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Giorgio Bianchi Photojournalist

Notizie e analisi sull'attualità e la geopolitica.

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Rovescio internazionale di Marco Travaglio Un anno fa la Corte penale internazionale (Cpi) spiccò un mandato di cattura per Putin, accusato di crimini di guerra per circa 19 mila bambini ucraini trasferiti in Russia: grande giubilo da Usa e Kiev, che però non riconoscono la Cpi per non dover ammettere i propri crimini. In sei mesi Netanyahu ha sterminato a Gaza circa 35 mila civili, di cui 15 mila bambini (su una popolazione di 2,5 milioni, contro i 10 mila civili morti in 26 mesi in Ucraina su 40 milioni di abitanti), ma per lui niente mandati di cattura. Anzi, si legge che la Cpi sarebbe pronta a spiccarne uno, ma potrebbe soprassedere se Bibi firmasse la tregua voluta da Usa e Uk. È l’ennesima prova che la Cpi è un organo politico travestito da tribunale, che processa solo chi fa comodo agli Usa. E il diritto internazionale è pura fiction per nascondere la legge del più forte. Gli Usa inviano altri 61 miliardi a Kiev, per un totale di 322 sborsati in due anni da Nato&Ue; e Blinken intima a Pechino di non aiutare la Russia. Resta da capire perché mai noi possiamo armare e finanziare un Paese in guerra (nei due anni di invasione russa e negli otto di aggressione ucraina al Donbass) e la Cina no. Ora l’Occidente studia nuove sanzioni contro l’Iran per la rappresaglia senza vittime su Israele, ma non sanziona Israele che per primo attaccò l’Iran bombardando la sua ambasciata a Damasco e uccidendo almeno 13 persone. La ciliegina sulla torta del diritto internazionale divenuto rovescio è la reazione ipocrita alla decisione di Mosca di nazionalizzare temporaneamente le filiali russe dei marchi europei Bosch e Ariston (che peraltro ha sede legale in Olanda, tant’è che i russi ci sbeffeggiano: “Non sapevamo fosse un gruppo italiano…”). Anche qui sembra di stare nella fiaba del lupo e dell’agnello: i primi a infrangere il diritto internazionale sulla proprietà privata e l’inviolabilità degli asset degli Stati siamo stati noi occidentali con le sanzioni a Mosca del 2022. Oltre ai soliti embarghi commerciali, abbiamo bloccato e preso in ostaggio oltre 300 miliardi di dollari della Banca centrale russa – beni di Stato e di privati – che ora Usa, Uk, Canada, Giappone e mezza Ue vorrebbero pure espropriare per armare e ricostruire l’Ucraina. Lo scippo di Putin è un fallo di reazione alla nostra mega-rapina. Quattro secoli prima di Cristo, Alessandro Magno interrogò il famigerato pirata Diomede che, appena catturato, attendeva la condanna a morte: “Chi ti dà il diritto di navigare depredando cose non tue?”. E il pirata: “E a te, imperatore, chi dà il diritto di fare altrettanto, dalla Persia all’Egitto all’India? Poiché uso solo la mia barca, io sono chiamato pirata. Tu invece usi la tua flotta e sei chiamato imperatore”. Alessandro, touché, lo graziò. 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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‼️🇮🇹⚔️🇷🇺 ITALIA SEMPRE PIÙ COINVOLTA NELLA GUERRA CONTRO LA RUSSIA: INVIA AL REGIME DI KIEV I MISSILI "STORM SHADOW"
La svolta del governo Meloni con la consegna a Kiev. I documenti della nostra Difesa li definiscono “armi strategiche in grado di modificare le sorti di un conflitto con attacchi in profondità”. Colpiscono a 500 chilometri dal fronte, con quasi mezza tonnellata di esplosivo. La consegna dei missili “Storm Shadow” all’Ucraina segna un momento di svolta nel contributo italiano alla guerra. Si tratta infatti di armi che per raggio d’azione, tipo d’impiego e carica distruttiva sono addirittura superiori a quelle fornite dagli statunitensi.
https://www.repubblica.it/esteri/2024/04/30/news/storm_shadow_missili_armi_italia_ucraina-422778093/ Segui 👉@ComitatoDonbass
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Il New Deal delle armi - TeleRagione Oggi parliamo di: 1. Scordatevi l'Iphone. Come la Silicon Valley è diventata l'avanguardia dell'industria delle armi. Sottomarini autonomi, armi all'idrogeno, microonde anti-droni e sistemi di sorveglianza globale per scovare ed eliminare il nemico nel campo di battaglia. Ucraina e Gaza sono diventati i laboratori della guerra hi-tech finanziata dal Pentagono. 2. Come Palntir di Peter Thiel ha aiutato la NSA a spiare il mondo intero. I documenti forniti dall'informatore della NSA Edward Snowden rivelano il ruolo di Palantir nella creazione della macchina di spionaggio internazionale del governo degli Stati Uniti. 3. Techno-tirannia: come lo stato di sicurezza nazionale degli Stati Uniti sta usando il coronavirus per soddisfare una visione orwelliana. 4. L’uso militare nascosto della tecnologia 5G. L’operazione organizzata dai “Cinque Occhi” contro Huawei mira esclusivamente ad assicurarsi che in Occidente la tecnologia 5G non sia controllata da una società cinese. Come attesta un rapporto del Pentagono, questa tecnologia civile ha infatti innanzitutto un utilizzo militare. https://www.youtube.com/watch?v=xPy-_AwnmYM PUOI SOSTENERE IL LAVORO DI TELERAGIONE AL LINK: https://visionetv.it/aiuta-giorgio-bianchi/ 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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🇮🇱 BEN GVIR: "HO AVVERTITO NETANYAHU DELLE CONSEGUENZE SE ISRAELE NON ENTRERÀ A RAFAH E FIRMERÀ L'ACCORDO" Il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha pubblicato un video sul suo account X:
"Ho appena terminato un incontro con il Primo Ministro su mia richiesta. Ho avvertito il Primo Ministro che Dio non voglia che Israele non entri a Rafah, Dio non voglia che finiamo la guerra, Dio non voglia che ci sia un accordo promiscuo. Il Primo Ministro ha ascoltato le mie parole, ha promesso che Israele entrerà a Rafah, ha promesso che la guerra non finirà e ha promesso che non ci sarebbero stati accordi dissoluti. Accolgo con favore queste decisioni. Penso che il primo ministro capisca molto bene cosa succederà se queste cose non accadono".
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Questo non è riuscito a farlo, però è arrivato a lanciare l’attivista LGBT Paola Concia a capo del progetto “educare alle relazioni” nelle scuole (salvo poi ritirare la nomina grazie alle proteste che avevo contribuito a scatenare). Potrei citare l’accordo per le elezioni europee della Lega con l’UDC di Cesa (altro che sovranismo) e altre contraddizioni che sono diventate troppe anche da contare. Da queste considerazioni deriva la convinzione che la Lega non sia più riformabile. Non sono pessimista per il futuro. Sono sempre più convinto che tra la gente stia sorgendo la grande necessità di qualcosa di diverso, un movimento che abbia a cuore l’interesse nazionale e il recupero della sovranità del nostro paese, che sia in grado di fare ciò che almeno oggi apparentemente sembra non poter esistere più: avere una sola parola, portarla avanti ad ogni costo ed essere disposti a rischiare e non limitarsi a governare pur di governare in modo fine a sé stesso, per il mero potere. In questa epoca c’è bisogno di rivedere e diffondere coraggio, altrimenti si finisce per diventare proprio come coloro che prima si criticavano tanto. Continuerò a fare rete a livello nazionale e regionale in questa direzione. Ci vorrà tempo e non sarà un percorso semplice, perché le cose belle costano sempre fatica. Matteo Montevecchi 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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Cari amici, ho preso una decisione dopo una lunga riflessione. Formalizzo oggi la mia uscita da una Lega che ha smarrito coerenza e identità. Questa riflessione non è stata affatto silenziosa, ma caratterizzata da continue prese di posizione personali e in controtendenza rispetto alla linea ufficiale del partito. Non sono felice di questa scelta, poiché il progetto a cui ho aderito con convinzione nel 2019 non esiste più. Si è poco a poco snaturato ed è scaturito in pesanti contraddizioni che ho sempre cercato di sollevare per fare ritrovare la bussola e cambiare rotta. Dai vertici del partito però non è mai arrivato un vero e proprio mea culpa sui grossi errori commessi in questi ultimi anni. Le scelte intraprese dalla Lega, a partire dal sostegno al governo Draghi, al Green Pass e proseguite con l’appiattimento su politica estera, guerra, invio armi a Zelensky, hanno originato in me una grande ferita che non si è più rimarginata. Inizialmente ho provato a cambiare e incidere dall’interno, portando avanti una certa linea che però non ha avuto il seguito politico sperato. Di lì a poco ho constatato di essere divenuto minoranza nel partito e di aver perso la battaglia. Ho continuato a manifestare una voce diversa fino ad oggi, guadagnando solo prese di distanza e richieste di dimissioni nei miei confronti da parte degli organi ufficiali a causa delle mie critiche. La linea rossa che mi ero dato è stata passata, credo sia chiaro a tutti ora che le mie posizioni, le idee in cui credo, non hanno più una reale e concreta cittadinanza all’interno del partito, se non di facciata. Ci ho provato fino all’ultimo, ma non mi resta che prenderne atto e trarre queste conclusioni. Ritengo che non sia sufficiente riciclare pur condivisibili slogan come “Più Italia e meno Europa” per recuperare credibilità e fiducia. Le parole devono essere sempre seguite dai fatti e non puntualmente disattese, come accaduto troppo spesso. Basti pensare al già citato sostegno a Draghi e al liberticida Green Pass (che la Lega a parole non avrebbe mai e poi mai sostenuto, per poi finire per votarlo in tutte le sue molteplici forme). Così come non metto in secondo piano anche il radicale cambio di atteggiamento in politica estera/internazionale che non ho condiviso e criticato fin da subito. Mai mi sarei mai aspettato di vedere da parte della Lega un sostegno alle istanze belliciste targate Biden e Von der Leyen: la Lega ha votato tutti i pacchetti sull’invio delle armi all’Ucraina e le sanzioni (auto-sanzioni) alla Federazione Russa. Conta poco l’appartenenza della Lega al gruppo europeo “Identità e Democrazia”, se poi si vota diversamente da loro in aula su tematiche fondamentali come queste. Contano poco le dichiarazioni di circostanza, per smarcarsi mediaticamente, se poi con il proprio voto ci si rende protagonisti di queste scelte nefaste, contrarie agli interessi del nostro paese e non solo. Pesa nella mia decisione anche la confusione valoriale che ormai è conclamata all’interno della Lega per quanto riguarda i temi etici, come la difesa della vita, dove la parte “liberal” del partito ormai la fa da padrone proprio per l’assenza di una linea chiara, tant’è che i tanti Zaia non sono mai stati smentiti, anzi hanno avuto sempre più mano libera, mentre chi ha una certa visione del mondo come il sottoscritto viene emarginato e bollato come “estremista” dagli organi ufficiali del partito (mi capitò a luglio 2022 all’ultima riunione di partito a cui partecipai). Mi potrei soffermare sull’incomprensibile voto a Mattarella come Presidente della Repubblica, sulle attese (e mancate) promesse di contrastare il gender, finite nel nulla con la nomina di un ministro come Valditara, incapace di produrre anche una banale circolare ministeriale per chiedere il rispetto della normativa vigente e fermare l’abuso delle carriere alias nelle scuole.
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Il consigliere regionale Montevecchi lascia la Lega. E addio fu. Il consigliere regionale della Lega dell’Emilia-Romagna, il riminese Matteo Montevecchi, lascia il partito. “Formalizzo la mia uscita da una Lega che ha smarrito coerenza e identità, dal partito nessun mea culpa sugli errori degli ultimi anni, dal sostegno a Draghi e al Green pass, fino all’appiattimento su guerra e invio armi a Kiev. Per non parlare della linea confusa sui temi valoriali, dove la corrente ‘liberal’ la fa da padrone. Non bastano più slogan ripetutamente disattesi. Le parole devono essere seguite dai fatti. Per il futuro serve un nuovo coraggioso progetto politico che sia in grado di manifestare qualcosa di diverso”, annuncia in una nota. Da mesi ultracritico sul partito, lo scorso 10 aprile Montevecchi diceva: se Matteo Salvini dice “non mi sento di destra”, allora “io non mi sento Salvini”. Insomma, la Lega ha “smarrito la bussola da tempo”, disse Montevecchi, all’ennesima posizione critica rispetto alla linea del partito (quella volta reagì ad un’intervista rilasciata da Salvini a Libero). All’addio Montevecchi arriva “dopo una lunga riflessione” che però “non è stata affatto silenziosa, ma caratterizzata da continue prese di posizione personali e in controtendenza rispetto alla linea ufficiale del partito. Non sono felice di questa scelta, poiché il progetto a cui ho aderito con convinzione nel 2019 non esiste più. Si è poco a poco snaturato ed è scaturito in pesanti contraddizioni che ho sempre cercato di sollevare per fare ritrovare la bussola e cambiare rotta”. Ma dai vertici, appunto, non “è mai arrivato un vero e proprio mea culpa sui grossi errori commessi in questi ultimi anni”. https://www.corriereromagna.it/rimini/il-consigliere-regionale-montevecchi-lascia-la-lega-ME723860?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR33rZQcIJ0zP9__8Ccl0GhKKMbOgrgV2c9CeiepVLlLACjXA9gFMleWpYQ_aem_Ae9hGnPX0YhC0wJtMrCApvAZJvc8nDhC7QP5lvWckTEa47H9GI7W-OcxmPVHKWfWxfMW4ArP04_KPmbQaxlwb47I 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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Il consigliere regionale Montevecchi lascia la Lega

E addio fu. Il consigliere regionale della Lega dell’Emilia-Romagna, il riminese Matteo Montevecchi, lascia il partito. “Formalizzo la mia uscita da u...

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CEO DI SAUDI ARAMCO: “ENTRO IL 2050 L'80% DELLA DOMANDA DI PETROLIO PROVERRÀ DAL SUD DEL MONDO”
L'amministratore delegato di Saudi Aramco, Amin Nasser, ha dichiarato il 29 aprile che le nazioni del Sud del mondo continueranno ad alimentare la crescita della domanda di petrolio e ha esortato gli investimenti nelle energie rinnovabili e negli idrocarburi per aiutare le nazioni a rispettare la scadenza globale di zero emissioni nette entro la metà del secolo. "Loro [il Nord del mondo] stanno mettendo un sacco di fondi per creare la transizione", ha detto Nasser in una riunione speciale del World Economic Forum nella capitale saudita Riyadh. "Non funziona dove c'è la domanda oggi. Dal 50 al 60% della domanda si trova nel Sud del mondo. Entro il 2050, l'80% della domanda di idrocarburi sarà nel Sud del mondo. Quindi, dobbiamo tenerne conto se siamo preoccupati per le emissioni. Dobbiamo concentrarci su una missione piuttosto che scegliere vincitori o vinti". Il Nord del mondo si riferisce ai paesi ricchi e industrializzati che si trovano in gran parte nella parte settentrionale del mondo. Il Sud del mondo si riferisce ai paesi situati nel sud del globo in cui le popolazioni affrontano sfide nell'accesso a uno standard di vita e a salari adeguati. L'Arabia Saudita, il più grande paese esportatore di petrolio al mondo, si trova nel Sud del mondo. Tuttavia, il paese è la più grande economia del Medio Oriente e sta perseguendo l'obiettivo di abbandonare la sua principale risorsa di petrolio entro il 2060. "Il 4% dell'energia mondiale totale proviene dal solare e dall'eolico se si guarda tra il 2000 e il 2023", ha detto Nasser. "Tuttavia, tra il 2002 e il 2023, i combustibili fossili sono cresciuti di 100 milioni di barili di petrolio equivalente. Quindi, ciò non significa che investendo nel solare, nell'eolico o nelle rinnovabili, l'altro mix non aumenterà. Abbiamo bisogno di tutte le fonti di energia". Ha messo in guardia contro una transizione costosa che potrebbe disincentivare le economie del Sud del mondo e costringere alcuni ad adottare idrocarburi più economici come il carbone. "Il carbone costa in media 50 dollari al barile, il GNL [gas naturale liquefatto] 70 dollari al barile e il petrolio oscilla tra gli 80 e i 90 dollari al barile. I paesi hanno priorità diverse e sceglieranno il più conveniente", ha detto Nasser. Ha esortato i responsabili delle politiche di transizione energetica a prendere in considerazione un approccio "a più velocità" che tenga conto della "maturità economica" di ciascun paese.
Fonte: S&P Global A buon intenditor poche parole. Anzi, pochi numeri. 🟥 Segui Giubbe Rosse Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
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Saudi Aramco CEO says 80% of oil demand to come from Global South by 2050

About 60% of oil demand is in Global South Saudi Aramco to reach net zero by 2050 Riyadh looks to diversify power mix Saudi Aramco's CEO Amin Nasser said April 29 that nations in the Global South will

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🇬🇪 GEORGIA, EX PRIMO MINISTRO IVANISHVILI: "WASHINGTON STA USANDO LE ONG PER TRASFORMARE LA GEORGIA IN UN'ALTRA UCRAINA"
L'ex primo ministro georgiano Bidzina Ivanishvili, fondatore del partito Sogno Georgiano, ha parlato ieri all'incontro pubblico organizzato dal suo partito presso il Parlamento della Georgia mettendo in guardia contro l'uso da parte di Washington delle ONG per trasformare la Georgia in un altro stato in prima linea e "carne da cannone" contro la Russia: "Permettetemi di ricordarvi che queste persone – Saakashvili, Bokeria, Merabishvili, Adeishvili, Gvaramia, Kezerashvili e altri – sono state nominate leader delle autorità della Georgia dopo la rivoluzione organizzata dalle ONG. [...] Tutte queste decisioni sono prese dal partito della guerra globale, che ha un'influenza decisiva sulla NATO e sull'Unione Europea, e che vede la Georgia e l'Ucraina solo come carne da cannone. Hanno fatto entrare per la prima volta la Georgia in uno scontro con la Russia nel 2008 e nel 2014 e nel 2022 hanno messo l'Ucraina in una situazione ancora più difficile. La ragione principale dell'aggressione del partito della guerra globale nei confronti della Georgia è che non è riuscito a trasformare la Georgia in un secondo fronte nonostante i grandi sforzi, che avrebbe potuto ottenere molto facilmente con il ritorno al potere degli agenti. L'opinione pubblica spesso si chiede perché all'estero si battono con tanto fervore contro la trasparenza delle ONG?".
Fonte: 1TV Georgia 🟥 Segui Giubbe Rosse Telegram | Web | Ultim'ora | TwitterFacebookInstagram | Truth | Odysee
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Bidzina Ivanishvili: Free, independent, sovereign Georgia, EU member, united, whole Georgia – this is our Georgian dream - 1TV

The founder of the Georgian Dream (GD) party, Bidzina Ivanishvili, on Monday, addressed the GD-organized public gathering at the Parliament of Georgia. Below is Bidzina Ivanishvili’s full speech: Greetings, dear friends! “I greet the honorable children of our freedom-loving nation! I would like to wish you all a blessed Palm Sunday, and a happy Easter […]

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Appuntamento tra poco, alle 8 e 30, con una nuova puntata di TeleRagione. Il New Deal delle armi - TeleRagione Oggi parliamo di: 1. Scordatevi l'Iphone. Come la Silicon Valley è diventata l'avanguardia dell'industria delle armi. Sottomarini autonomi, armi all'idrogeno, microonde anti-droni e sistemi di sorveglianza globale per scovare ed eliminare il nemico nel campo di battaglia. Ucraina e Gaza sono diventati i laboratori della guerra hi-tech finanziata dal Pentagono. 2. Come Palntir di Peter Thiel ha aiutato la NSA a spiare il mondo intero. I documenti forniti dall'informatore della NSA Edward Snowden rivelano il ruolo di Palantir nella creazione della macchina di spionaggio internazionale del governo degli Stati Uniti. 3. Techno-tirannia: come lo stato di sicurezza nazionale degli Stati Uniti sta usando il coronavirus per soddisfare una visione orwelliana. 4. L’uso militare nascosto della tecnologia 5G. L’operazione organizzata dai “Cinque Occhi” contro Huawei mira esclusivamente ad assicurarsi che in Occidente la tecnologia 5G non sia controllata da una società cinese. Come attesta un rapporto del Pentagono, questa tecnologia civile ha infatti innanzitutto un utilizzo militare. https://www.youtube.com/watch?v=xPy-_AwnmYM PUOI SOSTENERE IL LAVORO DI TELERAGIONE AL LINK: https://visionetv.it/aiuta-giorgio-bianchi/ 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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