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“Cos'è bene cos'è male per la legge Tra il coltello del brigante e il cappio della polizia tu sai dirmi cos'è meglio per la legge per la legge cos'è bene e cos'è male per la legge Ma il tamburo suona piano nella notte nella notte il tamburo suona piano nella notte per chiamarci alla battaglia per la nostra libertà il tamburo suona piano nella notte nella notte il tamburo suona piano nella notte…” ASSANGE È FINALMENTE LIBERO!
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Dalla scissione dell'atomo a quello che si crede Napoleone. Amicarella ne ha per tutti (e ha ragione) - Il Tazebao

Con buona pace dell’«Ei fu» silenzio elettorale, Il Tazebao riporta una riflessione del segretario SOCIT Giovanni Amicarella sui travagli – e le Trafalgar – delle liste “di sinistra”. «La rivoluzione è un’idea che ha trovato delle baionette», affermava laconico Napoleone. Può suscitare una certa ironia aprire una disamina generale, o in questo caso un’anamnesi medica, […]

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Mentre si costruisce il nuovo mondo multipolare, l'Italia cola a picco. Il Tazebao del giorno - Il Tazebao

Il Tazebao – Esistono, in filosofia come nelle scienze, due modi di approcciare i fenomeni dell’universo: la via induttiva e la via deduttiva. Si può partire dal particolare per giungere al generale, o viceversa. Nel nostro caso, gettando uno sguardo sulle cose del mondo e costatando il farsi quotidiano dell’ormai a tutti noto multipolarismo, non […]

Laddove se ne ignorava la salute perché tale malessere veniva messo a tacere, oggi, paradossalmente, la persona che soffre di disforia di genere non viene aiutata poiché la si afferma in tutto. La messa in discussione del proprio pensiero, l'autoindagine e il tentativo di comprendere a fondo i propri stati d'animo e le loro ragioni -punti cardine del colloquio psicoterapeutico- col paziente disforico sono improvvisamente da evitare: essi vengono quasi tacciati di essere retaggi antichi e bigotti, difesi solo da coloro che vogliano attuare "terapia di conversione". Fuori dall'ambiente sanitario, nella società reale e soprattutto virtuale (dove queste persone si rifugiano spesso) l'ambiente si adegua a questa tendenza. I social sono luoghi in cui i ragazzi con tali difficoltà incontrano in enormi camere dell'eco loro coetanei nella stessa situazione, passando il tempo a convincersi che una transizione fisica e sociale sia il solo modo di essere felici e a darsi pacche sulla spalla incoraggiandosi a vicenda e glorificando tale processo. Il risultato lo si può vedere in questo cartello, portato con fierezza in una delle tante parate di questo mese; esso ritrae adolescenti che mostrano a testa alta il frutto di questo fallimento del sistema sanitario, le mutilazioni e i bombardamenti ormonali cui si sono sottoposti. Naturalmente, non c'è segno degli effetti collaterali di tali terapie e dell'aver privato il corpo di organi sani. Come sempre, nell'illusione arcobaleno, essi appaiono radiosi. Show pride, everyone.
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Fino al secolo scorso, in buona parte dell'Occidente, anche "solo" manifestare un orientamento non eterosessuale era spesso vietato. Va da sé che chi manifestava invece disagio relativo alla propria identità sessuale e al corpo sessuato, desiderando un'altra fisicità, non avrebbe ricevuto aiuto, perché la sua sofferenza sarebbe stata probabilmente il frutto di problemi legali o si sarebbe vista negata, oggi si è scoperto un nuovo metodo per nuocere a queste persone. Invece di ignorare il problema e le conseguenze di tale disagio, si è scelto, tramite metodi "affermativi", di incoraggiare ogni pulsione ed emozione della persona che cerchi aiuto.
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"E infine la forza più importante, il cemento che li tiene tutti uniti, è la vergogna delle proprie opinioni. Questa sì che è una forza! E chi è che si è dato tanto da fare, chi è quel 'mio diletto' che si è tanto adoprato perché non restasse loro in testa una sola idea propria, cosa che considererebbero una vergogna?" F. Dostoevskij, I Demoni
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In occasione dell'anniversario della nascita di Ernesto Che Guevara offriamo ai lettori un'importante testimonianza della visione strategica e rivoluzionaria del grande guerrigliero argentino. "Creare due, tre, molti Vietnam", organizzare i popoli del mondo in un grande fronte anti-statunitense e attaccare l'imperialismo americano dovunque esso si trovi, senza concedere al nemico un secondo di tregua. Questo l'insegnamento rivoluzionario che ci lasciò Che Guevara, e che coincide perfettamente con l'analogo messaggio alla Tricontinentale scritto da Kim il Sung nel primo anniversario della morte del Che, anch'esso pubblicato in passato sul nostro sito. Cuba, così come la Repubblica Popolare Democratica di Corea, rappresenta ancora oggi, in virtù della sua resistenza all'imperialismo e della sua capacità di difendere il socialismo dal contrattacco furioso della restaurazione borghese, un esempio virtuoso per tutti i popoli rivoluzionari del mondo, compresi noi socialisti d'Europa. https://www.socialismoitalico.it/2024/06/14/creare-due-tre-molti-vietnam-e-la-parola-dordine/
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Creare due, tre, molti Vietnam è la parola d'ordine - SOCIT

«Molto mi daranno dell’avventuriero, e lo sono; soltanto che lo

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Non a caso sono state progressivamente cancellate le radici greche della nostra civiltà e non a caso è stato ampiamente distorto il concetto cristiano della "Croce" e della "Passione". Così come sono stati posti in ridicolo Uomini che hanno scelto spontaneamente la via della sofferenza materiale per un ideale, come Che Guevara, che mai vorrebbe (presumo) essere dipinto come povero oppresso necessitante di essere accolto e rispettato, ma come Guerrillero Heroico. Dietro l'inclusione c'è il disarmo finale dell'animo umano e della dialettica del pensiero. La società arcobaleno è la tomba dell'Umanità. Veronica Duranti
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La parola d'ordine della cultura predominante oggi, in occidente, è "inclusività". Dietro questo termine, apparentemente positivo ed indice di progresso dell'umanità (progresso non meglio definito, vista l'assenza dell'obiettivo ideale da raggiungere), si nasconde, in realtà, il proposito di creare una società di vittime e priva di discernimento. Partendo dal secondo aspetto, scardinare il concetto che categorie che a un occhio obiettivo risultano fuori dallo spettro del comportamento normale (o quantomeno potrebbero farne scaturire il dubbio come chi si identifica in animali, alieni e altre creature o chi sostiene che esistano infiniti sessi) debbano obbligatoriamente essere accettati e integrati nella società in quanto minoranze, a prescindere dalla natura del loro stato di minoranza, fa sorgere la lecita domanda: su quale criterio ordinante della società si fonda l'inclusione o la non inclusione delle suddette o altre minoranze? Ciò che deve essere incluso o escluso da una società è determinato in base ai valori etico-filosoci e politici che ordinano quella determinata società, ossia, alla base dell'accettazione o del rifiuto di qualche categoria c'è sempre la facoltà di DISCERNIMENTO. Quello che l'inclusione a tutti i costi vuole attaccare e compromettere è, a presindere dall'oggetto in questione, la capacità di discernimento in sé. Facendo leva sul senso di colpa di chi esclude, la cultura dell'inclusione avvia un meccanismo politico e una mentalità insensibile e passiva nei confronti di qualsiasi innovazione imposta dalle élite in nome dell'inclusività, fosse anche la più aberrante. Molto lontana da ciò che vuole sembrare, la società inclusiva è la fase finale della politica di massa, nella quale sotto la bandiera dell'accettazione, le élite decidono e le masse devono solo essere passive e inclusive. La seconda conseguenza dell'inclusività a oltranza è la creazione dell'ideal-tipo umano di vittima e, se esiste una vittima, esiste anche il salvatore della vittima. Il salvatore della vittima è, ovviamente, colui che ha creato tale categoria: il potere (in senso lato). In tal modo si instilla nelle persone, sin dall'infanzia, un approccio all'esistenza (potenzialmente colma di disgrazie) debole, irresponsabile, adolescenziale e, in conseguenza di ciò, volto all'odio e alla violenza distruttiva. La consapevolezza di essere vittime provoca un eterno senso di impotenza nella persona o nella categoria "oppressa"; l'adorazione della vittima provoca, nella società, invidia, disprezzo e ripudio di chi, non sentendosi vittima, si rivolta al "carnefice" (come i palestinesi del 7 ottobre), cessando quindi di essere vittima. L'esistenza non è inclusiva, può essere spietata, come spietato è il potere che ci governa e occorrerebbe insegnare che ciò che si vuole conquistare lo si deve conquistare senza fare leva sulla compassione e sulla pena della società e del potere stesso ma solo sulla giustezza delle proprie rivendicazioni. Facciamo l'esempio del femminismo attuale, che come argomento, in certi ambienti, va per la maggiore. La donna viene dipinta dalle cosiddette femministe come eterna vittima della società borghese e patriarcale (che non esiste più), e, non si capisce in base a quale logica, dovrebbe essere aiutata a emergere. Non si capisce la logica perché se la donna è capace quanto l'uomo nel fare ciò che il sesso maschile fa (cosa che la scrivente sostiene fermamente), perché mai dovrebbe essere aiutata dalla società a farlo? Altra coseguenza che la società vittimistica crea è l'irresponsabilità e la conservazione della popolazione in uno stato infantile, alla ricerca di "qualcuno con cui prendersela", incapace di sopportazione delle sofferenze e di autodisciplina, dunque comprabile, ricattabile e addomesticabile: basta farla soffrire un po', e si offrirà autonomamente di servire il potere (ricordarsi del Green pass, non fa mai male).
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Le #EuropeanElection2024 hanno mostrato davanti a tutti l’utilizzo della manipolazione di quel “mondo del dissenso” in cui tutti abbiamo creduto inizialmente….ovvio che la situazione era già da prima in un binario difficile, ma adesso potremmo dire che è quasi tutto irrecuperabile (quasi sia chiaro). Continuare con la solita discussione a dir poco infantile, secondo cui “chi vota fa parte del sistema” oppure “chi sta a casa fa solo un favore ai padroni”, non è molto diverso da quelli che urlavano “vaccino o non vaccino”. Qualsiasi tipo di confronto assomiglia più ad una pantomima per i casting di Uomini e Donne…e guarda caso, sono le stesse modalità che l’élite globalista usa nei nostri confronti. Il modo più veloce per annichilire una resistenza di popolo è quella di renderla una piccola caricatura del potere; semplicemente con meno soldi e meno supporto mediatico. Non esiste un bianco o un nero, tanto meno esistono i “buoni” o i “cattivi”. Anzi, se propio volgiamo dirla tutta, siamo un po’ tutti dentro a questo gioco. Ma di sicuro non esisterà mai alcun tipo di cambiamento se continueremo a seguire le stesse linee di chi ci vuole morti. LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI!
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