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Si faceva in 4 per quei giovani che considerava suoi figli ... si perché il Grande Torino era una Famiglia. E chi non ricorda il "Gabos" il vecchio bar Vittoria di Via Roma angolo via Gramsci (ora se ricordo bene ci sta Zara). Era il ritrovo creato da Gabetto e Ossola per i tifosi e amici. Ricordo una intervista di Sandro Mazzola, figlio di Valentino che fu tra l’altro mascotte del grande Torino, che oltre ad essere stata una bandiera della mia Inter è colui che mi ha fatto diventare tifoso interista … dove raccontava che da bambino vedeva il suo papà grande … di statura … e si sentiva tranquillo solo quando gli stringeva la mano … e si sentiva orgoglioso e diceva … io sono suo figlio, quello è il mio papà. Ho letto e visto le immagini di qualche anno fa, dove un ragazzino di nome Valentino Mazzola … pronipote di quello che fu il grande Capitano, con la maglia numero 10, entrò in campo al Filadelfia. Dall’altoparlante il cronista annunciò, “Signori e Signore, 70 anni dopo, sta per fare l’ingresso sul prato del Fila, 70 anni dopo col nr. 10 entra in campo Valentino Mazzola.” … beh … che dire …. tutta emozione per chi quelle gesta seppur non le ha vissute le ha sentite raccontare dal suo papà. Mi tornano in mente i racconti di Sandrino Mazzola .. per me interista ... grande capitano... che raccontava quando il suo immenso papà... capitan Valentino.. era solito portarlo allo stadio e quando lui tirava il rigore al grande Bagigalupo .. e facendogli gol .. esultava per tutto il campo. Bagigalupo faceva l'occhiolino a Valentino... sornione. Sandrino all'epoca indossava la maglia granata ... quella del suo grande papà... era la mascotte di quello squadrone. Sandrino raccontava che gli piaceva andare a passeggio col papà... abitavano alla Crocetta ... al 66 di via Torricelli ed andavano al bar di Gabetto ed Ossola al Vittoria .. il Gabos come lo chiamavano tutti ... in via Roma. Le persone riconoscevano Valentino e si avvicinavano per salutarlo e Sandrino prendeva paura... ma bastava che il papa' gli stringesse la mano che tutto passava. I Mazzola erano persone semplici ... abitavano in 2 camere e cucina.. non vivevano nel lusso ... al contrario di oggi... questo giusto per far comprendere che costoro erano dei campioni dentro ... A parte questi scorci di vita.. occorrerebbe ogni tanto ricordarsi... di questi campioni... Se ne parla sempre poco... se non per nulla. Sono stato da poco anche a Superga... e rivisitato il posto dove questi grandi ... persero la loro vita. Beh ... è sempre emozionante rileggere quei nomi... e rileggere il nome di Capitano Valentino ... una lacrima scende sempre ricordando il mio papà che mi raccontava di loro... loro che non erano solo una squadra di club.. ma erano la Nazionale Italiana. E allora tutti assieme nella giornata che ricorda la loro partenza recitiamo assieme questa Grande Formazione ... perché c'è solo un modo per "dirla" bene Bacigalupo (pausa) Ballarin Maroso (quasi uno pronunciato attaccato all’altro) Grezar – Rigamonti – Castigliano (un’impercettibile pausa tra un nome e l’altro, una via di mezzo tra la pausa dopo Bacigalupo e la sequenza Ballarin Maroso) Menti – Loik – Gabetto – Mazzola – Ossola (il quintetto d’attacco richiede un ritmo quasi serrato, con una scansione netta per ogni nome, in modo incalzante). E come dice la meravigliosa canzone che li ricorda ... per tutti i cuori granata che non battono più 🥰 Forza Toro ... Grande Cuore di Torino 💖
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Nella giornata del 75mo anniversario della tragedia in cui gli Invincibili, come venivano spesso definiti i giocatori di calcio del Grande Torino, si trasformarono da Storia in Leggenda desidero ricordare con voi alcuni aneddoti che li contraddistinsero. Ogni tanto di passaggio su Torino passo a visitare ammirando seppur da fuori, il vecchio Filadelfia. Accarezzando quei vecchi muri gelosamente conservati …. e socchiudendo gli occhi … nel silenzio si riuscono ancora a percepire le voci dei tifosi che urlavano “ Dai Gabetto … Forza Ossola … passa la palla a Valentino… GOOOLLL ….” Che tempi … che squadra … A volte quando mio papà mi raccontava le loro gesta da piccolo, pensavo fossero personaggi tratti da qualche favola, non potevo immaginare che fossero veri. Invece no..crescendo compresi che erano davvero esistiti. Si … Valerio Bagigalupo con le sue manone a difesa di quella porta che con lui tra i pali diventava piccola piccola per gli avversari, Aldo Ballarin - Virgilio Maroso e Mario Rigamonti, sempre attenti a difesa di quella “piccola”porta e a protezione dell'amico e compagno Valerio, e poi ancora a centrocampo come una diga che tutto fermava c’erano Eusebio Castigliano, Giuseppe Grezar, Ezio Loik e Danilo Martelli, fino ad arrivare al trittico d’attacco, le meraviglie delle meraviglie che tutto il mondo ci invidiava come Guglielmo Gabetto, Capitan Valentino Mazzola, e Franco Ossola. (Romeo Menti II) C'era poi un certo Oreste Bolmida, di professione capo treno a Porta Nuova, che la domenica inforcava la sua bicicletta ed andava allo stadio Filadelfia con sotto il braccio la sua tromba, un semplice corno da ferroviere ad incitare la sua squadra… IL TORO. (l’ultima volta che la suonò, fu al funerale dei suoi eroi prima di caricarsi sulle spalle la bara del Capitano) Fu da lui che nacque il famoso “quarto d’ora granata”. Si … quando l’avversario non era tanto temibile … gli Invincibili giocavano senza impegno … ma quando mancava un quarto d’ora … ecco che allora ... partiva dagli spalti un triplice squillo della fatidica tromba … quello era il segnale, Capitan Valentino si rimboccava le maniche e la musica cambiava. Molte le squadre che assaggiarono questa “usanza” … indimenticabile fu un 7 a 0 inflitto alla Roma, in casa sua, dove Valentino Mazzola entrò in porta addirittura con la palla al piede. E la Lazio ..era il 30 maggio 1948 ..si giocava al Filadelfia e la Lazio stava vincendo 3 a 0. Fu a quel punto, come mi raccontava il mio papà, che Valentino Mazzola andò sotto la curva, e domandò: “quant’ manca?” e dalla Maratona risposero in coro “un quart d’ura !!!” allora Capitan Valentino si rimboccò le maniche, era il segnale …. per Oreste Bolmida che suonò per tre volte la carica e la partita finì 4 a 3. Erano davvero Invincibili, molti i record ancora imbattuti, compresa la presenza di tutta la squadra in nazionale. Quando morirono Indro Montanelli scrisse di loro: “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto “in trasferta”. Nessuna squadra al mondo ha mai rappresentato per il calcio tutto ciò che è riuscito al Grande Torino. L’Italia in quegli anni era reduce da una dolorosa guerra perduta e la gioia di veder giocare questa squadra, le sue vittorie internazionali, diedero nuovamente orgoglio a tutti gli italiani. Cerchiamo di ricordarla sempre questa squadra meravigliosa. Mi commuovo sempre rileggendo le loro gesta ma oggi lo faccio come Indro Montanelli, voglio pensarla soltanto “in trasferta”. I veri granata non possono non ricordare Zoso e il suo tè " com'era buono il tè di Zoso". Gildo Zoso era il magazziniere il factotum del grande Torino, colui che sistemava e riordinava lo spogliatoio lasciato in disordine dai ragazzi.. era colui che si preoccupava di cambiare le stringhe alle scarpe... e provvedeva ai loro fabbisogni.
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Caro Vinz, sono stati giorni molto duri per te… Abbiamo cercato per quanto possibile di tenerti compagnia e di sostenerti perché la perdita di un papà è un dolore troppo grande da sopportare da soli. Oggi lo saluterai fisicamente per l’ultima volta e noi vorremmo essere lì ad abbracciarti ed asciugare le tue lacrime.. Ricorda che nessuno muore nel cuore di chi lo ama e che lui continuerà a vivere dentro te ed i tuoi fratelli. Abbiamo pensato di realizzare un video affinché tu possa sempre ricordare i momenti belli trascorsi insieme con la canzone che gli dedicasti per il suo compleanno come sottofondo. Ti vogliamo bene Vinz ❤️‍🔥 Condoglianze Lucia, Emanuele, Daniele e Davide.
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9❤‍🔥 2
Per un grave lutto la radio rimarrà chiusa fino a data da destinarsi.
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