Russia e altre sciocchezze

Interessante: "Il nostro sogno georgiano consiste nell'aderire all'Unione Europea nel 2030 assieme ai nostri fratelli abkhazi e osseti" scrive su Facebook Irakli Kobakhidze, premier georgiano. Forse un'allusione all'idea di una risoluzione confederale del conflitto pluridecennale con Abkhazia e Ossezia del Sud? Se ne parla, poco, ma se ne parla in canali Telegram russi e abkhazi.

Un saluto da Belgrado

Sondaggio terminato! Allora vince l'opzione "prima l'una e poi l'altra", e tra le due proposte si è affermata quella sul nuovo nazionalismo russo. Тогда что, поехали! Il nuovo nazionalismo russo, dalla perestrojka alla guerra in Ucraina Prossimamente, sui vostri schermi!

Audio completo della presentazione dei libri "La mia Russia" e "La Russia che si ribella", al Circolo ARCI Solaro (Lerici), ieri. Con Maria Chiara Franceschelli, Guido Carpi e Giulia Sorrentino. https://www.youtube.com/watch?v=ftpOS9bpEBw

Oggi Kharkiv, città a me cara, ancora una volta paga un tributo di sangue altissimo a questa guerra infame. Belgorod viene colpita, e fa molto pensare come ancora non molti anni fa queste due città erano legate da connessioni molteplici: familiari, commerciali, persino di studio. Tutto questo è andato distrutto sotto le bombe, e difficilmente tornerà.

Ne mancano 5 per arrivare a 1000 La aiutiamo?

E intanto gli streaming del festival È storia a Gorizia! Vi ricordo l'appuntamento delle 16:00 con Giovanna Cigliano che discute del suo manuale La Russia contemporanea

Dunque, stiamo andando a Belgrado, per ragioni "ludiche" (suonano i Rammstein), e a Novi Sad. Ovviamente incontreremo amici e colleghi riparati lì, come si suol dire stay tuned. E qui Moskau all'Otkritie Arena dello Spartak Mosca, era il 2016, sembra un'era geologica fa.

S'alzano gli occhi al cielo S'alzano i roghi in cupe vampe Una foto, un soldato finge di leggere dopo aver appiccato il fuoco agli scaffali della biblioteca dell'università al-Aqsa a Gaza. E subito mi son tornate in mente le strofe di Cupe Vampe dei C.S.I., dove si parlava della biblioteca di Sarajevo andata a fuoco durante l'assedio. Un'altra foto, un palazzo sventrato, forse a Kharkiv, forse a Mariupol, non mi ricordo dove fosse ma era nell'Ucraina orientale, con una libreria pendente verso il vuoto, e dei libri, in lingua russa, sospesi, la copertina azzurrognola dell'Evgenij Onegin e quella verde di Guerra e pace a mezz'aria. E ancora il 12 settembre 1943, quando le truppe naziste a Napoli costringono i passanti sul corso Umberto, il nostro Rettifilo, ad assistere alla fucilazione di un marinaio, Andrea Mansi, sullo scalone d'ingresso dell'Università Federico II. Inginocchiati, i napoletani furono costretti ad applaudire da un fascista in borghese che fungeva da traduttore, mentre veniva appiccato il fuoco alla sede centrale dell'ateneo. No, non si tratta di segni d'equiparazione o che, semplicemente di come nelle guerre del mondo contemporaneo la violenza vada a scavare nel profondo, a voler distruggere, recidere, ogni legame con la memoria, la lingua, la storia e le storie. Ci fotte la guerra che armi non ha Ci fotte la pace che ammazza qua e là

https://www.radioraheem.it/overnight/overnight-69-storie-di-resistenza-nella-russia-di-putin/ E qui Maria Chiara Franceschelli per Radio Raheem