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Referendum Ripudia la Guerra - Comitato Unitario. La Parola agli Italiani!!

Referendum Ripudia la Guerra - Comitato Unitario. La Parola agli Italiani!!

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RIZZO IN MARE APERTO CON DSP. Lascia il PC e saluta Alemanno. Con questa intervista esclusiva ad Affari Italiani, il coordinatore nazionale di Democrazia Sovrana Popolare, Marco Rizzo, spiega il suo impegno politico arrivato a cinquant’anni di militanza. Per quale motivo domenica scorsa ha lasciato la presidenza onoraria del PC? Credo che oggi la mia coerenza politica mi faccia dire che il sovranismo popolare sia la migliore declinazione di quell’antico detto rivoluzionario leninista de “l’analisi concreta della situazione concreta”. Oggi la lotta alla guerra in Europa e nel mondo ci impongono di scegliere con nettezza da quale parte stare: se vogliamo cioè subire l’atlantismo e la distruzione dei popoli europei oppure se vogliamo ridare dignità e sovranità al nostro Paese nel clima della pace e della convivenza tra i popoli, che solo col multipolarismo si potrà avere. Questo vuol dire che oggi la geopolitica ha un interesse più strategico che non quello che una volta si definiva la composizione di classe di un paese? Tutt’altro, oggi i due temi si intrecciano. Il totalitarismo liberista e globalista vede lo schiacciamento verso il basso del ceto medio produttivo, l’ulteriore privazione di diritti per le classi lavoratrici, e la subordinazione ai grandi fondi finanziari e al dollaro altro non porterà se non crisi economica e sociale. Noi vogliamo l’unità tra le forze del lavoro: lavoratori, artigiani commercianti, partite Iva, piccole e medie impresa contro le multinazionali e la grande finanza, per avere una Italia indipendente che possa risollevare la propria economia e la propria dignità commerciando con tutti gli Stati del mondo, dagli USA ai paesi europei, dalla Russia all’India, dal Sudafrica alla Cina. Mai come oggi la vicenda internazionale precipita sulle questioni economiche e sociali dell’Italia. Acquistavamo gas a basso costo dalla Russia, oggi continuiamo ad acquistare gas russo, pagandolo però di più, dall’Algeria e dalla Tunisia e compriamo lo shale gas americano, pagandolo quattro volte di più di quello che lo pagano gli statunitensi. Mi sembra una totale follia. Lei di fatto sta declinando una nuova teoria politica, con Francesco Toscano, definendola come Sovranismo Popolare. Oltre alla categoria del multipolarismo, avete dei riferimenti concreti in Europa? Quello che stiamo costruendo in Italia non avviene per caso, noi speriamo che a un certo punto, speriamo il più presto possibile, si costruisca un polo del sovranismo popolare anche in Europa, guardiamo infatti con interesse alle esperienze politiche di Robert Fico in Slovacchia e a quella della Sahra Wagenknecht in Germania, ma non esitiamo a riconoscere altrettanto serio il tentativo di dare una curvatura contro la guerra fatto dal presidente ungherese Orban. Nessuno si sarebbe aspettato che uno come lei citasse ad esempio il premier ungherese, è anche per questo motivo che avete intrattenuto rapporti con Alemanno? Il tema della lotta alla guerra è superiore anche alle differenze storiche. In questa fase la destra e la sinistra sono due facce della stessa medaglia, l’antifascismo viene usato come strumento da passerella da parte del PD e di una finta sinistra a scopi elettorali, facendo davvero ribaltare nella tomba i resistenti. In tale contesto abbiamo fatto iniziative importanti anche con politici e intellettuali che arrivano da destra e che sono contro la guerra e per un mondo multipolare, ma di fatto non abbiamo mai aperto una prospettiva realmente politica e organizzativa con Gianni Alemanno. In Francia il partito della Le Pen vince le elezioni al primo turno ma poi, complice una furbesca legge elettorale, arretra al terzo posto. Che dice di Melanchon? Il vero nemico è Macron, servo del potere finanziario che incarna in Francia una idea di dittatura moderna come faceva Draghi in Italia. Chi sta con loro è nostro nemico, che si dicano di finta destra sovranista come in Italia o di finta sinistra massimalista, come Melenchon in Francia, poco cambia. È solo fumo negli occhi degli ingenui.
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Il nostro obbiettivo è la costituzione di forze che abbiano come orizzonte la sovranità popolare contro il pericolo più grande rappresentato dalla violenza della Nato e della grande finanza, non da fantomatiche camice nere o brune che non esistono più. Adesso in Francia ci saranno i tentativi di rianimare un sistema che non funziona più e lo scontro istituzionale si sposta nelle aule del Parlamento Europeo e nelle elezioni negli Stati Uniti. Quali sono i punti programmatici fondamentali di Democrazia Sovrana Popolare? Stiamo lavorando ad un agile programma che parta dalla sovranità come elemento fondamentale per arrivare alla vita quotidiana di tutte le persone: il rilancio della Sanità Pubblica che, dopo la vergognosa vicenda della cosiddetta pandemia, porti ad un azzeramento dell’affido alle Regioni di questa fondamentale elemento di civiltà per il nostro popolo, ricentralizzando anche in maniera utile ed efficiente una sanità nell’ottica più della qualità della sovranità nazionale che non dei nuovi centri di potere che si verrebbero a creare con l’autonomia differenziata. Il tema del lavoro, della piena occupazione che, anche grazie all’innovazione tecnologica, potrebbe consentire di valorizzare il lavoro, producendo tutti, lavorando meno e vivendo meglio. In tal senso vogliamo anche ricordare la spina dorsale della forza produttiva del Paese, la piccola e media impresa che è stata sempre messa da parte per favorire gli Agnelli, gli Elkann ed i Benetton, che nulla hanno portato al Paese tranne che sottrarre finanziamenti per produrre loro profitti. In ultimo, ma non ultimo le nuove generazioni, che devono smettere di emigrare, devono riprendere il controllo del loro futuro, partendo dalla valorizzazione della formazione, con paghe più alte per gli insegnanti, aiutando i più deboli, dagli anziani agli invalidi, e garantendo case popolari e servizi pubblici per le fasce disagiate, rimettendo il tema della sicurezza di ogni cittadino come centrale nella disordinata vita delle nostre città. Per fare questo serve smetterla di dare importanza alla pseudocultura del politicamente corretto in termini generali e bloccando l’immigrazione selvaggio come punto in particolare. L’Africa va lasciata agli Africani, che devono avere il controllo delle risorse e delle materie prime dei loro paesi per impedire che l’economia liberista ci obblighi allo scontro tra poveri usando gli immigrati come “esercito industriale di riserva”teso a ridurre salari e diritti per tutti i lavoratori. Solo con una vera democrazia sovrana popolare potremmo arrivare a questi risultati. Ci vorrà del tempo ma questo è il futuro della nuova politica.
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UN NUMERO ECCEZIONALE DI VISIONE. Dalla Prima guerra mondiale a oggi, il Potere ha plasmato e continua a condizionare l’immaginario delle masse esercitando su queste la propria influenza, attraverso il controllo sociale, la manipolazione e la propaganda. Passano i decenni, ma l’obiettivo rimane sempre quello di uniformare il pensiero, livellare le menti, perseguitare i divergenti ed eterodirigere il consenso.  Da Edward Bernays agli attuali spin doctor, le tecniche di ingegneria sociale sono rimaste immutate e la criminalizzazione di ogni pensiero critico non si è mai interrotta. I padroni delle idee lavorano da dietro le quinte per creare la loro realtà e imporla alle masse, monopolizzando così la verità. Ogni giorno inventano di sana pianta una emergenza – politica o naturale – potenzialmente mortale per lo stile di vita del “mondo libero”, giardino fiorito attorniato dai selvaggi, per usare una sintesi “elegante” proposta non molto tempo fa dal capo della diplomazia europea, Josep Borrell.  Visione. Le bugie del Potere analizza la genesi della propaganda del Sistema e smaschera la disinformazione dei media di massa, mostrando come i grandi potentati economici sovranazionali che controllano i media usano “pallottole di carta” per tentare pateticamente di salvare un sistema che non regge più. Per quanto ben costruite, le bugie non potranno ancora per molto impedire la crescita di una consapevolezza collettiva destinata a modificare gli attuali rapporti di forza. EDITORIALE • Salviamo l’Occidente da se stesso di Francesco Toscano INTRODUZIONE • Avvelenare la verità e omologare il pensiero di Enrica Perucchietti ALLE ORIGINI DELLA “NOBILE MENZOGNA” • Deformare, intossicare, influenzare di Adriano Segatori • La nobile menzogna: genesi della “ragion di Stato” di Bruno Scapini • Fake news e manipolazione di massa di Valentina Ferranti PROPAGANDA: LA LEZIONE DI BERNAYS • Il potere mente, sempre di Enzo Pennetta • L’industria del consenso di Giorgio Bianchi • La grande menzogna ai tempi del neoliberismo di Daniela Talarico • La propaganda bellica: dalla Commissione Creel a Colin Powell di Enrica Perucchietti MISTIFICARE LA REALTÀ IN GUERRA • Il museo della menzogna di Roberto Quaglia • Guerra in Ucraina: la distanza tranarrazione e realtà di Stefano Orsi • Le fake news più grottesche sul conflitto russo-ucraino di Enrica Perucchietti OMOLOGARE LE MENTI • Non tutto il falso vien per distorcere di Alessandro Bartoloni • Le bugie del potere: il cambiamento climatico è colpa dell’uomo di Franco Battaglia • Una grande bufala culturale: Tolkien “fascista” di Paolo Gulisano. https://visioneditore.it/prodotto/le-bugie-del-potere-visione-15-2024/
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Le bugie del potere- Visione 15/2024 - Visione Editore

Scopri come il Potere plasma l'immaginario collettivo con propaganda e controllo.

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Franco Prodi: «La grande bufala delle emissioni zero non ci salverà» L’Italia è divisa tra un Nord che annega e un Sud assetato. E parliamo degli ultimi giorni di giugno. Cosa sta succedendo al nostro clima? Lo chiediamo a Franco Prodi, fisico dell’atmosfera, già professore dell’Università di Ferrara e a lungo direttore dell’Istituto del Cnr su meteorologia e clima (Fisbat ed Isac). «Bisogna distinguere tra meteorologia e clima. C’è una differenza di fondo. Quello che è successo nella nostra regione in questi giorni, con piogge intense ed esondazioni, è originato da una situazione ciclonica profonda con fenomeni convettivi importanti: siamo cioè in pieno nella meteorologia. Quando parliamo di clima, invece, parliamo della trattazione statistica dei dati meteorologici, e ogni volta bisogna precisare la base temporale sulla quale la facciamo, solitamente un periodo di 30 anni. Poi è importante distinguere se i dati provengono da misure fisiche (come la temperatura dell’aria a due metri dal suolo) o se si deve ragionare su indizi, come si fa per studiare i climi del passato. Abbiamo solo due secoli di misure fisiche su tutto il pianeta. Prima non c’erano. E la temperatura globale è aumentata di sette decimi di grado centigrado per secolo. Da questo dato comincia tutta la diatriba tra catastrofisti e negazionisti: chi ha interpretato questo riscaldamento attribuendolo per il 98% all’uomo, e sono i modelli dell’Ipcc (il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, ndr) dell’Organizzazione metereologica mondiale, e chi come me (e duecento scienziati italiani, e più di duemila nel mondo) sostiene che non ci sia conoscenza sufficiente del sistema clima, estremamente complesso, per attribuire una percentuale del genere di responsabilità all’uomo». Quali sono le altre variabili? «Oltre all’intervento dell’uomo, che nessuno mette in discussione, ma complicatissimo da definire, c’è la variabilità del sole, ci sono le cause astronomiche e infine la variabilità della composizione dell’atmosfera, sia naturale che antropica». Quindi secondo lei non è possibile immaginare quel che sarà nei prossimi anni? «Gli scenari di riscaldamento dei modelli dell’Ipcc, fino a 8 gradi ad arrivare a fine secolo, sono appunto scenari, non previsioni sulle quali basare scelte politiche energetiche e industriali per l’umanità intera. Questa mia posizione purtroppo viene fraintesa e vengo insultato come negazionista. Le nubi che vedeva Giulio Cesare non saranno certo quelle di oggi, ma che la responsabilità dell’aumento delle temperature sia tutta dell’uomo e che bisogna arrivare a emissioni zero è una bufala pazzesca che sta portandoci a decisioni sbagliatissime». Il riferimento è al Green Deal. «Certamente. Non entro sugli aspetti economici di queste scelte, ma già l’idea di poter soddisfare le esigenze energetiche solo con l’eolico, il solare e le fonti rinnovabili è assurda. Non bastano. Questa focalizzazione sulla C02 è la strada sbagliata». Perché si sarebbe arrivati a quella che lei definisce una bufala? «La sua origine è in quella che chiamo “la grande coincidenza”: i due secoli nei quali si è misurato l’aumento della temperatura sono anche i secoli dello sviluppo industriale tumultuoso, con uso del fossile (carbone, petrolio, gas, e minerale per il nucleare). Ma già nei due millenni scorsi abbiamo visto periodo caldo romano, periodo caldo medioevale e piccola glaciazione, tutti in epoche di velieri, e mulini a vento, trasporto con animali, non certamente di uomo industriale». Ma anche lei concorda sul fatto che l’inquinamento sia da combattere. «È quello che sto dicendo. L’inquinamento planetario è ben misurabile da satellite e dagli strumenti di remote sensing. Ci sarebbero elementi per fare accordi internazionali sulla sua salvaguardia invece che sulle impossibili “emissioni zero”, a beneficio di tutti i popoli della terra, indipendentemente dal loro sviluppo economico». Cosa dovrebbe fare la politica? «Ragionamenti scientifici, dare più retta agli scienziati veri. Serve spirito critico.
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Non si possono accettare supinamente le decisioni dell’Ipcc. Le scelte della green economy saranno nefaste». Dovremo abituarci a grandine, piogge torrenziali e inverni senza neve? «Non è vero che è aumentata la grandine. Chi lo dice che non nevicherà più? Oggi si fanno confronti con il passato basati su dati non scientifici e si è diffuso quello che io definisco un “terrorismo da bombe d’acqua”, nato per mascherare l’inadeguatezza delle azioni di gestione del rischio meteorologico e delle inondazioni e l’ignoranza degli enormi progressi fatti al mondo nella radar-meteorologia e nel nowcasting». Corriere di Bologna
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Rimettere il tema della povertà al centro del dibattito pubblico. Il presidente di Democrazia Sovrana Popolare, Francesco Toscano. https://youtu.be/MM8XjtLbNBE?si=arv1oTaTslzzYoD0
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Rimettere il tema della povertà al centro del dibattito pubblico

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DSP: "NO A VERGOGNOSE DISCRIMINAZIONI PREVIDENZIALI TRA LAVORATORI STRANIERI E ITALIANI, A SCAPITO DI QUESTI ULTIMI”. La proposta di legge n.69 del 13.10.2022 a firma "Schlein, Cuperlo, Boldrini, Serracchiani , Maggi, Furfaro, ecc." prevede all'art. 3 comma 1, (liquidazione della prestazione pensionistica di vecchiaia) il diritto per i lavoratori extracomunitari che lasciano l'Italia a conservare i diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati, e di poterne goderne indipendentemente da un accordo vigente di reciprocità, anche in deroga al requisito dell'anzianità contributiva minima di vent'anni". Ciò è stabilito dall'art. 24, comma 7, primo periodo del decreto legge del 6 dicembre 2011, n.201, convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011 n.214 ( legge Fornero). Il nostro sistema previdenziale prevede (ad oggi) per i lavoratori italiani che, per avere diritto alla pensione di vecchiaia, sia necessaria un'anzianità contributiva di almeno vent'anni. Pena il non raggiungimento del diritto a pensione. A questo punto questa norma non sarebbe giusto chiederla anche per i lavoratori italiani di questo nostro Paese. Il PD è contro il popolo italiano e la destra, che oggi governa, è l’altra faccia della stessa medaglia. Sbagliamo?
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Come insegnano il Cermis, Meredith e tanti altri casi, se sei americano in Italia la scampi sempre. Anche se uccidi un carabiniere. Dai due ergastoli, inflitti in primo grado, ad una sentenza a 15 anni e due mesi e 11 anni e quattro mesi di pena per Lee Elder e Gabriel Hjorth, accusati della morte di Mario Cerciello Rega ucciso con 11 coltellate nel luglio del 2019 in strada a Roma. (Marco Rizzo).
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Si sono venduti ai tedeschi pure la compagnia di bandiera e la fanno passare come un'operazione di grande successo. Roba da non credere! Che vergogna il sovranismo di cartone di questo governo! Non mi dite che in questo modo faccio propaganda per la sinistra. Loro avrebbero fatto la stessa cosa. Un’ora prima. (Marco Rizzo)
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