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Russia e altre sciocchezze

Giovanni Savino, storico, specialista di Russia e Europa orientale. Più di un decennio in Russia, ora in "esilio", sempre con un po' di cazzimma. Adesso alla Federico II. https://linktr.ee/giovanni.savino Per contatti @onivas84

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E niente, un'altra perla di Aleksandr Dugin, pubblicata oggi dal sito dell'Izborskij klub, think-tank imperial-conservatore russo, l'articolo si intitola "Sport ili religija?" (Lo sport o la religione). In conclusione si scrive: In generale, appare evidente come lo sport, che in origine era un fenomeno culturale non cristiano, scompaia nell'era del Medioevo cristiano e ritorni in Europa in un contesto post-cristiano e perfino in parte anti-cristiano. Ciò solleva con nuova urgenza un problema: lo sport è davvero compatibile con il cristianesimo? È possibile coniugare le passioni, l'estetica e le regole del gioco originate dallo sport con una visione cristiana del mondo? Naturalmente, questa domanda è parte di una questione ben più essenziale: il cristianesimo è compatibile con il mondo moderno in generale, costruito nel suo insieme - e non solo, ovviamente, con lo sport - sulle basi della desacralizzazione, del materialismo, dell'evoluzionismo, del secolarismo e l'ateismo? Ovviamente non è possibile rispondere in modo univoco a questa domanda, ma è opportuno porla, se non altro per avviare un ciclo di discussioni significative, le quali potrebbero aiutare a comprendere più pienamente, nelle nuove condizioni, cos’è lo sport e, cosa ancora più importante, cos’è il cristianesimo. "No, non faccio sport perché sono cristiano" - mi sembra una bella nuova scusa per non muoversi.
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Александр Дугин: Спорт или религия? | Изборский клуб

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Ed ecco l'ultimo corso prima della pausa estiva, tenuto da Ksenia
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Non solo Dostoevskij

Cari amici, Lancio l'ultimo corso di questa stagione, poi fino a metà settembre andrò in vacanza. Molti mi chiedono consigli sulla letteratura contemporanea, ed eccola qua: il corso si chiama "Letteratura russa 21" Partecipate, raccontate di questo corso ai vostri amici, spero tanto vi piaceranno questi libri e assieme andremo incontro all'estate. Per iscriversi qui:

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdZqlXtP8wtKYgSp7zneNquvwEiJqCUHt-EkDH5OpnuLsEFHA/viewform

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Sulla tomba di Prigozhin è apparsa una sua statua: iniziativa privata, come nel caso del memoriale apparso sulla sepoltura di Utkin.
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La proposta della tassazione progressiva avanzata dal Ministero russo delle Finanze non è poi così progressiva, visto che chi guadagna fino a 200.000 rubli al mese (circa 2079 euro) continuerà a pagare il 13%, dai 200.000 ai 416.700 (4332 euro circa) il 15%, 18% per i redditi da 416.700 a 1.670.000 (17363 euro), e infine 20% fino a 4.170.000 (43357 circa) e 22% oltre. Insomma, un dottorando, un precario, uno statale in Italia pagano moooolto di più. Anche questa volta la dittatura sovietica è comunista forse dopodomani... Significativo però è che dopo anni in cui l'espressione "tassazione progressiva" era ritenuta come bestemmiare in chiesa, ora vi si ricorra, e le coincidenze con la guerra son evidenti.
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Non c'è molto di nuovo nelle dichiarazioni di Putin durante la conferenza stampa a Tashkent, dove si è recato per una visita di due giorni: anche la questione della legittimità di Zelensky come presidente ucraino o meno appartiene all'ambito delle argomentazioni polemiche, perché quando si dice che secondo la Costituzione ucraina alla scadenza del mandato i poteri passano al presidente della Rada poi bisognerebbe capire cosa vuol dire in pratica il leader russo, forse vuole aprire negoziati con la Rada? Riconoscere il parlamento di Kiev come rappresentante del paese? Difficilmente avverrà tutto questo. Invece per quanto riguardo il commento alle parole di Stoltenberg, avvenuto dopo le obiezioni di Tajani e Scholz su tutti, anche qui poco di nuovo rispetto a quanto già è noto. Diverso invece è quanto riguarda la ventilata esclusione dei talebani dalla lista russa delle organizzazioni terroristiche, già paventata da Lavrov nei giorni scorsi, con il riconoscimento del movimento islamista come governo afghano: anche qui da tempo rappresentanti di Kabul si recano a Mosca (come si recavano a Doha) senza esser arrestati, dopo il tentativo compiuto dal Cremlino di una conferenza speciale sul paese con l'ex governo e le milizie.
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E poi continua così: ci vediamo il 18 giugno alla Libreria Tamu a Napoli
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Cose figherrime in arrivo: Iconografie va in tour e comincia con il botto con due amici
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Il comitato della Duma ha approvato un innalzamento delle multe fino a 600.000 rubli (pari a 6240 euro circa) per la diffusione o esibizione di opere letterarie e artistiche con informazioni sulle droghe. Tra i primi autori e libri che mi vengono in mente Bulgakov - Morfina Ageev - Romanzo con cocaina Le canzoni di Vertinskij, un bel po' di letteratura della perestrojka e ancora il serebrjanyj vek, il secolo d'argento, con i suoi cocainomani.
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E questo era il mio "coccodrillo" in morte di Limonov
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1943-2020 / Limonov, scrittore con gli occhiali e il coltello

La morte di Eduard Limonov segna, senza che possa apparire banale, la fine di un fenomeno politico-letterario che in alcuni momenti ha incarnato alcuni motivi culturali della Russia post-sovietica. Lo scrittore russo, venuto a mancare a causa dei postumi di un’operazione a 77 anni, ha percorso gli anni della sua vita in marcia, infrangendo regole, costumi e buonsenso, sempre mosso da una costante tensione tra repulsione e accettazione, marginalità e celebrità.

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Interessantissimo articolo di Diana Mihaylova con testimonianze su Limonov di chi lo ha incrociato: persone molto diverse e particolari, c'è da dire.
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Dopo il Festival del cinema di Cannes tutti parlano di Limonov per “The Ballad”, ma chi era davvero? Ce lo racconta chi lo ha conosciuto: “Un dandy, sovversivo, punk, trasformista, rivoluzionario”. Ma anche “non esiste”.. - MOW - Mowmag.com

Alla 77esima edizione del Festival del Cinema di Cannes è stato presentato in anteprima assoluta il film “Limonov. The Ballad” del regista Kirill Serebrennikov, ispirato al romanzo di Emmanuel Carrère e dedicato al grande autore russo morto nel 2020. Di lui e della sua vita di scrittore e politico, emigrato dall’Urss a Parigi e New York, fondatore del Partito Nazional Bolscevico con Aleksandr Dugin, e incarcerato sotto Putin, ci sono tanti racconti e storie controverse. Ma chi fu davvero Eduard Limonov? Quanto assomiglia al ritratto di Carrère? Lo abbiamo chiesto a quattro autori che lo hanno incontrato e intervistato: Sandro Teti, Vittorio Macioce, Helena Velena e Yurii Colombo: “Un dandy, sovversivo, punk, un personaggio in cerca d’autore, un asceta, un trasformista, un rivoluzionario”. Ecco i loro racconti

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