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RangeloniNews

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❗️Per la prima volta la Federazione Russa ha dichiarato di essere pronta a colpire basi militari al di fuori dell’Ucraina Come riporta l’agenzia russa Ria Novosti, il Ministero degli Esteri russo ha dichiarato che
“l’ambasciatore (della Gran Bretagna, n.d.r.) è stato avvertito che in risposta agli attacchi ucraini con l'uso di armi britanniche verso il territorio della Russia potrebbero seguire azioni verso qualsiasi impianto militare e equipaggiamento britannico in Ucraina e al di fuori di essa”.
Il Ministero degli Esteri russo ha esortato la Gran Bretagna a “riflettere sulle conseguenze catastrofiche delle mosse ostili di Londra e confutare immediatamente le dichiarazioni di Cameron", il quale ha affermato che l'Ucraina può colpire il territorio della Federazione Russa con le armi ricevute da Londra.
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L’influenza degli Stati Uniti nell’Africa occidentale è sempre più limitata. In questi giorni il contingente USA in Niger sta facendo le valigie, sostituito da quello russo che già si trova nella stessa base. Intanto in Burkina Faso Washington rischia di perdere anche l’ambasciata. L’esercito Burkinabé, impegnato nella lotta al terrorismo, recentemente è stato accusato dai governi di Stati Uniti e Gran Bretagna di aver commesso crimini contro la propria popolazione, massacrando 223 persone. Le istituzioni locali e la popolazione definiscono infondate ed assurde le accuse ed inaccettabile il tentativo di discreditare l’esercito e di destabilizzare il paese. “Gli Stati Uniti sono la culla e lo sponsor del terrorismo, non accettiamo che coloro che hanno massacrato impunemente innocenti in Siria, in Iraq e in molti altri paesi del mondo ci accusino di crimini”, afferma Ibrahim, uno dei manifestanti giunti di fronte all’ambasciata americana. “Oggi siamo venuti qui in pace, vogliamo che ci chiedano scusa. Ma se dovessero continuare le provocazioni, torneremo per accompagnarli fuori dal nostro Paese”. Video della manifestazione di ieri: https://youtu.be/95sNj-dgFRM?feature=shared
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Nuove proteste anti-USA in Africa

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Repost from La terza ROMA
Domani gli ortodossi festeggeranno la Santa Pasqua. ▪️E proprio nella Settimana Santa la persecuzione contro la chiesa si fa più stringente. Per i religiosi ciò è normale, proprio perché Satana teme la resurrezione di Cristo che è portatrice di salvezza. Per i rappresentanti dei servizi ucraini è semplicemente un modo per fare pressione psicologica, anche perché sanno che i monaci effettuano in questo periodo un lungo periodo di digiuno e privazioni. ▪️ I servizi ucraini hanno effettuato una perquisizione nella casa del metropolita di Zaporozhye Luca e gli hanno consegnato un mandato di arresto con l'accusa di diffusione di odio religioso. Il solito reato d'opinione che tanto piace all'occidente, la colpa del metropolita e di non riconoscila chiesa scissionista e di avere detto ai fedeli che la salvezza dell' anima, può avvenire solo rimanendo nella chiesa canonica. Per questo è stato denunciato e rischia 6 anni di carcere. ▪️Ma il rischio di finire in carcere non ha scoraggiato il metropolita, il quale ha asperso di acqua Santa gli agenti che lo perquisivano e ha detto che pregherà per loro. ▪️Il metropolita (è la più alta carica religiosa ortodossa e corrisponde al cardinale della Chiesa Cattolica) Luca ha aggiunto che non prova“odio” nei confronti della "Chiesa non canonica dell'Ucraina", ma ha consigliato ai suoi parrocchiani di non aderirvi, perché in essa non c'è la salvezza
“Vogliono condannarmi per aver detto la verità. Perché ho detto la verità. Non in senso politico o geopolitico, ma la verità della nostra chiesa. Noi preghiamo per il nostro paese, per le autorità e per l'esercito. Perché questo è il nostro dovere, pregare perché le loro anime vengano illuminate. Anche se sono caduti nell'eresia, dobbiamo pregare per loro. Questo è quello che facciamo”, ha detto il metropolita.
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🇺🇸🇧🇫 Burkina Faso: “Gli USA se ne devono andare” Oggi nella capitale del Burkina Faso si è tenuta una partecipata manifestazione di protesta di fronte all’ambasciata statunitense. “USA terroristi”, hanno scandito più volte gli oltre mille manifestanti scesi in strada in difesa del proprio esercito impegnato nella lotta contro il terrorismo islamico, accusato dai governi di Stati Uniti e Gran Bretagna di crimini contro l’umanità. Per i manifestanti ed il governo locale si tratta di accuse infondate volte a discreditare l’esercito Burkinabé nonché a destabilizzare il Paese. L’ex colonia francese ha da tempo deciso di limitare drasticamente l’influenza di Washington e Parigi nella regione.
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Odessa, 2 maggio 2014 - Sono trascorsi 10 anni dalla strage di Odessa, quando una cinquantina di persone vennero barbaramente ammazzate da coloro che pochi mesi prima avevano - con altrettanta violenza - ottenuto il potere con un colpo di Stato in nome della democrazia e dei cosiddetti “valori occidentali”. La strage del palazzo dei sindacati di Odessa non avvenne per caso o per errore. No, fu un’operazione premeditata, nonché un preciso segnale da parte di Kiev verso coloro che non avevano accettato il colpo di Stato figlio del Maidan. Quel giorno le autorità ucraine vollero dimostrare che non ci sarebbe più stato margine per opposizione e pluralismo, ma solo violenta repressione. Fu Kiev a scegliere la via della guerra contro una parte della propria popolazione. L’Occidente stette a guardare e non fece nulla per scongiurare tutto ciò. Queste sono le fondamenta della guerra di oggi che molti continuano ad ignorare.
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Repost from La terza ROMA
Oggi a Montorio (VR) alla Festa del Popolo Veneto, grande successo della mostra fotografica sul Donbass di Vittorio Rangeloni, organizzata dall'associazione Vento dell'Est e presentata dal suo presidente Lorenzo Berti. Evento reso possibile grazie alla collaborazione dell'associazione Veneto Russia. A breve pubblicheremo in esclusiva alcune interviste ai relatori di questa interessante manifestazione. ❗ Dove a gran voce si è detto NO ALLA GUERRA E NO ALL'INVIO DI ARMI ALL'UCRAINA! https://t.me/terzaroma
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🇧🇫Burkina Faso, prime impressioni e immagini dalla “terra degli uomini integri” e breve aggiornamento sulla situazione in Donbass. https://youtu.be/kZKRiFHFnI8?feature=shared
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Alla scoperta del Sahel e aggiornamento sul Donbass

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Sabato 20 Aprile saremo a VERONA per presentare la mostra fotografica di Vittorio Rangeloni sui 10 anni di guerra in Donbass. Insieme a noi il Consigliere Regionale Stefano Valdegamberi e il fondatore dell'associazione 'Popolo Veneto' Vito Comencini. Segui 👉🏻 https://t.me/ventodellest2022 🇮🇹🕊🇷🇺
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Donbass, Battaglione Arcangelo Gabriele Sul fronte di Donetsk negli ultimi anni sono stati fondati diversi battaglioni ortodossi, composti prevalentemente dagli abitanti della regione richiamati alle armi dopo il 24 febbraio 2022 l, al fianco dei loro concittadini che avevano già esperienza nel conflitto. Il vicecomandante del battaglione è un ragazzo che combatte dal 2014, nato e cresciuto ad Artyomovsk (poi rinominata in Bakhmut). A poco più di vent’anni ha lasciato l’università dove studiava Farmacia, decidendo di difendere la sua terra insieme a suo padre, arruolandosi nelle milizie secessioniste. Poco dopo sua casa è finita sotto il controllo ucraino, fino allo scorso anno. Il ragazzo è impegnato su un altro fronte della regione, ma non nasconde che vorrebbe tornare nella sua città natale, anche solo a dare un’occhiata alla casa dove è cresciuto. Lui e altri veterani condividono le proprie conoscenze con i loro commilitoni: studenti, insegnanti, operai. Ad addestrare i nuovi soldati russi c’è anche un ex ufficiale dei corpi speciali della polizia ucraina in pensione. Nonostante l’età, si muove molto più agilmente di molti giovani, maneggiando il Kalashnikov come se fosse una parte del suo corpo. Appena metto mano alla fotocamera lui solleva il passamontagna: come molti soldati ha più paura di una macchina fotografica rispetto ai rischi legati al proprio lavoro. Non vuole che le foto con lui in divisa possano in qualche modo giungere a sua moglie, per non farla stare in pensiero: “è meglio che continui a pensare che mi occupo di edilizia”. Avevo raggiunto il poligono del battaglione senza sapere chi e cosa avrei trovato. Ma è bastato poco tempo per capire che un reportage solo sull’addestramento sarebbe stato riduttivo, trovando un gran numero di storie interessanti che avrei voluto approfondire e mostrarvi, ma i tempi ristretti (e la rottura della camera) non l’hanno permesso. Recupererò quando tornerò in Donbass.
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✈️ Dopo una giornata di viaggio, nel pomeriggio sono atterrato ad Ouagadougou, capitale del Burkina Faso Ovviamente la prima cosa che colpisce è il caldo che ti avvolge appena metti piede fuori dall’aereo. Toccherà abituarsi alle temperature sopra i 40 gradi. Nel tragitto dall’aeroporto fino all’albergo mi sono perso via a guardare fuori dal finestrino con gli occhi spalancati, curioso come un bambino. Ad ogni incrocio a bordo strada sventola la bandiera nazionale, accompagnata da quelle dei paesi circostanti, oltre a quella della Federazione Russa.
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