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Il 3 novembre 1944 il capitano della Kriegsmarine Rudolf Jacobs bussava alla porta della caserma delle brigate nere di Sarzana. Non si sa per certo chi abbia sparato la prima raffica, ma Jacobs cadde quel giorno sotto le pallottole dei fascisti. Il 3 novembre 1944, il partigiano Primo, con dodici compagni di varie provenienze, travestiti con divise militari tedesche, bussava alla porta della caserma delle brigate nere di Sarzana. Il partigiano Primo cadde quel giorno sotto le pallottole dei fascisti. Il capitano Rudolf Jacobs e il partigiano Primo non furono protagonisti di due fatti identici accaduti nello stesso giorno: erano la stessa persona. Non aveva mai avuto una particolare simpatia per il regime nazista e le sue persecuzioni razziali, Jacobs, e anche quando era di stanza in Liguria, si racconta, si era prodigato per una più equa distribuzione di cibo tra la popolazione. Dopo l’armistizio, insieme al suo attendente, approfittò della confusione tra le fila nazifasciste per rubare una camionetta, caricare una scorta di benzina e fuggire. La destinazione era la Resistenza, quella Resistenza che combatteva contro l’esercito di cui Jacobs faceva parte, contro quelle nefandezze che Jacobs non poteva sopportare, scegliendo, con profondo senso dell’onore, la diserzione. Si unì ai partigiani, Rudolf Jacobs, con il nome di battaglia di Primo, e si distinse per azioni coraggiose per circa un anno nei dintorni di Sarzana, fino a quel 3 novembre, quando finì la sua avventura al fianco dei partigiani. Fu dichiarato disperso e tale rimase per anni fino a quando, forse, aver disertato fu considerato finalmente anche in Germania più onorevole e degno di riconoscimento che continuare a stare dalla stessa parte di chi aveva trascinato l’Europa e il mondo intero nel periodo più buio della sua storia. Raccontiamo la storia di Rudolf anche in Partigiani Contro, il nostro libro sulla Resistenza. Lo trovate qui: https://bit.ly/49wCBOq
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https://www.helis.blog/catalogna-la-partita-non-e-finita-la-reazione-psicologica/?fbclid=PAZXh0bgNhZW0CMTEAAaa0VvPTI3wEEbiBObr_klZ1GmDid9b0DThpiE9EWNeW0P8wroef2FsD4u4_aem_AXZv_sTQGDZPE5riLzE2L4GItWQk-7nLfmo6hQ4qBQFNpvpCUhVPcSOLDRvWYqsay4TLUC31NgluOWFFIWkpklKJ
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🇨🇵 Le 14 mai 1977, des manifestations sont organisées dans plusieurs villes italiennes en réaction à la mort de Giorgiana Masi, assassinée 2j plus tôt par la police romaine. Certains cortèges sont armés. Un policier meurt sous les balles à Milan, un autre est blessé à Rome. Le même jour, les sièges de la Démocratie Chrétienne de Brescia et Gênes sont attaqués au cocktail molotov. A Palerme, c'est un parking de la police qui est incendié. A Bologne, c'est une caserne de carabinieri. 🇮🇹 Il 14 maggio 1977 furono organizzate manifestazioni in diverse città italiane in reazione alla morte di Giorgiana Masi, assassinata 2 giorni prima dalla polizia romana. Alcuni cortei sono armati. Un agente di polizia muore sotto i proiettili a Milano, un altro rimane ferito a Roma. Lo stesso giorno furono attaccate con bombe molotov le sedi della Democrazia Cristiana a Brescia e Genova. A Palermo è stato dato alle fiamme un parcheggio della polizia. A Bologna è una caserma dei carabinieri. t.me/primalinea161
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Accadde Oggi - 15 maggio 1948: La Nakba https://www.osservatoriorepressione.info/15-maggio-1948-la-nakba/ Segui @ossrepressione
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Accadde Oggi - Milano 14 maggio 1977: manifestazione contro la repressione https://www.osservatoriorepressione.info/milano-14-maggio-1977-manifestazione-la-repressione/ Segui @ossrepressione
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“Lo sviluppo di una donna, la sua libertà, la sua indipendenza devono provenire da lei stessa. In primo luogo, affermandosi come una persona, e non come un oggetto sessuale. In secondo luogo, negando a chiunque diritti sul suo corpo; rifiutando di avere figli, a meno che non li desideri; rifiutando di servire Dio, lo Stato, la società, il marito, la famiglia; liberandosi dalla paura dell'opinione pubblica e della sua condanna; rendendo la sua vita più semplice, ma più profonda e ricca.” Emma Goldman è stata un’anarchica, femminista e instancabile rivoluzionaria. Nasce nel 1869 a Kovno, oggi Lituania, allora Impero Russo, in una famiglia di origine ebraica. Fin da giovanissima sviluppa un forte rifiuto verso ogni forma di autoritarismo. Le violenze dei ricchi verso i poveri, dei mariti verso le mogli, dei genitori verso i figli la disgustano e le fanno crescere dentro desideri di emancipazione e riscatto, per se stessa e per gli altri. Questi sentimenti la portano in rotta di collisione con i valori familiari e sociali della sua comunità. Al padre che la vorrebbe indirizzare verso una vita domestica oppone una costante resistenza: rifiuta matrimoni combinati sostenendo che si sposerà solo per amore. Purtroppo però presto scopre che molti uomini non desiderano il suo amore ma solo il suo corpo. Costretta più volte a rifuggire “avance indesiderate” da parte dei clienti del negozio di famiglia, viene stuprata da uno di loro quando non ha ancora compiuto sedici anni. Nel 1885 Emma emigra negli Stati Uniti. Qui dopo un matrimonio fallito e una rottura definitiva con la famiglia, incontra lo scrittore anarchico Alexander Berkman che sarà suo amante, amico e confidente per tutta la vita. La repressione operaia, le violenze contro i lavoratori, le ingiuste condizioni di vita delle classi popolari, le esperienze personali la spingono definitivamente ad intraprendere una vita all’insegna dell’attivismo politico e sociale. Nei primi vent’anni del Novecento non c’è causa per cui Emma non si batta. Al fianco delle donne per la loro emancipazione, per i diritti dei detenuti politici, per quelli dei lavoratori, contro la crescente ondata militarista, contro ogni forma di potere e oppressione. Dopo aver fatto per anni dentro e fuori dalle patrie galere, nel 1917, quando ormai è diventata una figura centrale dell’anarchismo americano, viene espulsa dagli USA. Raggiunge la Russia proprio mentre i bolscevichi prendono il potere. Assiste alla repressione del dissenso e alla burocratizzazione della rivoluzione, così denuncia i metodi repressivi del nascente governo sovietico e lascia il paese. Girovaga per alcuni anni tra Inghilterra, Canada e Francia. Nel 1936, si sposta in Spagna per dare il suo apporto nella Guerra civile. Dopo la sconfitta della Repubblica torna a Toronto, dove muore il 14 maggio 1940. "Se l'amore non sa dare e prendere senza restrizioni, non è amore.” E.G. Sul nostro shop trovate vari testi di e su Emma Goldman, come "Femminismo e anarchia" edito da BFS o "Emma la Rossa" edito da eleuthera. Femminismo e anarchia: https://bit.ly/3WnJGgc Emma la Rossa: https://bit.ly/4dgB80V
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Αθήνα 11/5/24. Από τη συγκέντρωση στο Σύνταγμα σε αλληλεγγύη με την Παλαιστίνη και ενάντια στην εν εξελίξει γενοκτονία του παλαιστινιακού λαού που διαπράττει το κράτος του Ισραήλ.
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🔔 #ACAB! #ACAB! 🔔 ⏰ Every day, at 13:12 CET... 🎉 The best moment of the day! 👉 Join the1312Time channel ! 👈 🤖 Share your ACAB memes! 🤖
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Lêgerîn special edition: For an internationalist intifada/serhildan! As a contribution to the global mobilization in support for Palestine, a special number of Lêgerîn was released! It is available initially in English, Italian and German with other languages coming soon. Additionally, we have made available the cover as a poster. So we can spread the message everywhere. To transform this international movement into an internationalist one. For an internationalist intifada/serhildan! https://www.revistalegerin.com/en/post/intifadaserhildan
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now you see 🤡🤡 Contact : @EAcontact
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16. MAI 1944 - 80 JAHRE AUFSTAND DER SINTI UND ROMA IN AUSCHWITZ-BIRKENAU STEVAN ĐORĐEVIĆ-NOVAK (1919-1943) serbischer Rom, kommandierte eine Partisan*inneneinheit im Osten Jugoslawiens. Er wurde 1953 posthum als Widerstandskämpfer ausgezeichnet.
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Movimento studentesco in solidarietà alla Palestina: voci dalle occupazioni di Bologna e di Amsterdam Gli studenti e le studentesse non hanno un pensiero critico o il loro pensiero critico vorrebbe essere schiacciato attraverso la paura? Sembrerebbe questo l’atteggiamento delle istituzioni nei confronti delle mobilitazioni studentesche a sostegno della Palestina che stanno scuotendo tutto il globo, ce lo dimostra la violenta repressione agita nelle acampade e nelle occupazioni delle università in giro per il mondo. Da Bologna ad Amsterdam abbiamo parlato con chi sta partecipando a questo movimento. In entrambe le città le occupazioni sono nate stimolate dall’ondata di solidarietà internazionale. A Bologna sono state piantate le tende in piazza Scaravilli ormai diversi giorni ma la forte partecipazione da parte delle persone e di alcuni docenti, non accenna a diminuire. Ci viene raccontato da parte di un attivista dei Giovani Palestinesi di Bologna il fitto programma che ha offerto la possibilità di costruire momenti di socialità e formazione alternativi al regolare svolgimento delle attività accademiche. In Olanda l’occupazione all’università di Amsterdam è stata violentemente caricata con fermi e arresti da parte delle forze dell’ordine. Anche in questo caso però la partecipazione è stata importante e si è inserita in un contesto di mobilitazione in favore della Palestina degli ultimi mesi, come ci viene riportato da Lucia e Carlotta, studentesse italiane che studiano ad Amsterdam.
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Rafah: le trattative tra Israele ed Hamas ed il sostegno (apparentemente) in bilico degli Stati Uniti Un approfondimento con Eliana Riva, caporedattrice di Pagine Esteri, sullo stato delle trattative in corso al momento al Cairo tra la resistenza palestinese e Israele, un piano complesso che ha visto la delegazione palestinese accettare una bozza di accordo presentata dai mediatori israeliani ma che si è successivamente incagliato sulla questione di un cessate-il-fuoco definitivo, rifiutato dal gabinetto di guerra israeliano. La risposta del governo israeliano all’apertura di uno spiraglio nelle trattative è stata aumentare la pressione sulla Striscia con l’inizio dell’annunciata operazione di terra contro Rafah, ultima zona della Striscia dove ancora funzionano alcuni servizi di base ed in cui si sono rifugiati quasi 1,500,000 palestinesi. Solo apparentemente un controsenso, la decisione è indicativa del vero obiettivo sionista, quello di rendere totalmente inabitabile la Striscia e devastarne le infrastrutture per impedire il più a lungo possibile la ricostruzione, a fronte invece dell’obiettivo dichiarato, ormai giudicato assolutamente inverosimile, di una completa distruzione di Hamas. L’operazione militare contro Rafah, allo stesso tempo, mette – per lo meno all’apparenza – in rotta di collisione il progetto israeliano con gli Stati Uniti. Per quanto ancora solido e di lungo corso sia il sostegno USA a Tel Aviv, alcune dichiarazioni dell’establishment americano – come il rifiuto, a parole, dell’invio di 3500 “bombe intelligenti” agli arsenali israeliani – sembrano voler aumentare la pressione su Israele per evitare, o quantomeno limitare, una operazione militare che si annuncia lunga e devastante. Sulla scelta di una maggiore rigidità, almeno apparente, di Biden di fronte al proseguire della volontà genocida del governo israeliano influiscono sicuramente le mobilitazioni senza precedenti in corso in queste settimane nei campus statunitensi e la campagna elettorale per le elezioni di novembre, a cui l’amministrazione democratica vorrebbe arrivare con la fine della guerra ed il congelamento, almeno temporaneo, della “questione palestinese”.
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Summary of Turkish occupation plans and resistance in Southern Kurdistan: ➡️ AKP regime launching offensive in the mountains ➡️ Trade agreements as pretext for war against PKK ➡️ Guerrilla resistance vs international complicity More background information: https://riseup4rojava.org/intensified-turkish-attacks-in-kurdistan-and-new-acts-of-repression-in-europe/
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A seminar on "sexism" in Marseille A seminar was held in the city of Marseille, France, under the leadership of TekoJIN. MARSEILLE - A seminar on "sexism" was held for young Kurds living in Marseille and the people of Kurdistan under the leadership of Jinên Ciwan ên Têkoşer -TekoJIN (Young Women Fighters) Who are the men and women? What is the condition of men and women in society? What are the problems of sexism? These topics were discussed. In the discussions, personality characteristics in women's identity and social sexism from history to the present were evaluated. The youth made significant improvement in their discussions and evaluations when analyzing their personality by evaluating the situation. Based on the suggestions of the participants, it was decided that the seminars will be held several times.
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Solidarity is a weapon Solidarity mural on one of the houses on Hamburg's Hafenstrasse (2018)
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Zapraszamy was na szczególną imprezę benefitową Kita jest antyfaszystką i antyrasistką z Mozyrza, wokalistką zespołu VIKT(A)R xOi! Kita została skazana na 2,5 roku więzienia za publikowanie postów na swoich portalach społecznościowych (czy możesz sobie wyobrazić, gdybyś został uwięziony za nazywanie policji "psami" lub "akabami"). 11 kwietnia 2024 r. Kita została zwolniony i musiała opuścić Białoruś, ponieważ według obrońców praw człowieka więźniowie polityczni nie są pozostawiani sami sobie i nadal są represjonowani nawet po zwolnieniu. Co więcej, mąż Kity, główny wokalista zespołu "Nya Varta", który również został zmuszony do wyjazdu, pozostawał pod groźbą wszczęcia postępowania karnego. Obecnie Kita zajmuje się przywracaniem zdrowia fizycznego i psychicznego, ponieważ więzienie pozostawia duży ślad w życiu człowieka. Kita ponownie uczy się wielu rzeczy w innym kraju. Po raz pierwszy potrzebuje pomocy finansowej, aby przystosować się i odzyskać siły
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Un policier viole une victime de viol ! Il n'écope que de 10 mois de prison ferme Thread 1/2 Attention, histoire à foutre la nausée.  Un policier de Bézier vient d'être condamné à 10 mois de prison ferme (et 20 avec sursis) pour avoir agressé sexuellement une femme ayant porté plainte pour un viol conjugal ! Le tribunal correctionnel de Montpellier l’a également condamné à une interdiction d’exercer pendant 3 ans, alors que le procureur avait demandé 5 ans.
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Pena di morte per droga: 467 esecuzioni nel 2023 https://ift.tt/knZ9Ki3
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Repressione a Genova arrestati – e liberati – otto compagn* della Ex Latteria Occupata Nella notte tra venerdì 3 e sabato 4 Maggio due compagne e sei compagni sono stati aggrediti violentemente ed arrestati davanti all’Ex Latteria, uno spazio occupato a Genova, da un esagerato dispiegamento di forze dell’ordine tra Carabinieri, Polizia Municipale ed Esercito, a causa in realtà di un diverbio e dell’arroganza di una volante dei Carabinieri che quasi rischiava di investire un cane lungo lo stradone Sant’Agostino. Si sa che anche solo inveire o criticare contro le forze del (dis)ordine è un atto ormai ritenuto sovversivo: così Anais, Lea, Davide, Edo, Ema, Jack, Michele e Paolo sono stat* arrestat* e portati al carcere di Marassi e Ponte Decimo, tenuti in stato di arresto per diversi giorni fino a martedì 7 maggio quando, per fortuna, sono stat* tutt* rilasciat* anche se con diverse misure e obblighi di firma. Di questa storia di violenza poliziesca e (stra)ordinaria repressione, sopratutto nel centro della città genovese sempre più in trasformazione turistica e sotto controllo poliziesco, ma anche della pronta risposta e della solidarietà da parte di tant* compagn* di Genova, ne parliamo in diretta ai microfoni di Radio Blackout con una compagna:
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Accadde Oggi: 7 maggio 1970: Università americane in rivolta https://www.osservatoriorepressione.info/7-maggio-1970-universita-americane-rivolta/ Segui @ossrepressione
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Sono di origine siriana e irachena la maggior parte di coloro che hanno potuto lasciare l’inferno di al-Hol. Grazie all'AANES a cui non corrisponde un analogo impegno da parte della comunità internazionale https://www.osservatoriorepressione.info/famiglie-lasciano-campo-al-hol/ Segui @ossrepressione
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Accadde Oggi - 9 maggio 1978: Peppino Impastato, rivoluzionario comunista, ucciso dalla mafia https://www.osservatoriorepressione.info/9-maggio-1978-peppino-impastato-ucciso-dalla-mafia/ Segui @ossrepressione
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La notte del primo settembre 1977 a Rosarno, in Calabria, tre persone vengono assassinate. Una donna, un uomo e un bambino. Una famiglia sorpresa nel sonno e massacrata a colpi di arma da fuoco e di coltello. Si salverà solo il secondogenito poco più che neonato, trovato al mattino piangente accanto al corpo della madre. Dormivano insieme sull'unico letto di una casupola d'una sola stanza. Anni d'indagini e diversi processi fecero luce sulle ragioni di quella carneficina. Lui era Mario Conte, bracciante a giornata, "incensurato, non sembrava fosse inserito nel giro delle cosche operanti nella zona". Si sposta a Rosarno per cercare lavoro, si innamora di Maria Rosa e si sposano. Lei invece di cognome fa Bellocco. Cugina di Umberto Bellocco, il capo dei capi direbbe la televisione. I maschi della famiglia le rimproverano una relazione adulterina. A Rosarno può voler dire uno sguardo di troppo o una chiacchiera di paese. Ma l'imposizione del dominio mafioso significa investire nel patriarcato e nel controllo della sessualità femminile. Mario è il marito, la gente sparla, "deve" ucciderla al più presto. Pare gli abbiano anche messo in mano la pistola. Ma Mario si rifiuta. I congiunti insistono, minacciano, ma lui non si piega. Sarà il primo a cadere quella sera, di una "tremenda coltellata al ventre", finito a colpi di pistola. Al figlio Francesco, di nove anni, sparano al collo ed al cuore. Li troveranno l'uno accanto all'altro sul divano, al mattino. A nove anni si è già abbastanza grandi per testimoniare. Lei sarà uccisa per ultima, di fronte al piccolino con cui dormiva sul lettone. Si difende disperatamente Maria Rosa, imbraccia il fucile da caccia poggiato su un ripiano, ma è scarico. Fulminata da due colpi di pistola, all'esame autoptico risulteranno tuttavia "numerose ferite (di coltello), rinvenute in varie parti del corpo". "Sembra che il perito abbia dedicato molta attenzione alla "geografia" delle ferite da taglio riscontrate sui cadaveri. L'abbinamento delle armi usate è stata ritenuta da alcuni abbastanza insolita, e avrebbe un suo preciso significato": i tagli del coltello localizzati sui genitali, lei troppo femmina lui troppo poco uomo. Una “geografia” di ferite a sessualizzare la colpa, il coltello ad inciderne la sentenza sui corpi, a sigillo dell'espiazione. "Testimonianze, naturalmente, non ve ne sono". Il padre di lei sarà poi indagato insieme agli altri uomini della famiglia. Gli inquirenti indicheranno nei fratelli di Maria Rosa, Bernardo e Antonino, gli esecutori materiali della strage. Tra i numerosi tatuaggi sul corpo di Antonino e n'era uno che costituiva un autentico programma: "La donna che tradisce non merita perdono". Solo quest'ultimo sarà condannato con sentenza definitiva. Raccontiamo questa storia anche in Disonorate società, il nostro libro che parla della storia della mafia e delle storie di antimafia dal basso. Lo trovate qui: https://cronacheribelli.it/products/disonorate-societa-introduzione-alle-mafie-e-storie-di-antimafia?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR0JqiZNm8qNXqTPHIMohioS541gnp5_IKPuDY9xZG0sycf4wsaYzRo_nPs_aem_ARJZyPwAzQcD5vE_kFKlOzoJMacWotlFofkfkoG6vdQLtvZP0h2NPBET7TnlJbtQl-M0PwFbDPKKIPSBuJluA9FI
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Franco è fermo, saldo, sul Lungarno Gambacorti. Non si muove, non corre, non scappa come fanno tanti ragazzi intorno a lui. Immobile, così lo descrive Moreno Papini che, da una finestra del civico 12, assiste alla mattanza che segue. Siamo a Pisa il 5 maggio 1972, intorno alle 20. Quel giorno Lotta Continua ha indetto una manifestazione antifascista. Al presidio partecipano tante anime della sinistra extraparlamentare e ci va anche Franco, che fa parte del circolo anarchico Giuseppe Pinelli. Presto la polizia, con jeep al seguito, carica i manifestanti, scatenando il panico. Franco è fermo in questo caos. Il ragazzo è disarmato e inoffensivo. “Una quindicina di celerini gli sono saltati addosso e hanno iniziato a picchiarlo con una foga incredibile. Avevano fatto un cerchio sopra di lui tanto che non si vedeva più, ma dai gesti dei celerini si capiva che dovevano colpirlo sia con le mani, che coi piedi, sia con i calci dei fucili”. Papini racconta così il pestaggio selvaggio che termina solo quando ormai il ragazzo è privo di conoscenza. Altri agenti lo mettono su una camionetta e lo portano via. Il giorno dopo secondo i verbali viene prima interrogato ripetutamente e poi, dopo ben 15 ore dal fermo, visto che denuncia gravi malesseri, viene sottoposto ad una visita. Nonostante un trauma cranico accertato e numerose echimosi gli viene offerta solo una borsa del ghiaccio. La mattina seguente, dopo una notte di sofferenza, lamenti e nessun soccorso, è ormai in coma. Trasportato in ospedale muore alle 9 e 20 del 7 maggio. Le pubbliche autorità parlano di morte accidentale e cercano di chiudere il caso seppellendo subito Franco. Non ci riescono. L’avvocato Sorbi, legale della parte civile, dopo aver assistito all’autopsia, parlerà di “un corpo massacrato al torace, alle spalle, al capo, alle braccia. Tracce di sangue ovunque. Non c’era neppure una piccola superficie risparmiata dalla violenza. Ho passato una lunga notte di incubi.” I periti cercano di minimizzare dicendo che il ragazzo era gracile, debole, con le ossa della testa meno spesse della media. Ed è per questo che è morto, non per la violenza del pestaggio. Si aprirà un indagine che si infrange contro l’omertà, le menzogne, la burocrazia. Corrado Stajano, autore di un libro su Franco, dirà che così lo hanno ucciso due volte. Vorremmo dire che questa è solo una storia isolata, una storia di tanti anni fa. E invece no, perché dopo Franco ce ne sono stati tanti di morti così. Morti come Federico Aldrovandi, ucciso ormai tredici anni fa. Morti di cui dobbiamo conservare la memoria e per cui non dobbiamo mai smettere di chiedere giustizia. Raccontiamo di Franco anche in Cronache Ribelli. Trovate l'antologia a questo link: https://bit.ly/3UfMQ36
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CALL FOR SOLIDARITY/ CHAMADO PARA SOLIDARIEDADE [EN/PT] Anarchists and communities in Brazil are organizing actions of solidarity and mutual support for people affected by historic floods in the south, caused by climate chaos and worsened by the government. Please share this post and support the campaign in any way you can: _ Anarquistas e comunidades no Brasil estão organizando ações de solidariedade e apoio mútuo para as pessoas atingidas pelas enchentes históricas no sul, causadas pelo caos climático e agravadas pelo governo. Por favor, compartilhe esta postagem e apoie a campanha da forma que puder: https://www.youtube.com/watch?v=yJJ2d9NV1bU _ https://kolektiva.media/w/whU6Ck8R8gYdk4gyxSa1fk _ https://www.instagram.com/reel/C6ohN2eOafS/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==
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Hammasini ko'rsatish...
Ilaria Salis ai domiciliari a Budapest dopo 15 mesi. Il padre: ' Siamo felicissimi'

Lo hanno deciso i giudici del tribunale di seconda istanza ungherese. I ministri Nordio e Tajani: 'Soddisfazione per la notizia'. I legali: ' 'Finisce un incubo ma la sua battaglia continua' (ANSA)

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Repost from Cronache Ribelli
Il 3 novembre 1944 il capitano della Kriegsmarine Rudolf Jacobs bussava alla porta della caserma delle brigate nere di Sarzana. Non si sa per certo chi abbia sparato la prima raffica, ma Jacobs cadde quel giorno sotto le pallottole dei fascisti. Il 3 novembre 1944, il partigiano Primo, con dodici compagni di varie provenienze, travestiti con divise militari tedesche, bussava alla porta della caserma delle brigate nere di Sarzana. Il partigiano Primo cadde quel giorno sotto le pallottole dei fascisti. Il capitano Rudolf Jacobs e il partigiano Primo non furono protagonisti di due fatti identici accaduti nello stesso giorno: erano la stessa persona. Non aveva mai avuto una particolare simpatia per il regime nazista e le sue persecuzioni razziali, Jacobs, e anche quando era di stanza in Liguria, si racconta, si era prodigato per una più equa distribuzione di cibo tra la popolazione. Dopo l’armistizio, insieme al suo attendente, approfittò della confusione tra le fila nazifasciste per rubare una camionetta, caricare una scorta di benzina e fuggire. La destinazione era la Resistenza, quella Resistenza che combatteva contro l’esercito di cui Jacobs faceva parte, contro quelle nefandezze che Jacobs non poteva sopportare, scegliendo, con profondo senso dell’onore, la diserzione. Si unì ai partigiani, Rudolf Jacobs, con il nome di battaglia di Primo, e si distinse per azioni coraggiose per circa un anno nei dintorni di Sarzana, fino a quel 3 novembre, quando finì la sua avventura al fianco dei partigiani. Fu dichiarato disperso e tale rimase per anni fino a quando, forse, aver disertato fu considerato finalmente anche in Germania più onorevole e degno di riconoscimento che continuare a stare dalla stessa parte di chi aveva trascinato l’Europa e il mondo intero nel periodo più buio della sua storia. Raccontiamo la storia di Rudolf anche in Partigiani Contro, il nostro libro sulla Resistenza. Lo trovate qui: https://bit.ly/49wCBOq
Hammasini ko'rsatish...
Partigiani Contro - La Resistenza oltre la narrazione istituzionale

Il biennio 1943-1945 rappresenta un passaggio determinante nella storia di questo Paese.   Di fronte all’occupazione tedesca e allo sfaldamento delle strutture statali, uomini e donne, con diversi orientamenti, desideri e motivazioni scelgono di aderire alla Resistenza e combattere un conflitto dalle molteplici facce.

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Hammasini ko'rsatish...
Catalogna, la partita non è finita. La reazione psicologica - helis.blog

Pubblichiamo la traduzione libera di due editoriali di Vicent Partal, direttore di Vilaweb, quotidiano online catalano, del 12 e 13 maggio 2024. Questi testi ci aiutano nella comprensione del risultato elettorale, delle possibili vie d’uscita e della prospettiva politica delle forze indipendentiste. A questo link sono disponibili le dichiarazioni post elettorali di Oriol Junqueras, presidente […]

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🇨🇵 Le 14 mai 1977, des manifestations sont organisées dans plusieurs villes italiennes en réaction à la mort de Giorgiana Masi, assassinée 2j plus tôt par la police romaine. Certains cortèges sont armés. Un policier meurt sous les balles à Milan, un autre est blessé à Rome. Le même jour, les sièges de la Démocratie Chrétienne de Brescia et Gênes sont attaqués au cocktail molotov. A Palerme, c'est un parking de la police qui est incendié. A Bologne, c'est une caserne de carabinieri. 🇮🇹 Il 14 maggio 1977 furono organizzate manifestazioni in diverse città italiane in reazione alla morte di Giorgiana Masi, assassinata 2 giorni prima dalla polizia romana. Alcuni cortei sono armati. Un agente di polizia muore sotto i proiettili a Milano, un altro rimane ferito a Roma. Lo stesso giorno furono attaccate con bombe molotov le sedi della Democrazia Cristiana a Brescia e Genova. A Palermo è stato dato alle fiamme un parcheggio della polizia. A Bologna è una caserma dei carabinieri. t.me/primalinea161
Hammasini ko'rsatish...
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Hammasini ko'rsatish...
15 maggio 1948: La Nakba - Osservatorio Repressione

da uno scritto di Ilan Pappe:  “ (…)Tra febbraio e dicembre del 1948 l’esercito israeliano ha occupato sistematicamente i villaggi e le città palestinesi, facendo fuggire con la forza la popolazione e nella maggior parte dei ca-si anche distruggendo le case, devastando le proprietà e portando via loro averi e i loro ricordi. Una vera …

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Accadde Oggi - Milano 14 maggio 1977: manifestazione contro la repressione https://www.osservatoriorepressione.info/milano-14-maggio-1977-manifestazione-la-repressione/ Segui @ossrepressione
Hammasini ko'rsatish...
Milano 14 maggio 1977: manifestazione contro la repressione - Osservatorio Repressione

Mentre a Roma le forze speciali infiltrate di Kossiga sparano ai manifestanti di Piazza Navona e uccidono Giorgiana Masi, il sostituto procuratore della Repubblica Luigi De Liguori a Milano ordina l’arresto di alcune persone, tra le quali due noti avvocati di Soccorso Rosso, Giovanni (Nanni) Cappelli e Sergio Spazzali. L’imputazione più grave nei loro confronti …

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“Lo sviluppo di una donna, la sua libertà, la sua indipendenza devono provenire da lei stessa. In primo luogo, affermandosi come una persona, e non come un oggetto sessuale. In secondo luogo, negando a chiunque diritti sul suo corpo; rifiutando di avere figli, a meno che non li desideri; rifiutando di servire Dio, lo Stato, la società, il marito, la famiglia; liberandosi dalla paura dell'opinione pubblica e della sua condanna; rendendo la sua vita più semplice, ma più profonda e ricca.” Emma Goldman è stata un’anarchica, femminista e instancabile rivoluzionaria. Nasce nel 1869 a Kovno, oggi Lituania, allora Impero Russo, in una famiglia di origine ebraica. Fin da giovanissima sviluppa un forte rifiuto verso ogni forma di autoritarismo. Le violenze dei ricchi verso i poveri, dei mariti verso le mogli, dei genitori verso i figli la disgustano e le fanno crescere dentro desideri di emancipazione e riscatto, per se stessa e per gli altri. Questi sentimenti la portano in rotta di collisione con i valori familiari e sociali della sua comunità. Al padre che la vorrebbe indirizzare verso una vita domestica oppone una costante resistenza: rifiuta matrimoni combinati sostenendo che si sposerà solo per amore. Purtroppo però presto scopre che molti uomini non desiderano il suo amore ma solo il suo corpo. Costretta più volte a rifuggire “avance indesiderate” da parte dei clienti del negozio di famiglia, viene stuprata da uno di loro quando non ha ancora compiuto sedici anni. Nel 1885 Emma emigra negli Stati Uniti. Qui dopo un matrimonio fallito e una rottura definitiva con la famiglia, incontra lo scrittore anarchico Alexander Berkman che sarà suo amante, amico e confidente per tutta la vita. La repressione operaia, le violenze contro i lavoratori, le ingiuste condizioni di vita delle classi popolari, le esperienze personali la spingono definitivamente ad intraprendere una vita all’insegna dell’attivismo politico e sociale. Nei primi vent’anni del Novecento non c’è causa per cui Emma non si batta. Al fianco delle donne per la loro emancipazione, per i diritti dei detenuti politici, per quelli dei lavoratori, contro la crescente ondata militarista, contro ogni forma di potere e oppressione. Dopo aver fatto per anni dentro e fuori dalle patrie galere, nel 1917, quando ormai è diventata una figura centrale dell’anarchismo americano, viene espulsa dagli USA. Raggiunge la Russia proprio mentre i bolscevichi prendono il potere. Assiste alla repressione del dissenso e alla burocratizzazione della rivoluzione, così denuncia i metodi repressivi del nascente governo sovietico e lascia il paese. Girovaga per alcuni anni tra Inghilterra, Canada e Francia. Nel 1936, si sposta in Spagna per dare il suo apporto nella Guerra civile. Dopo la sconfitta della Repubblica torna a Toronto, dove muore il 14 maggio 1940. "Se l'amore non sa dare e prendere senza restrizioni, non è amore.” E.G. Sul nostro shop trovate vari testi di e su Emma Goldman, come "Femminismo e anarchia" edito da BFS o "Emma la Rossa" edito da eleuthera. Femminismo e anarchia: https://bit.ly/3WnJGgc Emma la Rossa: https://bit.ly/4dgB80V
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Femminismo e Anarchia

introduzione di Bruna Bianchi Donna e anarchica, Emma Goldman rappresenta ancora oggi un’originale chiave di lettura della realtà contemporanea. Trasferendo nella scrittura l’intelligenza e la passione che caratterizzarono il suo attivismo in America, in Russia e nella Spagna repubblicana, “Emma la rossa” si presenta c

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