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BASTASFRATTI canale #rentstrike

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#CATALOGNA Il fascismo nello stato spagnolo è sempre più impune: ieri il gruppo di sgherri al soldo del capitale Desokupa ha sfondato l'interno di una casa di un membro del sindacato inquilini di Masnou, con l'aiuto di un altro gruppo fascista, Guard Grup. Pochi giorni fa era successa la stessa cosa con il Sindacato di Tenerife. I fascisti hanno il supporto istituzionale e non vengono fermati, se non c'è un'organizzazione sindacale potente capace di bloccarli. https://x.com/Maresme_SHSC/status/1806060682091130917
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Sindicat Habitatge Baix Maresme (@Maresme_SHSC) on X

🔴DESOKUPA A MASNOU Avui una empresa de desocupacions ha agredit un company del Sindicat i ha destrossat casa seva. Amb total impunitat, el feixisme camina tranquil pels nostres pobles, agredint i atemorint la classe treballadora. Estigueu atentes a properes convocatòries!💥

Dal Manifesto di oggi: "Occupare le case è l'unica politica abitativa che resta": "Non per niente molti codici penali europei considerano perfettamente legali le occupazioni di immobili vuoti (codici penali eversivi, a quanto pare). Il codice penale italiano può anche definirle un reato – in tutti i codici penali esistono leggi ingiuste o fondamentalmente anti-costituzionali – ma questo non toglie nulla al valore di “politica pubblica” delle occupazioni. E, in fondo, le reazioni scomposte alle parole di Ilaria Salis dimostrano che è qualcosa che anche i nemici delle occupazioni sanno, e temono." https://ilmanifesto.it/occupare-le-case-e-lunica-politica-abitativa-che-resta
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Dal Manifesto di oggi: "Occupare le case è l'unica politica abitativa che resta"
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#BOLOGNA L'aggressione del 20 giugno al Parco Don Bosco, che i giornali continuano a chiamare "scontri". Ma quali scontri? Loro sono pagati per picchiare e distruggere. https://www.bolognatoday.it/cronaca/scontri-polizia-parco-don-bosco-oggi.html
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Manifestanti sugli alberi e cariche della polizia: le immagini degli scontri al parco Don Bosco | VIDEO

Tre feriti tra le fila degli attivisti, otto tra quelle delle forze dell'ordine. La protesta per il taglio degli alberi e gli attimi di violenza: cos'è successo nella mattina

Inoltre, alle persone non italiane viene così impedito di maturare i requisiti per ottenere la cittadinanza e anche il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno è ostacolato. Essere occupante è uno stigma sociale, vuol dire essere trattati come criminali per aver cercato di vivere in modo dignitoso. Mettetevelo in testa, nessun occupante vuole essere occupante. In questo contesto di strutturale emergenza abitativa, i movimenti di lotta per la casa agiscono per aiutare il prossimo, con costanza e dedizione, senza scopo di lucro, perché il valore che li anima e guida è la solidarietà. Aiutano individui e famiglie in stato di forte bisogno e recuperano luoghi abbandonati da anni, ristrutturandoli e rivalorizzandoli. Promuovono la diffusione di una cultura della partecipazione, del rispetto e del mutuo aiuto. Sono in prima linea a scontrarsi con il racket che specula sulla povertà, così come a prendersi le denunce quando si tratta di difendersi dalla violenza degli sgomberi. Non mi stancherò mai di dirlo: tali movimenti rappresentano un baluardo di resistenza contro la barbarie della nostra società, ed è da qui che dobbiamo ripartire. "Però occupare è illegale..." Il concetto di legalità, nella sua versione più rozza e strumentale, diventa spesso il buco nero dove collassano i discorsi pubblici sulle grandi questioni sociali che riguardano le classi popolari e i giovani, come l’emergenza casa. D’altro canto, si sente parlare molto poco di legittimità. La legittimità riguarda la giustificazione etica, morale e politica dell'azione. Come ci insegna la Storia, non sempre le azioni legittime sono necessariamente anche legali in quel dato momento – ma in una società sana possono diventarlo successivamente. Spesso, infatti, sono proprio azioni oltre la Legge a spingere la Legge stessa a mutare, a modificarsi in meglio, prendendo in considerazione le istanze di bisogno e desiderio che vengono poste dai gruppi subalterni. Il movimento di lotta per la casa ha sempre agito con la forza della legittimità data dal semplice principio che tutte e tutti dobbiamo avere un tetto sulla testa. Questo è il nocciolo della questione, l'argomento su cui tutti siamo chiamati ad esprimerci e a decidere cosa vogliamo collettivamente. Vi piaccia o meno, c’è chi continuerà a lottare in nome di tale principio, richiamandosi alle lotte del passato ed entrando in contatto con quelle del futuro. Segui https://whatsapp.com/channel/0029VaCrOq7D38CLynzvCD1o
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#MILANO *Ilaria Salis* : 𝗣𝗮𝗿𝗹𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗮𝘀𝗲 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗮𝗿𝗶, 𝗼𝗰𝗰𝘂𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶, 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗯𝗶𝘁𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮. Come promesso, veniamo alla situazione milanese e lasciamo parlare subito alcuni dati, che sono di per sé sufficientemente eloquenti. A Milano le case popolari sfitte sono più di 12mila, di cui oltre 5mila appartengono a ERP (gestite da MM) e più di 7mila ad ALER - in tutta la Città Metropolitana arrivano a quota 15mila. Gli alloggi non allocati di ERP rappresentano il 19,5% delle circa 27mila case popolari gestite dall’ente comunale, mentre quelli di ALER il 21,7% delle 32.022 in capo all’ente regionale (dati Confedilizia, sett. 2023). Dunque, un quinto (!) delle case popolari non è assegnato. Eppure non sono affatto poche le persone che hanno bisogno di una casa popolare, in Italia ci sono quasi un milione di persone che non riescono a pagare l'affitto. Per quanto riguarda Milano, dalla somma delle graduatorie di ALER e ERP risulta che a fine 2023 erano in lista d’attesa oltre 10mila famiglie (Sole 24 ore, giugno 2024). Di queste, sono in tante ad attendere a lungo – spesso invano – l’assegnazione, che potrebbe non arrivare mai pur soddisfacendo tutti i requisiti. Nell'ultimo triennio, di fronte a 5.894 assegnazioni di alloggi permanenti previste dalle due aziende, le abitazioni effettivamente assegnate sono state meno della metà, ovvero 2.818. (dati SICET, aprile 2024) Davvero è tutta colpa degli occupanti? Innanzitutto, si sappia che le case occupate – circa tremila (dati Confedilizia, sett. 2023) – rappresentano solo una piccola parte delle case sfitte, un numero di gran lunga inferiore a quello di abitazioni lasciate vuote. L'abbandono è letteralmente ovunque. Tutti abbiamo gli occhi per vedere, ma non tutti hanno l’onestà intellettuale di ammettere questa verità, triste e scomoda per chi è incaricato di gestire l'edilizia pubblica. Quando viene occupata una casa non assegnata, che generalmente si trova in condizioni fatiscenti ed è abbandonata da anni, l’accusa di sottrarre il posto ad una persona in lista d’attesa semplicemente non regge. Chi entra in una casa disabitata prende senza togliere a nessuno, se non al degrado, al racket o ai palazzinari. Affermare il contrario, è bassa retorica politica volta a mettere gli uni contro gli altri, affinché nulla cambi. Qualsiasi abitante di un quartiere popolare di Milano sa benissimo che a seguito di uno sgombero non avviene mai una riassegnazione. Le case vengono chiuse, murate e lamierate, alle volte sono anche distrutte dagli addetti agli sgomberi. Di regola, fanno il deserto e lo chiamano legalità. Dunque, incolpare gli occupanti per il dissesto dell'edilizia popolare pubblica sottolinea o la malafede di chi ben conosce il vuoto pneumatico delle politiche sull'abitare, l’incompetenza degli enti gestori e la speculazione sul mattone, o l'ignoranza abissale di chi non ha mai messo i piedi fuori dalla circonvallazione. Delle due, francamente non so quale sia peggio. Vivere in una casa occupata non è una svolta, non è qualcosa da "furbetti". E' logorante. Ti fa vivere quotidianamente nella paura che ti vengano a svegliare e ti buttino fuori di casa, o di ritrovare tutte le tue cose sul marciapiede al ritorno dal lavoro, sempre che le ritrovi. Occupare vuol dire entrare in una casa abbandonata, murata, coi sanitari rotti e i buchi nelle pareti, lasciata al degrado anziché essere assegnata. Essere occupante vuol dire abitare questo spazio precario e faticosamente trasformarlo in un luogo che si possa chiamare casa, cercando di sistemarlo coi pochi mezzi a disposizione che si hanno. Con l'introduzione dell' art.5 del decreto Lupi (2014), un occupante non può più avere né l'allaccio alle utenze (acqua, luce, gas), né la residenza e i diritti ad essa legati - ad es. il medico di base, l'accesso a un nido pubblico vicino a casa per i bimbi, l'iscrizione ai centri per l'impiego.
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#ROMA Ancora uno sfratto da una casa Enpaia in Via del Deserto del Gobi: madre e figlia buttate fuori dalla polizia, la madre viveva lì da 27 anni. https://www.romatoday.it/attualita/video-sfratto-lia-casa-enpaia-torrino.html
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Oltre la porta sfondata di uno sfratto violento. La storia di Lia e della sua casa Enpaia (Video)

Lia e sua figlia hanno trovato una sistemazione momentanea, ma sarà molto difficile per loro trovare una casa nel mercato privato. Trombetti: "Il comune si era offerto di intervenire sul debito ma l'ente non ha sentito ragioni"

#ROMA Piazza Vittorio: "Agenzia immobiliare Genocidio" propone "bellissima villetta a schiera edificata su territori occupati, si erge su precedente casa demolita di famiglia sterminata"
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#PARIGI, zona Bastille. La nuova presa della Bastiglia sarebbe: case per tutte e tutti, requisizione degli immobili, riduzione degli affitti e delle bollette, fine delle espulsioni, repressione della speculazione!
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L'EMERGENZA NON È FINITA: #POZZUOLI E I CAMPI FLEGREI SI MOBILITANO Le istituzioni, locali e nazionali, hanno pensato a tutto fuorché agli interessi degli abitanti flegrei più in difficoltà per la crisi bradisismica. Già in passato, la politica non ha fatto altro che pensare ai propri interessi di potere (pensiamo alla deportazione a Monteruscello, allo sgombero forzato del Rione Terra ecc.) trascurando completamente i bisogni e la vita del popolo dei Campi Flegrei. Gli abitanti di Pozzuoli e di Campi Flegrei vogliono: 1. Controllo popolare su ogni decisione politica e sulle risorse economiche assegnate 2. Verifica e messa in sicurezza di tutti gli edifici pubblici e privati a carico dello Stato 3. Sistemazione in strutture requisite in zona, a carico dello Stato, nel periodo di ristrutturazione e messa in sicurezza 4. Sospensione del pagamento di affitti, mutui e utenze per tutti 5. Assicurazione in forma scritta agli eventuali sfollati del loro ritorno alle abitazioni una volta ristrutturate o ricostruite 6. Creazione di soluzioni pubbliche per i disabili e bisognosi di cure sanitarie 7. Realizzazione di presidi di primissima assistenza in vari punti dell’Area Flegrea. 8. Creazione di vie di fuga reali e percorribili per affrontare ogni possibile rischio Senza la partecipazione e la lotta nessuno tutelerà i nostri interessi. C'è bisogno della mobilitazione di tutti gli abitanti interessati. Il silenzio e l'attesa delle istituzioni non è una garanzia, ma un pericolo! ASSEMBLEA PERMANENTE SUL BRADISISMO.
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