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SilvioDallaTorre

Spes contra spem

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Detesto i processi sommari e credo nel principio della presunzione di innocenza. Ciò detto, deve essere chiaro che alterare in modo deliberato il numero dei contagi durante un’epidemia è un atto di inaudita gravità. Nel fronteggiare un’emergenza sanitaria è indispensabile disporre di dati attendibili. Senza di essi qualsiasi azione di contrasto rischia di essere vana se non dannosa. La cosa è vera soprattutto quando i provvedimenti messi in campo dalle autorità sono molto pesanti per l’intero corpo sociale. Se (sottolineo il se) Toti avesse realmente falsificato , come le intercettazioni pubblicate sui giornali lasciano pensare, dei dati così importanti , ci troveremmo di fronte a un crimine orrendo, al cui cospetto del qualsiasi ruberia apparirebbe un gioco da ragazzi. Spero che l’opinione pubblica, che i questi quattro anni è stata manipolata in modo indecente, cominci a rendersene conto e a capire ciò che è realmente accaduto.
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Per aver ricordato che all'inizio della campagna vaccinale si registrarono molti effetti avversi nella categoria degli insegnanti (ad essi era stata riservata una dose di Astrazeneca) , mi sono preso le reprimende di un nostalgico della narrazione covidista. Non gliene voglio per questo. Ogni guerra produce dei soldati zelanti che continuano a montare la guardia nella loro trincea anche dopo la firma del trattato di pace. Nessuna meraviglia se anche in questo caso (l'emergenza pandemica è stata a tutti gli effetti considerata una guerra) è successo lo stesso. Tanto più che a mettere fine alla questione ci ha pensato la stessa casa produttrice del sopranominato vaccino. E' notizia di ieri che Astrazeneca è stato ritirato dal commercio perchè può provocare dei trombi.I luminari della medicina ci spiegano, naturalmente, che chi è stato inoculato non corre alcun rischio. Resta il fatto che il prodotto è stato ritirato dal mercato. Per la verità, dai pochi dati a disposizione, tutto lascia pensare che i vaccini delle altre marche generino effetti simili, se non peggiori. Essi però, essendo prodotti da aziende americane, godono di una maggiore copertura politica e quindi possono continuare a circolare tranquillamente. Bisogna poi ammettere che è molto difficile, a questo punto, capire nei dettagli cosa sia veramente successo. Sappiamo, per esempio, che c'è stato un aumento delle morti improvvise, ma non siamo in grado di dire quante siano realmente legate alla vaccinazione e quante siano dovute a cause naturali. Il livello della mistificazione e della censura è stato tale da aver intorbidato, forse per sempre, le acque. Quei pochi scienziati che si sono comportati come tali e che hanno cercato di vederci chiaro, si sono trovati di fronte ad ostacoli di ogni tipo, mettendo a rischio il loro buon nome e la carriera. Ora siamo tutti costretti a basarci sulle impressioni. Una cosa è comunque sicura. La comunità scientifica ne esce completamente screditata. Medici illustri hanno per mesi esaltato dei prodotti di cui ignoravano gli effetti. Hanno rassicurato il pubblico anche dopo il manifestarsi di casi che, quanto meno, avrebbero dovuto indurre ad una maggiore prudenza. Hanno raccomandato dei farmaci potenzialmente mortali. Hanno impunemente trasgredito ad uno dei capisaldi del giuramento di Ippocrate: primum non nocere (per prima cosa non procurare danno). Sul piano etico non c'è alcuna differenza tra una Vanna Marchi che esaltava le proprietà della pillola mangiapancia e un Roberto Burioni che decantava le virtù taumaturgiche di un vaccino sperimentale . La morte di Camilla Canepa e di altri ragazzi sotto i venti anni (parlo solo dei casi in cui il rapporto di causa ed effetto è stato troppo evidente per essere disconosciuto) grava anche sulla sua coscienza. Questa triste vicenda ci fa comprendere come la cosiddetta "scienza", per la quale si è richiesto un nuovo atta di fede, abbia poco a che fare con il desiderio di conoscere e con la volontà di far del bene al prossimo; abbia invece molto a che fare con gli interessi economici di chi la finanzia e con la vanità personale degli scienziati.
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Mentre a Gaza si sta consumando un genocidio nell'indifferenza generale, in Ucraina le cose si mettono al peggio per il fronte atlantista. La vittoria della Russia appare ormai probabile. Essa non si misura tanto sulle conquiste territoriali, che pure sono costanti, quanto sulla superiorità di mezzi e soprattutto di uomini. Il martoriato popolo ucraino, usato come carne da cannone da politicanti sadici e corrotti, non può continuare all'infinito a farsi mandare al macello. Il punto di rottura sembra ormai vicino. È in questo contesto di imminente disfatta che si spiega l'attivismo di Macron e del primo ministro inglese, i quali minacciano di inviare armi e soldati nel campo di battaglia provocando un'escalation dagli esiti imprevedibili. Il sistema mediatico è già mobilitato in questa direzione. In Italia i pennivendoli di Corriere, Repubblica, Stampa, Foglio ecc hanno ormai indossato la mimetica e adottano ogni giorno che passa dei toni sempre più bellicisti. Lo stesso fanno i loro sodali delle televisioni . Le screditate classi dirigenti europee sembrano intenzionate a portarci verso l'abisso. Resta da vedere se saranno capaci di farlo. Le masse dell'Occidente sono state educate da decenni all'individualismo più estremo. Esse hanno accettato le guerre lontane. Ho i miei dubbi che accetteranno quelle che comportano pericoli e sacrifici diretti. Mandare decine di migliaia di giovani in trincea rischia d'essere ancora più difficile che indirizzare alla produzione bellica le nostre e economie largamente deindustrializzate. Verrebbe da dire: per fortuna.
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MARIO MONTI Mario Monti è stato un pessimo presidente del consiglio. Il bilancio che si lascia alle spalle è disastroso. Attraverso la cura da cavallo ordinata dalla BCE e da lui prontamente eseguita, ha precipitato il paese in una seconda recessione dopo quella drammatica del 2008. L'Italia ne è uscita indebolita sotto tutti i punti di vista: sul piano della finanza pubblica, della produzione industriale, della bilancia commerciale, della demografia. Si può dire che da quello shock non ci siamo ancora ripresi. Altro che salvatore della patria! Solo il suo sodale di loggia e di sagrestia ( le due cose non sono affatto in contraddizione) Mario Draghi è riuscito a fare peggio. A fronte di tali catastrofici risultati, si sperava che Monti cercasse almeno di far perdere le sue tracce per non incorrere nel giusto sdegno dei suoi concittadini. E invece no. Il menagramo continua ancora ad essere richiesto del suo autorevole parere. Il Corriere della sera, per esempio, pubblica una lunghissima intervista dell'ineffabile Cazzullo, nella quale il Monti, tra altre amenità degne di un bambino di terza elementare, invita gli italiani a riscoprire il valore della parola "sacrifici". Inoltre, ricorda la sua passione per gli eroi e i soldati del Risorgimento, di cui, durante l'infanzia, collezionava le figurine. Una nazione, ci spiega, si forma nel campo di battaglia. Anche l'Europa, per avere pieno compimento, richiederà probabilmente spargimento di sangue. Insomma, il suddetto, come già aveva fatto il suo sodale di loggia e sagrestia Draghi qualche settimana fa, ci informa che dobbiamo armarci ed essere pronti a morire. Mentre lui collezionerà le figurine dei soldati in ricordo della sua passione d'infanzia, noi andremo in guerra. Il suo esito, avendo un tale iettatore tra i suoi fautori, non potrà che essere negativo.
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L'esercito ucraino si sta progressivamente liquefacendo. L'Occidente, dopo anni di deindustrializzazione forzata, non è in grado di rifornirlo dei mezzi necessari per stabilizzare il fronte. Ancora peggio, il materiale umano comincia a scarseggiare. L'unica prospettiva sembra essere quella di combattere fino all'ultimo uomo disponibile. Per tirare avanti il più a lungo possibile si possono solo mandare sul campo di battaglia delle truppe europee, così da infliggere ulteriori danni alla Russia e precipitare l'intero continente in una spirale di violenza. L'ineffabile Macron dichiara di volerlo fare quasi ogni giorno e verso questo esito stiamo andando, nell'indifferenza dei popoli anestetizzati dalla propaganda e con la complicità di una classe dirigente europea ricattata, corrotta, incolta. Se le cose stanno così (e credo stiano così), le differenze del passato (destra, centro, sinistra) vengono meno. Lo spartiacque è tra chi vuole la pace e chi no. Tra chi vuole un'Europa schiava degli Stati Uniti e chi no. Tra chi vuole rapporti di buon vicinato con la Russia e chi no. Tra chi vuole esportare con la violenza lo stile di vita occidentale e chi no. Tra chi vede nella guerra uno strumento per accrescere il proprio potere e le proprie ricchezze e chi pensa che solo nell'orizzonte della pace vi possa essere un vero progresso. Per quanto mi riguarda , sosterrò e, nel caso, voterò tutti quegli uomini politici che appoggeranno l'unico piano di pace al momento possibile. Esso dovrebbe articolarsi in questi punti: armistizio immediato; Crimea e Donbass alla Russia; disarmo e neutralità di quel che resta dell'Ucraina; impegno del paese a non entrare né nella NATO né nell'UE; grande piano di ricostruzione finanziato da USA, Russia e Europa.
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L'Ucraina è un paese fallito che non potrebbe né pagare gli stipendi pubblici né combattere un sol giorno senza gli aiuti dell'Occidente. Nell'ultimo decennio esso è stato rifornito di tutte le armi possibili ed immaginabili. Se esse non sono state sufficienti a piegare la Russa non è perché non ne sono state mandate abbastanza (questa storiella può crederla soltanto chi si è bevuto il cervello a forza di telegiornali ed editoriali di Repubblica), ma perché l'Occidente, ormai largamente deindustrializzato, non ha le capacità produttive per mandarne di più . I 61 miliardi di dollari stanziati dal senato americano non hanno un effetto pratico, ma sono il segnale che si vuole combattere ad oltranza. Fino all'ultimo ucraino. Quando si sarà arrivati a questo terribile risultato, e l'esercito del paese non sarà più in grado di continuare la lotta, si porrà il problema di mandare sul campo di battaglia ,oltre ai mercenari che già ci sono in gran numero, dei soldati europei. La cosa, per fortuna, non sembra facilissima. Viviamo in società iperindividualiste ed antieroiche. Convincere milioni di persone a seppellirsi in casa per salvarsi la vita da una pseudo pandemia si è dimostrato facile; mandarle in trincea a farsi massacrare dai droni russi potrebbe esserlo molto meno. In ogni caso, il progetto delle elite occidentali va avanti senza esitazione. Si vuole distruggere la Russia in quanto stato, dividendola in cinque o sei entità ostili tra loro, e prendere possesso delle sue ricchezze naturali. Al momento questo obiettivo sembra irraggiungibile e appare anzi molto più probabile che, continuando su questa folle strada, sia l'Occidente ad andare a sbattere contro un muro. E molto pesantemente.
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👍 33👏 8🥴 4 2😱 1
Il governo della "fascista" Meloni agisce in piena continuità col governo del "democratico" Draghi in tutte le questioni essenziali: la politica interna, la politica estera, la politica militare, la politica economica. Anche sulle questioni sanitarie c'è una sostanziale continuità. Se è vero, infatti, che la Meloni ha tolto le restrizioni pandemiche con uno o due mesi di anticipo rispetto a quanto avrebbe fatto un ipotetico governo a guida PD ( e di questo le sono sinceramente grato) , è anche vero che non ha voluto fare luce sui mostruosi fenomeni di corruzione che si sono verificati in quel periodo. Ciò che più conta , non ha arrestato, ma ha anzi accelerato, quel processo di distruzione della sanità pubblica che è da tempo uno degli obiettivi delle elite dominanti. Persino sulle questioni etiche, che pure dovrebbero costituire uno spartiacque tra forze politiche di diversa estrazione culturale, non c'è stata alcuna rottura. Il governo attuale non mette in discussione la legge 194 e non contesta i diritti delle minoranze sessuali. L'unico vero motivo del contendere risiede nella distribuzione dei posti di sottogoverno. In particolare alla RAI si sta consumando una lotta furibonda tra i rampolli della Roma bene "di sinistra" , i quali considerano un privilegio acquisito per diritto di nascita l'assunzione, con tanto di stipendio da cinquemila in su, nel carrozzone di Saxa Rubra, e i coatti della Roma periferica che, dopo essersi fatti strada con la demagogia di estrema destra , si gettano famelici sul bottino. Naturalmente, quanto più alti sono gli emolumenti in ballo tanto più aspra diviene la contesa. In questo contesto, la discriminante fascismo/antifascismo è quindi agitata in modo del tutto strumentale e serve solo a garantire un contratto da centravanti di serie A a Augias , Scurati e a una miriade di nani e ballerine. Oggi, 25 aprile, contemplo costernato questo squallido spettacolo che trascina nel fango gli ideali di una vita.
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SE FOSSI AMERICANO...... Se fossi americano, nato e cresciuto negli Stati Uniti, nelle ultime due presidenziali avrei attivamente sostenuto la candidatura di Bernie Sanders, esponente dell’ala “socialista” del partito democratico. Tanto per variare, avrei commesso un errore. Sanders, dopo essere stato sconfitto con la frode nelle primarie del 2016, si è ritirato dalla corsa quattro anni fa, convergendo su Biden al primo manifestarsi della pandemia. In tal modo si è rivelato una tigre di carta. Il suo ruolo è simile a quello che in Italia viene coperto dalla squallida compagine di Bonelli e Fratoianni. Fosse stato eletto, si sarebbe comportato come qualsiasi altro presidente democratico. Dovendo scegliere tra due candidati sgraditi, nel 2016 mi sarei probabilmente astenuto. Anche in questo caso si sarebbe trattato di un errore. Trump, checchè se ne dica, non è stato un cattivo presidente. Durante il suo mandato, diversamente da quanto accaduto col suo predecessore e col suo successore, gli Stati Uniti non hanno scatenato nessuna guerra di grandi proporzioni. Un merito non di poco conto, che lo avrebbe reso meritevole di ricevere un voto. Quattro anni fa, nella contesa tra Biden e Trump , avrei sicuramente dato la mia preferenza a quest’ultimo, per le ragioni sopra esposte e perché mi rendevo perfettamente conto che una vittoria dei Dem avrebbe portato a un confronto bellico con la Russia e a un inasprirsi delle restrizioni pandemiche. Oggi mi auguro che , alle elezioni di novembre, possa ottenere la vittoria Robert Kennedy Jr. Questo candidato indipendente rappresenta la parte più onesta e ragionevole dell’elite americana. Durante la pandemia ha cercato di contrastare il pensiero dominante riguardo ai confinamenti ed ai vaccini. Proprio per questo una sua vittoria appare purtroppo difficilissima, sebbene i sondaggi registrino un costante aumento dei suoi consensi a dispetto del silenzio mediatico di cui è fatto oggetto. Se mai si aprisse una concreta possibilità di successo, Robert Kennedy rischierebbe di fare la fine del padre e dello zio. Tutto quindi lascia pensare che lo scontro sarà tra Biden e Trump. Se questo si verificasse non esiterei a votare per il secondo. Sono consapevole che una sua presidenza non ribalterebbe la triste situazione che si è venuta a creare. Il suo appoggio ad Israele è tetragono come quello di Biden (e anche, per la verità, come quello di Kennedy e di tutti gli altri possibili candidati). Quanto alla guerra in Ucraina , che forse non sarebbe scoppiata se nel 2020 non gli fosse stata scippata la vittoria, le cose sono andate troppo avanti per pensare che si possa tornare alla situazione quo ante. A questo punto, dopo tutti i morti che ci sono stati da entrambe le parti, saranno i russi a punture ad una vittoria totale. Con tutto questo, ritengo deleteria la permanenza al potere della cricca Dem. Tutto ciò che può ostacolare l'alleanza tra Dem e NeoCon, la quale regge gli Stati Uniti da tre decenni, è positivo. Male che vada, Trump potrà fare come il suo predecessore. Peggio, è impossibile. Questo è quanto.
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All’inizio della campagna vaccinale vennero organizzate delle giornate destinate ad alcuni gruppi particolari. Tra questi vi erano gli insegnanti sotto i 55 anni, cui venne riservata una dose di Astrazeneca. Si trattò di una falsa partenza. Si registrarono, infatti, molti effetti avversi. Diversi colleghi furono costretti a casa, come ho potuto constatare personalmente avendo dovuto fare in quei giorni – evento rarissimo - alcune supplenze a pagamento. Il sistema mediatico, naturalmente, non fece una parola di quanto era accaduto. Qualche protesta deve comunque esserci stata. Si pensò bene, allora, di cambiare destinazione: non più agli insegnanti sotto, ma a quelli sopra i 55 anni. Ciò che si adattava soprattutto ai giovani di punto in bianco si adattava soprattutto ai vecchi. La cosa non andò avanti a lungo. Ben presto, infatti, Astrazeneca venne ritirato dal marcato. Gli effetti avversi da esso provocati non erano, in realtà, superiori a quelli dei vaccini concorrenti, forse, anzi, come poi è emerso, erano inferiori. Fu solo la tragica morte della ventenne Camilla Canepa, colpita da un ictus fatale nelle ore successive all’inoculazione, che costrinse le autorità a prendere questo provvedimento. A questo punto si poneva il problema della seconda dose di richiamo. Astrazeneca era un vaccino concepito in forma tradizionale, mentre i rivali Pfifer e Moderna erano vaccini di tipo nuovo, a mRNA. L’uomo della strada poteva pensare che si trattasse di farmaci incompatibili. Non così i grandi luminari della medicina, i quali si precipitarono in tutte le televisioni a spiegare che tutto andava benissimo. Tirarono fuori dal loro cilindro di clown della scienza l’incredibile concetto di “vaccinazione eterologa”, che avrebbe imbarazzato anche i giocatori delle tre carte e i truffatori di professione. Sei malato? Oggi prendi la pomata, domani la supposta, dopo domani il purgante. Che problema c’è? In fondo sono sempre medicine. Se non vi fossero stati dei risvolti tragici, verrebbe quasi da riderci sopra. Questo è solo un piccolo aneddoto tra i mille che si potrebbero raccontare su quel periodo. Tra gli effetti della pandemia vi è stato quello di sdoganare l’uso delle menzogne più incredibili, quelle che contrastano non solo alla logica elementare, ma anche ai più immediati dati della realtà. Giornalisti, scienziati di fama, politici, presidenti e pontefici hanno mentito in modo ripetuto ed evidente, senza fare una piega od avere un’esitazione. Tutto questo non è venuto meno con la fine dell’emergenza epidemica. Dobbiamo prendere atto che classi dirigenti dell'Occidente vivono nell'irrealtà. Esse mentono sul covid, sulla guerra, sull’economia, su tutto. Forse mentono anche a se stesse. La menzogna è diventato il loro abito naturale.
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MARIO DRAGHI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA? In queste settimane, nelle segrete stanze del potere reale e alla faccia del voto popolare, si decide quale sarà il prossimo presidente della Commissione europea. Il compito appare abbastanza facile. Fare peggio di Ursula Von der Leyen, che ha raggiunto inimmaginabili livelli di incompetenza, falsità e corruzione , sembrerebbe impossibile. Al massimo, confermando l'attuale presidente, i nostri oligarchi potrebbero replicare il misfatto. Purtroppo, corre voce che questi signori siano intenzionati a tirar fuori dal loro cilindro un nome ancora più pericoloso, quello di Mario Draghi. Se questo avvenisse, le conseguenze sarebbero catastrofiche per tutti noi. Nella sua lunga carriera, Mario Draghi si è sempre posto al servizio degli interessi più antipopolari . A lui si deve la proditoria svendita delle partecipazioni statali, a lui si deve l'infame lettera al governo italiano con cui si imponeva la distruzione della previdenza e della sanità pubbliche, a lui il linciaggio della Grecia, a lui il green pass. Una sua eventuale presidenza manderebbe un messaggio chiaro. L'Europa deve prepararsi alla guerra. L'economia del Continente deve riconvertirsi per sostenere lo sforzo bellico. Incominciamo a fare gli scongiuri.
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