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CANALE SIEROZERO - unione purosangue

Canale purosangue

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"L’obiettivo è evidente: sostituire l’identità, lo spirito dell’identità cattolica, il Geist, come direbbero i tedeschi, con un pamphlet mondial-sincretista, massonico e global-ecologista, se non in definitiva anche arcobaleno; sposare l’Agenda 2030 che prevede la distruzione della dimensione della famiglia naturale formata da uomo e donna, per sostituirla con forme alternative di famiglia, imporre la teoria gender; sdoganare del tutto i dieci comandamenti, cancellare il vangelo, eliminare Gesù Cristo, infine porre mattone su mattone per la costruzione del Nuovo Ordine Mondiale, con una religione sincretista, preludio dell’anticristo. Questo tema è anche letterario, non solo teologico, voglio dire che appartiene ad un sentore, diciamo così, ad un’avvertenza diffusa. Benson e Solov’ëv hanno scritto entrambi due romanzi insuperabili, in cui molte delle cose che stiamo vivendo erano state annunciate. Bergoglio afferma di continuo che non esistono più dogmi assoluti, che c’è la vida como viene, che non sono più necessari valori morali non negoziabili, insomma che deve dominare la cultura, appoggiata dal mainstream, dell’indifferente o, se si vuole, dell’indeterminato. Solo così realmente è aperta la strada all’anticristo". Perché sono pochi coloro i quali dentro e fuori la Santa Sede hanno il suo coraggio? "Non parlerei prima di tutto di coraggio, la parola coraggio non compare in quello che è il libro militante per antonomasia, cioè l’Apocalisse. Coloro che resistono al fascino della bestia, che sarebbe l’anticristo, e ancor prima il drago rosso, che non si prostrano ad adorare la bestia e che non si fanno marchiare con il karagma, dice il testo greco, cioè il marchio della bestia, non sono quelli che hanno più coraggio degli altri. Quindi il punto di partenza non è coraggio, ma la parola decisiva è hypomoné, che viene dall’alto, e che significa resistenza, costanza, pazienza, perseveranza. Più che di coraggio parlerei dunque di un dono che viene dall’alto, che Dio accorda a coloro che credono nel Suo aiuto, che decidono si schierarsi dalla parte giusta, e perciò resistono fino in fondo con l’aiuto di Gesù Cristo, Agnello vittorioso, come dice l’Apocalisse, e della Donna vestita di sole (Ap 12) che è la Beata Vergine Maria". Se la parola di Gesù è verità, perché i suoi ex colleghi abbracciano con tanto amore la menzogna? "In realtà non sono ex colleghi, ma confratelli. Quello nostro non è un servizio a ore, ma il sacerdote è sacerdote a tempo pieno. Comunque, questo andrebbe chiesto a loro. Non mi sono fatto problema ad avanzarmi perché credo in quello che faccio, e vorrei aspettarmi che questi confratelli si sveglino come la Bella Addormentata nel bosco della menzogna, e soprattutto escano e scendano in campo per proteggere il santo gregge di Cristo. Non è un’opzione ma un dovere del pastore di proteggere il gregge dai lupi". Lei crede in una salvezza per la Chiesa? "Io credo che la Chiesa è fatta per la salvezza, cioè la Chiesa Cattolica è stata fondata da Gesù Cristo, che ha detto in Mt 16,18 le porte degli inferi non prevarranno. Quella a cui stiamo assistendo è sicuramente la battaglia finale, dal sapore apocalittico, ma la Madonna ha detto a Fatima che il suo Cuore immacolato trionferà, e questo vuol dire il trionfo stesso della Chiesa. Credo che la Chiesa abbia già vinto, perché l’esistenza di questo Piccolo Gregge è la disfatta dei nemici. In fondo, sul piano teologico, non si dovrebbe neppure parlare di una salvezza per la Chiesa, ma piuttosto di una Chiesa per la salvezza delle genti. Negli Anni Settanta, Ratzinger e von Balthasar scrissero un libretto: Perché sono ancora cristiano. Perché sono ancora nella Chiesa. Ecco, là si trovano le risposte di un nostro convinto persistere nella Chiesa Cattolica: essa è la navicula Petri, la barca di Pietro che, come ha attraversato i flutti della storia, supererà certamente anche questa fase così critica e prolungata".
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Chissà se non siamo noi questo Piccolo Gregge, di cui i media non parlano quando ci raduniamo in migliaia, salvo poi vedere i giornalisti sotto casa mia, assediarmi per provare a tutti i costi le tracce di uno scoop. Peraltro io ho pure subito alcuni procedimenti penali, e grazie a Dio sono risultato innocente". Papa Ciccio, per gli altri Papa Francesco, secondo molti sta scrivendo il Vangelo secondo Bergoglio. Lei ne comprerà una copia? "Beh, ne prenderei qualche copia per conservarla ai posteri al fine di farli riflettere sul grado di profondo degrado della fede cui ci siamo ridotti con questo falso papa. Questo è un punto decisivo dell’intervista, e mi approccio a questa Magna Quaestio con un duplice sguardo. Il primo, quello da teologo. Bergoglio non è papa, non perché è eretico, ma è eretico perché non è il papa. Il papa possiede il munus petrino (cfr. “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa”, Mt 16,18), il munus pascendi, il munus regendi. Il papa è colui che conferma i fratelli nella fede. Da teologo, io so che il papa non può essere pertinacemente eretico, altrimenti la promessa di Gesù sarebbe falsa: su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno (Mt 16,18). Si prova sempre una sensazione indescrivibile quando, sostando dinanzi all’altare del Bernini a San Pietro, si leggono sulla cupola le parole appena citate. Si ha come la certezza interiore che sono vere, eppure se Bergoglio è il papa, allora è stato soltanto un grosso bluff, perché al cattolico di formazione media o con una coscienza ancora sveglia non risulta difficile constatare che, per la prima volta in duemila anni di Chiesa, c’è un Papa (che, grazie a Dio, non è tale) che prima smentisce Gesù, poi riscrive il Vangelo. La chiamano apertura ai tempi, e invece è palese tradimento. Un nuovo Iscariota è comparso, e siede sul trono di Pietro. Da pastore, da sacerdote, poi, oltre alla denuncia sul mio seguitissimo canale Youtube Radio Domina Nostra (tre volte hackerato), ho avviato con tenacia una campagna di informazione pubblica, perché la gente sapesse come stavano le cose nel 2013, quando Benedetto XVI è stato costretto alle dimissioni ed è stata imbastita la messinscena di un conclave manovrato già in anticipo. È tutto documentato, peraltro, nei miei libri – giacché mi dedico anche alla pubblicazione di testi – in particolare “Pietro, dove sei?” (2020) e, più di recente, “Chiesa, dove vai?” (2024). Nel frattempo, un ottimo lavoro di inchiesta è stato portato avanti, in questi anni, dal giornalista Andrea Cionci, con il libro, ormai noto, Codice Ratzinger”. Come spiega lei questa brutalità di Bergoglio? É un uomo cattivo? É al servizio di chissà quale potere forte? O semplicemente è incosciente? "Direi che c’è tutto questo insieme di ingredienti. Io non mi sono mai interessato di esaminare – nemmeno nel mio libro Pietro, dove sei?, cui è seguita l’ultima pubblicazione Chiesa, dove vai?, in cui esamino la situazione della Chiesa – non mi sono mai interessato, dunque, di entrare nello specifico di Jorge Mario Bergoglio sul conto del quale ci sono parecchi buchi neri. Per esempio, non si possiede un documento che attesti la validità della sua ordinazione diaconale – cosa clamorosa per chi si dice papa – oppure le ombre nere sulla sua attività durante il regime in Argentina, e soprattutto – aspetto inquietante, perché psichiatrico e psicoanalitico – Bergoglio ha ammesso di essersi sottoposto a sedute psichiatriche presso una psicoanalista ebrea (per chi crede nella forza della preghiera e della fede, queste cose inducono a riflettere). Inoltre, il superiore generale dei gesuiti, padre Peter Hans Kolvenbach, quando Bergoglio era stato candidato a vescovo, si era opposto nettamente, definendolo bugiardo e dall’animo doppio, ma poiché era protetto dalla massoneria internazionale da molti anni (il suo nome d’arte era “Monna Lisa”, per via del temperamento evanescente), ha ottenuto l’ordinazione episcopale.
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Siamo alla fine della nostra chiacchierata, le lascio questo spazio per lanciare un messaggio a tutti coloro i quali non sanno cosa fare e cosa pensare. "Questo è il tempo della speranza, la luce del Cristo risorto dal sepolcro vuoto non ha smesso di brillare. È un tempo di speranza, è un tempo giovane, di fiducia e di grazia. Non dobbiamo perderci d’animo. La marcia decisiva è di tipo mariano. Con la corona del rosario tra le mani, con una grande devozione alla Madonna, con questa connotazione mariana possiamo andare avanti, dobbiamo andare avanti. Il Signore cammina con noi e certamente ce la faremo. Nell’Apocalisse, troviamo un’espressione splendida: enìkesen ò lèon, ha vinto il Leone. Il leone è il Kyrios, il Cristo Signore. Forse il modo più suggestivo per concludere è di porci innanzi al catino absidale del Duomo di Monreale, dove domina glorioso il Pantokrator, l’Onnipotente. Ecco, lì, in Lui, in quello sguardo, c’è la cifra onnicomprensiva del mondo e della storia, tanto personale quanto collettiva. La Chiesa di Roma vive, come sposa, per Lui, per il Cristo".
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Perché condannarmi e togliermi l’abito? La cosa più ovvia che avrebbe dovuto fare il papa della misericordia era di rispondere a questi dubbi, di mettere in luce che non sono fondati e quali sono i motivi della loro infondatezza. Poteva ancora, se veramente si ritiene il papa della misericordia, chiarire i miei dubbi che, oggi, sono quelli di centinaia di migliaia di coscienze in Italia e nel mondo, e invece ha messo il pollice in giù, avviando una campagna diffamatoria, per conto dei media, contro il sottoscritto, che credo sia senza precedenti. Non c’è mai stata una risposta, per il solo fatto che non possono rispondere, essendo vere le cose dette. Ho quindi dovuto pagare di persona, subendo l’atto vigliacco e di debolezza. Vigliacco, perché fatto con acrimonia – nel documento di consegna è prevista la dispensa nel caso volessi sposarmi – e di debolezza, perché solo quando non hai argomenti, diventi aggressivo e colpisci l’avversario. Quel che realmente penso è che ora, da quelle parti, abbiano preso coscienza che non ci fermiamo. Siamo divenuti una realtà con cui fare i conti. Esigiamo chiarezza sul conto delle dimissioni di Benedetto XVI nel 2013, quando non ha consegnato il munus petrino a norma del canone 332 § 2 del CJC, e ancor più sul conclave dello stesso anno, in cui Bergoglio era da tempo indicato dalla Mafia di San Gallo come candidato al trono. Troppi indizi, molte prove, eppure da Roma o silenzio o persecuzione senza precedenti. Del resto, che il cosiddetto Papa Francesco sia palesemente in rotta di collisione con il vangelo e con la Parola di Dio, con gli stessi comandamenti di Dio, è ormai chiaro. Quelli che chiama cambiamenti sono palesi agguati al deposito intangibile della fede. Dicevo che noi siamo una realtà. Abbiamo un Sodalizio Sacerdotale con preti italiani e stranieri, che certamente crescerà, un Seminario con una dozzina e più di giovani (mentre Diocesi prestigiose chiudono i Seminari per mancanza di vocazioni), una comunità di consacrate, due realtà associative laiche, e soprattutto un intero popolo che viene agli incontri di preghiera – che siamo costretti a vivere nelle sale degli hotel – in parecchie migliaia, come a Bologna nell’ottobre del 2023, o a Roma (dicembre 2022 e giugno 2023), o Milano (febbraio 2024). Martin Luther King diceva ai nemici che li avrebbe amati fino in fondo, ma che li avrebbe vinti, perché la persecuzione e la condanna lo rafforzavano nelle sue convinzioni. Pensi che in otto preti totalizziamo sei scomuniche! Un record che dovrebbe far riflettere. Siamo comunque certi della vittoria, perché confidiamo nell’aiuto di Dio e della Santa Vergine. E perché teniamo la schiena dritta, sicuri della vittoria". Cosa intende per "piccolo gregge"? "L’espressione di Piccolo Gregge non è mia. Solitamente adopero più volentieri l’espressione Piccolo Resto, parola biblica che richiama una difesa oltranzista della Torah data a Mosé, in tempi di persecuzione, da parte di pii ebrei non disposti a piegarsi ai ricatti del potere dominante. Pensiamo al Libro dei Maccabei, dove si concretizza la resistenza, la hypomoné, che identifica e connota il Piccolo Resto. Indica la volontà di non piegarsi all’apostasia della fede, resistendo, se necessario, fino al martirio. Nel Nuovo Testamento, troviamo l’espressione “non temere piccolo gregge” (Lc 12,32). Il tema del Piccolo Resto è stato adoperato da Benedetto XVI nel 1969, che ne profetizzò l’avvento, annunciando l’avvento di un cristianesimo irrilevante e clandestino, ma che avrebbe salvaguardato la fede in piccoli cenacoli di preghiera e di resistenza dell’identità cattolica, in un tempo in cui l’istituzione romana avrebbe smarrito sé stessa. Di Piccolo Gregge, invece, parlava Paolo VI a Jean Guitton nel 1977, un anno prima di morire, durante un’intervista. Il papa, addolorato, vedeva la contestazione, la perdita della fede e l’avvento di un pensiero non più cattolico, e si domandava se non fosse il momento della fine dei tempi, dove il pensiero non cattolico rischiava di diventare quello dominante.
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La vicenda più clamorosa è costituita da quella del mosaicista di fama mondiale, padre Rupnik, che Bergoglio ha protetto, mentre asfalta chi gli è di peso, gridando la verità. Oppure pensiamo all’artista Andrea Serrano che ha immerso nell’urina il crocifisso, che è stato ricevuto e benedetto da Bergoglio. Non poteva non sapere chi fosse, e se non lo sapeva, comunque è prova che il marcio è più diffuso, in Vaticano, di quanto si possa pensare. Allora Roma in questo momento non è il faro di luce per più di un miliardo di cattolici, ma la sede di satana, dell’anticristo, della menzogna, e Bergoglio ne è il rappresentante più esimio. Anche significativo è il bisogno di rivalutare Giuda Iscariota, il traditore, in cui è entrato il diavolo (cfr. Gv 13,27). Bergoglio sa di essere come Giuda Iascariota, che ha tradito Gesù, mentre lui ha tradito e venduto la Chiesa ai poteri forti mondiali, col silenzio complice di vescovi e cardinali". A proposito di incoscienza, tra reverenze alla Porta dell'Inferno esposta al Quirinale, genuflessioni a divinità pagane e, non ultima, l'affermazione secondo la quale il Dio unico non esiste, lei come si spiega che il popolo cattolico taccia? "Intanto bisogna capire cosa si intende per popolo cattolico, perché lei sa che se è inteso come quello dei battezzati, allora non esiste come popolo ma come gruppo di battezzati all’anagrafe, nei registri di battesimo, non come appartenenza identitaria. Alla stragrande maggioranza della gente battezzata che non va in chiesa non interessano i gesti compiuti da Bergoglio. Invece, per quello che riguarda un’appartenenza convinta, questa è spaccata in due. C’è infatti quella che ho chiamato per primo – con un neologismo ormai diffuso – del mondo UNACUM, formata da quelli che sono preoccupati della situazione nella Chiesa, ma che si ostinano a stare con Bergoglio per questioni non proprio nobili, soprattutto per interesse trasversale, di custodia dei privilegi. Questo mondo si lamenta di continuo, con un incessante cahiers de doléances, ma è su un cul de sac senza via di uscita, perché infine riconosce Bergoglio come papa, eludendo ad ogni costo la magna quaestio della sede impedita di Benedetto XVI e il fatto che abbia trattenuto il munus petrino, senza consegnarlo, come si diceva. Non s’è mai visto in duemila anni di Chiesa due papi vestiti allo stesso modo, abitare entrambi in Vaticano! Ricordo il dialogo con una delle persone che abitano nei salotti patrizi di Roma, che era d’accordo col fatto che Bergoglio fosse un problema, ma guai a non chiamarlo papa, perché questa persona ha un parente che insegna nelle scuole e presso atenei cattolici. Quindi queste persone non si mettono contro il sistema, perché il prezzo da pagare è altissimo. Poi c’è la realtà del Piccolo Resto, che ha deciso di venir fuori dalla falsa chiesa. Tra le situazioni da lei elencate, quella che merita più attenzione è il piazzamento di Pachamama in Vaticano, nell’ottobre 2019, col pretesto del Sinodo sull’Amazzonia, che è costato alla chiesa cattolica l’insieme di immagini della vergogna, in cui vescovi e preti, suore e frati, si sono prostrati in ginocchio ad adorare un idolo pagano, oppure lo portano in processione. Quel simbolo pagano non ha motivo di essere portato in Vaticano, se non perché c’è un progetto di distruzione di matrice diabolica, quindi soprannaturale. Questa coltre di persone, a partire da Bergoglio, sono lì per permissione divina, ma la Madonna ha promesso a Fatima il trionfo del suo Cuore immacolato, e noi stiamo combattendo per aiutarla. In generale, si assiste non semplicemente all’oblio della fede, ma all’eclissi della ragione, come aveva annunciato Chesterton, il quale sosteneva che sarebbe presto giunta la stagione in cui i credenti avrebbero dovuto difendere appunto la ragione". Secondo la sua visione, qual è l'obiettivo vero di Bergoglio?
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L'INTERVISTA Il più volte scomunicato Don Alessandro Minutella al GdI: "Quella di Roma oggi non è la Chiesa cattolica, ma una loggia massonica" - ESCLUSIVAIn un'intervista fiume ai nostri microfoni, il nemico pubblico numero uno di Papa Francesco non le manda a dire e spiega le ragioni per le quali considera quella attuale come la Chiesa che abbraccia l'Anticristodi Aldo Luigi Mancusi27 Aprile 2024 CONDIVIDI Guerre Puniche a parte, Don Alessandro Minutella, teologo ed ex sacerdote palermitano, è stato accusato di tutto. Potremmo terminare questa introduzione alle sue parole così, senza fare un soldo di danno, ma non sarebbe corretto. La figura di Minutella è particolare, per certi versi divisiva, ma è senza dubbio affascinante e meritevole di attenzione. Fatto sta che il nostro parroco siciliano, fin dal primo momento in cui Papa Ciccio si è seduto sul Trono di Pietro, ha iniziato una vera e propria Guerra Santa contro quello che, Diritto Canonico alla mano, ha definito un Pontefice illegittimo. Una lotta portata avanti incurante delle probabili e pesantissime conseguenze, armato semplicemente di un canale Youtube (Radio Domina Nostra) e tanta fede. Morale della favola, le probabili conseguenze sono diventate delle certezze e, dal punto di vista ecclesiastico, ha perso tutto, in primis l'abito sacerdotale, perché è stato scomunicato più volte per eresia e tentato scisma, un record che neanche ai tempi di Bonifacio VIII si era visto. Conseguentemente ha dovuto abbandonare la sua parrocchia e gli spazi in essa inclusi, ma non si è arreso. Così, con una certa caparbietà che molti potrebbero definire incoscienza, ha continuato la sua battaglia davanti una telecamera, non interrompendo per un solo giorno la propaganda contro il "falso Papa", analizzando di questo ogni parola, azione, finanche le espressioni facciali. Mai abbandonato dai suoi fedeli, in poco più di un anno, quello che fin dall'inizio ha definito il Piccolo Resto (riprendendo l'esempio biblico di Mosé) oggi è diventato una comunità composta da decine di migliaia di cristiani che riempiono i palazzetti di tutto il nostro Paese, comprese le nuove fiorenti comunità all'estero. Alcuni, osservando i risultati di Minutella parlano di miracolo, noi preferiamo un approccio più laico e parliamo di meritato successo ma, quale che sia la verità, non potevamo certo ignorare il nemico più acerrimo dell'attuale Vescovo di Roma. Di Aldo Luigi Mancusi Allora, Don Alessandro, scomunicato, dileggiato, offeso e ridicolizzato, eppure è ancora qua, come se lo spiega? "Direi che quel eppure è ancora qua dovrebbe essere trasformato in un proprio per questo è qua, nel senso che calunnie, offese, persecuzioni, e soprattutto le scomuniche, sono espressione di una testimonianza efficace, che inevitabilmente suscita una reazione incontrollata da parte dei miei detrattori, mentre a me procura piuttosto passione e certezza della vittoria. Le porterò un esempio recente. Nei giorni scorsi mi trovavo a leggere un libro in cui un pool di scienziati dimostra l’esistenza di Dio a partire da prove scientifiche. Questa affermazione ha messo in crisi lo statuto ufficiale della scienza che è portata a negare l’origine dell’universo da Dio e, dunque, l’esistenza di Dio, anche perché buona parte della scienza è di matrice atea e marxista. Questo ha comportato uno screditamento e boicottaggio nei confronti dei luminari che hanno parlato di big bang e di fine termica dell’universo, proprio perché dicevano la verità. Generalmente i docenti universitari che accreditavano queste tesi venivano allontanati o sospesi. Se applichiamo questo comportamento alla storia del pensiero umano, notiamo come tutti quelli che hanno detto la verità – a partire da Gesù Cristo, che è la Verità – hanno dovuto conoscere questa opposizione (antiloghia, in greco). Il logos è una parola ricca di significati, che si impone da sé, perché tutto deve essere secondo il logos, katà logon. Allora l’antiloghia possiamo considerarla come opposizione al logos. Sto
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potuto parlare del vieillissement della fede, l’invecchiamento della fede, che è qualcosa di analogo all’invecchiamento dell’istituzione ecclesiale. Dove ancora oggi i fedeli possono trovare lo Spirito? Dostoevskij nei Fratelli Karamazov descrive l’entusiasmo del giovane Aleksej che scopre il mondo di Dio, anche se poi questo entusiasmo dovrà misurarsi con le sfide del tempo e del mondo. Per quanto mi riguarda, resto anch’io talora sorpreso dall’entusiasmo che, nonostante le prove, aumenta, e che si chiama fervore, gioia del servizio, annuncio appassionato e instancabile. Non è certo incoscienza o spavalderia, è unicamente questo: missione". Qual è stato il suo primo pensiero una volta che le hanno tolto le vesti? "È una domanda molto personale, per cui sarei tentato di non rispondere. C’è da dire soprattutto che stiamo parlando di un sacerdote ordinato 25 anni fa, mandato parroco nelle periferie più squallide e grigie di Palermo, facendole rinascere pastoralmente e spiritualmente. Nel frattempo ho conseguito due Dottorati in Teologia, scrivendo diversi libri, mi sono impegnato molto sul fronte della formazione delle coscienze, ho lavorato sodo con i giovani, ho lavorato accanto alle famiglie, ho speso tutto me stesso in questi 25 anni. Quindi quando giunge la notizia – nonostante la condanna sia invalida perché erogata da un falso papa – che devo appendere l’abito talare nell’armadio, non l’ho presa a cuor leggero. Non immaginavo che Bergoglio fosse così spavaldo da provare a osare anche questo passo. Per conferire una riduzione allo stato laicale – o dimissione dallo stato clericale – è necessario che ricorra una delle tre condizioni previste dal Diritto Canonico, nelle quali ovviamente non mi ritrovo. Quel che appare grottesco è che Bergoglio vuol far credere ad una chiesa della misericordia e del vangelo, mentre batte ogni record, in questi due millenni, di condanne e scomuniche a suon di Diritto Canonico! Si tratta di un’ingiustizia che attende di essere riparata; prima o poi da qualche parte verrà la verità. Le condizioni, dicevo, sono: invalidità dell’ordinazione presbiterale (io sono stato validamente ordinato il 27 dicembre 1999, e questo fa di me il primo prete giubilare, essendo iniziato due giorni prima il grande Giubileo del 2000, voluto da Giovanni Paolo II). La seconda condizione è la richiesta, avanzata da parte del sacerdote, della dismissione dall’abito clericale perché non ha più le motivazioni che lo spingono a proseguire l’esercizio del sacerdozio, e mi sembra che il mondo intero sappia che non è il caso di don Minutella. Io sono più che mai felice di essere prete, sono sacerdote fin nel midollo osseo, e la gente questo lo sente, lo percepisce. E poi, scherzosamente, amo dire, parafrasando la celebre espressione cartesiana “cogito ergo sum”, che nel mio caso vale in un altro modo: sacerdos, ergo sum. Allora resta il terzo motivo: i delicta graviorum, i delitti morali che creano uno scandalo così grande, compiuti da un sacerdote, da meritare una così grave punizione, come può essere la pedofilia. Non c’è nessuno di questi tre campi che ho invaso, grazie a Dio. Nessuna delle tre condizioni sussiste nel mio caso. Dunque l’unico delitto che avrebbe meritato una condanna era di aver gridato al mondo intero che Bergoglio non è il papa, a norma delle leggi della Chiesa. Mi ascrivo il merito di essere stato il primo a dirlo, e se oggi la quaestio magna si diffonde a macchia d’olio, se finalmente se ne comincia a parlare, è proprio perché Don Minutella per primo, e da solo, si è esposto. E questo per i lupi vaticani è un delitto imperdonabile. Allora compiono un abuso di potere, perché il Codice di Diritto Canonico, che regolamenta la vita della Chiesa, prevede che l’esecutore di un atto amministrativo deve sospendere l’applicazione dove ci siano ragionevoli dubbi. Ecco, io ho sollevato dei dubbi.
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