Giuseppe Gallelli https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/quale-europa-vogliamo/
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L'articolo cerca di offrire una breve lettura del pensiero pascaliano seguendo uno schema medico classico: sintomatologia, diagnosi, terapia. Si vuole, in altre parole, attraversare la riflessione di Pascal come un paziente alla ricerca dei rimedi ai propri problemi esistenziali. di Salvatore Grandone https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/guarire-dall-amore-proprio-il-tetrafarmaco-di-blaise-pascal/
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Bisognerebbe interrogarsi sul perché, in relazione a determinati compiti, l’IA sia altamente efficiente e avanzata mentre, riguardo ad altre attività, i sistemi di IA continuino a essere imprecisi e a commettere errori che appaiono grossolani ai nostri occhi. di Emma Pivato https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/intelligenza-artificiale-quali-limiti/
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« Da noi, il deviante, come colui che si trova al di fuori o al limite della norma, è mantenuto all’interno o dell’ideologia medica o di quella giudiziaria che riescono a contenerlo, spiegarlo e controllarlo. Il presupposto qui implicito che si tratti di personalità abnormi originarie, ne consente l’assorbimento nel terreno medico o penale, senza che la devianza – quale concreto rifiuto di valori relativi, proposti e definiti come assoluti e immodificabili – intacchi la validità della norma e dei suoi confini. La scienza, in questo caso, assolve al proprio compito, fornendo codificazioni ed etichette che consentano la netta separazione dell’abnorme dalla norma. » F. Basaglia, “L’utopia della realtà”
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« [Alla scienza moderna] mancava ancora la severa censura del postulato di oggettività. Postulato puro, che non si potrà mai dimostrare poiché, evidentemente, è impossibile concepire un esperimento in grado di provare la non esistenza di un progetto, di uno scopo perseguito, in un punto qualsiasi della Natura. » J. Monod, "Il caso e la necessità"
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« Nel caso di quelle cultura che ho definito “arcaiche” c’è, in contrasto con la nostra stessa cultura, un grado di consapevolezza molto maggiore del fatto che noi possiamo sempre essere ciò che siamo pur essendo, nello stesso tempo, ciò che non siamo, e che possiamo sapere chi siamo solo quando abbiamo sperimentato i nostri limiti e li abbiamo superati, come direbbe Hegel. Questo non significa, però, che dobbiamo spingere i nostri limiti sempre più in là, fuori dei confini della civiltà, che dobbiamo costantemente far emergere, coltivare e categorizzare quello che sta “fuori” di noi. Piuttosto questo significa che dobbiamo anche noi diventare selvatici al fine non di collocare noi stessi alla mercé della nostra selvatichezza, ma di acquisire con ciò una consapevolezza di noi come creature domate e culturali. » H.P. Duerr, “Tempo di sogno”
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La filosofia moderna è, se dovessimo riassumerla in un solo pensiero, la filosofia che inaugura il sorgere della soggettività in senso stretto e, in diretta conseguenza a ciò, il sorgere della separazione di soggetto e oggetto. di Giovanni Lunardelli https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/il-problema-della-tecnica-compreso-entro-lo-sfondo-della-filosofia-moderna/
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« Ma cos'è la sofferenza? Da cosa proviene? Proviene dall'insoddisfazione, dal conflitto tra l'ideale e il livello in cui ci troviamo. Molto più importante che sentirsi felici è affermare la propria anima nella lotta per una libertà autenticamente divina, che consiste nell'equilibrio tra il bene e il male e nell'insofferenza verso il male. L'arte esprime tutto ciò che vi è di migliore nell'uomo: la Speranza, la Fede, la Carità, la Bellezza, la Preghiera... Ossia ciò che egli sogna, ciò che egli spera... Quando un uomo che non sa nuotare viene gettato in acqua, non è lui, ma è il suo corpo che comincia a compiere movimenti istintivi nel tentativo di salvarsi. Anche l'arte è come un corpo umano gettato nell'acqua: è, per così dire, l'istinto dell'umanità di non affogare in senso spirituale. Nell'artista si manifesta l'istinto spirituale dell'umanità, e nella sua opera l'aspirazione all'eterno, al trascendente, al divino. » A. Tarkovskij, “La forma dell’anima”
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Nel corso della storia molte donne si sono discostate da quell’immagine arbitraria di Dio che per secoli ha servito solo gli uomini, capovolgendone l’identità maschile e rivolgendosi ad un Dio-madre con una confidenza tutta particolare non solo filosoficamente e teologicamente, ma anche – e soprattutto – nell’aspetto più concreto dell’esperienza fisica. Di Sara Ricci https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/dio-%C3%A8-madre-il-baricentro-della-mistica-femminile/
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Nell'odierno panorama degli studi filosofici, l'ingiustizia epistemica si configura come un argomento di crescente interesse e recente sistematizzazione. Lo dimostrano la letteratura scientifica, i saggi e gli approfondimenti interdisciplinari, che negli ultimi decenni stanno approfondendo il fenomeno: Miranda Fricker, José Medina, Gaile Pohlhaus Jr. sono solo alcuni nomi di studiose e studiosi che hanno contribuito a un’analisi del problema in questione. di Giulia Pullano https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/giugno/ingiustizia-ermeneutica-uno-sguardo-a-partire-da-wittgenstein/
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Ingiustizia ermeneutica: uno sguardo a partire da Wittgenstein

Nell'odierno panorama degli studi filosofici, l'ingiustizia epistemica si configura come un argomento di crescente interesse e recente sistematizzazione. Lo dimostrano la letteratura scientifica, i saggi e gli approfondimenti interdisciplinari, che negli ultimi decenni stanno approfondendo il fenomeno: Miranda Fricker, José Medina, Gaile Pohlhaus Jr. sono solo alcuni nomi di studiose e studiosi che hanno contribuito a un’analisi del problema in questione.

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L’Europa è intrinsecamente un caleidoscopio. Tale termine non è scelto in senso retorico. Il caleidoscopio, infatti, è un gioco di colori differenti ma che di base ha una logica che tiene insieme il tutto. L’Europa è differenziata ma, per sua stessa natura, si presenta con una fondamentale e peculiare unitarietà. di Riccardo Sasso https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/giugno/capisaldi-per-un-idea-di-europa/
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Capisaldi per un'idea di Europa

Il 2024 è l’anno delle elezioni per il rinnovamento del parlamento europeo. Mai come oggi c’è bisogno di ripensare il concetto stesso di Europa. Gli eventi dell’ultimo periodo – dalla guerra in Ucraina alla furente e tragica riaccesa del conflitto israelo-palestinese – ci costringono a riflettere seriamente sull’Europa che vogliamo, sui valori di cui questa vuole farsi portavoce e sulla posizione strategica che essa vuole avere nello scacchiere internazionale. Si tratta di questioni gigantesche, a cui, nel seguente articolo, proveremo a dare alcune linee guida.

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L'era postmoderna, caratterizzata da una critica alla razionalità assoluta, una enfasi sul linguaggio e la frammentazione della verità, ha portato con sé indubbiamente aspetti positivi, come la messa in discussione di dogmi – siano essi religiosi che laici – e l'apertura a nuove prospettive, specialmente di tipo sociale e nello specifico mi riferisco alla rivalutazione/valutazione dei concetti minimi e fondamentali di diritto personale e sociale degli individui entro le società e conglomerati umani. Tuttavia, è importante riconoscere anche i potenziali pericoli associati a questa era, che richiedono un'analisi critica e una riflessione attenta. di Mario Magini https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/giugno/genealogia-e-morfologie-del-postmoderno-parte-ii/
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Genealogia e morfologie del Postmoderno - II

Con quanto detto nel precedente articolo parrebbe che il filosofo, lo psicologo, il sociologo o l’analista politico debbano sentirsi forzati a declinarsi in una o l’altra delle mie proposte dialettiche, ma non è così, o almeno io così non voglio e soprattutto (per amore dell’argomento e del dialogo) spero, visto che è troppo grande, incisivo e potente il fenomeno del Postmoderno per scadere in una sua fideistica rilettura dicotomica, o cedere alla tentazione di erigere l’ennesima parrocchia concettuale ben trincerata da cantori instancabili e zelanti armigeri. Dicotomia che, se scelta, da queste figure culturali o da qualsiasi altro studioso o studiosa, porterebbe all’ennesima dicotomia aristotelico-platonica; una analisi e denotazione del fenomeno in chiave puramente dicotomica farebbe proprio perdere il terzo elemento nodale e peculiare del tema in esame, ovvero la sua ibridazione ai fenomeni del passato e la sua capacità di rendere confuso - tra reale ed irreale, tra consapevole ed inconscio - ogni elemento…

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Il Postmoderno è un movimento complesso, con una origine profonda nei grandi cambiamenti - geopolitici, tecnologici e culturali - del XX secolo ed è in continuo, attuale, ulteriore sviluppo e mutazione; la sua propria storia è ricca di passaggi, sfumature e contraddizioni, che riflettono le complessità e le inaspettate alterità del mondo che stiamo vivendo nell’oggi; scopo, quindi, di questo articolo è, partendo da prospettiva analitica del postmoderno, enucleare un impianto dialettico chiaro e approfondito della sua forma e contenuto. di Mario Magini https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/giugno/genealogia-e-morfologie-del-postmoderno-parte-i/
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Genealogia e morfologie del Postmoderno - I

Il termine Postmoderno racchiude in se stesso diversi elementi culturali, filosofici, antropologici, estetici e fattuali, che chiunque, dotato di debita cultura e spirito critico, può rilevare e discutere filosoficamente di questo evento in atto. Essendo, però, il Postmoderno un fenomeno per l’appunto in atto, in questo nostro tempo storico di grandi mutamenti, per lo più imprevisti (sia nelle singole parti componenti che nella loro rispettiva relazione), esso può e deve essere compreso dalla sua stessa genealogia e in quelle che sono le sue determinanti psicodinamiche e dialettiche. di Mario Magini

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Se si afferma che ogni cultura è parimenti valida – perché, si crede, nessuna cultura può dirsi vera –, su che base ci arroghiamo il diritto di affermare che non vanno bene culture violente, che vogliono soggiogare altri popoli e vivere sfruttando comunità diverse dalla loro? Su che base affermiamo che il governo israeliano sta sbagliando quando massacra migliaia di civili palestinesi, se non possiamo criticare i valori alla base del suo mondo spirituale? di Francesco Pietrobelli https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/%C3%A8-vietato-criticare-la-cultura-altrui/
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È vietato criticare la cultura altrui?

Dopo secoli di guerre fra civiltà differenti, sembra un mantra condiviso, almeno a parole, l’idea che vada rispettata la cultura altrui. Che sia necessario accettare l’esistenza della diversità per poter vivere pacificamente. Meglio co-esistere che annientarsi a vicenda. Accettare la cultura altrui, tuttavia, cosa significa di preciso? Astenersi dalla possibilità di muovere qualsiasi critica nei confronti di ciò che è da me diverso?

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Qualche giorno fa, sul sito di “Liberi Oltre” è apparso un articolo dal nome accattivante: “Critica alla teoria del comunismo. Un argomento troppo spesso ignorato” di Giulio Anichini. Dopo la lettura, ecco il dilemma: lasciar perdere e dimenticare lo scempio come con Iron Man 3, o azzardare una critica della critica teorica al comunismo, facendosi del male fisico? di Michele Rossi https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/liberi-oltre-gli-svarioni/
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Liberi, oltre gli svarioni

Poche esperienze estreme lasciano un retrogusto tanto schifoso quanto la lettura delle critiche al comunismo che eccitano tanto i seguaci di Liberi Oltre. Ogni tanto, però, occorre turarsi il naso e smontare pezzo per pezzo quella catasta maleodorante di svarioni che inonda certi spazi del web autoproclamatisi "baluardo di competenze". Ricordandosi sempre che la situazione è grave, ma non è seria... e come tale va presa.

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Qualche giorno fa, sul sito di “Liberi Oltre” è apparso un articolo dal nome accattivante: “Critica alla teoria del comunismo. Un argomento troppo spesso ignorato” di Giulio Anichini. Dopo la lettura, ecco il dilemma: lasciar perdere e dimenticare lo scempio come con Iron Man 3, o azzardare una critica della critica teorica al comunismo, facendosi del male fisico? di Michele Rossi https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/liberi-oltre-gli-svarioni/
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Liberi, oltre gli svarioni

Poche esperienze estreme lasciano un retrogusto tanto schifoso quanto la lettura delle critiche al comunismo che eccitano tanto i seguaci di Liberi Oltre. Ogni tanto, però, occorre turarsi il naso e smontare pezzo per pezzo quella catasta maleodorante di svarioni che inonda certi spazi del web autoproclamatisi "baluardo di competenze". Ricordandosi sempre che la situazione è grave, ma non è seria... e come tale va presa.

Bisognerebbe interrogarsi sul perché, in relazione a determinati compiti, l’IA sia altamente efficiente e avanzata mentre, riguardo ad altre attività, i sistemi di IA continuino a essere imprecisi e a commettere errori che appaiono grossolani ai nostri occhi. di Emma Pivato https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/intelligenza-artificiale-quali-limiti/
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Intelligenza artificiale: quali limiti?

I sistemi di intelligenza artificiale sono prossimi a sostituire l’essere umano? Questo interrogativo si impone all’attenzione ogni qualvolta le notizie di cronaca descrivono, con dosi variabili di entusiasmo e allarmismo, un nuovo progresso compiuto dall’IA. L’intelligenza artificiale è dunque a un passo dall’eguagliare, o addirittura dal superare, le capacità umane? Il proposito delle seguenti righe è quello di offrire un piccolo contributo allo sviluppo di una consapevolezza collettiva riguardo al rapporto tra persona e intelligenza artificiale.

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« A conversare con gli uomini del passato accade quasi lo stesso che col viaggiare. » R. Cartesio, "Discorso sul metodo"
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Con le prossime elezioni, si sfideranno tre diverse idee di Europa: quella neoliberista, che ha governato gli ultimi cinque anni; quella conservatrice-autoritaria, nazionalista e corporativista; quella «di un’Europa di giustizia sociale e ambientale e di pace». È quest’ultima l’idea di Europa che le autrici vogliono delineare. di Giuseppe Gallelli https://www.gazzettafilosofica.net/2024-1/maggio/quale-europa-vogliamo/
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Quale Europa vogliamo?

Il libro Quale Europa: capire, discutere, scegliere, a cura di Elena Granaglia e Gloria Riva, delinea una prospettiva d'Unione Europea che punta a democrazia e diritti, con obiettivi quali una democrazia economica, il superamento delle disuguaglianze, il miglioramento delle politiche di coesione e del Welfare, politiche efficaci a proteggerci dalla crisi climatica, nonché altri obiettivi nell'articolo esplicitati; soprattutto, però, una Unione che privilegi missioni internazionali tra i Paesi del mondo per diffondere cultura e politiche di cooperazione e di pace.

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