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Nilo Vlas - Blog

Ex canale di Fuori Perimetro.

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Killdozer
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#africa #russia Sui canali russi la storia delle studentesse africane che lavorano ai droni militari Z sta trovando conferme fotografiche. Grazie ragazze❤️
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#russia #africa #russiaVSucraina Il Wall Street Journal sostiene che la Russia avrebbe reclutato oltre un migliaio di giovani studentesse africane per produrre droni da combattimento da utilizzare contro l'Ucraina. Le ragazze non sarebbero attirate solo dagli stipendi alti, ma anche dagli ideali di decolonizzazione propagandati dalla Russia. La notizia puzza di bufala lontano un miglio, ma anche se fosse vero, onore alle giovani lavoratrici antimperialiste. Per quanto riguarda l'immagine, credo che la notizia meritasse un esperimento con l'intelligenza artificale🤗 https://kyivindependent.com/wsj-russia-aims-to-produce-6-000-shahed-type-drones-a-year-in-tatarstan/ Iscrivetevi al canale: https://t.me/nilovlasblog
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"Controproducente", non "falso". Leggasi: la guerra ci sarà lo stesso ma non è il momento di allarmare i fessi. Iscrivetevi al canale: https://t.me/nilovlasblog
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#covid #dissenso Ho guardato con interesse questo confronto tra alcuni protagonisti delle vicende triestine dell'ottobre 2021, moderato da Francesco Capo. Partecipanti: Stefano Puzzer, Dario Giacomini (ContiamoCi), Ugo Rossi (Insieme Liberi) e Lillo Massimiliano Musso (Forza del Popolo). Questo dibattito è stupendo sotto molti aspetti, ma principalmente perché è la perfetta esemplificazione dello stato attuale dell'area del dissenso: una perenne lotta tra sedicenti "duri e puri" e presunti gatekeeper/infiltrati/barbapapà (di etichette chi più ne ha più ne metta). È molto divertente vedere come ad ogni teoria del complotto di Rossi e Musso su presunte collusioni con il "sistema", Puzzer abbia una spiegazione semplice e banale. Perché la sensazione che si ha all'interno del dissenso è proprio questa: un pesante clima di sospetto a 360 gradi, perlopiù fondato sul niente, a parte la reciproca invidia e concorrenza. La trasmissione si conclude tra la pernacchia di Puzzer e il dito medio di Musso, indirizzati l'uno all'altro. Quale dipinto migliore sullo stato del dissenso? Per il resto, guardando questa trasmissione mi sono rafforzato nelle mie convinzioni sui fatti di Trieste. Come scrissi tempo fa, Puzzer non è un infiltrato né in cattiva fede, però ha malamente gestito il proprio potere sulla protesta e l'esposizione mediatica che ha ricevuto. I portuali hanno fatto un casino comunicativo, ma non è colpa soltanto loro: l'intera protesta italiana desiderava follemente degli eroi che vincessero per tutti, e ha attribuito ai portuali una missione che non potevano risolvere da soli. La mobilitazione al porto di Trieste rimane la più grande occasione sprecata, durante la stagione di mobilitazioni contro il Green Pass. Consiglio ad ognuno la visione di questo dibattito, anche solo per imparare dagli errori che abbiamo commesso collettivamente come movimento. https://www.youtube.com/watch?v=nYqu1trBcb8
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Nilo Vlas - Blog

#nogreenpass Credo che Puzzer sia almeno in parte responsabile della débâcle al porto di Trieste. Il caos comunicativo dei portuali, le promesse altisonanti che non potevano essere mantenute ("sciopero a oltranza", ma si sbaracca dopodomani), l'aborto della mobilitazione post-sgombero per paura dei black-block, sono decisamente colpa sua. Alcuni sostengono che Stefano Puzzer fosse un infiltrato. Io non lo credo affatto. Semplicemente era una persona tragicamente inadeguata al ruolo che in parte ha voluto ricoprire lui stesso e che in parte gli è stato imposto dalle circostanze. Bisognerebbe anche riflettere su quale sia stata la responsabilità di tutti noi in questa storia. Puzzer è finito sotto i riflettori perché il dissenso aveva bisogno di un eroe. Il fatto che Stefano non ne avesse la stoffa è colpa sua? O forse è colpa nostra per avergli affidato un fardello troppo pesante? È stato giusto caricare sulle spalle dei portuali la responsabilità di vincere per noi? Come spesso succede, Puzzer è stato elevato…

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Sulla votazione ONU che condanna la Serbia per i fatti di Srebrenica 🇺🇳🤜🇷🇸 1️⃣ Cina e Russia contrari, Brasile e India astenuti: la "comunità internazionale" di chi conta davvero non sostiene le fandonie atlantiste. 2️⃣ Delude il mondo islamico, che vota in massa a favore. Bisogna purtroppo prendere atto che da quelle parti del mondo il tribalismo rimane più forte del senso di giustizia. Se vale la logica che "mio fratello ha sempre ragione perché è mio fratello", nell'era del multipolarismo ci sarà da divertirsi. 3️⃣ Migliori e peggiori: lodevole l'Ungheria, sempre più in contrasto con il blocco americano, pessimo il Montenegro, che sputa sul proprio popolo e il proprio passato. Due modi diversi di stare dentro alla NATO. 4️⃣ A Srebrenica un massacro è successo davvero, ma a danno dei serbi. Per chi volesse approfondire la tematica, consiglio i seguenti materiali: 🔗https://contropiano.org/documenti/2014/02/08/leader-musulmano-a-srebrenica-abbiamo-ucciso-la-nostra-gente-022044 🔗 https://www.marx21.it/archivio/articoli-archivio/analisi-degli-avvenimenti-di-srebrenica/
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Officina 451 è lieta di annunciare il prossimo evento organizzato a Perugia🔥 Con la collaborazione dell'Associazione Aurora, vi invitiamo alla presentazione del libro "La Spada del proletariato: il ruolo sociale dei soldati in Russia dal 1905 al 1945". Il testo, scritto da Andrea Giummetti ed edito da Il Cerchio, rappresenta un'analisi storica del ruolo della classe militare nelle vicende che interessarono la Russia nei decenni in esame, analisi che vuole fornire un quadro dettagliato e distaccato da influenze ideologiche. Il libro sarà presentato in presenza dell'autore il prossimo 5 giugno, alle ore 18, presso la libreria Feltrinelli in Corso Vannucci (06100). 🔥🔥 Per info e non perderti aggiornamenti, iscriviti al canale Telegram di Officina 451 🔥🔥
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Il miracolo non è successo.
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🇮🇷 In Iran è già notte fonda e ufficialmente l'elicottero del presidente Raisi non è ancora stato trovato. Nelle scorse ore dai media iraniani sono giunte informazioni contrastanti che non hanno fatto altro che alimentare i dubbi. Si dice che è stato trovato il luogo dello schianto, ma poi l'informazione viene smentita. Si sarebbe stabilito un contatto con due superstiti dell'elicottero, ma anche questo viene messo in discussione. Insomma, non si capisce un'accidente. Secondo me, questo caos informativo significa che Ebrahim Raisi è morto, e le autorità iraniane stanno prendendo tempo per decidere come annunciare la notizia. Ci sono molte cose da decidere infatti. Innanzitutto, la causa dell'incidente. Se è stato un attentato, il motivo della cautela è evidente: nell'attuale contesto internazionale, accusare un altro paese di aver assassinato il presidente equivarrebbe a una dichiarazione di guerra. Qualsiasi accusa andrebbe quindi accuratamente ponderata. Se è stato un incidente, bisogna capire come è potuto succedere e di chi è la colpa (sempre che ci siano altri colpevoli a parte il pilota). In ogni caso è meglio uscire con una spiegazione minima: "il presidente è morto ma non sappiamo perché" farebbe infuriare chiunque. Sarò molto stupito se Raisi sarà ritrovato vivo, ma me lo auguro sinceramente. Sia sul piano umano che su quello politico, perché altrimenti le conseguenze saranno pesanti. #iran #geopolitica
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🇮🇷 IRAN: Viste le condizioni meteo nella zona dello schianto, punterei il dito su uno sfortunato incidente tecnico o di pilotaggio. Ma nel corrente contesto internazionale è naturale che sorgano ipotesi di ogni tipo... Anche se dovesse trattarsi di una sfortunata casualità, se il presidente Raisi non dovesse sopravvivere all'incidente sarà difficile convincere l'opinione pubblica iraniana che Israele non c'entra. #iran #geopolitica
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