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La via di Gramsci

Per una nuova egemonia

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LOTTA ALL'OPPORTUNISMO: IDEOLOGIA E ONTOLOGIA COMUNISTA. Queste parole significano l'essenza dell'ideologia comunista. Al tempo di Gramsci il nemico culturale e politico era ben identificato. Egli scelse la strada della coerenza e dell'intransigenza contro ogni forma di compromesso che avrebbe potuto portargli vantaggi ed evitare molti guai. Eppure, essere Ideologia è diverso da fare ideologia. Tanti oggi si possono dire anche " comunisti ". Tuttavia, assistiamo a conferenze che, nel nome di tematiche in apparenza legittime ( Ucraina, Palestina, vaccini...etc...) o nel nome della lotta al Politicamente Corretto o nel nome dell'antisistema..., mettono a confronto personaggi che dovrebbero essere divisi dalle loro storie politiche e personali. Il grande pericolo che si cela dietro questo comportamento è quello di confondere la Dialettica e la radice ontologica della parola " comunista" che , come Gramsci ci insegna, ha un significato definito storicamente. I nemici ideologici sono e saranno sempre tali. Nessuna alleanza si può concepire, nemmeno su temi di profonda discussione, dove, peraltro, non si dovrebbero avere nemmeno delle convergenze. Chi adotta questo assetto dialettico lo fa perché ha rinunciato alla ideologia socialista nel nome e per conto di una logica personalista tipica dei " partiti persona", necessari alla struttura neo liberista il cui dominio è tale da condizionare anche le azioni delle soggettività che si vorrebbero identificare dentro l'identità socialista.
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" Mi sono sempre rifiutato di fare delle raccolte sia pure ristrette. Il Prof. Cosmo voleva nel '18 che gli permettessi di fare una cernita di certi corsivi che scrivevo quotidianamente in un giornale di Torino. Egli li avrebbe pubblicati con una prefazione molto benevola e molto onorevole per me, ma io non volli permettere. Nel novembre del ' 20 mi lasciai pervadere da Giuseppe Prezzolini a lasciar pubblicare dalla sua casa editrice una raccolta di articoli che in realtà erano stati scritti su un piano organico, ma nel gennaio del '21 preferì pagare le spese di una parte della composizione già fatta e ritirai il manoscritto. Ancora nel '24 l'onorevole Franco Ciarlantini mi propose di scrivere un libro sul movimento dell'Ordine Nuovo che egli avrebbe pubblicato in una sua collezione dove erano già usciti i libri di MacDonald, di Gompers, etc...; [...] Avere pubblicato un libro da una casa editrice fascista in queste condizioni era molto allettante, pure rifiutai" LETTERE DAL CARCERE.
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Buon 2024 a tutti. La lotta ideologica per la costruzione di un Umanesimo Comunista continua.
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Fermare la fascistizzazione del pensiero comunista è, oggi, prioritario. Populismo, complottismo, opportunismo, sono state le armi vincenti del Movimento 5 Stelle. L'affermarsi di questo stile politico ha rallentato il processo di maturazione dialettica e, di conseguenza, di una coscienza di classe. Emanciparsi per riconoscere i pericoli e gli inganni è fondamentale, oggi forse più di ieri.
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La distorsione delle radici ideologiche

Nell'analisi del panorama politico contemporaneo, si osserva un fenomeno inquietante: molti intellettuali e dirigenti politici della sinistra, pur rivendicando un'ideologia progressista, si formano su basi teoriche ambigue o addirittura orientate a destra. Questa tendenza non è nuova: ricordiamo come in passato figure come Mussolini fossero influenzate da autori come Sorel, Schopenhauer e Nietzsche, e oggi da pensatori come Heidegger e Carl Schmitt. Questo ampio spettro di influenze, spesso interpretate in chiave di sinistra, può portare a una distorsione delle vere radici marxiste, leniniste e gramsciane. Parallelamente, la critica legittima alla sinistra liberale rischia di intraprendere una direzione pericolosa, quella del socialismo nazionale. Questo percorso minaccia di confondere le acque, avvicinandosi pericolosamente alle posizioni rossobrune, che storicamente hanno funto da copertura all'estrema destra. Questa deriva si manifesta in diversi aspetti. Per esempio, nell'intento di riaffermarsi come punto di riferimento per il proletariato moderno, si finisce per accettare acriticamente i pregiudizi e l'ideologia dominante, anziché sviluppare una coscienza di classe rivoluzionaria. La prospettiva nazionale, che dovrebbe essere la base per un internazionalismo sano, viene scambiata per una subalternità alla cultura nazionalista, spesso cavalcata dall'estrema destra. Analogamente, la giusta critica al femminismo e all'ambientalismo liberali si trasforma in negazionismo climatico e machismo. La critica al pacifismo della sinistra borghese si tramuta in un culto della violenza, caratteristico di una cultura di destra. La necessaria critica al politicamente corretto si trasforma in una contiguità con le posizioni della destra "sociale", confondendo la sovranità popolare con una utopistica e equivoca sovranità nazionale, soprattutto in contesti imperialisti.

Non si giustifica cio che dice in questo video la Granato...ma lo si propone solo con il fine di apprezzare il modus operandi del marcorizzismo.
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« Cultura, non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri. Cultura è la stessa cosa che la filosofia… ciascuno di noi è un poco filosofo: lo è tanto più quanto più è uomo… Cultura, filosofia, umanità sono termini che si riducono l’uno nell’altro […]. Cosicché essere colto, essere filosofo lo può chiunque lo voglia. Basta vivere da uomini, cioè cercare di spiegare a se stessi il perché delle azioni proprie e altrui, tenere gli occhi aperti, curiosi su tutto e tutti, sforzarsi di capire; ogni giorno di più l’organismo di cui siamo parte, penetrare la vita con tutte le nostre forze di consapevolezza, di passione, di volontà; non addormentarsi, non impigrire mai; dare alla vita il suo giusto valore in modo da essere pronti, secondo le necessità, a difenderla o a sacrificarla. La cultura non ha altro significato. » Antonio Gramsci, “Quaderni del Carcere”
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