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༒༺༼♛The$ɄɌ⩔Ɨ⩔ɆƉ €Ħ₳₦₦ɆⱠ♛༽༻༒

In questo canale, vorremmo trattare temi che vanno dalla sopravvivenza all'autosufficienza. Le erbe, i funghi, l'orto, il fuoco, come fare e mantenere il lievito madre, la pesca, insomma, tutto quello che puó servire un pó a tutti noi.

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La mietitura e la trebbiatura di una volta

Questo è il primo documentario da me realizzato e risale agli anni 2004-2005. Il filmato è ambientato nelle campagne piacentine (a S.Protaso) e mostra i processi di mietitura e di trebbiatura come avvenivano negli anni '30 - '40 del secolo scorso, con alcune descrizioni nelle classiche nomenclature dialettali. Si tratta di un racconto che comprende, oltre alle nozioni storiche, altre informazioni, come ad esempio: La storia dei primi "testa calda" della Landini, l'origine del nome "Vèlite", il significato della "Battaglia del grano" e il processo di panificazione. Ho apportato solo alcune modifiche al commento riguardanti la corretta pronuncia del nome "Vèlite" e ad un dato tecnico errato, per il resto il filmato è rimasto nella sua forma originale. I brani di accompagnamento non sono in italiano, ed anche se questa può essere una scelta discutibile, il ruolo della musica deve essere quello di emozionare, cioè deve avere la capacità di far vibrare le corde dell'anima e questo avviene solo con i brani che si sposano bene con le varie situazioni; inoltre, quando non si comprende il significato delle parole, la voce diviene a sua volta uno strumento musicale che si fonde con gli altri strumenti e restituisce un'esperienza visiva coinvolgente. L'audio dell'introduzione è stato disturbato, probabilmente, dalla radiofrequenza dal sistema di allarme di una vicina abitazione, comunque il significato del discorso si comprende ugualmente. Non mi rimane che augurarvi buona visione.

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LA GENTE DELLE CASTAGNE - COME SI VIVEVA UNA VOLTA NELLA VALLE DEL SANTERNO IN MUGELLO

Il racconto di storie del passato permette alla comunità di accedere a quelle che sono le radici di tutti. Ecco perché in un epoca in cui c'è sempre meno tempo da dedicare all'ascolto questo documentario costruisce un ponte immaginario tra una generazione che ha voglia di raccontare ed una che ha voglia di ascoltare. I racconti dei nonni rappresentano la memoria storica della famiglia e di quella del territorio in cui hanno vissuto, sono le radici culturali e portatori delle tradizioni di un luogo. “La gente delle castagne” nasce dall’esigenza dell’autore di conservare alcune di queste memorie. Insieme agli intervistati si ripercorrono ricordi d'infanzia, usi e costumi di una volta in cui il denominatore comune è la castagna, frutto prezioso del bosco e alimento fondamentale per il sostentamento delle famiglie. Angelo Gambino, classe 1973, giornalista, fotografo e videomaker freelance racconta con sensibilità la storia di infanzia delle persone intervistate e ci aiuta a fissare un un periodo storico di importanza fondamentale per le tradizioni e le radici della Valle del Santerno, appennino tosco romagnolo. #lagentedellecastagne #appenninotoscoromagnolo #videodocumentario #angelogambino #firenzuola

Grandeee🎉🎉🎉
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Nonché recupero/dislocamento pietre.
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Allargamento orto/sostegno muro/aiuola
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Fuori argomento....ma visto la data...ci sta
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Il governo Minghetti I vuole la deportazione dei civili, e, a tal fine approva la legge 1409 del 15 agosto 1863 (legge Pica) ed il Ministero dell'interno del Regno d'Italia che, dal 25 agosto 1863,la attua sotto le direttive del Ministro dell'interno Ubaldino Peruzzi insieme al Segretario Generale agli interni Silvio Spaventa: l'obiettivo è deportare tutti i civili insorgenti dalle province del Meridione. La volontà politica è di Vittorio Emanuele II, è lui il responsabile della deportazione dei suoi "nuovi sudditi": con i suoi governi liberali deporta 160.000 civili nel primo decennio post-unitario, per un totale di circa 250.000 alla fine del 1899. Le destinazioni dei deportati sono le miniere italiane e, allo scopo, il Ministero dell'interno istituisce 23 campi di concentramento a cui si aggiungono le isole della Sicilia (Lipari, Ustica, Favignana, Lampedusa, Ventotene, Pantelleria). Dopo il 1872 i campi sono denominati "colonie penali agricole". Nel solo arcipelago toscano vi sono cinque campi di concentramento: Livorno, Capraia, Elba, Gorgona, Giglio. Ogni campo di concentramento ha il suo regolamento, tra cui le catene ai piedi per uomini, donne e bambini deportati dalle ex province del Regno delle due Sicilie. I deportati lavorano nelle miniere in condizioni di schiavitù, essi devono estrarre minerali che il Re Vittorio Emanuele II vende alla Gran Bretagna ed alla Francia, in base agli accordi ed alla costituzione di società nate durante l'esposizione universale di Londra nel maggio 1862. A capo della rappresentanza di Casa Savoia, Sir James Hudson, nominato appositamente con Regio Decreto. In prossimità di una delle miniere, vicino al comune di Rio, frazione di Elba, provincia di Livorno, vi è addirittura un Consolato inglese, per meglio controllare e gestire il business; gli stessi inglesi forniscono locomotive alle miniere sarde. Gli ex sudditi del Regno delle due Sicilie deportati nelle miniere di Sardegna, all'isola d'Elba, nel grossetano in tutti i luoghi con miniere, compreso Sagliano Micca con piccole miniere aurifere dei tenimenti della famiglia Lamarmora, finiscono inconsapevolmente per sostenere la ingente produzione mineraria per la vorace economia nota come rivoluzione industriale di Inghilterra e Francia. (L'altra Storia d'Italia, Lamberto Rimondini) https://t.me/FdGregge
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FUORI DAL GREGGE 🐑🐑🐑

Il gregge segue il pastore, l'uomo libero ascolta il suo cuore!

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ITALIA: LE VERE ORIGINI DI UNO STATO NATO CON LA VIOLENZA E L'INGANNO Oggi, 2 giugno 2024, tutta la corrotta ed ignorante classe politica nostrana, festeggia il 78° anniversario della nascita della "Repubblica Italiana", dopo il referendum del 2 giugno 1946, il quale non fu altro che l'ennesima truffa perpetrata ai danni di una popolazione esausta e decimata dalla seconda guerra mondiale (la seconda nell'arco di soli trent'anni). Sotto riporto una importante e sconosciuta testimonianza storica sulle vere origini di questo disgraziato paese, da sempre eterodiretto, ed al suo interno governato da soggetti di scarsa levatura morale, in molti casi, anche veri e propri delinquenti. Nel 1861 il Piemonte (nella persona di Vittorio Emanuele II) per conto di Mr. Albert Pike Gran Maestro Venerabile della massoneria di Londra, inizia il più grande genocidio e prima pulizia etnica della storia d'Italia. A metà agosto i giornali di regime stampano con enfasi le vittorie militari dell'esercito sabaudo, come quella di Castelfidardo, che in realtà è una scaramuccia , mentre calano una cortina di silenzio sugli eccidi perpetrati dai generali piemontesi contro cittadini inermi. Cannoni contro città indifese; fuoco appiccato alle case, ai campi, baionette conficcate nelle carni dei giovani, dei preti, dei contadini, donne incinte violentate, sgozzate, bambini trucidati, vecchi falciati al suolo. Ruberie, chiese invase saccheggiati i loro tesori, monumenti abbattuti, libri bruciati, scuole chiuse per decreto. La fucilazione di massa diviene la pratica quotidiana. Nel 1861,in una fortezza sulle Alpi non molto distante da Torino, chiamata Fenestrelle, sono deportati circa 40.000 soldati borbonici che rifiutarono di tradire il proprio sovrano per prestare giuramento al nuovo. Nessuno dei 40.000 torna a casa: divelte le finestre dagli stipiti, i detenuti sono lasciati in maniche di camicia e, all'occorrenza malmenati. La sopravvivenza media è di pochi mesi, poi i cadaveri sono sciolti in vasche (ancora oggi visibili) piene di calce viva. Nessun certificato di morte. In dieci anni (1861-1871)circa novecentomila cittadini sono uccisi su una popolazione complessiva di 9.117.050. Mai nessuna statistica fu data dai governi piemontesi. Nessuno doveva sapere. Alcuni giornali stranieri pubblicano delle cifre terrificanti: dal settembre 1860 all'agosto 1861 vi furono 8.968 fucilati, 10.604 feriti, 6.112 prigionieri, 64 sacerdoti, 22 frati, 60 ragazzi e 50 donne uccisi, 13.529 arrestati, 918 case incendiate e 6 paesi dati a fuoco, 3.000 famiglie perquisite, 12 chiese saccheggiate, 1.428 comuni sollevati. Dati che erano sottostimati almeno di cento volte; le notizie, il Ministero della Guerra le ufficializza con il contagocce perché all'estero tutto deve apparire tranquillo: i giornalisti non possono constatare ciò che accade nelle province meridionali. Il movimento rivoluzionario anti Piemontese, chiamato brigantaggio, in realtà è un grandissimo movimento di resistenza, per la difesa della loro Patria, il loro re e la Chiesa cattolica, da un'orda massonica che vuole colonizzare il Meridione. Il generale Solaroli, aiutante di campo di Vittorio Emanuele II, definisce i contadini la più grande canaglia dell'ultimo ceto. I contadini devono essere tutti fucilati, senza far saper niente alle autorità. Imprigionarli non era conveniente perché, una volta in galera, lo stato doveva provvedere al loro sostentamento. In una settimana nel teramano sono fucilati 526 contadini ed a Scurcola altrettanti, e così a Isernia e Rionero Sannitico, Pontelandolfo e Casalduni e in mille altri paesi del Sud. Nel ventennio successivo alla nascita del Regno d'Italia (1861-1881) si verifica un ulteriore drammatico evento, nascosto dalla storia ufficiale: la prima deportazione di civili nella storia dell'Europa moderna e contemporanea.
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