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Canale Libertario🅐 Autodeterminazione🏴‍☠️ Indipendentismo📍 Antiautoritarismo↙️ Antifascismo↙️ 📢✊

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Accadde Oggi - 15 maggio 1948: La Nakba https://www.osservatoriorepressione.info/15-maggio-1948-la-nakba/ Segui @ossrepressione
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Accadde Oggi - Milano 14 maggio 1977: manifestazione contro la repressione https://www.osservatoriorepressione.info/milano-14-maggio-1977-manifestazione-la-repressione/ Segui @ossrepressione
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“Lo sviluppo di una donna, la sua libertà, la sua indipendenza devono provenire da lei stessa. In primo luogo, affermandosi come una persona, e non come un oggetto sessuale. In secondo luogo, negando a chiunque diritti sul suo corpo; rifiutando di avere figli, a meno che non li desideri; rifiutando di servire Dio, lo Stato, la società, il marito, la famiglia; liberandosi dalla paura dell'opinione pubblica e della sua condanna; rendendo la sua vita più semplice, ma più profonda e ricca.” Emma Goldman è stata un’anarchica, femminista e instancabile rivoluzionaria. Nasce nel 1869 a Kovno, oggi Lituania, allora Impero Russo, in una famiglia di origine ebraica. Fin da giovanissima sviluppa un forte rifiuto verso ogni forma di autoritarismo. Le violenze dei ricchi verso i poveri, dei mariti verso le mogli, dei genitori verso i figli la disgustano e le fanno crescere dentro desideri di emancipazione e riscatto, per se stessa e per gli altri. Questi sentimenti la portano in rotta di collisione con i valori familiari e sociali della sua comunità. Al padre che la vorrebbe indirizzare verso una vita domestica oppone una costante resistenza: rifiuta matrimoni combinati sostenendo che si sposerà solo per amore. Purtroppo però presto scopre che molti uomini non desiderano il suo amore ma solo il suo corpo. Costretta più volte a rifuggire “avance indesiderate” da parte dei clienti del negozio di famiglia, viene stuprata da uno di loro quando non ha ancora compiuto sedici anni. Nel 1885 Emma emigra negli Stati Uniti. Qui dopo un matrimonio fallito e una rottura definitiva con la famiglia, incontra lo scrittore anarchico Alexander Berkman che sarà suo amante, amico e confidente per tutta la vita. La repressione operaia, le violenze contro i lavoratori, le ingiuste condizioni di vita delle classi popolari, le esperienze personali la spingono definitivamente ad intraprendere una vita all’insegna dell’attivismo politico e sociale. Nei primi vent’anni del Novecento non c’è causa per cui Emma non si batta. Al fianco delle donne per la loro emancipazione, per i diritti dei detenuti politici, per quelli dei lavoratori, contro la crescente ondata militarista, contro ogni forma di potere e oppressione. Dopo aver fatto per anni dentro e fuori dalle patrie galere, nel 1917, quando ormai è diventata una figura centrale dell’anarchismo americano, viene espulsa dagli USA. Raggiunge la Russia proprio mentre i bolscevichi prendono il potere. Assiste alla repressione del dissenso e alla burocratizzazione della rivoluzione, così denuncia i metodi repressivi del nascente governo sovietico e lascia il paese. Girovaga per alcuni anni tra Inghilterra, Canada e Francia. Nel 1936, si sposta in Spagna per dare il suo apporto nella Guerra civile. Dopo la sconfitta della Repubblica torna a Toronto, dove muore il 14 maggio 1940. "Se l'amore non sa dare e prendere senza restrizioni, non è amore.” E.G. Sul nostro shop trovate vari testi di e su Emma Goldman, come "Femminismo e anarchia" edito da BFS o "Emma la Rossa" edito da eleuthera. Femminismo e anarchia: https://bit.ly/3WnJGgc Emma la Rossa: https://bit.ly/4dgB80V
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Αθήνα 11/5/24. Από τη συγκέντρωση στο Σύνταγμα σε αλληλεγγύη με την Παλαιστίνη και ενάντια στην εν εξελίξει γενοκτονία του παλαιστινιακού λαού που διαπράττει το κράτος του Ισραήλ.
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Lêgerîn special edition: For an internationalist intifada/serhildan! As a contribution to the global mobilization in support for Palestine, a special number of Lêgerîn was released! It is available initially in English, Italian and German with other languages coming soon. Additionally, we have made available the cover as a poster. So we can spread the message everywhere. To transform this international movement into an internationalist one. For an internationalist intifada/serhildan! https://www.revistalegerin.com/en/post/intifadaserhildan
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🔔 #ACAB! #ACAB! 🔔 ⏰ Every day, at 13:12 CET... 🎉 The best moment of the day! 👉 Join the1312Time channel ! 👈 🤖 Share your ACAB memes! 🤖
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16. MAI 1944 - 80 JAHRE AUFSTAND DER SINTI UND ROMA IN AUSCHWITZ-BIRKENAU STEVAN ĐORĐEVIĆ-NOVAK (1919-1943) serbischer Rom, kommandierte eine Partisan*inneneinheit im Osten Jugoslawiens. Er wurde 1953 posthum als Widerstandskämpfer ausgezeichnet.
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now you see 🤡🤡 Contact : @EAcontact
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Movimento studentesco in solidarietà alla Palestina: voci dalle occupazioni di Bologna e di Amsterdam Gli studenti e le studentesse non hanno un pensiero critico o il loro pensiero critico vorrebbe essere schiacciato attraverso la paura? Sembrerebbe questo l’atteggiamento delle istituzioni nei confronti delle mobilitazioni studentesche a sostegno della Palestina che stanno scuotendo tutto il globo, ce lo dimostra la violenta repressione agita nelle acampade e nelle occupazioni delle università in giro per il mondo. Da Bologna ad Amsterdam abbiamo parlato con chi sta partecipando a questo movimento. In entrambe le città le occupazioni sono nate stimolate dall’ondata di solidarietà internazionale. A Bologna sono state piantate le tende in piazza Scaravilli ormai diversi giorni ma la forte partecipazione da parte delle persone e di alcuni docenti, non accenna a diminuire. Ci viene raccontato da parte di un attivista dei Giovani Palestinesi di Bologna il fitto programma che ha offerto la possibilità di costruire momenti di socialità e formazione alternativi al regolare svolgimento delle attività accademiche. In Olanda l’occupazione all’università di Amsterdam è stata violentemente caricata con fermi e arresti da parte delle forze dell’ordine. Anche in questo caso però la partecipazione è stata importante e si è inserita in un contesto di mobilitazione in favore della Palestina degli ultimi mesi, come ci viene riportato da Lucia e Carlotta, studentesse italiane che studiano ad Amsterdam.
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Rafah: le trattative tra Israele ed Hamas ed il sostegno (apparentemente) in bilico degli Stati Uniti Un approfondimento con Eliana Riva, caporedattrice di Pagine Esteri, sullo stato delle trattative in corso al momento al Cairo tra la resistenza palestinese e Israele, un piano complesso che ha visto la delegazione palestinese accettare una bozza di accordo presentata dai mediatori israeliani ma che si è successivamente incagliato sulla questione di un cessate-il-fuoco definitivo, rifiutato dal gabinetto di guerra israeliano. La risposta del governo israeliano all’apertura di uno spiraglio nelle trattative è stata aumentare la pressione sulla Striscia con l’inizio dell’annunciata operazione di terra contro Rafah, ultima zona della Striscia dove ancora funzionano alcuni servizi di base ed in cui si sono rifugiati quasi 1,500,000 palestinesi. Solo apparentemente un controsenso, la decisione è indicativa del vero obiettivo sionista, quello di rendere totalmente inabitabile la Striscia e devastarne le infrastrutture per impedire il più a lungo possibile la ricostruzione, a fronte invece dell’obiettivo dichiarato, ormai giudicato assolutamente inverosimile, di una completa distruzione di Hamas. L’operazione militare contro Rafah, allo stesso tempo, mette – per lo meno all’apparenza – in rotta di collisione il progetto israeliano con gli Stati Uniti. Per quanto ancora solido e di lungo corso sia il sostegno USA a Tel Aviv, alcune dichiarazioni dell’establishment americano – come il rifiuto, a parole, dell’invio di 3500 “bombe intelligenti” agli arsenali israeliani – sembrano voler aumentare la pressione su Israele per evitare, o quantomeno limitare, una operazione militare che si annuncia lunga e devastante. Sulla scelta di una maggiore rigidità, almeno apparente, di Biden di fronte al proseguire della volontà genocida del governo israeliano influiscono sicuramente le mobilitazioni senza precedenti in corso in queste settimane nei campus statunitensi e la campagna elettorale per le elezioni di novembre, a cui l’amministrazione democratica vorrebbe arrivare con la fine della guerra ed il congelamento, almeno temporaneo, della “questione palestinese”.
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Summary of Turkish occupation plans and resistance in Southern Kurdistan: ➡️ AKP regime launching offensive in the mountains ➡️ Trade agreements as pretext for war against PKK ➡️ Guerrilla resistance vs international complicity More background information: https://riseup4rojava.org/intensified-turkish-attacks-in-kurdistan-and-new-acts-of-repression-in-europe/
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Solidarity is a weapon Solidarity mural on one of the houses on Hamburg's Hafenstrasse (2018)
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Un policier viole une victime de viol ! Il n'écope que de 10 mois de prison ferme Thread 1/2 Attention, histoire à foutre la nausée.  Un policier de Bézier vient d'être condamné à 10 mois de prison ferme (et 20 avec sursis) pour avoir agressé sexuellement une femme ayant porté plainte pour un viol conjugal ! Le tribunal correctionnel de Montpellier l’a également condamné à une interdiction d’exercer pendant 3 ans, alors que le procureur avait demandé 5 ans.
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A seminar on "sexism" in Marseille A seminar was held in the city of Marseille, France, under the leadership of TekoJIN. MARSEILLE - A seminar on "sexism" was held for young Kurds living in Marseille and the people of Kurdistan under the leadership of Jinên Ciwan ên Têkoşer -TekoJIN (Young Women Fighters) Who are the men and women? What is the condition of men and women in society? What are the problems of sexism? These topics were discussed. In the discussions, personality characteristics in women's identity and social sexism from history to the present were evaluated. The youth made significant improvement in their discussions and evaluations when analyzing their personality by evaluating the situation. Based on the suggestions of the participants, it was decided that the seminars will be held several times.
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Zapraszamy was na szczególną imprezę benefitową Kita jest antyfaszystką i antyrasistką z Mozyrza, wokalistką zespołu VIKT(A)R xOi! Kita została skazana na 2,5 roku więzienia za publikowanie postów na swoich portalach społecznościowych (czy możesz sobie wyobrazić, gdybyś został uwięziony za nazywanie policji "psami" lub "akabami"). 11 kwietnia 2024 r. Kita została zwolniony i musiała opuścić Białoruś, ponieważ według obrońców praw człowieka więźniowie polityczni nie są pozostawiani sami sobie i nadal są represjonowani nawet po zwolnieniu. Co więcej, mąż Kity, główny wokalista zespołu "Nya Varta", który również został zmuszony do wyjazdu, pozostawał pod groźbą wszczęcia postępowania karnego. Obecnie Kita zajmuje się przywracaniem zdrowia fizycznego i psychicznego, ponieważ więzienie pozostawia duży ślad w życiu człowieka. Kita ponownie uczy się wielu rzeczy w innym kraju. Po raz pierwszy potrzebuje pomocy finansowej, aby przystosować się i odzyskać siły
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Pena di morte per droga: 467 esecuzioni nel 2023 https://ift.tt/knZ9Ki3
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Repressione a Genova arrestati – e liberati – otto compagn* della Ex Latteria Occupata Nella notte tra venerdì 3 e sabato 4 Maggio due compagne e sei compagni sono stati aggrediti violentemente ed arrestati davanti all’Ex Latteria, uno spazio occupato a Genova, da un esagerato dispiegamento di forze dell’ordine tra Carabinieri, Polizia Municipale ed Esercito, a causa in realtà di un diverbio e dell’arroganza di una volante dei Carabinieri che quasi rischiava di investire un cane lungo lo stradone Sant’Agostino. Si sa che anche solo inveire o criticare contro le forze del (dis)ordine è un atto ormai ritenuto sovversivo: così Anais, Lea, Davide, Edo, Ema, Jack, Michele e Paolo sono stat* arrestat* e portati al carcere di Marassi e Ponte Decimo, tenuti in stato di arresto per diversi giorni fino a martedì 7 maggio quando, per fortuna, sono stat* tutt* rilasciat* anche se con diverse misure e obblighi di firma. Di questa storia di violenza poliziesca e (stra)ordinaria repressione, sopratutto nel centro della città genovese sempre più in trasformazione turistica e sotto controllo poliziesco, ma anche della pronta risposta e della solidarietà da parte di tant* compagn* di Genova, ne parliamo in diretta ai microfoni di Radio Blackout con una compagna:
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Accadde Oggi - 9 maggio 1978: Peppino Impastato, rivoluzionario comunista, ucciso dalla mafia https://www.osservatoriorepressione.info/9-maggio-1978-peppino-impastato-ucciso-dalla-mafia/ Segui @ossrepressione
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Sono di origine siriana e irachena la maggior parte di coloro che hanno potuto lasciare l’inferno di al-Hol. Grazie all'AANES a cui non corrisponde un analogo impegno da parte della comunità internazionale https://www.osservatoriorepressione.info/famiglie-lasciano-campo-al-hol/ Segui @ossrepressione
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Accadde Oggi: 7 maggio 1970: Università americane in rivolta https://www.osservatoriorepressione.info/7-maggio-1970-universita-americane-rivolta/ Segui @ossrepressione
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La notte del primo settembre 1977 a Rosarno, in Calabria, tre persone vengono assassinate. Una donna, un uomo e un bambino. Una famiglia sorpresa nel sonno e massacrata a colpi di arma da fuoco e di coltello. Si salverà solo il secondogenito poco più che neonato, trovato al mattino piangente accanto al corpo della madre. Dormivano insieme sull'unico letto di una casupola d'una sola stanza. Anni d'indagini e diversi processi fecero luce sulle ragioni di quella carneficina. Lui era Mario Conte, bracciante a giornata, "incensurato, non sembrava fosse inserito nel giro delle cosche operanti nella zona". Si sposta a Rosarno per cercare lavoro, si innamora di Maria Rosa e si sposano. Lei invece di cognome fa Bellocco. Cugina di Umberto Bellocco, il capo dei capi direbbe la televisione. I maschi della famiglia le rimproverano una relazione adulterina. A Rosarno può voler dire uno sguardo di troppo o una chiacchiera di paese. Ma l'imposizione del dominio mafioso significa investire nel patriarcato e nel controllo della sessualità femminile. Mario è il marito, la gente sparla, "deve" ucciderla al più presto. Pare gli abbiano anche messo in mano la pistola. Ma Mario si rifiuta. I congiunti insistono, minacciano, ma lui non si piega. Sarà il primo a cadere quella sera, di una "tremenda coltellata al ventre", finito a colpi di pistola. Al figlio Francesco, di nove anni, sparano al collo ed al cuore. Li troveranno l'uno accanto all'altro sul divano, al mattino. A nove anni si è già abbastanza grandi per testimoniare. Lei sarà uccisa per ultima, di fronte al piccolino con cui dormiva sul lettone. Si difende disperatamente Maria Rosa, imbraccia il fucile da caccia poggiato su un ripiano, ma è scarico. Fulminata da due colpi di pistola, all'esame autoptico risulteranno tuttavia "numerose ferite (di coltello), rinvenute in varie parti del corpo". "Sembra che il perito abbia dedicato molta attenzione alla "geografia" delle ferite da taglio riscontrate sui cadaveri. L'abbinamento delle armi usate è stata ritenuta da alcuni abbastanza insolita, e avrebbe un suo preciso significato": i tagli del coltello localizzati sui genitali, lei troppo femmina lui troppo poco uomo. Una “geografia” di ferite a sessualizzare la colpa, il coltello ad inciderne la sentenza sui corpi, a sigillo dell'espiazione. "Testimonianze, naturalmente, non ve ne sono". Il padre di lei sarà poi indagato insieme agli altri uomini della famiglia. Gli inquirenti indicheranno nei fratelli di Maria Rosa, Bernardo e Antonino, gli esecutori materiali della strage. Tra i numerosi tatuaggi sul corpo di Antonino e n'era uno che costituiva un autentico programma: "La donna che tradisce non merita perdono". Solo quest'ultimo sarà condannato con sentenza definitiva. Raccontiamo questa storia anche in Disonorate società, il nostro libro che parla della storia della mafia e delle storie di antimafia dal basso. Lo trovate qui: https://cronacheribelli.it/products/disonorate-societa-introduzione-alle-mafie-e-storie-di-antimafia?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR0JqiZNm8qNXqTPHIMohioS541gnp5_IKPuDY9xZG0sycf4wsaYzRo_nPs_aem_ARJZyPwAzQcD5vE_kFKlOzoJMacWotlFofkfkoG6vdQLtvZP0h2NPBET7TnlJbtQl-M0PwFbDPKKIPSBuJluA9FI
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Franco è fermo, saldo, sul Lungarno Gambacorti. Non si muove, non corre, non scappa come fanno tanti ragazzi intorno a lui. Immobile, così lo descrive Moreno Papini che, da una finestra del civico 12, assiste alla mattanza che segue. Siamo a Pisa il 5 maggio 1972, intorno alle 20. Quel giorno Lotta Continua ha indetto una manifestazione antifascista. Al presidio partecipano tante anime della sinistra extraparlamentare e ci va anche Franco, che fa parte del circolo anarchico Giuseppe Pinelli. Presto la polizia, con jeep al seguito, carica i manifestanti, scatenando il panico. Franco è fermo in questo caos. Il ragazzo è disarmato e inoffensivo. “Una quindicina di celerini gli sono saltati addosso e hanno iniziato a picchiarlo con una foga incredibile. Avevano fatto un cerchio sopra di lui tanto che non si vedeva più, ma dai gesti dei celerini si capiva che dovevano colpirlo sia con le mani, che coi piedi, sia con i calci dei fucili”. Papini racconta così il pestaggio selvaggio che termina solo quando ormai il ragazzo è privo di conoscenza. Altri agenti lo mettono su una camionetta e lo portano via. Il giorno dopo secondo i verbali viene prima interrogato ripetutamente e poi, dopo ben 15 ore dal fermo, visto che denuncia gravi malesseri, viene sottoposto ad una visita. Nonostante un trauma cranico accertato e numerose echimosi gli viene offerta solo una borsa del ghiaccio. La mattina seguente, dopo una notte di sofferenza, lamenti e nessun soccorso, è ormai in coma. Trasportato in ospedale muore alle 9 e 20 del 7 maggio. Le pubbliche autorità parlano di morte accidentale e cercano di chiudere il caso seppellendo subito Franco. Non ci riescono. L’avvocato Sorbi, legale della parte civile, dopo aver assistito all’autopsia, parlerà di “un corpo massacrato al torace, alle spalle, al capo, alle braccia. Tracce di sangue ovunque. Non c’era neppure una piccola superficie risparmiata dalla violenza. Ho passato una lunga notte di incubi.” I periti cercano di minimizzare dicendo che il ragazzo era gracile, debole, con le ossa della testa meno spesse della media. Ed è per questo che è morto, non per la violenza del pestaggio. Si aprirà un indagine che si infrange contro l’omertà, le menzogne, la burocrazia. Corrado Stajano, autore di un libro su Franco, dirà che così lo hanno ucciso due volte. Vorremmo dire che questa è solo una storia isolata, una storia di tanti anni fa. E invece no, perché dopo Franco ce ne sono stati tanti di morti così. Morti come Federico Aldrovandi, ucciso ormai tredici anni fa. Morti di cui dobbiamo conservare la memoria e per cui non dobbiamo mai smettere di chiedere giustizia. Raccontiamo di Franco anche in Cronache Ribelli. Trovate l'antologia a questo link: https://bit.ly/3UfMQ36
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CALL FOR SOLIDARITY/ CHAMADO PARA SOLIDARIEDADE [EN/PT] Anarchists and communities in Brazil are organizing actions of solidarity and mutual support for people affected by historic floods in the south, caused by climate chaos and worsened by the government. Please share this post and support the campaign in any way you can: _ Anarquistas e comunidades no Brasil estão organizando ações de solidariedade e apoio mútuo para as pessoas atingidas pelas enchentes históricas no sul, causadas pelo caos climático e agravadas pelo governo. Por favor, compartilhe esta postagem e apoie a campanha da forma que puder: https://www.youtube.com/watch?v=yJJ2d9NV1bU _ https://kolektiva.media/w/whU6Ck8R8gYdk4gyxSa1fk _ https://www.instagram.com/reel/C6ohN2eOafS/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==
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Uno sguardo sulle barricate studentesche in Francia Da quando gli studenti hanno occupato la Columbia University in solidarietà con i palestinesi, le occupazioni e gli accampamenti studenteschi contro il genocidio a Gaza si sono diffusi a macchia d’olio, oltre cento università sono state occupate in tutto il mondo, un vasto movimento che richiama alla memoria le mobilitazioni contro la guerra in Vietnam. Ben oltre duemila studenti sono stati arrestati, ma se la repressione si è intensificata, si è intensificata anche la resistenza e l’invenzione di nuove tattiche di attacco. Il terreno in gioco è molto più ampio delle università. Come si legge in un articolo comparso su CrimethInc, “Il nostro obiettivo non dovrebbe essere quello di ottenere promesse, o comitati, o anche disinvestimento, di per sé; il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di realizzare la liberazione palestinese come aspetto della liberazione totale. Dovremmo valutare ogni tattica in base al fatto che possa consentirci di avanzare verso tali obiettivi, comprendendo che la liberazione palestinese si vericherà solo come risultato di una crisi politica su vasta scala negli Stati Uniti.” Che lorsignori abbiano paura del dilagare di queste proteste è evidente tanto negli Stati Uniti quanto in Italia, dove Leonardo Spa sospende le visite in Università per motivi di sicurezza.”Anche ieri in un’altra università italiana i nostri tecnici e ingegneri sono stati attaccati fisicamente da gruppi di manifestanti, quindi abbiamo deciso come Leonardo di sospendere le visite in centri accademici perchè non è sicuro” ha dichiarato Cingolani. In Francia, dopo il secondo sgombero dell’occupazione studentesca di Sciences Po, università fondata dopo la Comune di Parigi con l’obiettivo esplicito di formare le future élites della borghesia e in cui ha studiato un terzo del governo in carica, lo Stato francese ha fatto sapere che “la fermezza è totale e continuerà ad esserlo“: CRS e proiettili di gomma dentro alle facoltà, denunce a pioggia, intimidazioni da parte delle amministrazioni universitarie, accuse di antisemitismo. Dilagante è l’utilizzo statale del reato di “apologia del terrorismo”, che in Francia ha le sue origini nel reato di stampa che permise di reprimere il movimento anarchico alla fine del XIX secolo. La repressione in ogni caso non ferma le barricate, che anzi si intensificano. Oggi alla mobilitazione si uniranno anche gli studenti delle scuole superiori francesi. Abbiamo ricevuto un contributo audio, in cui si traccia anche un quadro generale del contesto repressivo interno all’Hexagone alla vigilia dei Giochi Olimpici, da un compagno ex studente di Sciences Po Paris:
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L’Enac blocca gli arei delle ONG, ma loro continuano Da Lampedusa partono ogni giorno due piccoli aerei che monitorano la situazione nel Mediterraneo e segnalano imbarcazioni in difficoltà. Ieri l'Enac, Ente nazionale per l'aviazione civile, ha deciso "l'interdizione all'operatività dei velivoli e delle imbarcazioni Ong sullo scenario del Mediterraneo centrale". La portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi, parla di "uno strumento di pura propaganda elettorale in vista delle elezioni europee e che arriva, non a caso, nello stesso giorno della visita di Meloni in Libia e pochi giorni dopo l'incontro del ministro Piantedosi con le autorità tunisine e algerine nel tentativo di bloccare gli arrivi dei migranti verso l'Italia durante la campagna elettorale". Vogliono accecare la solidarietà, rendere invisibili i naufraghi, vogliono che il Mediterraneo inghiotta le vite di uomini, donne e bambini, senza che nessuno possa vedere ed intervenire. Vogliono che il dovere morale della solidarietà e del soccorso sia criminalizzato. Ne abbiamo parlato con Giorgia Linardi. Ascolta la diretta: https://radioblackout.org/2024/05/lenac-blocca-gli-arei-delle-ong-ma-loro-continuano/
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Abusi di potere ed oppressione nel lavoro sociale. Il caso di AlmaTerra a Torino Il mondo del lavoro sociale è in ristrutturazione: demansionamenti, fondi privati, razionalizzazione del personale e trasformazione degli enti del terzo settore in aziende ostaggio di logiche imprenditoriali. Sono sempre più i casi di gestione verticistica, aziendale ed autoritaria all’interno di associazioni e cooperative che operano in settori delicati ed importanti nel mondo dell’assistenza e aiuto sociale. Emblematico è il caso dei fondi derivanti dalla Compagnia San Paolo attraverso il bando Next Generation You. Il caso di Almaterra, storica associazione femminista e transfemminista di Torino che opera nel contrasto alla violenza di genere ed in difesa dei diritti delle soggettività femminili allargate, è rilevante e particolarmente grave. Una storia di abuso, esclusione, violenza, autorità e gestione piramidale ai danni di lavoratrici che volvano esprimere e condividere il loro disappunto nei confronti di un provvedimento disciplinare e successivo licenziamento. Ancor più grave, se dentro una associazione che nella sua identità dovrebbe avere la lotta a qualsiasi oppressione e violenza di genere e razza. Ne parliamo con una compagna ed ex lavoratrice che conosce bene l’ambiente di Almaterra, nella speranza che si possa innescare un dibattito serio e approfondito per una trasformazione radicale del lavoro sociale. Ascolta la diretta ai microfoni di Radio Blackout:
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Nella notte tra venerdì e sabato 8 compagn* sono stati violentemente tratti in arresto dai carabinieri davanti alla Ex Latteria Occupata https://www.osservatoriorepressione.info/genova-arrestati-otto-attivisti-della-latteria-occupata/ Segui @ossrepressione
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Ne valeva la pena, Bobby? Forse l’unico a non porsela quella domanda era proprio Bobby. La morte era contemplata sin da quando decise di dar via al digiuno. Non era la prima volta che i prigionieri dell'IRA davano il via ad uno sciopero della fame. Prima ancora c'era stata la protesta dei lenzuoli, nella seconda metà degli anni Settanta, dove lui e altri detenuti che lottavano per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord rifiutarono di indossare le uniformi carcerarie, finendo nelle celle umide coperti solo da un lenzuolo; poi ancora la “dirty protest”, la protesta della sporcizia: costretti a subire angherie e a prendere botte ogni volta che andavano verso i bagni, i detenuti decisero di rifiutare di lavarsi e di gettare i propri escrementi e l’urina oltre le porte delle celle. In gioco c’erano le condizioni delle carceri ma non solo: c'era il braccio di ferro con chi, come il governo Thatcher, si rifiutava di considerare i militanti dell’IRA prigionieri politici. Erano delinquenti comuni, né più e né meno, per il primo ministro inglese da poco al potere. E così iniziò il primo sciopero della fame, nell’ottobre del 1980, che proseguì per un paio di mesi. A interromperlo fu la promessa da parte del governo di accogliere gran parte delle richieste dei detenuti. Una promessa rapidamente disattesa. Fu così che ebbe inizio il secondo sciopero nella primavera successiva. Ma questa volta i detenuti erano disposti ad andare fino in fondo. E a iniziare fu proprio Bobby Sands, seguito a ruota - a intervalli regolari - da altri detenuti. “Ora mi trovo nel Blocco H, dove mi rifiuto di cambiare per adeguarmi a coloro che mi opprimono, mi torturano, mi tengono prigioniero e vogliono disumanizzarmi. [...] È la mia ideologia politica e i miei principi che i miei carcerieri vogliono mutare. Hanno distrutto il mio corpo e attentato alla mia dignità. [...] Non me ne importa nulla. Sono stato privato dei miei vestiti e rinchiuso in una cella fetida e vuota, dove mi hanno fatto patire la fame, picchiato e torturato. Come l'allodola, anch'io ho paura che alla fine possano uccidermi. Ma, oso dirlo, [...] possiedo lo spirito di libertà, che non può essere soppresso neppure con il più orrendo dei maltrattamenti. Certamente posso essere ucciso, ma, fintantoché rimango vivo, resto quel che sono, un prigioniero politico di guerra, e nessuno può cambiare questo”. Bobby Sands morì il 5 maggio 1981 dopo 66 giorni di sciopero della fame. Altri 9 detenuti morirono nei mesi successivi. Negli anni seguenti il governo inglese accolse gran parte delle richieste degli scioperanti. Raccontiamo di Bobby Sands anche nei nostri almanacchi Cronache Ribelli. Trovate l'antologia qui: https://bit.ly/3UfMQ36
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15 maggio 1948: La Nakba - Osservatorio Repressione

da uno scritto di Ilan Pappe:  “ (…)Tra febbraio e dicembre del 1948 l’esercito israeliano ha occupato sistematicamente i villaggi e le città palestinesi, facendo fuggire con la forza la popolazione e nella maggior parte dei ca-si anche distruggendo le case, devastando le proprietà e portando via loro averi e i loro ricordi. Una vera …

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Accadde Oggi - Milano 14 maggio 1977: manifestazione contro la repressione https://www.osservatoriorepressione.info/milano-14-maggio-1977-manifestazione-la-repressione/ Segui @ossrepressione
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Milano 14 maggio 1977: manifestazione contro la repressione - Osservatorio Repressione

Mentre a Roma le forze speciali infiltrate di Kossiga sparano ai manifestanti di Piazza Navona e uccidono Giorgiana Masi, il sostituto procuratore della Repubblica Luigi De Liguori a Milano ordina l’arresto di alcune persone, tra le quali due noti avvocati di Soccorso Rosso, Giovanni (Nanni) Cappelli e Sergio Spazzali. L’imputazione più grave nei loro confronti …

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“Lo sviluppo di una donna, la sua libertà, la sua indipendenza devono provenire da lei stessa. In primo luogo, affermandosi come una persona, e non come un oggetto sessuale. In secondo luogo, negando a chiunque diritti sul suo corpo; rifiutando di avere figli, a meno che non li desideri; rifiutando di servire Dio, lo Stato, la società, il marito, la famiglia; liberandosi dalla paura dell'opinione pubblica e della sua condanna; rendendo la sua vita più semplice, ma più profonda e ricca.” Emma Goldman è stata un’anarchica, femminista e instancabile rivoluzionaria. Nasce nel 1869 a Kovno, oggi Lituania, allora Impero Russo, in una famiglia di origine ebraica. Fin da giovanissima sviluppa un forte rifiuto verso ogni forma di autoritarismo. Le violenze dei ricchi verso i poveri, dei mariti verso le mogli, dei genitori verso i figli la disgustano e le fanno crescere dentro desideri di emancipazione e riscatto, per se stessa e per gli altri. Questi sentimenti la portano in rotta di collisione con i valori familiari e sociali della sua comunità. Al padre che la vorrebbe indirizzare verso una vita domestica oppone una costante resistenza: rifiuta matrimoni combinati sostenendo che si sposerà solo per amore. Purtroppo però presto scopre che molti uomini non desiderano il suo amore ma solo il suo corpo. Costretta più volte a rifuggire “avance indesiderate” da parte dei clienti del negozio di famiglia, viene stuprata da uno di loro quando non ha ancora compiuto sedici anni. Nel 1885 Emma emigra negli Stati Uniti. Qui dopo un matrimonio fallito e una rottura definitiva con la famiglia, incontra lo scrittore anarchico Alexander Berkman che sarà suo amante, amico e confidente per tutta la vita. La repressione operaia, le violenze contro i lavoratori, le ingiuste condizioni di vita delle classi popolari, le esperienze personali la spingono definitivamente ad intraprendere una vita all’insegna dell’attivismo politico e sociale. Nei primi vent’anni del Novecento non c’è causa per cui Emma non si batta. Al fianco delle donne per la loro emancipazione, per i diritti dei detenuti politici, per quelli dei lavoratori, contro la crescente ondata militarista, contro ogni forma di potere e oppressione. Dopo aver fatto per anni dentro e fuori dalle patrie galere, nel 1917, quando ormai è diventata una figura centrale dell’anarchismo americano, viene espulsa dagli USA. Raggiunge la Russia proprio mentre i bolscevichi prendono il potere. Assiste alla repressione del dissenso e alla burocratizzazione della rivoluzione, così denuncia i metodi repressivi del nascente governo sovietico e lascia il paese. Girovaga per alcuni anni tra Inghilterra, Canada e Francia. Nel 1936, si sposta in Spagna per dare il suo apporto nella Guerra civile. Dopo la sconfitta della Repubblica torna a Toronto, dove muore il 14 maggio 1940. "Se l'amore non sa dare e prendere senza restrizioni, non è amore.” E.G. Sul nostro shop trovate vari testi di e su Emma Goldman, come "Femminismo e anarchia" edito da BFS o "Emma la Rossa" edito da eleuthera. Femminismo e anarchia: https://bit.ly/3WnJGgc Emma la Rossa: https://bit.ly/4dgB80V
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Femminismo e Anarchia

introduzione di Bruna Bianchi Donna e anarchica, Emma Goldman rappresenta ancora oggi un’originale chiave di lettura della realtà contemporanea. Trasferendo nella scrittura l’intelligenza e la passione che caratterizzarono il suo attivismo in America, in Russia e nella Spagna repubblicana, “Emma la rossa” si presenta c

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Αθήνα 11/5/24. Από τη συγκέντρωση στο Σύνταγμα σε αλληλεγγύη με την Παλαιστίνη και ενάντια στην εν εξελίξει γενοκτονία του παλαιστινιακού λαού που διαπράττει το κράτος του Ισραήλ.
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Lêgerîn special edition: For an internationalist intifada/serhildan! As a contribution to the global mobilization in support for Palestine, a special number of Lêgerîn was released! It is available initially in English, Italian and German with other languages coming soon. Additionally, we have made available the cover as a poster. So we can spread the message everywhere. To transform this international movement into an internationalist one. For an internationalist intifada/serhildan! https://www.revistalegerin.com/en/post/intifadaserhildan
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