Lo Squillo di Gilberto Trombetta

Domenica sera a partire dalle ore 21 si terrà su IGNIS Tv una tavola rotonda in vista delle elezioni europee a cui parteciperanno i portavoce della maggior parte dei partiti antagonisti all'attuale sistema: 1) Luciano Tovaglieri, moderatore (IGNIS) 2) Ugo Rossi (Insieme Liberi) 3) Alessandra Contigiani (3V) 4) Moreno Pasquinelli (Fronte del Dissenso) 5) Claudia Placanica (Ancora Italia) 6) Gilberto Trombetta (Fronte per la Sovranità Popolare) 7) Ludovico Vicino (Pro Italia) 8 ) Lillo Musso (Forza del Popolo) https://www.youtube.com/live/hRZrlovwvLs?si=WP8dn5r8GSCmSOcd

Case green, perfino Bankitalia invece dei nostri fa gli interessi di Bruxelles - Gilberto Trombetta Banca d'Italia suggerisce di "subordinare la locazione degli immobili al rispetto di standard minimi di efficientamento energetico". Ecco cosa vuol dire avere una Banca Centrale indipendente. Indipendente dagli interessi nazionali ma dipendente dagli interessi dei grandi capitali esteri. E da Bruxelles. In Italia ci sono più di 1,8 milioni di edifici a rischio frana, 2,7 milioni a rischio idrico e 12 milioni a rischio sismico. Metterli in sicurezza costerebbe circa 120 miliardi di euro. Ma secondo UE e Bankitalia dobbiamo spenderne più del triplo per fare le case green. "Lo Squillo" del Venerdì è una rubrica a cura di GILBERTO TROMBETTA giornalista economico, portavoce nazionale del “Fronte per la Sovranità Popolare”. ➡️ Guarda il video qui: https://ivdp.it/14646-2/

La liberazione la festeggeremo quando ci libereremo delle loro basi sul nostro territorio. Quando smetteremo cioè di essere una colonia a stelle e strisce.

Quello che Riccardo si è dimenticato di dirvi è che fino al 2017 il Portogallo ha realizzato una sfilza di deficit calorosamente più alti di quelli italiani: un deficit medio annuo del 5,8% (con picchi dell'11,4%) e cumulato del 92,2% tra il 2000 e il 2015. Nello stesso periodo l'Italia ha registrato un deficit medio del 3,1% (51,1% cumulato). Il rapporto debito/PIL del Portogallo è cresciuto del 107%, passando dal 54,2% del 2000 al 112,4% del 2022. Scegliendo opportunamente il campione, si può dire qualsiasi cosa...

Secondo le note della comunità di X, in Italia non c'è mai stata austerità. La comunità per confermare questa bufala cita l'Osservatorio sui conti pubblici di Cottarelli e Confindustria (🤡🤡🤡). Peccato che l'Italia dal 1992 a oggi abbia fatto 27 anni di avanzi primari, cioè di taglio della spesa pubblica al netto degli interessi sul debito. Per un totale di quasi 1.000 miliardi di euro. Quello che andava fatto notare ad Andrea Orlando è che a lamentarsi del ritorno dell'austerità sia un deputato del PD. Cioè del partito che più di altri quell'austerità l'ha imposta.

La UE non va ripensata. Va distrutta per poi cospargere di sale le sue rovine di modo che non rinasca mai più.

Mentre da quando la BCE ha alzato i tassi di interesse le banche hanno registrato profitti vergognosi lucrando su noi correntisti (aumentando i tassi per i prestiti ma non per i depositi), ai Deputati Banca Intesa ha offerto un rendimento del 5,6%. Cioè 28 volte superiore a quello medio di noi comuni cittadini (0,2%).

Tutti gli eurodeputati italiani si sono astenuti o hanno votato contro il nuovo Patto di (in) stabilità e (de)crescita. Tutti tranne Lara Comi di FI, Herbert Dorfmann della Svp e Marco Zullo di Renew Europe che hanno votato a favore. Ha votato a favore anche Sandro Gozi che però è stato eletto nelle liste francesi. Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e il PD si sono astenuti. Hanno votato contro il M5S e gli ex M5S entrati nei Verdi.

Non esistono i fondi europei. Si tratta di una parte dei soldi che ogni anno l'Italia dà alla UE per finanziarla e che tornano indietro ma vincolati a condizioni, tempistiche e regolamentazioni molto stringenti. Alle difficoltà create appositamente dalla UE si aggiungi gli effetti decenni di austerità, di blocco del turnover e di esternalizzazioni (tutte cose richieste dalla UE) che ci hanno regalato una PA cronicamente sottodimensionata e priva delle competenze tecniche necessarie.

Il nuovo Patto di (in)stabilità e (de)crescita prevede politiche di austerità (cioè taglio della spesa pubblica) e riforme lacrime e sangue per i Paesi che violano i parametri europei (deficit/PIL superiore al 3% e debito/PIL superiore al 60%). La manovra sarà scritta da Bruxelles. L'Italia potrà solo scegliere se tagliare la spesa pubblica dello 0,6% ogni anno per 7 anni o dell'1,15% ogni anni per 4 anni. Alla fine il taglio cumulato complessivo sarà comunque superiore al 4%. Ciò di circa 100 miliardi di euro l'anno. Dal computo della spesa pubblica saranno scorporati i soldi che ogni anno diamo alla UE per finanziarla. Oltre al danno, la beffa. Dalla UE non basta uscire. Va distrutta per poi cospargere di sale le sue rovine di modo che non rinasca mai più.