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GLI USA SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI Anche se in questo momento nel mondo non mancano certo elementi più importanti di cui parlare, ci corre l’obbligo di esprimere la nostra posizione sulle vicende che si stanno svolgendo negli Stati Uniti. Il candidato repubblicano alla Presidenza ed ex Presidente, Donald Trump, ha subito un attentato. Il fatto, in sé gravissimo, ha dato la stura sulla stampa di regime italiana, apertamente schierata dalla parte opposta, a una serie di contorsioni per evitare di guardare in faccia la realtà per essa indicibile. Tant’è che essa si affanna a giocare al complottista e fantasticare su chi ne dovrebbe beneficiare. Ovviamente la solita triade dei cattivoni: Cina, Russia e Iran. Patetico. Cominciamo a analizzare i fatti, o almeno quelli che abbiamo a disposizione. 1) Un giovane si è arrampicato con un fucile sul tetto a 150 metri in una manifestazione che doveva essere ultracontrollata dove parlava una personalità che doveva essere ultraprotetta, è rimasto lì per svariati minuti, dopo che era stato persino notato dal pubblico, e ha avuto il tempo di sparare ben 8 colpi prima di essere abbattuto dai cecchini che dovevano controllare la situazione. 2) I colpi sparati erano reali, tanto è vero che hanno fatto tre vittime, di cui una è morta. 3) Un proiettile ha sfiorato Trump ferendolo di striscio all’orecchio. Se tutto ciò corrisponde a realtà, possiamo avanzare alcune ipotesi, almeno in negativo. Primo, un autoattentato di Trump? Non ci si può affidare a spostamenti di millimetri e di frazioni di secondo per evitare un proiettile reale che avrebbe potuto uccidere Trump, ossia in questo caso l’organizzatore della farsa. L’unica possibilità per giustificare questa ipotesi è che ci dovesse essere almeno un secondo attentatore che abbia esploso i colpi letali che hanno colpito il pubblico e che i colpi sparati dall’attentatore manifesto fossero a salve, mentre le ferite e il sangue apparso su Trump fossero finte e preparate in anticipo. In questo caso, tutto il sistema di sicurezza dovrebbe essere coinvolto, ma a esso è a capo Kimberly Cheatle, chiamata a ricoprire quel ruolo proprio da Biden nel 2022. Un atto di ribellione dei sistemi di sicurezza per blindare l’elezione di Trump? Non ha senso. Secondo, un attentato organizzato per uccidere veramente Trump andato a male? In questo caso si sarebbe affidata alla mira di un giovane ragazzo una cosa così delicata che, se fallita, sarebbe stata – come in effetti ora è – un boomerang pazzesco? Saranno pure i servizi segreti americani, ma a questo grado di stupidità speriamo non ci siano arrivati. Terzo. Una iniziativa del livello locale dei servizi segreti che “ha lasciato fare” il giovane, nella speranza di uscire dal pantano in cui sono i democratici? La responsabilità cadrà principalmente su di loro. Se abbiamo una vaga idea di come lavorano in competizione e astio ognuno dei settori dell’amministrazione USA, ci rendiamo conto che non è possibile. Cosa rimane? Diceva Sherlock Holmes: dopo aver eliminato l’impossibile, quello che resta è la verità, anche se appare come del tutto improbabile. A meno di nuove risultanze, le cose sono andate proprio come ce le hanno descritte: una falla gigantesca nel sistema di sicurezza, unita a una diffusione delle armi da fuoco – anche da guerra – fuori controllo e un tasso di odio interno alla nazione che prelude alla guerra civile. Solo che non ci si rende conto abbastanza di quanto ciò sia devastante per gli Stati Uniti. Ci sembrano sensate le parole di Dmitrij Peskov, portavoce del Presidente Putin: “Non pensiamo né crediamo affatto che il tentativo di eliminare il candidato presidenziale Trump sia stato organizzato dall’attuale governo americano, ma l’atmosfera che questa amministrazione ha creato durante la lotta politica, l’atmosfera attorno al candidato Trump, ha provocato ciò che l’America si trova ad affrontare oggi”
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È iniziata l'assemblea generale degli iscritti del Partito Comunista seguila ai seguenti link 👉 Facebook https://www.facebook.com/ilpartitocomunista 👉 Instagram https://www.instagram.com/partitocomunista.pc/ 👉 Youtube https://www.youtube.com/@PartitoComunista-PC
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ASSEMBLEA GENERALE DEGLI ISCRITTI Ricordiamo a tutti l'appuntamento di domani per la relazione del Segretario Generale Alberto Lombardo, l'assemblea inizierà a partire dalle ore 9.30 e sarà possibile seguirla sui canali online del Partito Comunista. 👉 Facebook https://www.facebook.com/ilpartitocomunista 👉 Instagram https://www.instagram.com/partitocomunista.pc/ 👉 Youtube https://www.youtube.com/@PartitoComunista-PC
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Ricordiamo come l'attuale Presidente degli USA Joe Biden già nel 1997 affermava che un'eventuale entrata nella NATO dei paesi Baltici avrebbe creato forti frizioni con la Russia oltre ad andare contro gli accordi del 6 marzo del 1991 siglati a Bonn da parte di USA e URSS sulla non espansione della NATO ad est.
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120 anni fa nasceva il grande poeta Comunista Pablo Neruda. Morirà in circostanze mai chiarite in Cile nel 1973 proprio mentre si preparava a tornare in esilio in seguito al golpe di Pinochet avvenuto poco prima. Noi lo ricordiamo così " AL MIO PARTITO Mi hai dato la fraternità verso chi non conosco. Mi hai aggiunto la forza di tutti quelli che vivono. Mi hai ridato la patria come in una nascita. Mi hai dato la libertà che non ha il solitario. Mi hai insegnato ad accendere la bontà come il fuoco. Mi hai dato la rettitudine che necessita l’albero. Mi hai insegnato a vedere l’unità e la differenza degli uomini. Mi hai mostrato come il dolore di un essere é morto della vittoria di tutti. Mi hai insegnato a dormire nei letti duri dei miei fratelli. Mi hai fatto costruire sulla realtà come su una roccia. Mi hai fatto avversario del malvagio e muro del frenetico. Mi hai fatto vedere la chiarezza del mondo e la possibilità dell’allegria. Mi hai fatto indistruttibile perché con te non finisco in me stesso." Pablo Neruda
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CUBA RESISTE E CONTINUERÀ A RESISTERE! In questi giorni, il Ministero degli Interni Cubano ha annunciato di aver compiuto con successo un’operazione di disarticolazione di un piano terroristico organizzato dai soliti Stati Uniti d’America, che evidentemente hanno dimenticato come Cuba resistette già nel 1961. Non basta il bloqueo, non bastano i continui attacchi politici o i fiumi di dollari spesi per cercare di abbattere lo stato cubano. Cuba resiste e continuerà a resistere!
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Il CC riunito a Roma il 6 luglio esprime la propria solidarietà con la resistenza del popolo palestinese che soffre per un'occupazione coloniale fin dal 1948, occupazione che si aggrava di giorno in giorno a causa della politica sionista sostenuta dell'imperialismo a guida USA. Condanna il genocidio programmato in corso a Gaza. Condanna la velenosa propaganda sionista che imperversa nel nostro Paese e il doppiopesismo dei governi che si sono succeduti negli anni. Condanna la falsa opposizione di quei gruppi politici grandi e piccoli che non si smarcano da una posizione "mediana" tra carnefici e vittime. Il Partito Comunista starà sempre a fianco dei popoli oppressi.
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Dispositivo approvato dal Comitato Centrale il 6 luglio 2024   In seguito alla Relazione del SG, alla discussione degli aventi diritto in presenza e in remoto dei membri del CC, il CC   preso atto degli articoli dello Statuto,   - della delibera dell’ultima sessione del Comitato Centrale del 21 gennaio: “ … l’adesione [a DSP] aggiuntiva è autorizzata per il 2024 e non necessita di alcuna modifica statutaria. Come per altre organizzazioni, quali sindacati e movimenti di massa, statutariamente per aderire basta il deliberato del CC.”   •⁠ ⁠che l’evoluzione di DSP va ora in direzione di una organizzazione politica strutturata, delibera che   1.⁠ ⁠Gli iscritti militanti al Partito Comunista non possono essere iscritti contemporaneamente a DSP e assumere ruoli pubblici preminenti in DSP. 2.⁠ ⁠Si istituisce un periodo transitorio fino a fine anno, mantenendo quanto deliberato il 21 gennaio, per garantire ai compagni che avessero impegni rilevanti in DSP, di poter mantenere fede ad essi. 3.⁠ ⁠Si auspica che: La collaborazione politica con DSP continui e si invitano i compagni sul territorio a mantenere i migliori rapporti con quella organizzazione – che però ora è da considerare distinta rispetto al nostro Partito – promuovendo sul territorio iniziative unitarie in modo da assicurare la più fruttuosa e fraterna collaborazione tra i due partiti. Si prende atto delle dimissioni da presidente onorario del compagno Marco Rizzo.
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Viene convocata l’Assemblea Generale degli iscritti del Partito Comunista per il giorno 14 Luglio alle ore 9.30 in modalità online. Il Segretario Generale Alberto Lombardo presenterà la propria relazione sullo stato della politica internazionale e nazionale oltre che sui rapporti tra il Partito Comunista e Democrazia Sovrana Popolare. La relazione del Segretario Generale sarà trasmessa sui canali online del Partito Comunista.
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FRANCIA: LE ILLUSIONI PARLAMENTARI E LA DURA REALTÀ Più che i risultati delle elezioni francesi, conta come si sia arrivati a questo risultato. Il peggiore esponente delle élite globaliste occidentali imperialista e filosionista ha contrattato senza alcuna contropartita l’accordo elettorale col sedicente Fronte Popolare. Questo, sebbene articolato secondo diverse sfumature, gliel’ha concesso, garantendogli la sopravvivenza politica e comunque, come era prevedibile, consentendogli di essere ora l’ago della bilancia per la futura governabilità. Siamo sicuri che questa si troverà ancora una volta a scapito degli interessi delle masse popolari sfruttate che sono state prese in giro, dopo che dall’altra parte è stata agitata una forza antipopolare e islamofoba che non poteva che non catalizzare l’avversione di coloro che soffrono di più nella società francese. Il “centro” ossia la maggioranza presidenziale diventa il secondo gruppo con 163 deputati. Non è stato asfaltato come previsto, grazie alla desistenza, marchio d’infamia di cui il “Fronte Popolare” porterà eterna responsabilità. Questo ottiene in seggi: 75 la France Insoumise, 65 il Partito Socialista, 34 Verdi e 9 Partito Comunista Francese. Possiamo immaginare che i seggi di Macron e altri di centro più i pezzi del Fronte della sedicente “sinistra moderata”, basteranno ad arrivare alla fine a formare un governo. Ancora peggio sarà, se i voti di Mélenchon dovessero risultare indispensabili; ciò condannerebbe questa formazione a ingoiare di tutto pur di “governare”, o meglio di far finta di governare. Ciò non può che richiamarci alla mente i governi in Italia a cui gli ultimi rappresentanti eletti sotto la falce e martello diedero il voto – il Prodi 1 e ancora peggio il Prodi 2 – che segnarono l’inizio della fine di quelle formazioni. L’unica cosa che disturba gli imperialisti francesi è una posizione, peraltro contraddittoria e vacillante, di France insumise che reclama il riconoscimento dello Stato di Palestina, ma poi su tutto il resto, a cominciare dal sostegno al regime neonazista ucraino, sono tutti d’accordo, pur garantendosi sfumature diverse. Nell’intervista di domenica su La Stampa, Manuel Valls – già primo ministro socialista sotto la presidenza Hollande, poi uscito dal Ps e avvicinatosi alle posizioni di Emmanuel Macron, prima di tentare l’elezione (fallita) a sindaco di Barcellona, in virtù della sua doppia cittadinanza – che dice: «Dai Repubblicani [la destra gollista, ndr.] fino ai comunisti. Sono capaci di mettersi d’accordo non dico su tutto un programma, ma su qualche argomento che sia all’altezza delle aspettative dei francesi?». [domanda:] «Esclude da questo tavolo La France insoumise di Mélenchon?» [risposta:] «Non escludo nessuno, non spetta a me. Ma in effetti sì, penso che una coalizione di progetti, o un accordo di maggioranza, sia possibile dai Repubblicani ai comunisti. Non si combatte l’estrema destra alleandosi con un partito che ha contribuito a seminare odio contro gli ebrei e Israele». La situazione in Francia quindi ora è ancora peggiore di prima delle elezioni. Primo, la “minaccia” della destra può ancora essere usata validamente per aggregare sotto le bandiere dell’imperialismo il cosiddetto popolo di sinistra; se fosse andata al governo la Le Pen, la consistenza di questa minaccia e il “sovranismo” di questa formazione si sarebbe sgonfiata come avvenuto in Italia con l’avvento del governo Meloni. Secondo, la “sinistra” sarà costretta a coabitare con centro e subire e appoggiare le peggiori politiche antipopolari. Terzo, le masse popolari saranno colte da una cocente disillusione e non potranno che radicalizzare l’avversione per il potere, ma dall’altro lato, la sconfitta dei gilet gialli, presi più per stanchezza che sconfitti frontalmente, peserà ancora per molto tempo. Le facce soddisfatte dei burocrati di Bruxelles, servi degli Stati Uniti che governano l’Europa, parlano chiaro.
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