17 giugno 1269, muore Provenzano Salvani nel corso della battaglia di Colle di Val d'Elsa
Quando qualche anno fa, basandomi su documenti che sono andato a ricercare in Biblioteca Nazionale (sotto scorta vigile!), dichiarai pubblicamente che anche Dante Alighieri ha scritto delle cavolate nella Divina Commedia, nessuno mi ha smentito. Ne ho parlato, al livello informale, anche col prof. Balestracci.
E oltretutto occorrerebbe anche verificare se è ancora oggi il caso di mantenere le iscrizioni dantesche a Siena. E lo dico per tre ragioni.
- Le iscrizioni dantesche furono apposte in un periodo in cui l'italianità era prevalente (data non dai "sovranisti", ma dalle istanze risorgimentali).
- Dante è pur sempre un uomo proveniente dal capoluogo di regione, che ha fatto della tirannia una sua ragion d'essere. Anche se lui faceva parte della fazione minoritaria, che poi perse in città, non è mai venuto meno al suo essere fiorentino.
- Per scrivere di Salvani e giudicare Provenzano Salvani, Dante si è basato sui resoconti "giornalistici" di Giovanni Villani che, come ho scritto nell'articolo, tratto da
Ricordi di Palio, era un cronista storico "embedded", uno di quelli che poteva saltar fuori da un giornale schierato apertamente. I resoconti di Villani sono spudorati, lungo tutto l'arco della sua vita, e tendono a glorificare il capoluogo di regione oltre ogni misura. Io me li sono andati a rileggere, non tutti, ma la parte dove parla di Siena. E danno (quasi) fastidio.
Se studiamo la Storia della Toscana, capiamo anche molte cose di oggi. Perché la Russia tratta l'Ucraina come il capoluogo di regione ha trattato Siena nel medioevo (e Arezzo e Pisa e Lucca ecc.) e durante le
lotte tra guelfi e ghibellini.
E la stessa cosa era avvenuta nel Novecento con l'Inghilterra che aveva trattato l'Irlanda come una sua succursale, dove gli inglesi potevano fare il bello e il cattivo tempo.