White House Watch

#Israele, #Biden: “A questo punto, Hamas non è più in grado di ripetere un 7 ottobre”

#Trump: La campagna di Trump ha annunciato che ha raccolto 34.8 milioni di dollari. Il 30% si tratta di nuovi donatori.

#Dem, #Senato: Joe Manchin lascia il Partito Democratico e si registra, nel proprio Stato, come indipendente. La mossa lascia pensare alla volontà dell'attuale senatore democratico della West Virginia di candidarsi a Governatore dello Stato o provare la rielezione.

#Trump: La campagna di Donald Trump vede la condanna come una miniera d’oro da cui pescare a piene mani piccoli donatori. Per questo motivo, tutti gli altri repubblicani sono stati avvertiti: non possono raccogliere fondi utilizzando la condanna di Trump. “Ogni funzionario eletto repubblicano, candidato o dirigente che ruba soldi dai donatori di Trump non è meglio della figlia del giudice Merchan. Terremo una lista, la controlleremo due volte e non con lo spirito di Natale” ha dichiarato il co-campaign manager Chris LaCivita. Questo avvertimento è stato lanciato perché qualcuno, come il candidato GOP Dave Williams per un seggio alla Camera dei Rappresentanti del Colorado, ha inviato una mail di raccolta fondi intitolata “STAND WITH TRUMP & DAVE”, che conteneva un link per donare esclusivamente a Williams. Nei mesi scorsi, la campagna di Trump aveva avvertito di non usare le immagini, l’identità grafica o il nome dell’ex Presidente per raccogliere fondi senza il loro consenso. Successivamente, la campagna chiese il 5% per ogni appello che prevedeva l’uso delle suddette caratteristiche.

#Trump: Una solare Hillary Clinton, poco dopo l'uscita dei verdetti, è intervenuta al convegno Vital Voices. Sorridendo, ha chiesto: "È successo qualcosa oggi?"

#Trump: Da quando Donald Trump scese le scale mobili nel giugno del 2015, la politica americana ha abbandonato la propria liturgia per avventurarsi in territori inesplorati. Quanto avvenuto ieri sera conferma che continuiamo a vagare in eventi senza precedenti. La domanda che sorge ora è: cosa succederà? Sarà comunque avanti nei sondaggi? POLITICO ha cercato di fare un po’ di chiarezza. Il punto è che non c’è una soluzione chiara e univoca. ➡️ Questo verdetto non dice nulla di nuovo ai cittadini. Per anni, sin dal 2017/2018, si è saputo che Donald Trump ebbe un rapporto sessuale con Stormy Daniels. Non sorprende, dunque, che queste condanne incidano marginalmente su Trump. Tuttavia, in un’elezione vicina, anche questi margini possono contare. ➡️ I sondaggi che verranno pubblicati in questi giorni fotograferanno una realtà che non è detto che rimanga immutata nei prossimi cinque mesi. Inoltre, fino a ieri sera, la condanna era un fatto ipotetico, non certo. Per questa ragione, quei sondaggi che hanno misurato il sentiment in caso Trump fosse considerato colpevole andrebbero presi con le pinze, perché un conto per l’elettore è immaginarsi che il proprio candidato sia colpevole, un altro è che lo stabilisca un tribunale. ➡️ I democratici non sanno che fare, perché questa condanna è un po’ uno tsunami (inaspettato nelle tempistiche). Alcuni di loro hanno rilasciato comunicati asciutti sulla fondatezza del sistema legale. Altri, come il Governatore dell’Illinois JB Pritzker (D), hanno pubblicato dichiarazioni in cui attaccano frontalmente Trump: “Un razzista, un omofobo, un truffatore e una minaccia per il nostro Paese. Ora, Trump può aggiungere un altro titolo a questa lista: un criminale. Lasciatemi essere chiaro, Donald Trump non sarà mai il numero 47.” ➡️ La campagna di Biden, però, si morde la lingua e il motivo è presto detto: nelle prossime settimane comincerà il processo al figlio di Joe Biden, Hunter Biden, e i repubblicani potranno passare all’offensiva attaccando il Presidente per i problemi legali del figlio.

#Trump: La campagna di Donald Trump ha mandato una mail di raccolta fondi che recit: "SONO UN PRIGIONIERO POLITICO!"

Giustizia: Donald Trump è il primo Presidente ad essere incriminato. Ma c’è un altro Presidente prima di lui che è stato posto sotto arresto. Parliamo di Ulysse S. Grant, il generale che ha condotto l’Unione alla vittoria contro la federazione e che combatté efficacemente, da Presidente, le organizzazioni terroristiche domestiche come il KKK. Grant era un amante dei cavalli veloci e fu proprio questa passione a metterlo nei guai. Nel 1872, vi furono diversi incidenti a Washington causati dalla forte velocità delle carrozze. Una madre e un bambino vennero persino travolti, venendo ricoverati per le gravi ferite. Fu per questa ragione che il Dipartimento di Polizia di Washington, D.C., decise di sorvegliare i tratti stradali in cui le persone erano solite andare a cavallo a maggiore velocità. Tra questa la 13ª strada. E fu proprio ad un incrocio che un poliziotto afroamericano che aveva combattuto nell’Unione durante la Guerra Civile, si trovò ad alzare la propria mano e a fermare il Presidente degli Stati Uniti e gli uomini che lo stavano accompagnando. A raccontare la storia è stato proprio quel poliziotto, William H. West, decenni dopo. “Beh, agente. Cosa vuole da me?” “La vorrei informare, Signor Presidente, che sta violando la legge viaggiando a questa velocità in questa strada”, il Presidente si scusò e promise di non farlo di nuovo. Ma quando una passione è sincera, difficilmente riesce a tenerti lontano. E così la notte successiva, West stava ancora pattugliando la 13ª strada, quando vide Grant cavalcare il proprio cavallo a gran velocità assieme ad alcuni uomini. Ancora una volta il poliziotto fermò il Presidente. “Pensa agente che stavo violando ancora i limiti di velocità?” “Sì, Signor Presidente”, Grant provò a scusarsi ma West era determinato. “Sono molto spiacente, Signor Presidente, ma lo devo fare. Lei è il Capo di Stato e io sono un semplice poliziotto, ma il dovere è dovere e ho l’obbligo di arrestarla”. Grant venne condotto alla stazione di polizia, dove venne costretto a pagare 20$ come collaterale per essere rilasciato. Il processo venne organizzato per il giorno dopo e fu parecchio acceso: 32 donne decisero di presentarsi spontaneamente e testimoniare contro i conducenti dei cavalli. Agli imputati vennero imposte multe salatissime e una dura reprimenda da parte del giudice. Ma tra i multati e gli imputati mancava una figura centrale: Ulysses S. Grant.

È notevole notare come il mondo vicino a Trump abbia parlato di un giurato che sembrava essere vicino alle loro istanze, che sorrideva alla difesa. Parlavano di una hung jury come una possibilità elevata. Alla fine, il verdetto è stato raggiunto in meno di 2 giorni.

#Trump: Una volta che avrà ricevuta la condanna, questa non sarà esecutiva fino alla fine del processo di appello.