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Questo Canale nasce dalla volontà di alcune persone di presentare notizie di contro informazione utili a comprendere come, il mainstream, piloti le persone. Non vuole essere un sito di complotti surreali ma di un'onesta verifica di quanto accade.

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Tanto per chiarire meglio il concetto: il dipinto in allegato, "Congratulazioni nel giorno della Vittoria" è opera di Nikolai Chuprina (1928-2000), artista SOVIETICO e UCRAINO.
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Dunque, sul 9 maggio a Mosca. Rispetto alle parate del Giorno della Vittoria del 2022 e del 2023, l'edizione di quest'anno ha visto più elementi di "normalità": c'è stato il passaggio aereo e un maggior numero sia di truppe che di veicoli. Continuano a non esserci carri armati, tranne il T-34/85 che apre la parata, per la gioia dei nostri Iacoboni che possono scrivere, per il terzo anno di fila, che non ce ne sono perché sono tutti al fronte. Però c'è stata una novità piuttosto significativa (foto 1) per la prima volta hanno sfilato anche distaccamenti delle truppe impiegate al fronte. L'intento è chiaro, legare la "Operazione Militare Speciale" alla seconda guerra mondiale, presentando la seconda come la continuazione della prima. E certo, avere un'altra volta carri armati tedeschi da far saltare in aria aiuta questa interpretazione forse più delle truppe che sfilano.
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03
Sulla questione "giorno della Vittoria" mi limito solo a dire una cosa: la sua gestione da parte dell'Occidente è una cascata di fallacie logiche e sillogismi sbagliati, sciocchi e pericolosi. Non lo si deve celebrare perché è una festa sovietica, l'Unione Sovietica era il male quindi tutto ciò che faceva era il male, incluso celebrare il 9 maggio (questo di solito in Europa orientale). Oppure: il 9 maggio era una festa sovietica, l'Unione Sovietica era in realtà la Russia imperialista sotto altro nome, noi ci opponiamo alla Russia imperialista sotto ogni nome, quindi ci opponiamo alle celebrazioni del 9 maggio (questo anche in Europa occidentale). Queste interpretazioni non solo sono sciocche, sono esattamente speculari a quelle della propaganda russa: il 9 maggio è una festa russa, la Russia ha lottato contro il nazismo e ne celebra la distruzione, l'Occidente è nazista, quindi l'Occidente non celebra la distruzione del nazismo. E così via. Ora, anche i sassi (ma non i redattori di parecchi dei nostri giornali e i liberali del webbe e chi li segue) sanno che l'URSS non era solo la Russia, e che i morti sovietici per combattere il nazismo erano russi, ucraini, bielorussi, baltici, caucasici, centroasiatici, siberiani e tutte le centinaia di nazionalità che l'URSS comprendeva, quindi il 9 maggio non è la festa "russa", con buona pace sia di Putin che degli scemi del lato nostro. È la celebrazione del sacrificio immane delle donne e degli uomini sovietici - guidati all'epoca, tra l'altro, da un georgiano (ma lo vedete quanto siete scemi, mannaggia tutto?). E anche i sassi capiscono che queste fallacie logiche in realtà fallacie non sono, perché sono accuratamente costruite per identificare l'Unione Sovietica (l'impero del male in passato) con la Russia (l'impero del male di oggi e, inteso come impero russo, di sempre), e di conseguenza identificare comunismo (socialismo più o meno realizzato, vabbè) e populismo/nazionalismo. Se celebri il 9 maggio o qualsiasi cosa abbia fatto l'URSS stai celebrando in realtà Putin, proprio lui personalmente. È, ripeto, una costruzione voluta e propagandata, alla quale come di regola avviene molti allocchi si accodano credendo di essere molto intelligenti; e che porta a minchiate (scusate, ma non mi viene in mente altro termine) quali "la seconda guerra mondiale è stata scatenata insieme da Hitler e Stalin" dalla quale si arriva dritto per dritto a "Stalin era peggio di Hitler", "il comunismo era peggio del nazismo" e paccottiglia assortita. E questa è la parte stupida. Veniamo a quella pericolosa. Il 9 maggio si celebra la vittoria SUL NAZISMO. Ora, a me non pare che questa cosa possa essere soggetta a interpretazioni o a distinguo. Se ti rifiuti di celebrare la vittoria SUL NAZISMO, dicendo che però questo e però quello (invece, magari, di ribaltare il discorso e dire che il 9 maggio non è la festa dei russi ma la festa di tutti i popoli che hanno combattuto il nazismo eccetera, perché spero bene che tu voglia che il tuo popolo sia incluso nel novero di quelli che l'hanno combattuto, il nazismo), dovresti anche renderti conto che così facendo dai una grossa mano a quelli che per quella ideologia hanno un certo affetto, e ai quali spiace che il 1945 sia andato come è andato. Ora se tu governo lettone o moldavo credi, ingenuamente, che tanto i nazisti li puoi tenere sotto controllo, non c'è problema, e intanto li usi per combattere i russi o i comunisti o i russi e i comunisti e fare la tua bella carriera politica e poi quando non ti servono più che ci vuole a levarli di mezzo, ho delle brutte notizie per te.
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04
Invece sul 9 maggio in generale, e sul patetico revisionismo di cui è fatto oggetto dalle parti nostre, rimando a quanto ho scritto l'anno scorso:
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05
La seconda foto che allego va nella stessa direzione. Sul palco d'onore, in mezzo ai veterani della seconda guerra mondiale, dietro Putin c'è un giovanotto decorato (tra le altre cose) con la stella di "Eroe della Federazione Russa". Vi ricordate, ai tempi di Mariupol, quel fante di marina alto e magro, chiaramente in posizione di comando, che per essere più riconoscibile dai suoi uomini aveva in spalla uno zainetto rosso? È lui.
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06
Io celebro il 9 maggio, quando i sovietici sconfissero i nazisti DI MONI OVADIA 9 MAGGIO 2024 Il 9 maggio 1945 dovrebbe essere considerata come una delle più importanti e cruciali date di tutto il Novecento e anche dell’intera storia umana. Quel giorno memorabile le forze dell’Armata Rossa e delle brigate partigiane sovietiche sconfissero definitivamente i criminali eserciti nazifascisti sul vasto fronte orientale. Senza la straordinaria resistenza sovietica, l’esercito tedesco avrebbe potuto dilagare a Est, impadronirsi delle più preziose materie prime e sconfiggere gli alleati anglo-franco-americani. La Germania nazista era vicina alla realizzazione della bomba atomica e disponeva di una scienza missilistica di almeno 15 anni più avanzata di quella dei suoi nemici. Verosimilmente l’Europa sarebbe diventata un campo di morte, una terra disseminata di campi di sterminio, di camere a gas e forni crematori, non un solo ebreo sarebbe sopravvissuto, i popoli slavi avrebbero conosciuto una nuova schiavitù. Per contrastare questo incubo, i popoli sovietici hanno sacrificato 27 milioni di vite, di cui 12 milioni russe, hanno patito distruzioni e sofferenze inenarrabili e hanno affrontato una guerra il cui scopo era lo sterminio totale, questo era l’intento dichiarato di Adolf Hitler, soggiogare i popoli slavi, sterminare il popolo russo. L’eroismo dei combattenti dell’Armata Rossa e dei cittadini sovietici sfida le più iperboliche narrazioni di epopee eroiche. Si pensi a Stalingrado e se è possibile ancora di più a Leningrado, assediata per tre anni. Nella Venezia del Nord la resistenza dei cittadini oltre che dei combattenti fu sovrumana. In questa grandiosa città gli abitanti e chi li guidava riuscirono a concepire l’inaudito, edificarono una strada, la famosa “Via della Vita”, sul lago ghiacciato Ladoga per portare rifornimenti alla città martoriata. In seguito, a guerra non ancora terminata, appena morto Roosevelt, Henry Truman, nuovo presidente Usa individuò nell’Unione Sovietica il nemico ideale del dopoguerra. Gli apparati di propaganda del governo, del Pentagono e dei servizi segreti statunitensi approntarono un infernale campagna di propaganda basata su una miscela tossica di russofobia e anticomunismo isterico per rappresentare l’Urss come il regno del male. Alcune istituzioni, create espressamente, seminavano le menzogne più infami. L’Europa comunitaria progressivamente sintonizzandosi sulla temperie stelle e strisce ha finito con l’allinearsi alla stessa propaganda, sulla spinta di governi fascistoidi di alcuni paesi dell’Europa dell’Est, fino alla perversione di apparentare comunismo e nazismo con l’intenzione di criminalizzare la Federazione Russa. Tutto ciò ha portato a ignorare artatamente la ricorrenza del 9 di maggio, a gettare l’oblio sul sacrificio di 27 milioni di cittadini russi e sovietici. È nostra intenzione riparare a questa vergogna per restituire onore e giustizia a quegli straordinari esseri umani a cui ogni cittadino europeo e non solo deve imperitura gratitudine. Oggi, nella sede dell’ambasciata russa di Roma, Moni Ovadia celebrerà la vittoria dell’Armata Rossa sui nazifascisti. Questo un brano del suo intervento. 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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"È pericoloso confondere la rappresentazione della realtà con la realtà stessa". Per un pezzo del genere, un anno fa ti avrebbero paracadutato Iacoboni sul pianerottolo.
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Bambini di 6 anni che sembrano dei ragionieri, storcono il naso se sentono parlare di draghi, mostri e fantasmi perché sono credenze infantili. Eh ma loro sono svegli, sono dei piccoli Piero Angela in erba, pronti a scrollare sul loro smartphone le cose del mondo, lucidi e razionali. Se c'è un bimbo che è affascinato dalle fiabe lo guardano con compassione, come fosse un povero ingenuo. Non sappiamo in che contesto vivano questi novelli ingegneri ma è davvero triste vedere bambini che dovrebbero essere all'apice del loro momento "fantastico", fatto di immaginazione e di grandi quesiti, avere una visione del mondo già così disanimata. Ai genitori non interessa, anzi son contenti, convinti che questi figli siano più scaltri di un tempo e non esitano a immergerli in tutta la tecnologia più deleteria sin dalla tenera età. Fanciulli che non hanno neppure la sana paura atavica del buio, che non hanno timore di "cose alte". La tecnologia va a sostituire l'imponderabile, quell' imponderabile che teneva aperti importanti canali di ricezione ed una visione del mondo volta alle grandi domande dell'esistenza. WI
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Thread by @Lukyluke311 on Thread Reader App https://t.co/wMBkbvyM4Q
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Bene vietare l'impianto di pannelli fotovoltaici e pale eoliche nel terreni coltivabili. Male consentirlo nei tetti di stalle e capannoni. L'energia green è una truffa perpetrata dalle aziende che la producono e dalle multinazionali che l'acquistano a prezzi stracciati. L'energia green, finché non è libera e accessibile a tutti, è un altro strumento di profitto del nuovo capitalismo della sorveglianza. La parola d'ordine è perciò VIETARE L'ENERGIA GREEN AD USO E CONSUMO DELL'ALTA FINANZA E DEL CAPITALE.
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Ieri era la giornata internazionale della libertà di stampa. Ossia, si è festeggiato un fantasma, uno spettro, un simulacro. In Italia non esiste alcuna libertà di stampa, dal gossip alla politica internazionale esiste un’unica libertà: quella delle classi dominanti di celebrare se stesse e la propria narrazione tramite l’ausilio di un gruppo sociale cooptato, dominato e compiacente: gli influencer. La società odierna è infatti rigidamente tripartita: oligarchi, influencer, moltitudini. I primi, tra l’altro, dominano e selezionano i secondi. I secondi conferiscono significato al sistema. Le terze fanno largo uso della prassi, così ben descritta da Étienne de la Boétie sin dal XVI secolo, della “servitù volontaria”. Sono le moltitudini, infatti, che coi loro comportamenti servili, alimentano gli influencer con like e visualizzazioni, e incoronano de facto gli oligarchi, permettendo di dominarle a piacimento. Il servilismo e il masochismo dei dominati, influencer e moltitudini, sono spesso all’origine dell’assenza di libertà e della tirannia dell’ingiustizia (in ogni ambito).
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🦅🇪🇺🇷🇺 IMPERO EUROPEO "L’impero europeo non opprimerà le nazioni europee, non le sottometterà ai tedeschi o ai russi ma, al contrario, le libererà dalla cultura del consumismo e del mercato, infonderà vigore alle loro essenziali energie nazionali e le riporterà in grembo alla storia come soggetti politici indipendenti, vitali e completi, la cui libertà sarà garantita dalla forza strategica dell’intera Eurasia». 📜 Alexander Dugin ♦️E voi cosa ne pensate di questa idea/proposta di Dugin? Unisciti al canale 👇 💯 https://t.me/Ultimouomo000
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Bene vietare l'impianto di pannelli fotovoltaici e pale eoliche nel terreni coltivabili. Male consentirlo nei tetti di stalle e capannoni. L'energia green è una truffa perpetrata dalle aziende che la producono e dalle multinazionali che l'acquistano a prezzi stracciati. L'energia green, finché non è libera e accessibile a tutti, è un altri strumento di profitto del nuovo capitalismo della sorveglianza. La parola d'ordine è perciò VIETARE L'ENERGIA GREEN.
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📞ATTENDERE PREGO Avete presente la "comodità" di quei "servizi clienti" in cui la voce elettronica vi invita a pigiare il tasto 4, poi il tasto 2, poi il cancelletto, poi vi fa sentire la musica 20 minuti e poi cade la linea?😭 Ecco, erano solo allenamento. Perché l'Intelligenza Artificiale servirà proprio a questo: a vessarci senza possibilità di difesa. E non per internet che non prende, ma per cose molto più fondamentali quali le tasse, le multe e sicuramente la sanità. Lo Stato diventerà un mostro elettronico lontano, che ci infliggerà ogni sorta di sopruso e sarà impossibile trovare qualcuno con cui ragionare. Ora si capisce come mai nello Stato lavorano solo 60enni e non si fa nulla per sostituirli. Perché il sostituto è già pronto, ed è un robot senza cervello.🤖 🏹by @criscersei
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La psicoterapia moderna è basata sulla psicoanalisi, e la relazione psicoanalitica era basata sul rapporto che intercorre tra il sacerdote e il penitente nel confessionale. Il punto cruciale del confessionale è l’autoaccusa da parte del penitente, e la promessa, da parte del sacerdote che la confessione ascoltata non avrà e non potrà avere conseguenze in questo mondo (ma solo in quello ultraterreno) per chi si autoaccusa . Un sacerdote che ascoltasse una confessione e che lavorasse come spia per lo Stato sarebbe un’oscenità morale. Cose del genere non si verificavano nemmeno nei giorni più bui del totalitarismo. La stessa cosa vale per la psicoterapia, basata sulla riservatezza e sulla premessa che il paziente si accusa con la speranza, così facendo e con l'aiuto del terapeuta, di essere in grado di cambiare se stesso. Nella psicoterapia oggi molti pazienti lavorano con la falsa convinzione che quel che dicono al terapeuta sia riservato, e i terapeuti non dicono prima ai pazienti che se tirano fuori certi pensieri e certe parole, il terapeuta è tenuto a segnalarlo alle autorità competenti, e che i pazienti in tal caso possono essere privati​della libertà, del lavoro, del loro buon nome, e così via. T.Szasz
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INTELLIGENZA ARTIFICIALE: VERSO UN MONDO IN CUI NON SI STUDIANO PIÙ LE LINGUE STRANIERE Pur senza associarla direttamente alla diffusione dei sistemi di traduzione e doppiaggio tramite software di intelligenza artificiale, l’Atlantic - come riporta Il Post - ha segnalato una recente contrazione nel numero di persone che studiano lingue straniere in diversi paesi occidentali. Negli Stati Uniti sono diminuite del 29,3 per cento dal 2009 al 2021. In Australia la quantità di studenti delle superiori che studiavano una lingua straniera nel 2021 è stata la più bassa di sempre (8,6 per cento). E in Corea del Sud e Nuova Zelanda le università stanno chiudendo i dipartimenti di francese, tedesco e italiano. Anche la conoscenza dell’inglese è diminuita tra i giovani, secondo un rapporto di EF Education First, una società internazionale che organizza corsi di lingua inglese e scambi culturali in tutto il mondo. Indipendentemente dai vari fattori che potrebbero spiegare il fenomeno, molte persone non stanno di fatto apprendendo nuove lingue in un momento storico contraddistinto dall’ampia disponibilità di strumenti con cui possono parlarle senza conoscerle. Uno dei rischi principali nella prospettiva di un mondo in cui si usano le lingue straniere senza studiarle è considerarle tutte equivalenti: che è un modo molto riduttivo di intenderle. Oltre un secolo fa, contribuendo a definire il concetto moderno di relatività linguistica, linguisti come Wilhelm von Humboldt prima e Edward Sapir e Benjamin Lee Whorf poi teorizzarono che la lingua non è un mezzo di trasmissione del pensiero, ma un modo di interpretare la realtà stessa. Imparare una nuova lingua equivale, sotto molti aspetti, ad apprendere un modo nuovo di vedere il mondo e di pensare. «Man mano che la tecnologia si normalizza, potremmo scoprire di aver consentito che le profonde connessioni umane venissero sostituite da una comunicazione tecnicamente competente, ma in definitiva vuota», ha scritto l’Atlantic. (Fonte: Il Post) 🟥 Segui Giubbe Rosse Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
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L'Ucraina è un paese fallito che non potrebbe né pagare gli stipendi pubblici né combattere un sol giorno senza gli aiuti dell'Occidente. Nell'ultimo decennio esso è stato rifornito di tutte le armi possibili ed immaginabili. Se esse non sono state sufficienti a piegare la Russa non è perché non ne sono state mandate abbastanza (questa storiella può crederla soltanto chi si è bevuto il cervello a forza di telegiornali ed editoriali di Repubblica), ma perché l'Occidente, ormai largamente deindustrializzato, non ha le capacità produttive per mandarne di più . I 61 miliardi di dollari stanziati dal senato americano non hanno un effetto pratico, ma sono il segnale che si vuole combattere ad oltranza. Fino all'ultimo ucraino. Quando si sarà arrivati a questo terribile risultato, e l'esercito del paese non sarà più in grado di continuare la lotta, si porrà il problema di mandare sul campo di battaglia ,oltre ai mercenari che già ci sono in gran numero, dei soldati europei. La cosa, per fortuna, non sembra facilissima. Viviamo in società iperindividualiste ed antieroiche. Convincere milioni di persone a seppellirsi in casa per salvarsi la vita da una pseudo pandemia si è dimostrato facile; mandarle in trincea a farsi massacrare dai droni russi potrebbe esserlo molto meno. In ogni caso, il progetto delle elite occidentali va avanti senza esitazione. Si vuole distruggere la Russia in quanto stato, dividendola in cinque o sei entità ostili tra loro, e prendere possesso delle sue ricchezze naturali. Al momento questo obiettivo sembra irraggiungibile e appare anzi molto più probabile che, continuando su questa folle strada, sia l'Occidente ad andare a sbattere contro un muro. E molto pesantemente.
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🫱IL COLPO DI MANO E' una vergoniah, bisogna scrivere al Presidente. Come si permette il parlamento di ripristinare i giudizi di valutazione a scuola? Così si regredisce!!1!😱 E' in nome della modernità che gli insegnanti protestano per il ritorno dei voti alle elementari, sostenuti dai soliti piddini. La modernità infatti prevede che i ragazzini siano valutati con descrizioni di fantasia quali "intermedio" o "in via di prima acquisizione", in modo che finiscano la scuola promossi e sicuramente ignoranti.🙄 Specialmente i fannulloni... e quelli che non sanno neanche la lingua.😡 🏹by @criscersei
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ILNAZIECOLOGISMO La Transizione green è quell'ideologia promossa dalla cupola mondialista che ti vorrebbe far credere che salverà il mondo creando distese di pale eoliche e pannelli fotovoltaici al posto di foreste e campi coltivati, quando invece non fa altro che distruggere gli ecosistemi in nome della rivoluzione ecosostenibile, o meglio, nazisostenibile. Nella Sardegna sud-occidentale la costruzione del parco eolico da parte della piccola (e indebitata) società Ichnusa Wind Power, dietro la quale ci sono le multinazionali del rinnovabile, rischia di uccidere la fauna marina e l'antica arte delle tonnare, trasmessa da 400 anni di padre in figlio. Ringraziamo l'Agenda 2030, i suoi solerti profeti e i coglioni che l'adorano come nuovo vangelo della salvezza.
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🌽ECONOMIA DROGATA 170 ettari di pannelli, circa 200 ettari di terra, in Germania rendono circa 200 GWh/anno per un valore di circa 16 mln€. Coltivando quei 200 ettari metà a patate e metà ad orzo, si sarebbero avute 3.5k ton di patate (per un valore di 2,8 mln€) e 0.7k ton di orzo (175 k€). Capite l'economia drogata? - Vincent Vega- Oltre all'economia drogata, secondo la quale un campo "coltivato" a pannelli rende 5 volte un campo coltivato a cibo, c'è da ricordare che il cibo serve per campare mentre i pannelli possono essere comodamente sostituiti da gas russo.🙄 Ma ai green che gli frega se moriremo di fame? Anzi, meglio: potremo trasformarci tutti in gustoso e nutriente... soylent green.😡 🏹by @criscersei
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Le proteste per la Palestina sono l'ennesima occasione persa di un uomo moderno che vuole la posa dell'eroe senza evolvere, pretende la perla senza combattere con il drago. Giuste nel principio, sono purtroppo fortemente politicizzate, incapaci di una visione unitaria che metta insieme tutti i tentacoli dell'attuale totalitarismo democratico, dove l'essere umano non è più tale ma vale quanto produce, dove ci si pretende laici ma lo scientismo diventa una religione, dove si gioca ancora all'antifascismo perché "aiuto il governo di destra", come se il totalitarismo scientista non fosse stato imposto da un governo progressista, di sinistra e ateo. Oltre che orgogliosamente antifascista. Come se la borgatara Giorgia non fosse cameriera degli USA e della Nato esattamente come il PD, Renzi, Conte e Draghi. Dove la Nato manda al macello gli ucraini in funzione antirussa ma il fascista è Putin. Dove si nega la natura e la differenza biologica tra maschile e femminile dimenticando che l'uomo fluido preda delle sue sensazioni è molto più facilmente manipolabile. Dove anche chi fa "dissenso" fa uso di tecniche di manipolazione. Non abbiamo bisogno ancora di proteste politicizzate in senso partitico, dove ognuno ha bisogno di un recinto al cui interno sentirsi bravo e perfetto e il male è tutto fuori. Ognuno vorrebbe combattere solo dei fantomatici altri senza toccare nulla di se stesso. Il neoliberismo è dentro di noi. Ognuno è intriso di neoliberismo nelle relazioni quotidiane. Dal modo in cui vuole conquistare la propria posizione sociale a costo di lasciare cadaveri sulla strada e calpestarli, al modo in cui misura gli altri secondo leggi di potere e convenienza, al modo in cui è incapace di una visione unitaria e collaborativa. È credibile chi riconosce che il mondo in cui ci troviamo abbiamo contribuito tutti a costruirlo e il cambiamento parte da noi stessi. Chi non vuole mettere in discussione se stesso ma combattere solo un nemico dal proprio recinto fa il gioco del potere. Le proteste settoriali sono fallimentari. E facilmente represse con la violenza. Come la storia insegna.
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Di questo articolo pubblicato il 16 aprile su Foreign Affairs (https://www.foreignaffairs.com/ukraine/talks-could-have-ended-war-ukraine?utm_source=twitter_posts&utm_medium=social&utm_campaign=tw_daily_soc) sui "colloqui che avrebbero potuto porre fine alla guerra in Ucraina" non si parla e non si discute, e se lo si fa (tipo qui Iacoboni: https://twitter.com/jacopo_iacoboni/status/1780152914759065795) lo si fa solo per sottolineare, senza ovviamente addurre prova alcuna (e come potrebbero, visto che quelli che maggiormente stanno sbraitando sono quelli che della faccenda meno ne sanno) quanto l'articolo sia sbagliato, le sue premesse fallaci, i suoi autori poco più che due scribacchini al soldo di Putin e Foreign Affairs un blog di propaganda Z.
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Non tutto, ovviamente, era stato risolto; restavano differenze, anche nelle versioni della bozza che le due parti si scambiavano e iniziavano a far circolare nei canali diplomatici dei paesi terzi (ad esempio l'insistenza russa sulla questione della de-nazificazione), ma non erano, in fin dei conti, differenze troppo gravi come lo stesso Arakhamia dichiarò poi in seguito. A metà aprile le due parti erano, stando alle dichiarazioni di uno dei negoziatori ucraini, Oleksandr Chalyi, "molto vicine" a formalizzare il tutto. Dunque perché poi non è successo? Perché, come dicono i due autori all'inizio, ed elaborano poi in dettaglio, la reazione occidentale all'idea dei negoziati fu "tiepida" - si doveva, del resto, infliggere "una sconfitta strategica alla Russia", e come la si infligge con un negoziato? - , le garanzie di sicurezza troppo pericolose per la NATO, la leadership ucraina troppo convinta di poter vincere sul campo, tanto che il 2 maggio Oleksii Danilov dichiarava baldanzoso che "un trattato con la Russia è impossibile, solo una capitolazione può essere accettata". E il malvagio Putin? No, pare che lui non c'entri, devono ammettere gli autori. Orrore. Ed ecco spiegato il motivo per cui di questo articolo non si parla, e perché sia partita immediatamente una campagna per svilirlo e presentarlo come "un aiuto alla propaganda russa".
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Hanno, insomma, fatto il lavoro che ci si aspetta da gente che fa queste cose per mestiere, cosa che sembra essere diventata sempre più rara e condannabile. Hanno constatato, con stupore, che nel mezzo dell'invasione senza precedenti da parte di Mosca, i russi e gli ucraini avevano quasi finalizzato un accordo che avrebbe posto fine alla guerra e fornito all'Ucraina garanzie di sicurezza multilaterali, spianando la strada per la sua neutralità permanente e, alla fine del percorso, per il suo ingresso nell'UE"; e che il motivo del fallimento di questa bozza non è uno solo, e non va ricercato, come spesso si dice, nel fatto che i russi in fondo non volevano negoziare davvero, ma che "i partner occidentali di Kiev erano riluttanti a dover negoziare con la Russia, soprattutto se la cosa gli avesse creato nuovi obblighi per garantire la sicurezza di Kiev. L'opinione pubblica in Ucraina si era indurita dopo la scoperta delle atrocità russe a Irpin e Bucha. E col fallimento dell'accerchiamento russo di Kiev, il presidente Volodymyr Zelensky aveva maggior fiducia che, con sufficiente appoggio occidentale, avrebbe potuto vincere la guerra sul campo di battaglia". E soprattutto, dicono loro, che si trattava di un accordo troppo ambizioso quando non si era nemmeno in grado di negoziare un valido cessate il fuoco. Niente cattiva volontà, dunque, e responsabilità ripartite tra entrambe le parti. Inizia a diventare chiaro come mai i nostri si sono subito scatenati, no? L'articolo poi segue passo passo la storia dei negoziati, fin dai primi giorni del conflitto, poi in Bielorussia, poi su Zoom per tre settimane e infine a Istanbul; esamina il testo completo della bozza, che nelle conferenze stampa di quei giorni era stato solo comunicato per sommi capi, e arriva al nocciolo della questione - la neutralità ucraina in cambio di garanzie di sicurezza precisate in maniera più dettagliata del fumoso articolo 5 della NATO (ovvero, in caso di futuro conflitto in Ucraina, "imporre una no-fly zone, fornire armi, o intervenire direttamente con le forze militari dei paesi garanti") e del via libera all'ingresso dell'Ucraina nella UE, con l'esplicito assenso della Russia che addirittura "confermava la sua intenzione di facilitare l'ingresso". Cosa ancora più incredibile, entrambe le parti erano disposte a discutere dello status della Crimea da lì a 15 anni. Del Donbas, poco o niente - si sarebbe tornati, probabilmente, agli accordi di Minsk, ovvero ampia autonomia all'interno dei confini ucraini. Insomma, niente male. Insomma, MOLTO male per chi in questi anni si è costruito una bella carriera di gettoni di presenza in televisione e sui giornali per dirci l'esatto contrario di quello che stava succedendo, e sperando (e diciamolo una buona volta) che le cose andassero invece come sono andate, ossia con la guerra a oltranza. Paradossalmente, è stato proprio il ritiro russo da Kiev a far precipitare la situazione (i due autori lo attribuiscono al fatto che l'esercito russo non era in rado di tenere le posizioni, ma qui per me sbagliano di grosso visto che non era alle viste nessuna controffensiva ucraina, e avrebbero potuto consolidare le posizioni senza ritirarsi da tutta la regione), perché ha convinto l'amministrazione ucraina che la guerra si poteva vincere sul campo grazie all'incapacità militare russa (si è visto infatti come è andata la cosa) e per i fatti di Bucha che però, caso strano, non hanno interrotto i negoziati ("the behind-the-scenes work on the draft treaty continued and even intensified in the days and weeks after the discovery of Russia’s war crimes, suggesting that the atrocities at Bucha and Irpin were a secondary factor in Kyiv’s decision-making", e sui fatti di Bucha si dovrà, un giorno, parlare per bene. Un primo passo potrebbe essere una lista completa delle vittime, che non c'è ancora).
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Su Foreign Affairs, uno dei fogli più ferocemente atlantisti reperibili sul mercato, c'è poco da dire (andatevi a leggere questo pezzo pubblicato giusto oggi e firmato nientemeno che da Stephen Kotkin e poi mi direte: https://www.foreignaffairs.com/russian-federation/five-futures-russia-stephen-kotkin?utm_medium=promo_email&utm_source=fa_edit&utm_campaign=pre_release_kotkin_prospects&utm_content=20240418&utm_term=promo-email-prospects), e chi pensa che abbia potuto pubblicare qualcosa di anche solo lontanamente non anti-russo ha problemi alla vista, o alla comprensione del testo. Lo stesso discorso si può fare sugli autori, Sergey Radchenko e Samuel Charap. Radchenko è docente presso l'Henry A. Kissinger Center for Global Affairs della Johns Hopkins School of Advanced International Studies, non esattamente il club Valdai; Charap lavora, letteralmente, per la RAND, dopo essere stato Senior Fellow per la Russia e l'Eurasia all'International Institute for Strategic Studies. Anche qui, considerarli due propagandisti filorussi è un filino esagerato. E il problema, infatti, non sono loro né le loro analisi, che di solito vanno benissimo e sono apprezzate e ritwittate dal liberalume e dai NAFO (per parecchi mesi ho tenuto Radchenko silenziato, perché il carico ideologico con cui discuteva della guerra era spesso davvero al livello dei NAFO, il che insultava la sua e la mia intelligenza), ma proprio questo articolo in particolare, ossia un'analisi lunga e approfondita dei negoziati tra russi, ucraini e "una serie di altri attori" nei primi mesi del conflitto, che avevano portato a quello che senza mezzi termini si definisce ora "una bozza di accordo" - non una serie di desiderata espressi dalle due parti, ma una bozza di accordo dalla quale poteva derivare la sospensione, e la fine, del conflitto: ossia ciò che a parole tutti vorrebbero, e di cui si dovrebbe essere soddisfatti. Insomma la stessa bozza mostrata da Putin ai leader delle nazioni africane, immediatamente bollata come un falso ma poi confermata da David Arakhamia, uno dei capi della delegazione ucraina, e dall'ex Primo Ministro israeliano Naftali Bennett. Radchenko e Charap non hanno solo esaminato i documenti, ma hanno anche condotto una serie di interviste a membri delle delegazioni e a diplomatici stranieri, recuperato svariate interviste e dichiarazioni riportate sui media ucraini e russi, e confrontato lo stato dei negoziati con le operazioni militari sul campo, per vedere in che modo i progressi o le battute d'arresto hanno (o non hanno) influito sulla situazione militare).
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https://youtu.be/8G6sLYoHwZc?si=RPwvYFsJYyBxrI7y
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IL DIVIETO DI ARRAMPICARSI SUGLI ALBERI Quando vado al bar, mi limito, di solito, a sfogliare la Gazzetta dello sport, nella convinzione, forse ingenua, che almeno sui risultati delle partite di calcio la stampa non menta. Solo in qualche rara occasione mi spingo fino alla lettura della cronaca locale, stimolato da una irresistibile curiosità per i pettegolezzi di paese. Oggi è stata una di queste occasioni. Sono così venuto a sapere dal Gazzettino che la sindaca di Oderzo ha emanato un decreto con cui sancisce la proibizione di “arrampicarsi sugli alberi” posti negli spazi pubblici. Per i trasgressori sono previste multe da 50 a 500 euro. In un primo momento ho attribuito questa bizzarria allo stato confusionale di un’amministrazione che si rifugia nella tutela formale della sicurezza non essendo stata in grado di assicurare servizi essenziali come tagliare l’erba, ripianare le buche delle strade, organizzare la viabilità in un modo razionale, restaurare le scuole dichiarate inagibili. Del resto, durante l’epidemia, l’attuale amministrazione ha fatto transennare gli argini del Monticano, scatenando i vigili urbani contro gli irresponsabili che, con le loro passeggiate oltre il confine dei cento metri da casa, avrebbero potuto contaminare le talpe, le anatre e le nutrie colà presenti. Chi prende un provvedimento così demenziale è capace di tutto, anche di multare il bambino che si arrampica sugli alberi dei giardini pubblici. Temo, però, che in questo caso la questione non sia solo riconducibile alla deriva di un’amministrazione allo sbando, ma abbia un carattere più generale. Il Veneto è stato a lungo ben amministrato (devo riconoscerlo pur non essendo mai stato né democristiano né leghista). Oggi le cose sono cambiate. Le ragioni per cui questo è avvenuto sono complesse. Per quanto mi riguarda, non avendo né il tempo né le capacità per discutere su questo regresso, mi piacerebbe soltanto rivolgermi ai miei giovani compaesani. Se lo potessi fare, userei queste parole. Cari bambini di Oderzo, mi permetto di darvi un consiglio. Divieto o non divieto, multa o non multa, arrampicatevi sugli alberi. Fate come tutte le altre generazioni di opitergini che vi hanno preceduto. Quando, una volta cresciuti, passerete davanti all’albero del cuore, quello che un tempo vi sembrava enorme e che magari, ai vostri occhi di persone adulte, avrà perso tutta la sua imponenza, vi accorgerete che aver raggiunto la sua cima è stata una gioia grandissima. Una di quelle che solo durante l’infanzia si provano. Privarvi di questa felicità sarebbe il torto più grave che noi vecchi possiamo farvi. E allora, buttate via i telefonini e arrampicatevi pure sul vostro albero preferito, poco importa che si trovi in uno spazio pubblico o privato. Buona scalata, cari bambini, e tanta, tanta felicità.
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Il mondo delle campagne, tranne rarissime sacche di sopravvivenza, in Occidente non esiste più. In generale la meccanizzazione delle culture, l'industrializzazione dell'allevamento e la globalizzazione economica hanno distrutto la civiltà contadina, che si reggeva su un delicato equilibrio di economia di sussistenza, solidarietà comunitaria e un rigido sistema sociale di stampo feudale, il tutto all'interno di una peculiare cultura che fondeva cattolicesimo e retaggio precristiano, senso d'identità e genuino campanilismo. In sostanza, le campagne oggi sono delle periferie cittadine coltivate. Il contadino (quando non è bracciante sfruttato a giornata, altro prodotto della globalizzazione) è un imprenditore che non differisce culturalmente da qualsiasi altro attore del processo economico. Il ritorno alle campagne dei cittadini (spesso molto facoltosi) stanchi della città, che i media continuano a riportare come fenomeni positivi di fuga dalla vita inumana dei centri abitati, altro non sono che il tragico tentativo di ricostruire un orizzonte che non esiste più, il revival di chi se lo può permettere di un mondo a cui non è più possibile restituire innocenza, perchè il tipo umano e la cultura che lo sostenevano si sono estinti divorati dal mercato. WI
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📖TASSA E CENSURA Tutte le escogitano. L'ultima è di Macron, che vuole mettere una tassa sui libri usati "per proteggere il mercato del nuovo". Che cosa curiosa. Eppure si vendono vestiti usati, biciclette usate, mobili usati, e nessuno pensa di tassarli. Come mai proprio i libri?🤔 Se avete letto 1984 sapete la risposta: vecchie edizioni che oggi vengono riscritte o purgate, libri scomodi oramai introvabili... si tratta di insomma una nuova raffinata forma di censura.😡 🏹by @criscersei
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Ah ottimo, ovviamente è saltato l'ordine dei post. Quello con la foto doveva essere il primo. Vabbè.
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Tanto per chiarire meglio il concetto: il dipinto in allegato, "Congratulazioni nel giorno della Vittoria" è opera di Nikolai Chuprina (1928-2000), artista SOVIETICO e UCRAINO.
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Dunque, sul 9 maggio a Mosca. Rispetto alle parate del Giorno della Vittoria del 2022 e del 2023, l'edizione di quest'anno ha visto più elementi di "normalità": c'è stato il passaggio aereo e un maggior numero sia di truppe che di veicoli. Continuano a non esserci carri armati, tranne il T-34/85 che apre la parata, per la gioia dei nostri Iacoboni che possono scrivere, per il terzo anno di fila, che non ce ne sono perché sono tutti al fronte. Però c'è stata una novità piuttosto significativa (foto 1) per la prima volta hanno sfilato anche distaccamenti delle truppe impiegate al fronte. L'intento è chiaro, legare la "Operazione Militare Speciale" alla seconda guerra mondiale, presentando la seconda come la continuazione della prima. E certo, avere un'altra volta carri armati tedeschi da far saltare in aria aiuta questa interpretazione forse più delle truppe che sfilano.
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Sulla questione "giorno della Vittoria" mi limito solo a dire una cosa: la sua gestione da parte dell'Occidente è una cascata di fallacie logiche e sillogismi sbagliati, sciocchi e pericolosi. Non lo si deve celebrare perché è una festa sovietica, l'Unione Sovietica era il male quindi tutto ciò che faceva era il male, incluso celebrare il 9 maggio (questo di solito in Europa orientale). Oppure: il 9 maggio era una festa sovietica, l'Unione Sovietica era in realtà la Russia imperialista sotto altro nome, noi ci opponiamo alla Russia imperialista sotto ogni nome, quindi ci opponiamo alle celebrazioni del 9 maggio (questo anche in Europa occidentale). Queste interpretazioni non solo sono sciocche, sono esattamente speculari a quelle della propaganda russa: il 9 maggio è una festa russa, la Russia ha lottato contro il nazismo e ne celebra la distruzione, l'Occidente è nazista, quindi l'Occidente non celebra la distruzione del nazismo. E così via. Ora, anche i sassi (ma non i redattori di parecchi dei nostri giornali e i liberali del webbe e chi li segue) sanno che l'URSS non era solo la Russia, e che i morti sovietici per combattere il nazismo erano russi, ucraini, bielorussi, baltici, caucasici, centroasiatici, siberiani e tutte le centinaia di nazionalità che l'URSS comprendeva, quindi il 9 maggio non è la festa "russa", con buona pace sia di Putin che degli scemi del lato nostro. È la celebrazione del sacrificio immane delle donne e degli uomini sovietici - guidati all'epoca, tra l'altro, da un georgiano (ma lo vedete quanto siete scemi, mannaggia tutto?). E anche i sassi capiscono che queste fallacie logiche in realtà fallacie non sono, perché sono accuratamente costruite per identificare l'Unione Sovietica (l'impero del male in passato) con la Russia (l'impero del male di oggi e, inteso come impero russo, di sempre), e di conseguenza identificare comunismo (socialismo più o meno realizzato, vabbè) e populismo/nazionalismo. Se celebri il 9 maggio o qualsiasi cosa abbia fatto l'URSS stai celebrando in realtà Putin, proprio lui personalmente. È, ripeto, una costruzione voluta e propagandata, alla quale come di regola avviene molti allocchi si accodano credendo di essere molto intelligenti; e che porta a minchiate (scusate, ma non mi viene in mente altro termine) quali "la seconda guerra mondiale è stata scatenata insieme da Hitler e Stalin" dalla quale si arriva dritto per dritto a "Stalin era peggio di Hitler", "il comunismo era peggio del nazismo" e paccottiglia assortita. E questa è la parte stupida. Veniamo a quella pericolosa. Il 9 maggio si celebra la vittoria SUL NAZISMO. Ora, a me non pare che questa cosa possa essere soggetta a interpretazioni o a distinguo. Se ti rifiuti di celebrare la vittoria SUL NAZISMO, dicendo che però questo e però quello (invece, magari, di ribaltare il discorso e dire che il 9 maggio non è la festa dei russi ma la festa di tutti i popoli che hanno combattuto il nazismo eccetera, perché spero bene che tu voglia che il tuo popolo sia incluso nel novero di quelli che l'hanno combattuto, il nazismo), dovresti anche renderti conto che così facendo dai una grossa mano a quelli che per quella ideologia hanno un certo affetto, e ai quali spiace che il 1945 sia andato come è andato. Ora se tu governo lettone o moldavo credi, ingenuamente, che tanto i nazisti li puoi tenere sotto controllo, non c'è problema, e intanto li usi per combattere i russi o i comunisti o i russi e i comunisti e fare la tua bella carriera politica e poi quando non ti servono più che ci vuole a levarli di mezzo, ho delle brutte notizie per te.
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Invece sul 9 maggio in generale, e sul patetico revisionismo di cui è fatto oggetto dalle parti nostre, rimando a quanto ho scritto l'anno scorso:
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La seconda foto che allego va nella stessa direzione. Sul palco d'onore, in mezzo ai veterani della seconda guerra mondiale, dietro Putin c'è un giovanotto decorato (tra le altre cose) con la stella di "Eroe della Federazione Russa". Vi ricordate, ai tempi di Mariupol, quel fante di marina alto e magro, chiaramente in posizione di comando, che per essere più riconoscibile dai suoi uomini aveva in spalla uno zainetto rosso? È lui.
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Io celebro il 9 maggio, quando i sovietici sconfissero i nazisti DI MONI OVADIA 9 MAGGIO 2024 Il 9 maggio 1945 dovrebbe essere considerata come una delle più importanti e cruciali date di tutto il Novecento e anche dell’intera storia umana. Quel giorno memorabile le forze dell’Armata Rossa e delle brigate partigiane sovietiche sconfissero definitivamente i criminali eserciti nazifascisti sul vasto fronte orientale. Senza la straordinaria resistenza sovietica, l’esercito tedesco avrebbe potuto dilagare a Est, impadronirsi delle più preziose materie prime e sconfiggere gli alleati anglo-franco-americani. La Germania nazista era vicina alla realizzazione della bomba atomica e disponeva di una scienza missilistica di almeno 15 anni più avanzata di quella dei suoi nemici. Verosimilmente l’Europa sarebbe diventata un campo di morte, una terra disseminata di campi di sterminio, di camere a gas e forni crematori, non un solo ebreo sarebbe sopravvissuto, i popoli slavi avrebbero conosciuto una nuova schiavitù. Per contrastare questo incubo, i popoli sovietici hanno sacrificato 27 milioni di vite, di cui 12 milioni russe, hanno patito distruzioni e sofferenze inenarrabili e hanno affrontato una guerra il cui scopo era lo sterminio totale, questo era l’intento dichiarato di Adolf Hitler, soggiogare i popoli slavi, sterminare il popolo russo. L’eroismo dei combattenti dell’Armata Rossa e dei cittadini sovietici sfida le più iperboliche narrazioni di epopee eroiche. Si pensi a Stalingrado e se è possibile ancora di più a Leningrado, assediata per tre anni. Nella Venezia del Nord la resistenza dei cittadini oltre che dei combattenti fu sovrumana. In questa grandiosa città gli abitanti e chi li guidava riuscirono a concepire l’inaudito, edificarono una strada, la famosa “Via della Vita”, sul lago ghiacciato Ladoga per portare rifornimenti alla città martoriata. In seguito, a guerra non ancora terminata, appena morto Roosevelt, Henry Truman, nuovo presidente Usa individuò nell’Unione Sovietica il nemico ideale del dopoguerra. Gli apparati di propaganda del governo, del Pentagono e dei servizi segreti statunitensi approntarono un infernale campagna di propaganda basata su una miscela tossica di russofobia e anticomunismo isterico per rappresentare l’Urss come il regno del male. Alcune istituzioni, create espressamente, seminavano le menzogne più infami. L’Europa comunitaria progressivamente sintonizzandosi sulla temperie stelle e strisce ha finito con l’allinearsi alla stessa propaganda, sulla spinta di governi fascistoidi di alcuni paesi dell’Europa dell’Est, fino alla perversione di apparentare comunismo e nazismo con l’intenzione di criminalizzare la Federazione Russa. Tutto ciò ha portato a ignorare artatamente la ricorrenza del 9 di maggio, a gettare l’oblio sul sacrificio di 27 milioni di cittadini russi e sovietici. È nostra intenzione riparare a questa vergogna per restituire onore e giustizia a quegli straordinari esseri umani a cui ogni cittadino europeo e non solo deve imperitura gratitudine. Oggi, nella sede dell’ambasciata russa di Roma, Moni Ovadia celebrerà la vittoria dell’Armata Rossa sui nazifascisti. Questo un brano del suo intervento. 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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"È pericoloso confondere la rappresentazione della realtà con la realtà stessa". Per un pezzo del genere, un anno fa ti avrebbero paracadutato Iacoboni sul pianerottolo.
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Bambini di 6 anni che sembrano dei ragionieri, storcono il naso se sentono parlare di draghi, mostri e fantasmi perché sono credenze infantili. Eh ma loro sono svegli, sono dei piccoli Piero Angela in erba, pronti a scrollare sul loro smartphone le cose del mondo, lucidi e razionali. Se c'è un bimbo che è affascinato dalle fiabe lo guardano con compassione, come fosse un povero ingenuo. Non sappiamo in che contesto vivano questi novelli ingegneri ma è davvero triste vedere bambini che dovrebbero essere all'apice del loro momento "fantastico", fatto di immaginazione e di grandi quesiti, avere una visione del mondo già così disanimata. Ai genitori non interessa, anzi son contenti, convinti che questi figli siano più scaltri di un tempo e non esitano a immergerli in tutta la tecnologia più deleteria sin dalla tenera età. Fanciulli che non hanno neppure la sana paura atavica del buio, che non hanno timore di "cose alte". La tecnologia va a sostituire l'imponderabile, quell' imponderabile che teneva aperti importanti canali di ricezione ed una visione del mondo volta alle grandi domande dell'esistenza. WI
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Bene vietare l'impianto di pannelli fotovoltaici e pale eoliche nel terreni coltivabili. Male consentirlo nei tetti di stalle e capannoni. L'energia green è una truffa perpetrata dalle aziende che la producono e dalle multinazionali che l'acquistano a prezzi stracciati. L'energia green, finché non è libera e accessibile a tutti, è un altro strumento di profitto del nuovo capitalismo della sorveglianza. La parola d'ordine è perciò VIETARE L'ENERGIA GREEN AD USO E CONSUMO DELL'ALTA FINANZA E DEL CAPITALE.
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