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STORIA VERA DI PANDEMIA E VERITÀ. ANNO 2020.
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Voglio raccontarvi un episodio che, salvo qualche amico del comitato,
non ho mai raccontato a nessuno e ne comprenderete il motivo.
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La storia incomincia nel 2018 quando, fermato arrogantemente dalla polizia, mi rifiuto di sottopormi ad un controllo. Ne nasce un parapiglia fra gli sbirri, me e gli amici che erano con me e che diventa un processo penale.
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Vengo condannato a 6 mesi ma la pena è convertita in alternativa e posso scontarla ai servizi socialmente utili.
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Poichè ho sempre fatto volontariato per i senzatetto chiedo di poter essere assegnato ad una struttura che se ne occupi. Riesco a farmi assegnare alla Olus '
La Locomotiva' che gestisce una grande struttura di accoglienza del quartiere Stella, nello storico Rione Sanità.
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La giustizia considera una pena ciò che per me è un piacere, perché quello dei senzatetto è un mondo incredibile e forse solo in pochi immaginano che per strada ci finiscano dal richiedente asilo sino all'aristocratico caduto in disgrazia.
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Inizio il mio periodo di affidamento nel CLOU del periodo "pandemico", fra l'autunno 2020 e l'inverno 2021.
Mi assegnano al guardaroba, un lavoro comodo ma tedioso, poiché ha pochissimo rapporto col 'pubblico'.
🚩Nel centro accoglienza le regole sono nel contempo rigide e ridicole, con gli
ospiti obbligati ad indossare mascherine non fornite dalla struttura e che quindi risultano sempre LURIDE (un senzatetto non ha di certo soldi da buttare per comprarsi una inutile mascherina).
All'ingresso si perpetua una folle imposizione disumana. Si misura la temperatura a tutti e chiunque abbia dai 37° viene lasciato fuori.
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Assisto a scene in cui senzatetto, spesso anziani, piangono disperati richiedendo di poter essere accolti per evitare di dover trascorrere la notte in strada, senza cena e senza una coperta. Rendetevi conto...lasciare di notte al freddo, spesso sotto la pioggia ed esposti al vento,
degli anziani che hanno la febbre. Come cazz* pensi che stiano domani? Meglio? Li uccidi, criminale!
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La prima accoglienza viene fatta ogni sera all'esterno e mi accorgo che nessuno degli operatori ama occuparsene perché fuori fa freddo e si è esposti alle intemperie in una zona dove il vento è obliquo e tagliente.
Chiedo allora di essere messo all'ingresso e, naturalmente "i furbi" che non vedono l'ora di mollare lo scomodo incarico a quello che considerano uno sprovveduto cadutogli a fagiolo, accolgono positivamente la mia proposta.
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Da quel momento, sino a quando ci sono stato io all'ingresso, nessuno è mai più rimasto fuori. Ho fatto entrare chiunque ed in qualsiasi condizione di salute. Facevo entrare tutti, anche persone con la febbre a 40.
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Risultato? Mai nessun contagio in struttura, centinaia di persone, alcune delle quali con evudenti sintomi e forti alterazioni della temperatura, e mai nessun "contagio di massa".
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Una struttura 'per gli ultimi' che discrimina gli ultimi degli ultimi. Che scifo, non l'avrei mai permesso e non capivo come potessero perpetuare un tale modello discriminatorio di gestione. Empatia...questa sconosciuta.
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Lascio la cooperativa poche settimane prima dell'inizio degli inoculi di regime e quando la totalità degli ospiti della struttura è stata vaccinata incontro un giorno casualmente per strada una 'collega' operatrice della struttura la quale mi racconta che un esteso focolaio Covid ha colpito il centro di accoglienza (guarda te alle volte le coincidenze). Io però avevo condotto un mio personale 'studio randomico e controllato' e quindi avevo chiaro il quadro di cosa fosse accaduto.
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IL PATOGENO ERA IL VACCINO!
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Ho commesso un reato contravvenendo a delle regole folli cercando di comportarmi da essere umano nei confronti di altri esseri umani? Me ne frego. Io starò sempre con gli esseri umani e mai con i bastardi che li discriminano.
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La cosa più bella? I senzatetto che mi fermano in strada per abbracciarmi ancora oggi. Fanculo il sistema, facciamoci guidare dal sentimento.
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Ugo Fuoco