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War Room - Russia, Ucraina, NATO

Un tentativo di riflessione sugli aspetti MILITARI del conflitto, più qualche considerazione sparsa. I tifosi sono pregati di andare a tifare altrove.

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01
Secondo il Ministro della Difesa britannico, Grant Schapps (qui il suo tweet: https://x.com/grantshapps/status/1792540677907034211), la "mobilitazione totale" dell'economia russa (anzi, "di Putin", proprio la sua personale) non è alla lunga sostenibile (e avrebbe perfettamente ragione se, in effetti, l'economia russa fosse interamente mobilitata per il fronte - cosa che non è, o per lo meno non ancora). Quindi vincere sarà facilissimo: basterà che tutti i paesi NATO ("all allies") sostengano l'Ucraina per i prossimi 6 anni garantendo lo stesso livello di sostegno della Gran Bretagna che, dal febbraio 2022 a oggi, ha fornito assistenza per 12,5 miliardi di sterline (trovate i dettagli qui: https://commonslibrary.parliament.uk/research-briefings/cbp-9477/). Mi sembra una cosa fattibilissima e soprattutto a costo pressoché zero.
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(qualcuno mi spiega che significa l'emoji della pillola?)
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Sugli Abrams, invece (ma anche sugli altri carri occidentali) non sono state piazzate le gabbie antidrone, per motivi che mi sfuggono. I miei contatti ucraini dicono (ma non so se è vero) che gli USA non gli permettono di farlo perché rovinano l'immagine del carro, che deve restare riconoscibile. Se fosse vero, sarebbe davvero il trionfo della forma sulla sostanza: ma io credo invece che sia una questione di resistenza al cambiamento (del resto gli eserciti NATO continuano a non investire in droni da poco prezzo, solo nei modelli super-tecnologici e, ovviamente, super-costosi). L'unico esercito NATO che sta cominciando ad adottare le gabbie è quello turco, con circospezione. Nella foto, due Leopard-2 turchi durante un'esercitazione. Gli altri carri sono senza protezione addizionale.
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Sto scrivendo una cosa relativamente lunga sull'offensiva nel settore di Kharkiv e sugli ultimi sviluppi nel Donbas (Klishiivka, Netailove eccetera), ma si è fatto tardi e lo finirò domani. Quindi vi lascio con una foto interessante, un Abrams M1A1SA al quale è stata applicata, sulla parte frontale, la corazza reattiva sovietica di prima generazione "Kontakt-1" in aggiunta alla molto più recente (è entrata in servizio nel 2006) corazza reattiva statunitense M-19 "ARAT-1" sui fianchi del carro (qui ne parla una pagina ucraina: https://mil.in.ua/en/news/ukrainian-abrams-tanks-use-arat-1-reactive-armor/). È un esempio classico di combinazione di materiali sovietico-NATO, ed è certamente meglio qualche cassetta di "Kontakt-1" piuttosto che niente - anche se il posto dove è stata collocata è piuttosto corazzato di suo.
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05
(Mi sa che le sanzioni restano, nonostante il restyling)
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"Com'era" (il graffito vecchio, che raffigurava un punk) - "com'è" (il graffito adesso, che non raffigura un punk).
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07
Graffito random, che in nessuna maniera può lasciare intendere una qualche tendenza politica.
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08
Qui due striscioni (presi dal canale Youtube Fevernova). Nel primo, i WBC si definiscono "100% bianchi" - è un gioco di parole sul fatto che la Dinamo è conosciuta come "біло сині", "bianco azzurri) - ma loro, appunto, sono bianchi al 100%. Il secondo striscione non penso vada a esaltare un giocatore che indossa la maglia 88, mi sa che è un'altra cosa.
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09
Ora, cosa vuole comunicare questa foto? Azzardo un'interpretazione: il battaglione Azov redivivo, che non è più un battaglione ma è diventato la 12a brigata d'assalto "Azov", sta cercando da un po' di tempo di ripulire la sua immagine, non tanto per fini propagandistici ma pratici. L'unità è infatti dal 2017 sotto sanzioni da parte del governo statunitense, e non riceve (almeno non legalmente) né soldi né equipaggiamento dai vari pacchetti di aiuti che la NATO ha inviato in Ucraina. Il 3 maggio lo stesso Prokopenko comunicava che la petizione per chiedere la rimozione delle sanzioni non ha avuto esito positivo. Nell'altro post che ha pubblicato ieri, Prokopenko enfatizza come il battaglione si sia arreso dopo aver ricevuto l'ordine di farlo e dopo lunga ed eroica resistenza che "ha salvato l'Ucraina", rimarcando quindi lo status di unità regolare, inserita nella catena di comando delle forze armate ucraine e fondamentale per lo sforzo bellico; e la foto, appunto, li accredita come personaggi ragionevoli e rispettosi delle regole e Prokopenko come un uomo serio e maturo, lontano dagli eccessi della sua gioventù di ultras dei WBC (White Boys Club) della Dinamo Kiev, dei quali ora condivido qualche striscione e graffito interessante.
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10
(Prima che cominciate: no, quello a destra non è Prigožin. Il negoziatore russo è quello a sinistra).
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11
Tra le varie cose successe ieri, e che ho riassunto, mi ero dimenticato questa. Il 20 maggio 2022 tutto il territorio dell'acciaieria Azovstal passava sotto controllo russo, con la resa degli ultimi soldati ucraini rimasti asserragliati nei sotterranei. In totale si arresero in 2.439, tra cui molti appartenenti al battaglione Azov. Tra loro c'era anche Denis Prokopenko, il comandante del battaglione che, come è noto, venne inviato in Turchia nell'ottobre 2022 con l'intesa che sarebbe rimasto lì fino alla conclusione del conflitto ma che ha invece fatto ritorno in Ucraina nel luglio 2023, per motivi tuttora sconosciuti. Ad ogni modo non è di Prokopenko che volevo parlare (i tratti salienti della sua vita e della sua carriera sono facilmente reperibili su internet), ma della foto che ha diffuso sui suoi social per commemorare la data. Ed è una foto "strana", perché raffigura non fatti d'arme o azioni eroiche, bensì un momento dei negoziati condotti tra russi e ucraini per trattare la resa.
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3) In tutto questo, ovviamente, dell'Ucraina non importa più niente a nessuno. Eppure oggi è una data complessa, perché a mezzanotte (ovvero tra 19 minuti, mentre scrivo) scade il mandato di Zelensky. Ora, dal punto di vista costituzionale non si capisce bene cosa debba succedere: da un lato il Presidente non può restare in carica oltre la scadenza del suo mandato e dovrebbe essere sostituito dal Presidente del Parlamento, che è Ruslan Stefančuk; dall'altro però le elezioni sono state rimandate a data da destinarsi col consenso del Parlamento, quindi si può davvero considerare scaduto il mandato di Zelensky? Secondo la Russia, ovviamente, sì, e le sue autorità lo dicono da settimane. Il problema di Zelensky, però, non è la Russia (che potrebbe fare, infatti? L'idea che possa intervenire "per salvare i fratelli ucraini dal tiranno", che pure ho sentito dire da qualcuno, è sciocca quasi quanto quella che la morte di Raisi avrebbe portato il liberismo a Teheran): il problema di Zelensky è che la sua posizione, al di là di quello che potrebbe pensare la Corte Costituzionale del suo caso (Corte Costituzionale con la quale è in pessimi rapporti dal 2020, ossia dai tempi dello scontro riguardo l'Ufficio Nazionale Anti-Corruzione, fortemente voluto dagli USA e le cui prerogative andavano a sovrapporsi con quelle di varie altre agenzie ucraine, cosa che la Corte trovava anticostituzionale), ora è giocoforza più debole, in un momento in cui l'Ucraina in generale è più debole e le voci critiche - sulla nuova legge sulla mobilitazione entrata in vigore ieri, sulla condotta della guerra, sulla figura stessa di Zelensky ormai precipitato nei sondaggi - diventano sempre di più, tanto che lo deve ammettere anche l'Economist: https://www.economist.com/europe/2024/05/16/volodymyr-zelenskys-five-year-term-ends-on-may-20th. Arestovyč, che ieri in diretta ha detto che la "seconda repubblica ucraina" è fallita, Klyčko che è ai ferri corti con Zelensky da ben prima che la guerra scoppiasse, i "fedelissimi" (Jermak, Budanov) che, come la storia insegna, quando le cose minacciano di finir male sono i primi da cui guardarsi, eccetera. No, questo non vuol dire che stanotte Zelensky sarà fatto fuori, ovviamente. Ma, appunto, la sua posizione è sempre più debole e il nemico comincia ad averlo anche in casa, non solo alle porte.
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13
A titolo di esempio allego lo screenshot del tweet di John Bolton che pare scritto da Tony Soprano, che in sintesi dice che se l'ICC va contro gli USA o i loro alleati subirà delle conseguenze. Queste persone non si rendono purtroppo conto che questo tipo di comportamenti non delegittima la Corte o le sue decisioni, ma la propria pretesa di occupare una posizione morale più alta e di poter dettare le regole del discorso. Oppure se ne rendono conto ma non gli importa niente, che forse è la cosa più probabile.
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14
2) Il mandato d'arresto della Corte Penale Internazionale per Netanyahu ha scatenato un'ondata di reazioni a dir poco spropositate (e preoccupanti, sotto certi aspetti). Le reazioni israeliane sono ovviamente comprensibili, pur nella loro esagerazione: corte antisemita, corte nazista, fallimento morale, equiparazione offensiva eccetera eccetera. Le reazioni statunitensi invece, e parlo di quelle ufficiali, non quelle degli scemi di Twitter, sono preoccupanti, con destra, "centro" e "sinistra" USA per una volta unite non tanto a condannare, quanto a minacciare - dalle sanzioni ai membri della corte ad azioni violente contro la corte stessa, la stessa corte che, ricordiamo, era stata unanimemente acclamata come un faro di civiltà quando aveva spiccato un mandato d'arresto per Putin.
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15
Il riassunto della giornata, dal mio osservatorio privilegiato sull'universo twitter-liberal-calendiano-atlantista. 1) l'esultanza per la morte di Raisi si è molto presto tramutata in costernazione quando ci si è resi conto che il vicepresidente, Mohammad Mokhber (anche qui, che smazzate su Wikipedia che si sono fatti, poveracci, non bastava Belousov...) non è affatto un progressista ma, incredibilmente, uno dei fedelissimi di Khamenei (ma poi, davvero: ma quanto si deve essere sciocchi e ignoranti di storia e politica per credere che basti la morte dell'uomo "cattivo" perché tutto diventi bello e giusto, come se davvero il sistema politico di un paese dipendesse dalla malvagità di un singolo e non dal fatto che il singolo in questione conviene a più gente, o almeno a gente più potente, di quanta lo disprezzi? È una visione della storia e dei processi politici imbarazzante).
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16
Questa è la zona dove l'elicottero che trasportava il Presidente iraniano Ibrahim Raisi, il Ministro degli esteri Hussein Amir Abdel-Lahyan e due autorità regionali, si è schiantato (o ha effettuato un atterraggio d'emergenza, a seconda della fonte) di ritorno dall'Azerbaijan, dove le autorità iraniane avevano inaugurato insieme al presidente azero Aliyev le dighe di Khudaferin e di Qiz Qalasi sul fiume Araz. Non è un ottimo posto per organizzare le ricerche, soprattutto visto che piove, c'è nebbia e a breve tramonterà il sole.
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17
Il Wall Street Journal (https://www.wsj.com/world/ukraine-asks-for-u-s-help-in-striking-targets-inside-russia-c1aeac22?page=1) parla finalmente dell'elefante nella stanza, come si suol dire: ovvero, del fatto che quello che gli ucraini vogliono non è il "permesso" di utilizzare le armi statunitensi e occidentali sul territorio russo ma i mezzi per utilizzarle in maniera efficace, ossia l'intelligence. Una volta che quelle armi sono state consegnate, il loro utilizzo diventa responsabilità ucraina ed è facile per la NATO, come del resto ha già fatto, cavarsela bofonchiando che loro non li hanno autorizzati e non approvano, e che quindi non c'entrano niente. Ma l'intelligence è tutt'altra cosa ed è quella che serve agli ucraini, perché senza intelligence quelle armi non servono assolutamente a niente: non basta sparare gli ATACMS sul territorio russo pre-2014, bisogna sapere dove esattamente spararli, e quando, e che tipo di difese dovranno incontrare e come superarle, e nessuna di queste informazioni può essere ottenuta dall'Ucraina perché non ha i mezzi per ottenerle - satelliti militari e commerciali, droni spia, eccetera. E l'intelligence la NATO e gli USA sono dispostissimi a fornirla e la forniscono con entusiasmo, e senza badare a spese, per i territori occupati e per la Crimea, ed è per questo che alcuni attacchi (come quello tra mercoledì e giovedì sull'aeroporto "Bel'bek" di Sebastopoli) hanno successo: ma non sono, per ovvi motivi, disposti a fornirla per attacchi sul suolo riconosciuto come russo dalla comunità internazionale, perché questo significherebbe non più aver solo dato delle armi che qualcuno ha deciso di usare "male" ma aver diretto l'uso delle armi in questione, diventando così direttamente responsabili di ogni perdita umana e materiale causata dall'attacco sulle installazioni militari di uno stato sovrano col quale non sei in guerra. E sarebbe, penso sia evidente, una cosa abbastanza grave e una notevole escalation, che porterebbe a conseguenze sgradevoli. Per ora pare così anche agli USA. Per ora.
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18
Credo che la cosa più surreale della settimana (non è ancora finita, ma non penso ci siano altri contendenti), sono le accuse della Francia all'Azerbaijan di fomentare la rivolta indipendentista in Nuova Caledonia. Per quanto strana possa sembrare, la cosa è vera e va avanti dal 2023, ovvero da quando la Francia ha inviato armi all'Armenia Qui France24: https://www.france24.com/fr/asie-pacifique/20240517-pourquoi-la-france-accuse-l-azerba%C3%AFdjan-d-ing%C3%A9rences-en-nouvelle-cal%C3%A9donie Qui un thread informativo su Twitter/X: https://x.com/casusbellii/status/1791002672461500675 Qui l'account del Baku Initiative Group, ovvero l'agenzia azera creata per assistere i canachi: https://x.com/bakuinitiative Nella foto, bandiere del Front de libération nationale kanak et socialiste (FLNKS), bandiera azera, e bandiere con croce verde su sfondo arancione dell'Union calédonienne, il più vecchio partito indipendentista canaco fondato nel 1953).
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In questo tweet (https://x.com/shpapuashvili/status/1790988776656769051) Shalva Papuashvili, Presidente del Parlamento georgiano e membro di "Sogno georgiano (cioè il partito "filorusso" accusato di volere "la legge filorussa") accusa i politici stranieri che si sono uniti alle manifestazioni antigovernative nei giorni scorsi (ovvero i Ministri degli esteri di Estonia, Lettonia, Lituania e Islanda) di avere assorbito "la visione russa del mondo", di avere fatto discorsi "che ci si aspetterebbe da un propagandista russo o sovietico", che cercare di far cadere un governo perché non ti piace la sua linea politica "viene dai manuali sovietici" e che la loro visione dicotomica e propagandistica è riconoscibile "a chiunque abbia familiarità con al storia contemporanea russa e sovietica", che "Sogno Georgiano" è un partito europeista ed Euro-Atlantico (ovvero filo-NATO, ragionando nei soliti termini dicotomici) e che la legge è costituzionale e ha precedenti in altri paesi europei. Mi spingo ad affermare, sperando di non essere frainteso, che forse la situazione politica in Georgia è leggermente più complessa di quanto viene riportato dai media.
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20
Ci eravamo persi la dura condanna dell'attentato a Fico da parte di Repubblica.
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21
Da un lato, eviterei di dare troppa importanza politica all'attentato subito da Fico. L'attentatore, al di là della su affiliazione politica, è una persona abbastanza marginale e certo non è stato "pagato dalla CIA". Dall'altro, è innegabile che una certa retorica giacobina, con il Bene, la Giustizia, il Progresso e la Ragione in lotta mortale contro le tenebre della Tirannia e dell'Ancien Régime, non può portare e non porterà a nulla di positivo. Intanto, a Tbilisi sono sbarcati i Ministri degli Esteri di Estonia e Lituania, ed eccoli qui che manifestano contro il governo georgiano. Tutto in regola.
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Il riposizionamento liberal/liberista dall'Ucraina alla Georgia procede a velocità smodata e la cosa non depone bene né per l'Ucraina né per la Georgia. E questo al di là del fatto che chiamare la legge di cui si discute "legge russa" è una sciocchezza (anche se è più restrittiva della FARA statunitense), e lo è altrettanto chiamare "Sogno georgiano - Georgia democratica", il partito di maggioranza, un "partito filorusso" o addirittura "un fantoccio del Cremlino", o affermare che il suo fondatore, il milionario Bidzina Ivanishvili (ah, questi milionari che fondano partiti...), è un uomo di Putin perché ha fatto buona parte dei suoi soldi in Russia, ai tempi eroici del liberismo senza freni. E poi ci sono gli eccelsi di + Europa, quelli a cui Platone pensava quando immaginava il governo dei filosofi, che se ne escono con "milioni di georgiani in piazza", che i georgiani tutti sono 3 milioni e 713mila. Non linko il tweet che poi ci cliccate sopra e li fate contenti, e noi questo non lo vogliamo.
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Solo questo e poi la smetto per sempre con le blyatmobili, promesso. Questa è la variante "chiosco di Vkusno - i točka", la catena russa di fast food che ha sostituito McDonald's. (Devo specificare che è un fotomontaggio?)
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È un T-62 tra l'altro, almeno il rispetto per l'età!
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Scellerati senza cuore, come avete potuto fare del male alla blyatmobile??!!
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Se qualcuno si chiedeva che fine avessero fatto i reparti ceceni, sono di nuovo in azione. Qui annunciano la presa di Ohirtseve, a quattro chilometri da Vovčans'k - il filmato da cui ho tratto l'immagine è stato diffuso ieri.
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Non sono sorpreso, diciamo.
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5) Però Shoigu è stato fatto fuori, no? Non esattamente. Tecnicamente è stato addirittura promosso, perché il Consiglio di Sicurezza, che non a caso è presieduto dallo stesso Putin (ovvero dal Presidente della Federazione Russa) è il più importante organo consultivo russo, che coadiuva il Presidente nelle decisioni di interesse strategico. Shoigu, tra l'altro, in quanto Ministro della Difesa ne faceva già parte: ora, da Segretario, diventa la terza carica del Consiglio dopo Putin e Medvedev. Quindi no, non è stato "fatto fuori". Gli hanno tolto il borsellino. Che forse è peggio, almeno per lui.
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E appunto dice, il Financial Times, che Belousov non è affatto corrotto, che è un tecnocrate e un workaholic, che spinge per un maggiore ruolo dello Stato nell'economia (cosa ottima se devi gestire il bilancio della Difesa), che ha un'atteggiamento diciamo keynesiano per ciò che riguarda gli investimenti statali (cosa che lo ha spesso fatto litigare proprio con Nabiullina) e che gode di molto credito negli ambienti della destra russa, pur essendo definito un uomo di mentalità sovietica (foto allegata), che non vede l'ora che sia lui a mettere mano agli sprechi e alle inadeguatezze, per non dir di peggio, che allignano nel ministero e mettere tutto a posto in direzione di una maggiore produttività ed efficacia soprattutto ora che il budget per il Ministero della Difesa è salito dal 3% al 6,7%.
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30
La proposta di Belousov come nuovo Ministro della Difesa ha gettato nello sconforto i nostri "esperti di Russia", soprattutto quelli del Tuìter (i migliori), che non l'avevano mai sentito nominare: del resto era stato solo Ministro dello Sviluppo economico e assistente di Putin per le questioni economiche sostituendo Elvira Nabiullina. Un rapido giro su Wikipedia e Telegram li ha resi di nuovo esperti e in generale l'interpretazione che ne hanno dato rientra in due macrocategorie. La prima: Putin sostituisce Shoigu con un "civile" (su questa cosa torniamo subito) perché la guerra è un disastro - così, senza ulteriori argomentazioni. La seconda: Putin sostituisce Shoigu perché la guerra è un disastro e ha la necessità di accentrare ancora di più il potere circondandosi di yes-man (noterete che entrambe le opzioni sono accomunate dal fatto che la guerra è un disastro, e questa non è una novità né ci sorprende). I nostri esperti di Russia dunque si confermano espertissimi non solo di Russia, ma anche in generale del funzionamento di uno Stato e del ruolo dei ministri. Andiamo con ordine: 1) Putin, non in quanto Putin ma in quanto Presidente della Federazione Russa, è il comandante supremo delle Forze Armate. Il Ministro della Difesa risponde a lui: ci poteva mettere pure Navalny, a capo del Ministero, e sarebbe stata la stessa cosa (dal punto di vista del controllo). Ce l'avete menata per vent'anni con Putin "zar" e Putin "autocrate", ora invece all'improvviso si scopre che la politica russa è un filino più complessa di "Putin cattivo cacca pipì" tanto che ha bisogno degli yes-men. Se possibile, la nomina di Belousov RIMUOVE degli yes-men, più che aggiungerne altri. 2) Shoigu non è un militare, nonostante andasse in giro in divisa (cosa cha infastidiva parecchio i militari veri). Quindi nessun civile che sostituisce un militare. Non pensavo bisognasse puntualizzarlo, ma è così. 3) Il Ministro della Difesa non è a capo delle operazioni militari: questo ruolo è ricoperto dal capo di Stato maggiore, ovvero Sergej Gerasimov, che resta al suo posto, anche perché il suo posto non dipende dai cambi di governo. Anche questa cosa non pensavo bisognasse puntualizzarla. La gente che immagina che il Ministro della Difesa comandi le truppe dovrebbe anche immaginare, per par condicio, che il Ministro dei Trasporti faccia l'orario dei treni e il Ministro della Giustizia arresti la gente o la faccia scarcerare. 4) E allora che fa il Ministro della Difesa? Il Ministro della Difesa, come tutti i Ministri, alloca le risorse disponibili, possibilmente nella maniera più efficiente. Qui, appunto, entrano in gioco le competenze di Belousov, diverse (e maggiori) di quelle di Shoigu. E non lo dico io, lo dice il Financial Times (qui: https://www.ft.com/content/3d23f367-97da-48cf-8a5a-74a3a0a5362f) che un po' di queste cose ne capisce (certo meno degli esperti del Tuìter e di Porta a Porta, ma ci dobbiamo accontentare).
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Intanto Shoigu (questa sarà un'altra notte di meme)
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Molto velocemente su Belousov al posto di Shoigu (mandato al Consiglio di Sicurezza, il Politburo in pratica): Belousov è un economista. La guerra si fa coi soldi. All'esercito bisogna allocare fondi in base alle necessità, non a progetti cosmetici che stanno in piedi magari da vent'anni e non hanno prodotto nulla di utilizzabile. Gerasimov resta Capo di Stato Maggiore, quindi la discontinuità non è fortissima, né si tratta della "vendetta di Prigozhin". Che nel Ministero ci fossero un bel po' di incompetenti non serviva Prigozhin a dimostrarlo. PS: Belousov è il classico "cattivo russo" da film, come aspetto fisico.
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Ora di corsa a casa che i fronti si muovono e dobbiamo capire che succede...
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Questa due giorni (e mezzo) torinese è volata in un attimo tra ottimo cibo e ottimo bere, una cara amica rivista, una città bellissima e ottocentesca al punto giusto (l'ottocento resta il secolo scorso, in fin dei conti) con ritmi lentissimi ma una vivacità stupefacente. Velocissimo passaggio al Salone del Libro ospiti della Regione Campania per parlare di "Oppenheimer, Putin eccetera": purtroppo la bronchite (malattia appunto ottocentesca, meglio la tisi ma non gliela auguro) ha impedito a Carlo Ziviello di essere presente ma me la sono cavata decentemente anche da solo. Alla prossima, magari organizzandomi meglio e con almeno in giorno in più.
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Trovandomi a Torino, potevo mai farmelo sfuggire?
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Coesistere
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La cautela è d'obbligo: le fonti ucraine esagerano il numero delle truppe russe coinvolte nell'operazione, le fonti russe lo minimizzano. Quando ne sapremo di più, scriveremo.
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(Sono in treno e ne avrò ancora per un po', quindi post breve e carta non mia) Dell'offensiva, se possiamo chiamarla così, russa nel settore di Kharkiv sappiamo al momento molto poco. Non ci sono geolocalizzazioni ed entrambe le parti diffondono pochissime foto, che come al solito non è certo si riferiscano alla zona in oggetto. Non si segnala la presenza di mezzi corazzati, quindi piú che di una offensiva possiamo parlare di una ricognizione in forze. Alcuni villaggi sono stati occupati (Streleche, Krasnoye, Pylnaya e Borisovka), ma non c'è stato nessuno sfondamento del fronte per il semplice motivo che le unità ucraine (come quelle russe dall'altro lato del confine) sono a qualche chilometro, non sulla frontiera. Rinforzi ucraini stanno affluendo nella zona e c'è da capire se lo scopo di questa incursione è proprio questo, ossia attivare un'altra zona di fronte per obbligare il comando ucraino a rinforzare le difese a scapito di altri settori.
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Tanto per chiarire meglio il concetto: il dipinto in allegato, "Congratulazioni nel giorno della Vittoria" è opera di Nikolai Chuprina (1928-2000), artista SOVIETICO e UCRAINO.
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Secondo il Ministro della Difesa britannico, Grant Schapps (qui il suo tweet: https://x.com/grantshapps/status/1792540677907034211), la "mobilitazione totale" dell'economia russa (anzi, "di Putin", proprio la sua personale) non è alla lunga sostenibile (e avrebbe perfettamente ragione se, in effetti, l'economia russa fosse interamente mobilitata per il fronte - cosa che non è, o per lo meno non ancora). Quindi vincere sarà facilissimo: basterà che tutti i paesi NATO ("all allies") sostengano l'Ucraina per i prossimi 6 anni garantendo lo stesso livello di sostegno della Gran Bretagna che, dal febbraio 2022 a oggi, ha fornito assistenza per 12,5 miliardi di sterline (trovate i dettagli qui: https://commonslibrary.parliament.uk/research-briefings/cbp-9477/). Mi sembra una cosa fattibilissima e soprattutto a costo pressoché zero.
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Sugli Abrams, invece (ma anche sugli altri carri occidentali) non sono state piazzate le gabbie antidrone, per motivi che mi sfuggono. I miei contatti ucraini dicono (ma non so se è vero) che gli USA non gli permettono di farlo perché rovinano l'immagine del carro, che deve restare riconoscibile. Se fosse vero, sarebbe davvero il trionfo della forma sulla sostanza: ma io credo invece che sia una questione di resistenza al cambiamento (del resto gli eserciti NATO continuano a non investire in droni da poco prezzo, solo nei modelli super-tecnologici e, ovviamente, super-costosi). L'unico esercito NATO che sta cominciando ad adottare le gabbie è quello turco, con circospezione. Nella foto, due Leopard-2 turchi durante un'esercitazione. Gli altri carri sono senza protezione addizionale.
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Sto scrivendo una cosa relativamente lunga sull'offensiva nel settore di Kharkiv e sugli ultimi sviluppi nel Donbas (Klishiivka, Netailove eccetera), ma si è fatto tardi e lo finirò domani. Quindi vi lascio con una foto interessante, un Abrams M1A1SA al quale è stata applicata, sulla parte frontale, la corazza reattiva sovietica di prima generazione "Kontakt-1" in aggiunta alla molto più recente (è entrata in servizio nel 2006) corazza reattiva statunitense M-19 "ARAT-1" sui fianchi del carro (qui ne parla una pagina ucraina: https://mil.in.ua/en/news/ukrainian-abrams-tanks-use-arat-1-reactive-armor/). È un esempio classico di combinazione di materiali sovietico-NATO, ed è certamente meglio qualche cassetta di "Kontakt-1" piuttosto che niente - anche se il posto dove è stata collocata è piuttosto corazzato di suo.
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👍 45 22💊 8 1
(Mi sa che le sanzioni restano, nonostante il restyling)
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😁 54👍 18🍌 6👏 4💊 2
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"Com'era" (il graffito vecchio, che raffigurava un punk) - "com'è" (il graffito adesso, che non raffigura un punk).
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Qui due striscioni (presi dal canale Youtube Fevernova). Nel primo, i WBC si definiscono "100% bianchi" - è un gioco di parole sul fatto che la Dinamo è conosciuta come "біло сині", "bianco azzurri) - ma loro, appunto, sono bianchi al 100%. Il secondo striscione non penso vada a esaltare un giocatore che indossa la maglia 88, mi sa che è un'altra cosa.
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Ora, cosa vuole comunicare questa foto? Azzardo un'interpretazione: il battaglione Azov redivivo, che non è più un battaglione ma è diventato la 12a brigata d'assalto "Azov", sta cercando da un po' di tempo di ripulire la sua immagine, non tanto per fini propagandistici ma pratici. L'unità è infatti dal 2017 sotto sanzioni da parte del governo statunitense, e non riceve (almeno non legalmente) né soldi né equipaggiamento dai vari pacchetti di aiuti che la NATO ha inviato in Ucraina. Il 3 maggio lo stesso Prokopenko comunicava che la petizione per chiedere la rimozione delle sanzioni non ha avuto esito positivo. Nell'altro post che ha pubblicato ieri, Prokopenko enfatizza come il battaglione si sia arreso dopo aver ricevuto l'ordine di farlo e dopo lunga ed eroica resistenza che "ha salvato l'Ucraina", rimarcando quindi lo status di unità regolare, inserita nella catena di comando delle forze armate ucraine e fondamentale per lo sforzo bellico; e la foto, appunto, li accredita come personaggi ragionevoli e rispettosi delle regole e Prokopenko come un uomo serio e maturo, lontano dagli eccessi della sua gioventù di ultras dei WBC (White Boys Club) della Dinamo Kiev, dei quali ora condivido qualche striscione e graffito interessante.
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(Prima che cominciate: no, quello a destra non è Prigožin. Il negoziatore russo è quello a sinistra).
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