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Massimo Enrico Baroni

psicologo - psicoterapeuta - ex deputato commissione sanità

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A fine novembre dello scorso anno il procuratore generale del Texas, Ken Paxton, aveva intrapreso un’azione simile, promuovendo una causa in cui accusava Pfizer di dare informazioni false, quali «un’efficacia del 95%», del suo anti Covid. «Le pubblicazioni della Fda indicano che la “riduzione relativa del rischio” è una statistica fuorviante che “influenza indebitamente” la scelta del consumatore», protestava Paxton. Inoltre, Pfizer sapeva che la protezione vaccinale non poteva essere prevista con precisione oltre i due mesi, «tuttavia ha alimentato l’impressione fuorviante che la protezione vaccinale fosse duratura». Il procuratore generale concludeva: «Mentre l’amministrazione Biden ha utilizzato la pandemia come arma per imporre alla popolazione decreti illegali sulla salute pubblica e arricchire le aziende farmaceutiche, io userò ogni strumento a mia disposizione per proteggere i nostri cittadini che sono stati ingannati e danneggiati dalle azioni di Pfizer» A marzo di quest’anno, la Prescription medicines code of practice authority (Pmcpa), l’organismo di vigilanza e di autoregolamentazione del Regno Unito sui medicinali soggetti a prescrizione, aveva accolto il reclamo presentato da un cittadino nel febbraio del 2023 contro «l’uso improprio dei social media da parte dell’azienda farmaceutica per promuovere in modo fuorviante e illegale il loro vaccino anti-Covid». Il direttore medico di Pfizer Uk, Berkeley Phillip s, nel 2020 aveva condiviso un post di un dipendente statunitense di Pfizer che affermava: «Il nostro candidato vaccino è efficace al 95% nel prevenire il Covid-19 e al 94% nelle persone di età superiore ai 65 anni». Aggiungeva: «Forniremo tutti i nostri dati alle autorità sanitarie entro pochi giorni. Grazie a tutti i volontari della nostra sperimentazione e a tutti coloro che combattono instancabilmente questa pandemia». Lo stesso messaggio era stato postato da altri quattro dipendenti della Pfizer. L’organismo di vigilanza inglese ha evidenziato che il messaggio conteneva informazioni «limitate» sull’efficacia del vaccino, nessuna informazione sulla sicurezza e nessun riferimento a eventi avversi. Complessivamente, il colosso farmaceutico aveva violato cinque volte il codice normativo e gli sono stati addebitati costi amministrativi pari a 34.800 sterline. Nella sentenza di marzo, Pfizer è accusato di «portare discredito e di ridurre la fiducia nell’industria farmaceutica». [di Patrizia Flodder Reitter] @laverita_it
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Il Kansas ha annunciato di aver intentato una causa contro Pfizer, accusandola di aver fornito informazioni fuorvianti riguardo alla sicurezza e all’efficacia del suo vaccino anti Covid. Per lo Stato americano, il colosso farmaceutico avrebbe nascosto la reale entità degli effetti avversi e violato la Consumer protection act, la normativa sulla protezione dei consumatori. Contestata anche la censura da parte dell’azienda sui social. Già a marzo scorso, l’ente Uk di vigilanza sui medicinali aveva accolto il reclamo contro l’uso improprio delle piattaforme da parte della multinazionale per promuovere i vaccini. «Pfizer ha fatto molteplici dichiarazioni fuorvianti riguardo al suo vaccino anti Covid, in un momento in cui gli americani avevano bisogno della verità». Con queste parole, lunedì il procuratore generale del Kansas, Kris Kobach, ha annunciato la causa contro il colosso farmaceutico, presentata nello stesso giorno al tribunale distrettuale della contea di Thomas. Con il suo comportamento l’azienda avrebbe violato la Consumer Protection Act, la legge dello Stato americano sulla protezione dei consumatori. «Pfizer ha ingannato il pubblico affermando che disponeva di un vaccino anti Covid-19 “sicuro ed efficace” […] anche se sapeva che l’efficacia diminuiva nel tempo e rispetto a nuove varianti […] anche se era collegato a eventi avversi gravi, tra cui miocardite e pericardite, aborti spontanei, decessi […] Pfizer ha nascosto al pubblico queste informazioni sulla sicurezza», esordisce il documento, 68 pagine di argomentazioni dettagliate. L’azienda, «per impedire alla popolazione di conoscere la verità», si è adoperata «per censurare sui social media i discorsi che mettevano in dubbio le affermazioni di Pfizer», su efficacia e sicurezza del suo anti Covid, mentre il fatturato aziendale cresceva di circa 75 miliardi di dollari in soli due anni «proprio grazie a quel vaccino». Il database di Pfizer degli eventi avversi post vaccino conterrebbe molti più dati di quelli raccolti dal Vaers, il programma nazionale americano di sorveglianza della sicurezza dei vaccini, ma l’azienda «non li ha resi pubblici», accusa Kobach . L’azienda «nel febbraio del 2021» sarebbe stata in possesso di segnalazioni di 458 donne incinte», vaccinate, e più della metà «ha riportato un evento avverso, più del 10% ha avuto un aborto spontaneo», ha dichiarato il procuratore generale. Tutto questo è «in conflitto con i suoi impegni di trasparenza pubblica » . Milioni di abitanti del Kansas «hanno sentito le false dichiarazioni sul vaccino anti Covid-19», sostiene l’accusa, che ricorda come al 7 febbraio di quest’anno risultino somministrate 3.355.518 dosi prodotte da Pfizer, ben attenta a «nascondere dati critici» relativi a «sicurezza ed efficacia» del vaccino. Per questo, il procuratore generale chiede alla Corte di «condannare Pfizer a pagare sanzioni civili maggiorate di 20.000 dollari per ogni violazione della legge», secondo sentenze consensuali del 2008; sanzioni maggiorate della stessa cifra per le violazioni delle sentenze del 2012 e del 2014; sanzioni di 10.000 dollari per ogni violazione del Kansas Consumer Protection Act; sanzioni di 10.000 dollari «per ciascun giorno in cui esiste un atto o una pratica di Pfizer dichiarata violazione della legge sulla protezione del consumatore». Inoltre, la Corte dovrà stabilire l’entità dei danni causati allo Stato da Pfizer. La prima reazione di Big Pharma è stata ribadire che «Pfizer è profondamente impegnata nel benessere dei pazienti e che non ha altra priorità che garantire la sicurezza e l’efficacia dei suoi trattamenti e vaccini […] seguiamo diligenti protocolli di sicurezza e monitoraggio» . [cont]
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Un rapporto dell’Agenzia delle Dogane l’ha però ufficialmente smentito, certificando che, solo nei mesi di dicembre 2023 e gennaio 2024, l’Italia ha esportato in Israele armi e munizioni da guerra (e non per uso civile) per oltre due milioni di euro. Contando che Israele è sotto accusa per genocidio alla Corte Internazionale di Giustizia, secondo alcuni esperti la vendita potrebbe comportare un’accusa di complicità nella violazione del diritto internazionale di fronte alle Corti dell’Aia. [di Stefano Baudino] per @lindipendente
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Cinque minuti netti: tanto il tempo che la Commissione Difesa della Camera dei Deputati ha impiegato per dibattere sullo stanziamento di 92 milioni di euro per l’acquisto di 890 missili SPIKE Long Range 2 prodotti dall’azienda israeliana Rafael Advanced Defense Systems Ltd, controllata dal Ministero delle Finanze ebraico, dando parere favorevole alla sua approvazione. Gli SPIKE Long Range 2 sono missili anticarro di terza generazione, con un’alta capacità di perforazione dell’acciaio e del cemento armato e figurano tra gli armamenti utilizzati nei massacri in atto a Gaza. L’unico gruppo politico a essere intervenuto preannunciando voto contrario alla misura è stato il M5S, che ha sostenuto che «nel perdurare dell’eccidio di civili palestinesi perpetrato dal Governo israeliano, l’Italia non dovrebbe procedere all’acquisto e alla vendita di armi prodotte dall’industria israeliana». Il Partito Democratico, invece, si è astenuto. Lo scorso 28 maggio, la Commissione Difesa della Camera dei Deputati, in occasione di una seduta lampo, ha espresso parere positivo al decreto firmato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, di Fratelli D’Italia, circa l’approvazione del programma pluriennale concernente l’acquisizione dei sistemi controcarro di 3^ generazione “SPIKE” – dotati di munizionamento e relativi supporti addestrativi e logistici – per l’esercito italiano. Solo una settimana prima il decreto aveva già ottenuto il semaforo verde nell’ambito di una votazione da parte della Commissione permanente Affari esteri e Difesa di Palazzo Madama. Come si legge nel bollettino delle giunte e delle Commissioni Parlamentari, l’acquisizione dei sistemi SPIKE – nel loro complesso prodotti dalla società israeliana Rafael Advanced Defense Systems Ltd – è stata avviata in prima battuta con il decreto interministeriale SMD n. 36/2019 per un valore complessivo di 105 milioni di euro e, successivamente, con il decreto interministeriale SMD n. 09/2022, per un costo di 143 milioni di euro, al fine di “sostituire i vetusti sistemi controcarro a media gettata MILAN, per i quali non è più garantita la produzione di missili”. Nello specifico, il programma in esame in Commissione era “volto ad assicurare il completamento della seconda fase”, autorizzando un “residuo finanziamento di 92 milioni di euro”. A preannunciare voto contrario a nome del suo gruppo è stata la deputata del M5s proprio per il fatto che i missili anticarro oggetto dell’acquisizione prevista dallo schema del decreto sono prodotti dalla società israeliana Rafael, sviluppatrice di sistemi di armamento dello Stato Ebraico. Secondo Baldino e il M5S, il nostro Paese «non dovrebbe procedere all’acquisto e alla vendita di armi prodotte dall’industria» dello Stato di Israele, il cui governo sta perpetrando un «eccidio» nei confronti del popolo palestinese. A ogni modo, la Commissione ha approvato la proposta di parere del relatore, non avendo chiesto nessun altro deputato di intervenire sul punto. Non lo ha fatto nemmeno il Partito Democratico, che, rappresentato dal parlamentare Andrea De Maria, ha optato per l’astensione (ricordiamo che AVS non detiene membri in Commissione Difesa). Recentemente, un’inchiesta di Altreconomia ha attestato come il governo Meloni, questa volta rispetto al tema della vendita di armi a Israele da parte del nostro Paese, avesse mentito per ben due volte. Prima il ministro della Difesa Crosetto aveva assicurato che le vendite di armi allo Stato Ebraico erano state «sospese dopo il 7 ottobre». Poi, dopo che nel mese di marzo una esclusiva della stessa Altreconomia aveva dimostrato che le vendite erano continuate almeno per i mesi di ottobre e novembre, il titolare del dicastero di via XX Settembre aveva assicurato in Senato che le armi inviate erano «materiali che potevano essere impiegati con ricadute nei confronti della popolazione civile di Gaza», sostenendo si trattasse di forniture a fini civili.
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XIX Legislatura - Lavori - Resoconti delle Giunte e Commissioni

Camera dei deputati - XIX Legislatura -

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Il Fatto continua a giocare sporco con il #M5S e soprattutto con i suoi (e)lettori: ammiccando ai loro desideri che però non corrispondono alla verità: Il #m5s2050 di #giuseppeConte non ha alcuna intenzione di scusarsi con chicchessia per aver partecipato al Governo Draghi e il titolista di #PeterGomez mente sapendo di mentire. Non si tornerà mai sopra il 9,99 da partito discount del #PD, se nè Il Fatto Quotidiano e nè il movimento 5 stelle ricominciano a dire la verità. Una su tutte, pubblicando articoli sull'enormità degli effetti avversi della proteina Spike indotta da vaccinazione. Questa è la verità e la verità ha un costo in termini consenso, di ricerca, di un pensiero doloroso perchè dissonante con la realtà percepita e con il futuro dei nostri bambini. Ma sembra che al fatto invece di preferire il gionalismo d'inchiesta preferiscano fare opinionismo di conforto. Lode a #LaVerità a #Belpietro #MaddalenaLoy che hanno mantenuto la rotta, contro il fronte allineato del piùgrande sistema mediatico del mondo, dando notizie quotidiane sul più grande inganno perpetrato ai danni della popolazione occidentale del XXI secolo. P.s. Vi era un tempo in cui pubblicavamo Belpietro su un blog di G. degno di questo nome. P. p.s.: Conte nell'intervista ha detto: "...l'agenda #Draghi è una ferita che vogliamo rimarginare...". Direi che vi è una bella differenza. https://www.facebook.com/share/p/zYRxHJhbpGwPBFNj/
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Ricostruzione dell’Ucraina: a Berlino 500 aziende occidentali si spartiscono la torta @lindipendente.online
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A SILVIO 🌺🌺🌺 Oggi quelli del centrodestra italiano ricordano con commozione Silvio Berlusconi a un anno dalla morte. E lo faranno, ovviamente, condendone la commemorazione con una tonnellata di ipocrisia. A reti unificate celebrandone le figure di politico e imprenditore, ricordando tutto di lui. Certamente i pregi, e magari anche qualche difetto. Tutto tranne una delle sue ultime dichiarazioni pubbliche, quando disse che da presidente del Consiglio non sarebbe mai andato a parlare con Zelensky “perché stiamo assistendo alla devastazione del suo Paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Sarebbe bastato che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto”. Parole scomode, pesanti come macigni che gettano nell’imbarazzo più completo l’intero governo - specialmente forzisti ed ex missini che a Berlusconi devono politicamente tutto - e che quindi, date le circostanze, è meglio confinare nel dimenticatoio. E allora tocca a me tirarle fuori, nonostante non sia mai stato un estimatore del cavaliere. Non tanto per trasformarlo in ciò che non è stato, d’altronde “l’amico” Gheddafi lo bombardò proprio il suo governo. Ma perché c’è cameriere e cameriere, e c’è amico e amico. Una distinzione che Berlusconi comprendeva benissimo. I suoi successori evidentemente molto meno. E finisce che il declino delle classi dirigenti di un paese ormai inesorabilmente condannato al ruolo di provincia americana è talmente ingravescente che si finisce per rimpiangere addirittura Berlusconi. Un po’ come i nani della Seconda Repubblica che fanno sembrare gigante pure il peggior bandito della Prima. Perché possiamo dire tutto ma, se proprio mi devo far andar bene un governo di destra, dovendo scegliere tra Meloni e Berlusconi non esito un istante e scelgo il secondo. Soprattutto se in ballo c’è la terza guerra mondiale. [Antonio Di Siena]
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