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SilvioDallaTorre

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01
CRISANTI Come ci informano i giornali, il professor Crisanti cambia casa. Si trasferisce in una villa veneta arredata con affreschi di Tiepolo. Un genere di acquisto che, nel secolo scorso, era riservato alle grandi dinastie imprenditoriali nel pieno del loro fulgore ( i Marzotto, i Benetton, i Polegato ecc.). Da parte mia, non sono abituato a fare i conti in tasca a nessuno. Chiunque è libero di spendere i suoi “risparmi” (uso l’espressione del Crisanti medesimo) come meglio crede. Aggiungo che il chiarissimo cattedratico, diversamente da altre virostar che hanno raggiunto la notorietà durante l’epidemia, mi sembra una persona intelligente e , per quanto ne posso capire, preparata. Non mi stupisco che guadagni molto. E’ giusto che un bravo medico venga pagato secondo i suoi meriti. La questione, però, non è questa. E’ evidente che nessun medico, nessun professore universitario, nessun parlamentare potrebbe permettersi una spesa del genere. Gli introiti di queste professioni, nemmeno se cumulati, possono garantire anche solo il mantenimento di una villa veneta. Il fatto è che Crisanti, prima di essere un medico, un professore universitario e un parlamentare, è un finanziere. Pensiamo a cosa disse di lui il suo predecessore alla cattedra di virologia dell’Università di Padova, il professor Palù. In un momento di rabbia lo definì un “zanzarologo”, mettendo addirittura in dubbio le sue competenze professionali. E allora, come aveva fatto – evento più unico che raro per le consuetudini italiane - ad insediarsi nell’Università di Galileo Galilei un soggetto la cui carriera si era svolta lontano da Padova e dal Veneto, essendo, per di più, fortemente disistimato dal suo predecessore? La risposta è contenuta nelle parole dello stesso Palù , che in quell’intervista alludeva, per quanto di sfuggita e in modo ambiguo, alle vere ragioni che avevano portato Crisanti alla cattedra: per i suoi trascorsi all’Imperial college di Londra Crisanti garantiva i finanziamenti della Fondazione Bill e Melinda Gates. Naturalmente non ho nessuna prova di quanto dico. Faccio solo due più due. Di sicuro, l’unico motivo che può spingere l’accademia universitaria a rinunciare ai metodi familistici e clientelari attraverso i quali si cooptano i nuovi docenti, sono i soldi. Tanti soldi. Crisanti garantiva tanti soldi e non c’è da stupirsi se le sue parcelle gli hanno permesso di farsi una casetta tanto bellina. Nulla di male. Basta non si tiri in ballo la scienza.
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02
DIO PATRIA FAMIGLIA E' stato giusto, in passato, contestare il trinomio "Dio, Patria, Famiglia". Se Dio è il potere dei preti; Patria la retorica militarista; Famiglia, l'ipocrisia della famiglia borghese o il familismo amorale e velatamente mafioso di tanti italiani, non si può che essere ostili a Dio , alla Patria e alla Famiglia. Il fatto è che Dio, la patria e la famiglia sono anche qualcosa d'altro. La religione dà dei precetti morali non negoziabili. La Patria crea dei vincoli che prescindono dalle regole di mercato. La famiglia è una comunità d'affetti non riducibili al calcolo del dare e dell'avere. E' per queste ragioni che il capitalismo moderno, nella sua ansia forsennata di creare individui isolati che competono tra loro nell'unica realtà ammessa, vale a dire l'economia di mercato, ha preso di mira sia Dio, che la patria, che la famiglia. I risultati di questo assalto sono sotto gli occhi di tutti. Oggi non ci sono quasi più preti e l'unica religione tollerata è quella New Age, priva di dogmi e precetti morali. Il patriottismo è accettato per la durata dei campionati del mondo di calcio, in tutte le altre occasioni anche il più blando richiamo agli interessi nazionali viene derubricato sotto il termine infamante di "sovranismo". Quanto alla famiglia, la sua crisi è certificata da un semplice statistica: quasi la metà dei matrimoni celebrati in Italia nel nuovo millennio è andata in pezzi nel giro di pochi mesi. Se questa è la situazione, che senso ha prendersela con un nemico fittizio? Non nego la buona fede di molti che, come degli svaniti don Chisciotte, vanno all'assalto di fantasmi privi di sostanza e non riescono a staccarsi dagli schemi mentali della loro giovinezza. Si tratta di figure tragiche che meritano umana pietà. Accanto a loro vi sono però personaggi molto più smaliziati, che perseguono la disumanizzazione dell'uomo e la sua riduzione, nel corpo e nello spirito, a merce tra le arte. Per raggiungere questo obiettivo essi devono distruggere ogni vincolo religioso , familiare e comunitario. Deve essere chiaro che, nelle attuali condizioni, contestare Dio, la Patria e la Famiglia significa fare quello che il potere vuole
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03
Le dichiarazioni di Liliana Segre in una intervista al Corriere della sera : <<Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia>>, non mi stupiscono. La Segre è stata nominata senatrice a vita da Giorgio Napolitano non perché reduce da Auschwitz , ma per rappresentare nel modo più autorevole la causa di Israele, del Sionismo e delle oligarchie mondialiste. In questo non c'è nulla di male. Basta solo aver chiaro che abbiamo a che fare con una personalità pienamente coinvolta nell'agone politico e non con un punto di riferimento morale. Tutto qui. P.S. Ribadisco, anche se non c'è ne sarebbe bisogno, che condanno con tutte le mie forze Auschwitz, le leggi razziali del 1938 e ogni forma di antisemitismo
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04
E’ difficile sfuggire all’impressione che le classi dirigenti dell’Occidente siano in preda alla schizofrenia. Porto due esempi. Per decenni si è promossa la deindustrializzazione dell’Europa e degli Stati Uniti. La produzione di oggetti è stata progressivamente spostata verso Oriente. Si è trattato di una politica perseguita con tenacia al fine di distruggere l’odiata classe operaia organizzata e di inondare i mercati più ricchi con merci provenienti da paesi dove costo del lavoro era irrisorio. Le multinazionali avrebbero fatto profitti colossali lucrando sui marchi e l’Occidente avrebbe conservato la sua egemonia concentrandosi sulla finanza, sul terziario e sull’alta tecnologia. La guerra in Ucraina ha dimostrato che le cose non stavano così. Un paese come la Russia, che la nostra stampa dipingeva come arretrato, tiene testa, in una guerra d’attrito, a una coalizione composta da tutti i paesi occidentali. Ciò avviene non perché l’Occidente non voglia dare all’Ucraina tutti i mezzi necessari per vincere ma perché non è capace di farlo. Non ci sono più le industrie in grado di fronteggiare le esigenze di una guerra di questo tipo. Non a caso, le elite al potere propongono, attraverso l’autorevole voce di Mario Draghi, di operare una grande riconversione in direzione di un’economia di guerra. Con quali operai, con quali periti, con quali ingegneri si potranno fabbricare gli automezzi, i carri armati e le bombe, di cui , secondo Draghi , c’è tanto bisogno, se queste figure professionali sono state quasi cancellate da tre decenni di neoliberismo delocalizzatore? Non è dato sapere. Il proverbio della nonna spiegava che è più facile distruggere una casa che costruirla. Per i condottieri del nostro Occidente basta la parola per trasformare l’acqua in vino. Ancora più buffa è la questione del servizio militare obbligatorio. Da decenni si promuove l’individualismo più estremo. La patria ? Una costruzione retorica. La nazione? Anche. La sovranità? Ancora peggio, tanto è vero che si è coniato il termine denigratorio di sovranismo. La famiglia? Quando non ti va più bene, hai il diritto di sbarazzartene. La religione? Una superstizione. Il sesso? Una convenzione: al di fuori di ogni realtà biologica, se ti senti maschio, sei maschio; se ti senti femmina, sei femmina. Esiste solo l’individuo con i suoi bisogni . E allora, poste queste premesse, chi ci mandiamo in caserma, chi ci mandiamo in trincea ? Forse Nemo, il vincitore dell’ultimo eurofestival? Senza alcun dubbio, la sua presenza al fronte riempirebbe di terrore i russi cattivi. La realtà è che le oligarchie vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca. Ha un bel dire, l’ineffabile Mario Monti, che bisogna essere pronti a versare il sangue per i sacri principi delle democrazie. Le parole non sono cose. La propaganda non è realtà. Solo dei pazzi possono crederlo.
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05
Il primo ministro della Slovacchia, stato membro della comunità europea, è vittima di un tentato omicidio e si trova in fin di vita in ospedale. Se, come sembra al momento probabile, si salverà, potrà dirsi fortunato. Le istituzioni e i grandi giornali dell'Occidente condannano naturalmente l'attentato (non potrebbero fare altrimenti), ma fanno subito dei distinguo. Fico è un comunista, è un amico di Orban, è un mezzo fascista, è un negazionista no VAX , è un putiniano. La Repubblica, per non venir meno al suo ruolo di megafono dell'atlantismo e del sionismo più forsennati, ci spiega che è anche un camorrista. Insomma, quasi quasi quelle palle in pancia se le è meritate. Quanto al fatto che sia stato regolarmente eletto dal suo popolo, la cosa è irrilevante. Come è noto, sono democratiche solo le elezioni che vincono gli amici. Le altre, no. Anche riguardo all'attentatore il comportamento della stampa è a dir poco strano. Se Fico è un poco di buono, chi gli ha sparato è un idealista, un poeta (avrebbe pubblicato un libro di poesie), uno scrittore.Il fatto che fosse anche militante di un partito ultraliberista, sostenesse con foga la causa ucraina, manifestasse sotto le insegna della NATO e dell'UE non è motivo di imbarazzo. In fondo ha agito mosso da buone intenzioni. Fico è un leader europeo e quindi il sistema mediatico non può abbandonarsi all'esplicita esultanza come quando Geddafi venne torturato e il suo cadavere, insieme a quello del figlio, fu lugubremente esposto in moschea; o come quando Saddam Hussein venne impiccato in diretta televisiva dopo che i suoi figli e nipoti adolescenti erano stati bruciati vivi (il New York Times esibí in prima pagina, a mo' di trofeo, quelle immagini raccapriccianti). Con i leader del mondo sviluppato bisogna mantenere un po' di decoro. La sostanza però è la stessa e ci dice che le oligarchie al potere in Occidente hanno completamente sdoganato l'omicidio politico. Esse agiscono come una banda di terroristi.
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06
Detesto i processi sommari e credo nel principio della presunzione di innocenza. Ciò detto, deve essere chiaro che alterare in modo deliberato il numero dei contagi durante un’epidemia è un atto di inaudita gravità. Nel fronteggiare un’emergenza sanitaria è indispensabile disporre di dati attendibili. Senza di essi qualsiasi azione di contrasto rischia di essere vana se non dannosa. La cosa è vera soprattutto quando i provvedimenti messi in campo dalle autorità sono molto pesanti per l’intero corpo sociale. Se (sottolineo il se) Toti avesse realmente falsificato , come le intercettazioni pubblicate sui giornali lasciano pensare, dei dati così importanti , ci troveremmo di fronte a un crimine orrendo, al cui cospetto del qualsiasi ruberia apparirebbe un gioco da ragazzi. Spero che l’opinione pubblica, che i questi quattro anni è stata manipolata in modo indecente, cominci a rendersene conto e a capire ciò che è realmente accaduto.
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07
Per aver ricordato che all'inizio della campagna vaccinale si registrarono molti effetti avversi nella categoria degli insegnanti (ad essi era stata riservata una dose di Astrazeneca) , mi sono preso le reprimende di un nostalgico della narrazione covidista. Non gliene voglio per questo. Ogni guerra produce dei soldati zelanti che continuano a montare la guardia nella loro trincea anche dopo la firma del trattato di pace. Nessuna meraviglia se anche in questo caso (l'emergenza pandemica è stata a tutti gli effetti considerata una guerra) è successo lo stesso. Tanto più che a mettere fine alla questione ci ha pensato la stessa casa produttrice del sopranominato vaccino. E' notizia di ieri che Astrazeneca è stato ritirato dal commercio perchè può provocare dei trombi.I luminari della medicina ci spiegano, naturalmente, che chi è stato inoculato non corre alcun rischio. Resta il fatto che il prodotto è stato ritirato dal mercato. Per la verità, dai pochi dati a disposizione, tutto lascia pensare che i vaccini delle altre marche generino effetti simili, se non peggiori. Essi però, essendo prodotti da aziende americane, godono di una maggiore copertura politica e quindi possono continuare a circolare tranquillamente. Bisogna poi ammettere che è molto difficile, a questo punto, capire nei dettagli cosa sia veramente successo. Sappiamo, per esempio, che c'è stato un aumento delle morti improvvise, ma non siamo in grado di dire quante siano realmente legate alla vaccinazione e quante siano dovute a cause naturali. Il livello della mistificazione e della censura è stato tale da aver intorbidato, forse per sempre, le acque. Quei pochi scienziati che si sono comportati come tali e che hanno cercato di vederci chiaro, si sono trovati di fronte ad ostacoli di ogni tipo, mettendo a rischio il loro buon nome e la carriera. Ora siamo tutti costretti a basarci sulle impressioni. Una cosa è comunque sicura. La comunità scientifica ne esce completamente screditata. Medici illustri hanno per mesi esaltato dei prodotti di cui ignoravano gli effetti. Hanno rassicurato il pubblico anche dopo il manifestarsi di casi che, quanto meno, avrebbero dovuto indurre ad una maggiore prudenza. Hanno raccomandato dei farmaci potenzialmente mortali. Hanno impunemente trasgredito ad uno dei capisaldi del giuramento di Ippocrate: primum non nocere (per prima cosa non procurare danno). Sul piano etico non c'è alcuna differenza tra una Vanna Marchi che esaltava le proprietà della pillola mangiapancia e un Roberto Burioni che decantava le virtù taumaturgiche di un vaccino sperimentale . La morte di Camilla Canepa e di altri ragazzi sotto i venti anni (parlo solo dei casi in cui il rapporto di causa ed effetto è stato troppo evidente per essere disconosciuto) grava anche sulla sua coscienza. Questa triste vicenda ci fa comprendere come la cosiddetta "scienza", per la quale si è richiesto un nuovo atta di fede, abbia poco a che fare con il desiderio di conoscere e con la volontà di far del bene al prossimo; abbia invece molto a che fare con gli interessi economici di chi la finanzia e con la vanità personale degli scienziati.
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08
Mentre a Gaza si sta consumando un genocidio nell'indifferenza generale, in Ucraina le cose si mettono al peggio per il fronte atlantista. La vittoria della Russia appare ormai probabile. Essa non si misura tanto sulle conquiste territoriali, che pure sono costanti, quanto sulla superiorità di mezzi e soprattutto di uomini. Il martoriato popolo ucraino, usato come carne da cannone da politicanti sadici e corrotti, non può continuare all'infinito a farsi mandare al macello. Il punto di rottura sembra ormai vicino. È in questo contesto di imminente disfatta che si spiega l'attivismo di Macron e del primo ministro inglese, i quali minacciano di inviare armi e soldati nel campo di battaglia provocando un'escalation dagli esiti imprevedibili. Il sistema mediatico è già mobilitato in questa direzione. In Italia i pennivendoli di Corriere, Repubblica, Stampa, Foglio ecc hanno ormai indossato la mimetica e adottano ogni giorno che passa dei toni sempre più bellicisti. Lo stesso fanno i loro sodali delle televisioni . Le screditate classi dirigenti europee sembrano intenzionate a portarci verso l'abisso. Resta da vedere se saranno capaci di farlo. Le masse dell'Occidente sono state educate da decenni all'individualismo più estremo. Esse hanno accettato le guerre lontane. Ho i miei dubbi che accetteranno quelle che comportano pericoli e sacrifici diretti. Mandare decine di migliaia di giovani in trincea rischia d'essere ancora più difficile che indirizzare alla produzione bellica le nostre e economie largamente deindustrializzate. Verrebbe da dire: per fortuna.
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09
MARIO MONTI Mario Monti è stato un pessimo presidente del consiglio. Il bilancio che si lascia alle spalle è disastroso. Attraverso la cura da cavallo ordinata dalla BCE e da lui prontamente eseguita, ha precipitato il paese in una seconda recessione dopo quella drammatica del 2008. L'Italia ne è uscita indebolita sotto tutti i punti di vista: sul piano della finanza pubblica, della produzione industriale, della bilancia commerciale, della demografia. Si può dire che da quello shock non ci siamo ancora ripresi. Altro che salvatore della patria! Solo il suo sodale di loggia e di sagrestia ( le due cose non sono affatto in contraddizione) Mario Draghi è riuscito a fare peggio. A fronte di tali catastrofici risultati, si sperava che Monti cercasse almeno di far perdere le sue tracce per non incorrere nel giusto sdegno dei suoi concittadini. E invece no. Il menagramo continua ancora ad essere richiesto del suo autorevole parere. Il Corriere della sera, per esempio, pubblica una lunghissima intervista dell'ineffabile Cazzullo, nella quale il Monti, tra altre amenità degne di un bambino di terza elementare, invita gli italiani a riscoprire il valore della parola "sacrifici". Inoltre, ricorda la sua passione per gli eroi e i soldati del Risorgimento, di cui, durante l'infanzia, collezionava le figurine. Una nazione, ci spiega, si forma nel campo di battaglia. Anche l'Europa, per avere pieno compimento, richiederà probabilmente spargimento di sangue. Insomma, il suddetto, come già aveva fatto il suo sodale di loggia e sagrestia Draghi qualche settimana fa, ci informa che dobbiamo armarci ed essere pronti a morire. Mentre lui collezionerà le figurine dei soldati in ricordo della sua passione d'infanzia, noi andremo in guerra. Il suo esito, avendo un tale iettatore tra i suoi fautori, non potrà che essere negativo.
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10
L'esercito ucraino si sta progressivamente liquefacendo. L'Occidente, dopo anni di deindustrializzazione forzata, non è in grado di rifornirlo dei mezzi necessari per stabilizzare il fronte. Ancora peggio, il materiale umano comincia a scarseggiare. L'unica prospettiva sembra essere quella di combattere fino all'ultimo uomo disponibile. Per tirare avanti il più a lungo possibile si possono solo mandare sul campo di battaglia delle truppe europee, così da infliggere ulteriori danni alla Russia e precipitare l'intero continente in una spirale di violenza. L'ineffabile Macron dichiara di volerlo fare quasi ogni giorno e verso questo esito stiamo andando, nell'indifferenza dei popoli anestetizzati dalla propaganda e con la complicità di una classe dirigente europea ricattata, corrotta, incolta. Se le cose stanno così (e credo stiano così), le differenze del passato (destra, centro, sinistra) vengono meno. Lo spartiacque è tra chi vuole la pace e chi no. Tra chi vuole un'Europa schiava degli Stati Uniti e chi no. Tra chi vuole rapporti di buon vicinato con la Russia e chi no. Tra chi vuole esportare con la violenza lo stile di vita occidentale e chi no. Tra chi vede nella guerra uno strumento per accrescere il proprio potere e le proprie ricchezze e chi pensa che solo nell'orizzonte della pace vi possa essere un vero progresso. Per quanto mi riguarda , sosterrò e, nel caso, voterò tutti quegli uomini politici che appoggeranno l'unico piano di pace al momento possibile. Esso dovrebbe articolarsi in questi punti: armistizio immediato; Crimea e Donbass alla Russia; disarmo e neutralità di quel che resta dell'Ucraina; impegno del paese a non entrare né nella NATO né nell'UE; grande piano di ricostruzione finanziato da USA, Russia e Europa.
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CRISANTI Come ci informano i giornali, il professor Crisanti cambia casa. Si trasferisce in una villa veneta arredata con affreschi di Tiepolo. Un genere di acquisto che, nel secolo scorso, era riservato alle grandi dinastie imprenditoriali nel pieno del loro fulgore ( i Marzotto, i Benetton, i Polegato ecc.). Da parte mia, non sono abituato a fare i conti in tasca a nessuno. Chiunque è libero di spendere i suoi “risparmi” (uso l’espressione del Crisanti medesimo) come meglio crede. Aggiungo che il chiarissimo cattedratico, diversamente da altre virostar che hanno raggiunto la notorietà durante l’epidemia, mi sembra una persona intelligente e , per quanto ne posso capire, preparata. Non mi stupisco che guadagni molto. E’ giusto che un bravo medico venga pagato secondo i suoi meriti. La questione, però, non è questa. E’ evidente che nessun medico, nessun professore universitario, nessun parlamentare potrebbe permettersi una spesa del genere. Gli introiti di queste professioni, nemmeno se cumulati, possono garantire anche solo il mantenimento di una villa veneta. Il fatto è che Crisanti, prima di essere un medico, un professore universitario e un parlamentare, è un finanziere. Pensiamo a cosa disse di lui il suo predecessore alla cattedra di virologia dell’Università di Padova, il professor Palù. In un momento di rabbia lo definì un “zanzarologo”, mettendo addirittura in dubbio le sue competenze professionali. E allora, come aveva fatto – evento più unico che raro per le consuetudini italiane - ad insediarsi nell’Università di Galileo Galilei un soggetto la cui carriera si era svolta lontano da Padova e dal Veneto, essendo, per di più, fortemente disistimato dal suo predecessore? La risposta è contenuta nelle parole dello stesso Palù , che in quell’intervista alludeva, per quanto di sfuggita e in modo ambiguo, alle vere ragioni che avevano portato Crisanti alla cattedra: per i suoi trascorsi all’Imperial college di Londra Crisanti garantiva i finanziamenti della Fondazione Bill e Melinda Gates. Naturalmente non ho nessuna prova di quanto dico. Faccio solo due più due. Di sicuro, l’unico motivo che può spingere l’accademia universitaria a rinunciare ai metodi familistici e clientelari attraverso i quali si cooptano i nuovi docenti, sono i soldi. Tanti soldi. Crisanti garantiva tanti soldi e non c’è da stupirsi se le sue parcelle gli hanno permesso di farsi una casetta tanto bellina. Nulla di male. Basta non si tiri in ballo la scienza.
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DIO PATRIA FAMIGLIA E' stato giusto, in passato, contestare il trinomio "Dio, Patria, Famiglia". Se Dio è il potere dei preti; Patria la retorica militarista; Famiglia, l'ipocrisia della famiglia borghese o il familismo amorale e velatamente mafioso di tanti italiani, non si può che essere ostili a Dio , alla Patria e alla Famiglia. Il fatto è che Dio, la patria e la famiglia sono anche qualcosa d'altro. La religione dà dei precetti morali non negoziabili. La Patria crea dei vincoli che prescindono dalle regole di mercato. La famiglia è una comunità d'affetti non riducibili al calcolo del dare e dell'avere. E' per queste ragioni che il capitalismo moderno, nella sua ansia forsennata di creare individui isolati che competono tra loro nell'unica realtà ammessa, vale a dire l'economia di mercato, ha preso di mira sia Dio, che la patria, che la famiglia. I risultati di questo assalto sono sotto gli occhi di tutti. Oggi non ci sono quasi più preti e l'unica religione tollerata è quella New Age, priva di dogmi e precetti morali. Il patriottismo è accettato per la durata dei campionati del mondo di calcio, in tutte le altre occasioni anche il più blando richiamo agli interessi nazionali viene derubricato sotto il termine infamante di "sovranismo". Quanto alla famiglia, la sua crisi è certificata da un semplice statistica: quasi la metà dei matrimoni celebrati in Italia nel nuovo millennio è andata in pezzi nel giro di pochi mesi. Se questa è la situazione, che senso ha prendersela con un nemico fittizio? Non nego la buona fede di molti che, come degli svaniti don Chisciotte, vanno all'assalto di fantasmi privi di sostanza e non riescono a staccarsi dagli schemi mentali della loro giovinezza. Si tratta di figure tragiche che meritano umana pietà. Accanto a loro vi sono però personaggi molto più smaliziati, che perseguono la disumanizzazione dell'uomo e la sua riduzione, nel corpo e nello spirito, a merce tra le arte. Per raggiungere questo obiettivo essi devono distruggere ogni vincolo religioso , familiare e comunitario. Deve essere chiaro che, nelle attuali condizioni, contestare Dio, la Patria e la Famiglia significa fare quello che il potere vuole
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Le dichiarazioni di Liliana Segre in una intervista al Corriere della sera : <>, non mi stupiscono. La Segre è stata nominata senatrice a vita da Giorgio Napolitano non perché reduce da Auschwitz , ma per rappresentare nel modo più autorevole la causa di Israele, del Sionismo e delle oligarchie mondialiste. In questo non c'è nulla di male. Basta solo aver chiaro che abbiamo a che fare con una personalità pienamente coinvolta nell'agone politico e non con un punto di riferimento morale. Tutto qui. P.S. Ribadisco, anche se non c'è ne sarebbe bisogno, che condanno con tutte le mie forze Auschwitz, le leggi razziali del 1938 e ogni forma di antisemitismo
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E’ difficile sfuggire all’impressione che le classi dirigenti dell’Occidente siano in preda alla schizofrenia. Porto due esempi. Per decenni si è promossa la deindustrializzazione dell’Europa e degli Stati Uniti. La produzione di oggetti è stata progressivamente spostata verso Oriente. Si è trattato di una politica perseguita con tenacia al fine di distruggere l’odiata classe operaia organizzata e di inondare i mercati più ricchi con merci provenienti da paesi dove costo del lavoro era irrisorio. Le multinazionali avrebbero fatto profitti colossali lucrando sui marchi e l’Occidente avrebbe conservato la sua egemonia concentrandosi sulla finanza, sul terziario e sull’alta tecnologia. La guerra in Ucraina ha dimostrato che le cose non stavano così. Un paese come la Russia, che la nostra stampa dipingeva come arretrato, tiene testa, in una guerra d’attrito, a una coalizione composta da tutti i paesi occidentali. Ciò avviene non perché l’Occidente non voglia dare all’Ucraina tutti i mezzi necessari per vincere ma perché non è capace di farlo. Non ci sono più le industrie in grado di fronteggiare le esigenze di una guerra di questo tipo. Non a caso, le elite al potere propongono, attraverso l’autorevole voce di Mario Draghi, di operare una grande riconversione in direzione di un’economia di guerra. Con quali operai, con quali periti, con quali ingegneri si potranno fabbricare gli automezzi, i carri armati e le bombe, di cui , secondo Draghi , c’è tanto bisogno, se queste figure professionali sono state quasi cancellate da tre decenni di neoliberismo delocalizzatore? Non è dato sapere. Il proverbio della nonna spiegava che è più facile distruggere una casa che costruirla. Per i condottieri del nostro Occidente basta la parola per trasformare l’acqua in vino. Ancora più buffa è la questione del servizio militare obbligatorio. Da decenni si promuove l’individualismo più estremo. La patria ? Una costruzione retorica. La nazione? Anche. La sovranità? Ancora peggio, tanto è vero che si è coniato il termine denigratorio di sovranismo. La famiglia? Quando non ti va più bene, hai il diritto di sbarazzartene. La religione? Una superstizione. Il sesso? Una convenzione: al di fuori di ogni realtà biologica, se ti senti maschio, sei maschio; se ti senti femmina, sei femmina. Esiste solo l’individuo con i suoi bisogni . E allora, poste queste premesse, chi ci mandiamo in caserma, chi ci mandiamo in trincea ? Forse Nemo, il vincitore dell’ultimo eurofestival? Senza alcun dubbio, la sua presenza al fronte riempirebbe di terrore i russi cattivi. La realtà è che le oligarchie vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca. Ha un bel dire, l’ineffabile Mario Monti, che bisogna essere pronti a versare il sangue per i sacri principi delle democrazie. Le parole non sono cose. La propaganda non è realtà. Solo dei pazzi possono crederlo.
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Il primo ministro della Slovacchia, stato membro della comunità europea, è vittima di un tentato omicidio e si trova in fin di vita in ospedale. Se, come sembra al momento probabile, si salverà, potrà dirsi fortunato. Le istituzioni e i grandi giornali dell'Occidente condannano naturalmente l'attentato (non potrebbero fare altrimenti), ma fanno subito dei distinguo. Fico è un comunista, è un amico di Orban, è un mezzo fascista, è un negazionista no VAX , è un putiniano. La Repubblica, per non venir meno al suo ruolo di megafono dell'atlantismo e del sionismo più forsennati, ci spiega che è anche un camorrista. Insomma, quasi quasi quelle palle in pancia se le è meritate. Quanto al fatto che sia stato regolarmente eletto dal suo popolo, la cosa è irrilevante. Come è noto, sono democratiche solo le elezioni che vincono gli amici. Le altre, no. Anche riguardo all'attentatore il comportamento della stampa è a dir poco strano. Se Fico è un poco di buono, chi gli ha sparato è un idealista, un poeta (avrebbe pubblicato un libro di poesie), uno scrittore.Il fatto che fosse anche militante di un partito ultraliberista, sostenesse con foga la causa ucraina, manifestasse sotto le insegna della NATO e dell'UE non è motivo di imbarazzo. In fondo ha agito mosso da buone intenzioni. Fico è un leader europeo e quindi il sistema mediatico non può abbandonarsi all'esplicita esultanza come quando Geddafi venne torturato e il suo cadavere, insieme a quello del figlio, fu lugubremente esposto in moschea; o come quando Saddam Hussein venne impiccato in diretta televisiva dopo che i suoi figli e nipoti adolescenti erano stati bruciati vivi (il New York Times esibí in prima pagina, a mo' di trofeo, quelle immagini raccapriccianti). Con i leader del mondo sviluppato bisogna mantenere un po' di decoro. La sostanza però è la stessa e ci dice che le oligarchie al potere in Occidente hanno completamente sdoganato l'omicidio politico. Esse agiscono come una banda di terroristi.
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Detesto i processi sommari e credo nel principio della presunzione di innocenza. Ciò detto, deve essere chiaro che alterare in modo deliberato il numero dei contagi durante un’epidemia è un atto di inaudita gravità. Nel fronteggiare un’emergenza sanitaria è indispensabile disporre di dati attendibili. Senza di essi qualsiasi azione di contrasto rischia di essere vana se non dannosa. La cosa è vera soprattutto quando i provvedimenti messi in campo dalle autorità sono molto pesanti per l’intero corpo sociale. Se (sottolineo il se) Toti avesse realmente falsificato , come le intercettazioni pubblicate sui giornali lasciano pensare, dei dati così importanti , ci troveremmo di fronte a un crimine orrendo, al cui cospetto del qualsiasi ruberia apparirebbe un gioco da ragazzi. Spero che l’opinione pubblica, che i questi quattro anni è stata manipolata in modo indecente, cominci a rendersene conto e a capire ciò che è realmente accaduto.
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Per aver ricordato che all'inizio della campagna vaccinale si registrarono molti effetti avversi nella categoria degli insegnanti (ad essi era stata riservata una dose di Astrazeneca) , mi sono preso le reprimende di un nostalgico della narrazione covidista. Non gliene voglio per questo. Ogni guerra produce dei soldati zelanti che continuano a montare la guardia nella loro trincea anche dopo la firma del trattato di pace. Nessuna meraviglia se anche in questo caso (l'emergenza pandemica è stata a tutti gli effetti considerata una guerra) è successo lo stesso. Tanto più che a mettere fine alla questione ci ha pensato la stessa casa produttrice del sopranominato vaccino. E' notizia di ieri che Astrazeneca è stato ritirato dal commercio perchè può provocare dei trombi.I luminari della medicina ci spiegano, naturalmente, che chi è stato inoculato non corre alcun rischio. Resta il fatto che il prodotto è stato ritirato dal mercato. Per la verità, dai pochi dati a disposizione, tutto lascia pensare che i vaccini delle altre marche generino effetti simili, se non peggiori. Essi però, essendo prodotti da aziende americane, godono di una maggiore copertura politica e quindi possono continuare a circolare tranquillamente. Bisogna poi ammettere che è molto difficile, a questo punto, capire nei dettagli cosa sia veramente successo. Sappiamo, per esempio, che c'è stato un aumento delle morti improvvise, ma non siamo in grado di dire quante siano realmente legate alla vaccinazione e quante siano dovute a cause naturali. Il livello della mistificazione e della censura è stato tale da aver intorbidato, forse per sempre, le acque. Quei pochi scienziati che si sono comportati come tali e che hanno cercato di vederci chiaro, si sono trovati di fronte ad ostacoli di ogni tipo, mettendo a rischio il loro buon nome e la carriera. Ora siamo tutti costretti a basarci sulle impressioni. Una cosa è comunque sicura. La comunità scientifica ne esce completamente screditata. Medici illustri hanno per mesi esaltato dei prodotti di cui ignoravano gli effetti. Hanno rassicurato il pubblico anche dopo il manifestarsi di casi che, quanto meno, avrebbero dovuto indurre ad una maggiore prudenza. Hanno raccomandato dei farmaci potenzialmente mortali. Hanno impunemente trasgredito ad uno dei capisaldi del giuramento di Ippocrate: primum non nocere (per prima cosa non procurare danno). Sul piano etico non c'è alcuna differenza tra una Vanna Marchi che esaltava le proprietà della pillola mangiapancia e un Roberto Burioni che decantava le virtù taumaturgiche di un vaccino sperimentale . La morte di Camilla Canepa e di altri ragazzi sotto i venti anni (parlo solo dei casi in cui il rapporto di causa ed effetto è stato troppo evidente per essere disconosciuto) grava anche sulla sua coscienza. Questa triste vicenda ci fa comprendere come la cosiddetta "scienza", per la quale si è richiesto un nuovo atta di fede, abbia poco a che fare con il desiderio di conoscere e con la volontà di far del bene al prossimo; abbia invece molto a che fare con gli interessi economici di chi la finanzia e con la vanità personale degli scienziati.
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Mentre a Gaza si sta consumando un genocidio nell'indifferenza generale, in Ucraina le cose si mettono al peggio per il fronte atlantista. La vittoria della Russia appare ormai probabile. Essa non si misura tanto sulle conquiste territoriali, che pure sono costanti, quanto sulla superiorità di mezzi e soprattutto di uomini. Il martoriato popolo ucraino, usato come carne da cannone da politicanti sadici e corrotti, non può continuare all'infinito a farsi mandare al macello. Il punto di rottura sembra ormai vicino. È in questo contesto di imminente disfatta che si spiega l'attivismo di Macron e del primo ministro inglese, i quali minacciano di inviare armi e soldati nel campo di battaglia provocando un'escalation dagli esiti imprevedibili. Il sistema mediatico è già mobilitato in questa direzione. In Italia i pennivendoli di Corriere, Repubblica, Stampa, Foglio ecc hanno ormai indossato la mimetica e adottano ogni giorno che passa dei toni sempre più bellicisti. Lo stesso fanno i loro sodali delle televisioni . Le screditate classi dirigenti europee sembrano intenzionate a portarci verso l'abisso. Resta da vedere se saranno capaci di farlo. Le masse dell'Occidente sono state educate da decenni all'individualismo più estremo. Esse hanno accettato le guerre lontane. Ho i miei dubbi che accetteranno quelle che comportano pericoli e sacrifici diretti. Mandare decine di migliaia di giovani in trincea rischia d'essere ancora più difficile che indirizzare alla produzione bellica le nostre e economie largamente deindustrializzate. Verrebbe da dire: per fortuna.
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MARIO MONTI Mario Monti è stato un pessimo presidente del consiglio. Il bilancio che si lascia alle spalle è disastroso. Attraverso la cura da cavallo ordinata dalla BCE e da lui prontamente eseguita, ha precipitato il paese in una seconda recessione dopo quella drammatica del 2008. L'Italia ne è uscita indebolita sotto tutti i punti di vista: sul piano della finanza pubblica, della produzione industriale, della bilancia commerciale, della demografia. Si può dire che da quello shock non ci siamo ancora ripresi. Altro che salvatore della patria! Solo il suo sodale di loggia e di sagrestia ( le due cose non sono affatto in contraddizione) Mario Draghi è riuscito a fare peggio. A fronte di tali catastrofici risultati, si sperava che Monti cercasse almeno di far perdere le sue tracce per non incorrere nel giusto sdegno dei suoi concittadini. E invece no. Il menagramo continua ancora ad essere richiesto del suo autorevole parere. Il Corriere della sera, per esempio, pubblica una lunghissima intervista dell'ineffabile Cazzullo, nella quale il Monti, tra altre amenità degne di un bambino di terza elementare, invita gli italiani a riscoprire il valore della parola "sacrifici". Inoltre, ricorda la sua passione per gli eroi e i soldati del Risorgimento, di cui, durante l'infanzia, collezionava le figurine. Una nazione, ci spiega, si forma nel campo di battaglia. Anche l'Europa, per avere pieno compimento, richiederà probabilmente spargimento di sangue. Insomma, il suddetto, come già aveva fatto il suo sodale di loggia e sagrestia Draghi qualche settimana fa, ci informa che dobbiamo armarci ed essere pronti a morire. Mentre lui collezionerà le figurine dei soldati in ricordo della sua passione d'infanzia, noi andremo in guerra. Il suo esito, avendo un tale iettatore tra i suoi fautori, non potrà che essere negativo.
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L'esercito ucraino si sta progressivamente liquefacendo. L'Occidente, dopo anni di deindustrializzazione forzata, non è in grado di rifornirlo dei mezzi necessari per stabilizzare il fronte. Ancora peggio, il materiale umano comincia a scarseggiare. L'unica prospettiva sembra essere quella di combattere fino all'ultimo uomo disponibile. Per tirare avanti il più a lungo possibile si possono solo mandare sul campo di battaglia delle truppe europee, così da infliggere ulteriori danni alla Russia e precipitare l'intero continente in una spirale di violenza. L'ineffabile Macron dichiara di volerlo fare quasi ogni giorno e verso questo esito stiamo andando, nell'indifferenza dei popoli anestetizzati dalla propaganda e con la complicità di una classe dirigente europea ricattata, corrotta, incolta. Se le cose stanno così (e credo stiano così), le differenze del passato (destra, centro, sinistra) vengono meno. Lo spartiacque è tra chi vuole la pace e chi no. Tra chi vuole un'Europa schiava degli Stati Uniti e chi no. Tra chi vuole rapporti di buon vicinato con la Russia e chi no. Tra chi vuole esportare con la violenza lo stile di vita occidentale e chi no. Tra chi vede nella guerra uno strumento per accrescere il proprio potere e le proprie ricchezze e chi pensa che solo nell'orizzonte della pace vi possa essere un vero progresso. Per quanto mi riguarda , sosterrò e, nel caso, voterò tutti quegli uomini politici che appoggeranno l'unico piano di pace al momento possibile. Esso dovrebbe articolarsi in questi punti: armistizio immediato; Crimea e Donbass alla Russia; disarmo e neutralità di quel che resta dell'Ucraina; impegno del paese a non entrare né nella NATO né nell'UE; grande piano di ricostruzione finanziato da USA, Russia e Europa.
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