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Lanonaelica

Il pensiero laterale come via di indagine e conoscenza.

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L'amico Overton. Ammettiamolo: prima dell'epidemia meno mortale della storia, nessuno o quasi sapeva cosa fosse la cosiddetta “Finestra di Overton”. Già, proprio quell'espressione con cui si riassume il processo di manipolazione psicologica che viene attuato dai manovratori sulla massa, per farle ingoiare anche il più avvelenato dei calici fino all'ultima, ultimissima goccia. Adesso, invece, Overton è stato sdoganato alla grande: segno che, in un modo o nell'altro, hanno fatto sì un buon lavoro (dal loro punto di vista) nel mandare avanti l'Agenda, ma allo stesso tempo hanno dovuto scoprire in certa misura le carte. E la musica, ora, la riconosciamo fin dalle prime note. Ecco, quindi, che la storia dell'essere richiamati sotto le armi, cosa che si ventila sempre più insistentemente sarà resa obbligatoria nei vari Paesi Nato, già si profila come il nuovo spauracchio contro cui strillare, cosicché la gente prima si scandalizzi, poi l’ammetta entro date particolari condizioni, poi ne discuta e, infine, lo accetti come un fatto necessario. Anzi, normale. Ma che, davvero? Perché basta notare un piccolo dettaglio: ci hanno allevati a pane, Gandhi e Martin Luther King, inculcandoci a forza il concetto di “rivoluzione non violenta” dei cittadini contro il sistema di potere dello Stato come unico strumento di lotta al di fuori del consueto confronto elettorale. Tuttavia, allo stesso tempo la violenza viene pienamente giustificata, anzi promossa come buona e giusta, quando diretta contro un'altra Nazione. O meglio: contro una popolazione, anche civile, che sventola una bandiera diversa dalla nostra. Ecco qua il più classico dei “due pesi due misure”: la non violenza come paradigma assoluto, incontrovertibile, addirittura sacro quando riguarda i tuoi mandriani, quantunque possano vestire i panni del peggior aguzzino e del più feroce oppressore. Del resto, Gandhi e M.L. King lo avrebbero mostrato chiaro e tondo: il sistema può essere sconfitto senza alzargli contro neanche un dito. Epperò, imbracciare fucili e lanciare bombe è non solo auspicabile ma perfino doveroso non appena lor signori decidono che è giunta l'ora della guerra contro il nemico esterno. E non importa che ad andarci di mezzo sia poi, sempre e comunque, quell'uomo comune che tutto vorrebbe fuorché ritrovarsi al fronte ad ammazzare un suo simile, o vedersi sterminata la famiglia a causa di qualche ordigno utilizzato, com'è ormai consuetudine, su genti del tutto inermi. Lo percepiamo lo schema della narrazione? Le vediamo le cazzate a monte? Lo inquadriamo il recinto di menzogne con cui ci hanno sedato? La riconosciamo la malafede del politico di turno che gioca a fare l'eroe col culo degli altri? Il caro vecchio Overton si avvicina a grandi passi, cercando di non far troppo rumore. Ma stavolta, invece, in modo inopportuno sta facendo un gran baccano. E sta facendo la figura di un fetido marrano. Se un giorno ci dovesse imporre lo scontato ricatto “morte civile o servizio militare”, così come è già stato in campo vaccinale, sarà dunque meglio capir chi è il vero nemico. Che io, fin da ora, a chiare lettere maledico. https://t.me/Lanonaelica
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Così in cielo come in terra. È da un bel po' che continua a risuonarmi dentro questa frase, sempre più insistentemente. E non perché sia particolarmente affezionato al Padre Nostro, ma per il semplice fatto che in questi ultimi tre anni di delirio troppe risultano le coincidenze che si sono rivelate non essere tali. "Come in cielo così in terra": è un concetto che tutti abbiamo letteralmente stampigliato nella nostra mente, a forza di catechismo, preghiere domenicali o sporadica partecipazione a qualche funzione religiosa. E sicuramente non è un caso se il sistema ha voluto che questo principio fosse alla base della nostra formazione: anche in mezzo a miriadi di balle, la verità ce la devono in qualche modo rivelare. Sta a noi imparare a discernere, cosa che costituisce una parte fondamentale del nostro percorso di crescita perché si possa indirizzare correttamente il proprio pensiero e la propria azione. "Come in cielo così in terra": un'invocazione, una preghiera, una dirittura morale e, forse, anche una descrizione del mondo in cui viviamo. Perché ciò che viene deciso "sopra" di noi si riverbera poi nelle nostre vite; o, piuttosto, perché ogni fenomeno che possiamo vedere nel cielo ha una diretta ripercussione o un contraltare sul nostro piano terreno. Già: la relazione tra ciò che accade sotto e ciò che accade sopra forse deve rispettare in qualche modo una sorta di simmetria per poter trovare pieno svolgimento e attuazione. Prendiamo ad esempio quanto accaduto da inizio COVID: su questo piano sono iniziate le vaccinazioni col siero magico, e contemporaneamente è cominciata una irrorazione dei nostri cieli con modalità mai verificatesi prima. Una sperimentazione partita evidentemente nello stesso tempo, che viene attuata su terra e in aria. Qualcuno, o forse molti, diranno che le scie esistevano anche prima. È vero, se ne parla da anni, però è la loro stessa manifestazione ad essere cambiata: non sono più fenomeni in alta atmosfera o tracce osservabili di tanto in tanto. Ad essere radicalmente mutate sono la misura e le modalità con cui vengono condotte le operazioni nei cieli: reticolati evidentissimi, vere e proprie scacchiere, scie osservabili quotidianamente e ovunque. La cosa ha assunto proporzioni enormi, tanto da essere sdoganata pian piano anche nel mainstream come "inseminazione di nuvole". E ormai anche chi non ci aveva mai creduto, o chi non ci aveva mai dato peso, comincia a parlarne apertamente. Ma è la tempistica che suona quantomeno singolare: è proprio l'esatta coincidenza dell'esplosione di questo fenomeno con l'avvio della vaccinazione di massa. "Così in cielo come in terra": e all'unisono partono due sperimentazioni a livello massivo, una "dentro" le persone e una "sopra" le loro teste. Le chiamano "innocue velature". Interessante: potrebbe leggersi IN-NOCUE-VELATURE. In velature nocue. Ecco, ancora una volta, l'obbligo di verità. E così si spiega perfettamente la perfetta coincidenza tra i due avvelenamenti di massa, via cielo e via terra. Proprio nello stile che avrebbe un'operazione militare condotta su più fronti nel medesimo tempo. Quasi un blitzkrieg, cioè una guerra lampo contraddistinta da elevata meccanicizzazione, uso della forza aerea e telecomunicazioni. Anche qui abbiamo tutto: un utilizzo di tecnologia a livelli mai raggiunti prima; l'impiego del cielo come arma; e il 5G in fase di progressiva implementazione. Per questo blitzkrieg non si parla di giorni, o mesi, ma di un'agenda con precise tappe fino al 2030. E semmai potesse sembrare un periodo troppo lungo per poter definire questa contro l'umanità come una guerra lampo, un decennio diventa un battito di ciglia se rapportato ad uno sconvolgimento non generazionale, ma di portata planetaria ed epocale. Stanno agendo sulle temperature, e chissà se sulle percentuali di ossigeno presente in atmosfera: sarebbe un efficacissimo modo per attuare un reset che nessuno si aspetta in questi termini. L'hanno già fatto in passato? Chissà. Intanto, lo stanno facendo ora. E contro di noi. https://t.me/Lanonaelica
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Sulla bocca di tutti. È uno di quegli eventi catalizzatori di cui tutti parlano. Troppo importante per ignorarlo. Sia la controinformazione che il mainstream si concentrano sulla scarcerazione di Assange, andando a rivelarci anche i minimi dettagli di questa liberazione tanto attesa a livello mondiale. Ma proprio qui sta il punto focale della questione: com'è che pure giornali e TV stanno dando risalto alla vicenda? Quando un qualcosa risulta scomodo, si cerca di insabbiarlo, o se non altro di sminuirne l'importanza. Invece, stavolta è tutto un coro di voci altisonanti che vogliono assolutamente farti sapere che sì, davvero, finalmente giustizia è fatta ed Assange è libero. I canali più autorevoli dell'informazione alternativa, ossia quelli meno censurati in assoluto, e la stampa ufficiale sono, per una volta, tutti d'accordo. Non è abbastanza strano? Lasciamo stare per un attimo la figura dell'uomo, dell’abile hacker, del giornalista o comunque lo si voglia definire. Restiamo sulla tempistica di quanto sta avvenendo. Perché niente avviene per caso. Tantomeno se è un fatto di così eccezionale rilevanza. E allora: I vari servizi giornalistici hanno tenuto a precisare che la scarcerazione è stata disposta esattamente dopo 1901 giorni. 1901. Nessuno nota il 9/11 contenuto in questo numero? Assomiglia molto ad una data che definire memorabile è riduttivo. Ancora: 1+0+9+1 è uguale a 11. Toh, ma guarda che caso. Esattamente quel numero 11 che in certi frangenti viene a galla tanto spesso. Ma continuiamo: ci informano che un misterioso donatore ha pagato in Bitcoin esattamente l'ammontare di 498.804 dollari. La somma di queste cifre, curiosamente, è un 33 quanto mai familiare. Ancora, l'immagine a corredo del post che ci dà notizia di questo avvenuto pagamento, riporta un numero preciso alla dicitura "Bitcoin balance": 8,09252828 . Un caso? 8 e 2 presenti ripetuti per ben 3 volte. Somma delle cifre: 44. Di nuovo 8. E sappiamo che 8 e 2 tornano in modo prepotente gin dagli esordi della vicenda COVID. Ora: magari ci stiamo mettendo paranoie inesistenti, ed è realmente un caso assolutamente fortuito. Oppure, stiamo forzando la mano per trovare un significato in numeri che, dopotutto, tali sono e tali rimangono, perché qualunque data e comunque qualunque calcolo avrebbero restituito un risultato che, in un modo o nell'altro, avrebbe avuto un significato simbolico in dipendenza dell'occhio di chi analizza e ci vuol trovare per forza di cose una trama nascosta. È anche vero, tuttavia, che il 24/06/24, data prescelta per il rilascio, è un 6/6/6 in primo piano. Tradotto, da una parte abbiamo questo schiaffato in bella vista, e dall'altra un altrettanto evidente 11 condito in tutte le salse. Quindi: lasciamo perdere un attimo la tifoseria da stadio. Lasciamo stare la questione già grandemente divisiva "Assange eroe/Assange attore". Guardiamo solo i fatti. Ossia, la data del rilascio e, insieme, il numero di giorni di detenzione che la stampa ha tenuto a comunicarci con tanta precisione. Totale: al di là della nostra personalissima convinzione, l'abbiamo capito che è nostro preciso dovere metterci almeno un dubbio, per quanto possiamo sentirci sicuri di un'opinione? L'elite ama mettere le cose in bella mostra. Certo, non usa i sottotitoli, e spesso lo fa confondendo le carte. Ma sta a noi osservare senza preconcetti, superando istintive simpatie e, nella stessa misura, immediate antipatie: è solo in questo modo che possiamo confortare a ragion veduta le nostre precedenti opinioni, oppure capovolgerle diametralmente. Perché, per quanto possiamo essere tosti, nessuno nasce imparato. E questi ultimi anni sono stati e sono ancora una scuola fantastica per continuare imparare. Su tutto ma, in primis, su noi stessi. https://t.me/Lanonaelica
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L'altare del sacrificio Estate. Tempo di mare, di bagni, di spiagge. E non solo da noi: pure nelle zone più a nord la gente ha voglia di un po' di relax. Nonostante la guerra. Nonostante tutto. Un telo sulla sabbia. Un ombrellone. La famiglia, o gli amici. E i bambini che giocano attorno. Una scena vista e vissuta mille volte. Ma in questo tempo di assurde contraddizioni, in cui puoi trovare un lido gremito come a ferragosto mentre una manciata di chilometri più in là imperversa la guerra, niente è scontato. Niente è sicuro. E così, interviene la variabile che non ti aspetti: Crimea. Un bombardamento in pieno giorno sui civili. Proprio lì, al mare. Con bombe mica di quelle normali, ma “a grappolo”. Per il massimo danno. Le peggiori conseguenze. “È stato un errore”; “Il bersaglio era un altro”; “C'è stata un’incolpevole deviazione”. Cazzate. Si tratta solo di un doppio standard: quello del diritto scritto su carta, e quello del criminale a piede libero applicato nel mondo reale. Civili. E bambini. Vittime che non facevano altro che godersi una giornata di sole senza chiedere altro che pace. Ma avevano il torto di essere pedine insignificanti nel grande schema delle cose. Come tali, sacrificabili. Per la provocazione arrecata. E per quella subita. I contendenti, dal loro scranno, a sostenere le proprie ragioni: uno, con stupido orgoglio, a festeggiare. L'altro, giustamente, a recriminare. Intanto, qualche migliaio di chilometri più a Sud, il filo conduttore della guerra continua a dipanarsi in terra di Palestina e Libano. Anche lì, coste che dovrebbero essere meta di turismo, pace e ricchezza vengono dilaniate da aerei, droni, bombe e combattimenti. E spunta il fosforo. Più e più volte. Per bruciare. E per ricordare che non esiste diritto internazionale che tenga. È il tragico destino che l'elite ha in serbo per l'uomo comune: nella rappresentazione degli eventi storici che vanno svolgendosi in modo sempre più greve, deve perdere ogni sua dignità ed essere ridotto allo stadio di bestia sacrificabile. Perché di questo si tratta: di enorme sacrificio umano, in cui il boia si veste sempre di bandiere contrapposte, ma in cui la vittima è invariabilmente la stessa. Non è questione di Russi, Ucraini, Libanesi, Palestinesi. È questione di uomini in quanto tali, che stanno morendo assassinati in nome di guerre che nessuno di loro vorrebbe. Spiagge di vacanza. O spiagge di battaglie. Ormai non fa più differenza. È solo una questione di latitudini. Nella linea di faglia che unisce Baltico e Mediterraneo Orientale, Nord e Sud sono stati toccati. Noi, nel mezzo, vediamo queste tragedie come eventi distanti. Invece, sono ad un passo da noi. E per quanto possiamo ostinarci ad illuderci del contrario, in questa eggregora crescente di violenza siamo dalla parte sbagliata dello standard. Già. Dovremmo fermare questa giostra. Bloccare tutto. Perché non facciamo parte dell'elite che decide. Facciamo parte dell'uomo comune. E l'altare del sacrificio, in un modo o nell'altro, se continuiamo a lasciarli fare è pronto anche per noi. https://t.me/Lanonaelica
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Teorie, bilico e clima. C'è un qualcosa di basilare che caratterizza il nostro pianeta: a prescindere dal fatto che lo si consideri come un globo sparato nello spazio o come un piano stazionario sotto una cupola, in entrambe le visioni è un sistema "chiuso" a tutti gli effetti, cioè una struttura/insieme/organismo privo di apporti esterni, con tutte le conseguenze del caso. Ora, facciamo un esempio molto facile: il bilico (detto anche cavallina) con cui tutti ci siamo divertiti al parco giochi quando eravamo bambini. Bene, nessuno si è dimenticato di come funzionava: se ti ci mettevi da solo, la parte dove eri seduto o a cavallo finiva per terra e non c'era divertimento. Dovevi aspettare che l'amichetto si sedesse all'altra estremità per farlo dondolare e cominciare lo spasso. Qui è la stessa cosa: stanno intervenendo sul clima come se si stesse giocando con un bilico. Stanno andando a modificare a loro piacimento la composizione dell'aria presente nei cieli, aggiungendo un qualcosa che non può trovare un contraltare che lo riporti alla situazione di naturale equilibrio preesistente. Stanno mettendo peso su un'estremità del bilico, senza che ci sia un contrappeso nelle vicinanze. E l'unica soluzione, in questi casi, è piantarla: o levi il tuo culo dal bilico, o il tuo culo rimane a terra. Ecco. In questo caso il culo di cui si parla è quello di tutti noi, e il bilico è il clima. Se queste bestie di Satana non la piantano di giocare a fare Dio, di sicuro il bilico non si riequilibrerá, e la situazione non potrà che peggiorare. Se un sistema è chiuso, c'è poco da fare: quando aggiungi da una parte, stai togliendo dall'altra. Se insemini le nuvole sopra una zona, ne rendi sterile un'altra; se blocchi le precipitazioni su un'area, crei una perturbazione di sfogo (la classica bomba d'acqua) sopra un'altra. Non c'è nulla che possa riportare il bilico in asse, se non smetterla. Ma soprattutto: da bravi cultori del caffé nero bollente, sappiamo bene che se ci aggiungi troppo zucchero, alla fine viene una cagata. Ecco: questi, al di là della singola irrorazione in un posto o in un altro, stanno aggiungendo troppo zucchero nella tazzina complessiva del cielo. E il risultato, purtroppo, è davanti ai nostri occhi: estate a marzo, freddo a maggio, cielo color grigio metallizzato o bianco sporco, fenomeni atmosferici di violenza inaudita in cui la frequenza si sta sostituendo all'eccezionalità. Altro che cambiamento climatico dovuto alla Panda euro zero di mia zia, al barbecue del vicino in giardino, al caminetto di mio cugino e al fornello a gas di mia nonna. Altro che inquinamento da scaldabagno acceso, da riscaldamento a 22 gradi o da condizionatore. Hanno anche frantumato gli attributi con queste cazzate sesquipedali che negano ogni logica ed ogni evidenza. Il cambiamento climatico non è imputabile all'uomo in quanto tale, no. Ma è imputabile agli uomini che stanno portando avanti l'Agenda, e ai loro servi di regime. Così come l'incuria del territorio, che sembra andare ben al di là del limite del colposo, non è affatto la causa prima dei disastri ma è piuttosto una mera concausa, con tutta probabilità voluta e programmata in quanto funzionale a creare le migliori condizioni per il verificarsi di danni ancora più ingenti quando si scatenano gli eventi desiderati. Adesso, per favore, nessuno si azzardi a dire: "è sempre successo". Dopo il "nessuna correlazione", è la frase per eccellenza dell'emerito coglione. https://t.me/Lanonaelica
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Rotte e deserti Sicuro. Si preoccupano davvero molto di noi e del nostro bene. Talmente tanto, che ci vogliono far stare senza sole. Perché mica vorrai scottarti, vero? Non vorrai rovinare la tua carnagione così delicata, ti pare? Un cielo plumbeo. Dappertutto. Neanche fosse un muro di cemento intonacato di fresco. La luminosità: ridottissima. Quella residua, fredda. Quasi metallica. Un che di innaturale che pervade interamente il panorama. A perdita d'occhio. Che si sia in città, al mare o in campagna, le numerose foto che arrivano da ogni dove parlano chiaro: ovunque una merda mai vista. Dicono sia sabbia del deserto: come se il deserto, ultimamente, si fosse appropinquato alla nostra latitudine. Come se non fosse anche oggi dov'è sempre stato. Come se questo fenomeno fosse una cosa accaduta da sempre, a cui solo adesso diamo importanza. Al ritmo con cui si stanno susseguendo le giornate caratterizzate da questa coltre uniforme che crea una omnipervasiva velatura, le dune del Sahara dovrebbero essere scomparse, e il Mediterraneo si dovrebbe essere trasformato in una più estesa copia della pianura padana, andando a formare un tutt'uno tra Africa e Italia. Ma quante cazzate che ci raccontano. Già. Proprio come se noi fossimo dei boccaloni che nel credere alle spiegazioni del regime si rivelano ancora una volta degli emeriti coglioni. Peccato che no, non siamo noi i boccaloni. Non siamo noi quelli che si sono fatti 3 o 4 pere in corpo per proteggersi da una cazzo di influenza. Non siamo noi quelli che si fanno ammansire né ammorbare né intimidire dalle minchiate sesquipedali propalate dalla dittatura in atto. E peccato che quella che cade dal cielo sia sabbia del deserto tanto quanto i vaccini erano sieri salvifici. Però, ma che strano!, nei TG nazionali nessun servizio su questa particolarissima situazione meteo: si parla di ogni menata, nazionale o geopolitica che sia, ma non del colore ormai predominante del cielo, anche se con tutta evidenza è questa la vera emergenza. Due domande. Due cazzo di domande basterebbero per farsi un'idea molto chiara sulla gravità della situazione. E invece, si continua a gridare al lupo al lupo con lo spettro della minaccia nucleare, quando la guerra è già qui. Sopra le nostre teste. Davanti ai nostri occhi. Chi ancora crede alla politica è complice. Chi ancora confida in un intervento risolutore dall'esterno è, nella migliore delle ipotesi, un beota. Chi sostiene che le cose si risolveranno a tarallucci e vino è o un incosciente, oppure in assoluta malafede. Che stiano terraformando secondo nuovi criteri, o semplicemente oscurando il sole per chissà quali motivi, l'unica cosa certa è che noi siamo contemplati nel loro piano solo in qualità di cadaveri. Stanno accelerando i tempi, a giudicare da quanto si vede per aria. Il resto, in confronto, è fuffa. Distrazione di massa. Non facciamoci perculare: prima di qualunque altra cosa, è in questa alterazione del clima che si vede il loro accordo a monte, la loro ferocia, la loro persistenza nel perseguire la nostra definitiva capitolazione. E se crediamo non sia così grave, chiediamoci: era così gli anni scorsi? Perché no davvero, il fenomeno non ha mai avuto questa entità. Nemmeno la scorsa estate, che pure era già drammatica. Con le nostre tasse stiamo finanziando i nostri carnefici. Con la nostra passività lo stiamo incoraggiando a continuare. Sarebbe ora di invertire VEEMENTEMENTE la rotta, perché l'attuale destinazione è letteralmente la nostra estinzione. https://t.me/Lanonaelica
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Vertici, circhi, diluvi e punizioni. No. Per una volta non stiamo parlando del relativo fenomeno atmosferico, per quanto in questa estate che tarda ad arrivare, di pioggia e bufere ci sarebbe parecchio da raccontare. Stiamo parlando, invece, del diluvio di cazzate che ci sta proponendo il regime, in quella narrazione che curiosamente si inserisce in fretta e furia proprio all'indomani delle ultime europee. Eh già. Senza neanche sapere gli esiti della tornata elettorale, il palinsesto era comunque già prestabilito nei minimi dettagli. Ogni appuntamento. Ogni conferenza. Ogni riunione dei “grandi” della Terra. La perfetta rappresentazione di ciò che significa “pilota automatico inserito”. E stingrancazzi: manco il tempo di organizzarsi una 24 ore con il giusto armentario per l'occorrenza o, che so io, per delineare un discorso, studiare una strategia, mettere a punto una rinnovata dirittura d'azione che potesse prendere atto dei risultati elettorali, i “leader” si sono presentati ai vari incontri non come se stessero affrontando sfide politiche dalle conseguenze potenzialmente immani (cioè: si sta parlando di terza guerra mondiale, mica cotiche), ma come se si trovassero a sfilare su una passerella di celebrità, a beneficio (si fa per dire) del pubblico reso edotto attraverso TV, giornali, social. Uno show. Uno spettacolo. O forse è più pertinente: un circo. Ma non uno qualsiasi. Questo sembra proprio quel “Circo Barnum“ che a suo tempo tanto successo riscosse grazie ad una mirabile opera pubblicitaria su manifesti e giornali. Anche qui abbiamo pagliacci, giocolieri, nane da giardino, diversamente maschi, e diversamente intelligenti. Mancano i trapezisti, ma in compenso abbiamo una tanto improponibile quanto pietosa simulazione di giochi collettivi di equilibrismo politico, messa in piedi con lo scopo di indurre a credere ci siano davvero scontri tra i diversi contendenti. Quindi: da una parte giochi di sguardi che la sfida all’OK Corral scansati; dall'altra, sorrisi immortalati dall'obiettivo in pose che di istituzionale non hanno neanche l'ombra; dall'altra ancora, un vecchio demente che anziché fare da punto di riferimento per tutti si perde ogni tre per due. Insomma: materiale da rotocalchi in grande quantità. Gossip. Voci. Resoconti perfino su menù e carta dei vini. E poi, come ciliegina sulla torta, le dichiarazioni ufficiali. Prima quelle in itinere. Poi, immancabili, quelle finali. Ma veramente si vuol credere che questi abbiano bisogno di incontrarsi davanti agli occhi del mondo per prendere i loro accordi? Ma non è più logico pensare che tutto ciò che conta sia deciso dietro le quinte, in ben altri consessi? G7, Conferenze della pace e cazzi e mazzi sono solo palchi voluti per mostrarci la verità: ossia, che noi non decidiamo un cazzo, e che loro hanno il semplice mandato di comunicarci questa realtà nel modo più chiaro possibile. E peggio per noi se ci ostiniamo a tapparci occhi e orecchie. Cioè: Zelenski non è più presidente da un pezzo, eppure continuano a qualificarlo come tale anziché additarlo quale usurpatore. In merito al presunto pontefice stendiamo un velo pietoso. Su Biden ormai è come sparare sulla croce rossa. La Von Der Minchiam che istiga all’oltraggio ogni volta che apre bocca. E poi, una conferenza di pace in cui non viene invitato il principale contendente. Come voler fare una cena a due prenotando un tavolo per un posto solo. Insomma: di che cazzo stiamo parlando? L'unica certezza è che un circo, qualsiasi circo, non lo si ferma con elezioni. Sta a noi capire che sarebbe ora di buttarne giù i tendoni, e trovare per questi osceni protagonisti le migliori, più giuste punizioni. https://t.me/Lanonaelica
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Gli spari sopra Non fa molta differenza il nome definitivo che le daranno. In questo caso, ciò che conta è la sostanza. Ossia, il principio sotteso. Che, a ben guardare, è sempre lo stesso. Manco questa storia l'avesse studiata il Gattopardo, col suo famigerato principio "tutto cambi perché nulla cambi". E invece, in barba al pur perfettamente adempiuto obbligo di verità per parte loro, "i buoni", cioè quelli della resistenza risvegliata, ci ricascano. Mani, piedi, e appresso tutto l'armamentario delle loro convinzioni. Il succo del discorso lo conosciamo: i BRICS stanno creando non solo un loro sistema di scambio che prescinde totalmente dal tradizionale "Swift", ma stanno accelerando in modo impressionante i piani per l'implementazione di una moneta nuova di zecca. Quindi, tutti a urlare alla de-dollarizzazione, al miracolo economico dell'ormai ex terzo mondo, al crollo dell'elite occidentale. Ma… Sicuri sicuri che le cose stiano davvero così? Basta porsi una sola domanda: nelle mani di chi sono tutte le banche centrali dei Paesi BRICS? Ripeto: tutte. Nessuna esclusa. Uniche eccezioni in un tempo che fu: Libia, Iraq, Corea del Nord. E sappiamo bene che fine hanno fatto sia Gheddafi che Hussein. Già. I protagonisti dietro le quinte sono sempre gli stessi, e tutti vanno a convergere formalmente nella BANK OF INTERNATIONAL SETTLEMENTS e nella WORLD TRADE ORGANIZATION. Totale: si scrivono le regole come più gli piace, e poi le applicano secondo il piano da loro stessi studiato. E allora: sta cambiando davvero qualcosa? Sicuramente sì, ma non già perché questo sia frutto del caso o, tantomeno, di uno scontro di poteri. È semplicemente che i padroni del discorso hanno stabilito che il mondo vada diviso in blocchi contrapposti, in modo tale che la narrazione su guerra, scarsità delle risorse e trasferimento di ricchezza da Ovest ad Est possa essere sorretta da una rappresentazione della realtà conforme ai loro desiderata. Tuttavia, se non cambiano i protagonisti non può cambiare la situazione di fondo: è solo un altro racconto. Un mutamento di palcoscenico, di sceneggiatura, di coreografia, in un balletto che comunque è e rimane lo stesso, con il potere che continua ad essere detenuto dalla solita elite. Ecco, dunque, che non importa più il nome della"nuova" moneta: che sia "Unit" o qualcosa che più o meno richiama il concetto di "unione", sarà affine agli odierni Diritti Speciali di Prelievo nel cui paniere guardacaso già oggi rientra il Renmibi (ossia la Cina), ma con i toni altisonanti tipici del miglior marketing verrà proposto come una edizione riveduta e corretta del Bancor di matrice keynesiana, in quanto da molti ancora visto come una possibile panacea ai mali del mondo post seconda guerra mondiale. Quindi, a ben vedere, niente di nuovo all'orizzonte: non cambia nessun paradigma. È solo una leccata di nuovo in un sistema vecchio, eppure sempre efficace, di dominio dell'elite sulla mandria di mangiatori inutili. E altro che innovativi sistemi di compensazione, moneta a credito, collegamento ad un sottostante aureo al 40% e per il restante al PIL, e via con supercazzole prematurate a base di proiezioni econometriche e astruse formule algebriche: siamo alle solite. Studiano il nuovo guinzaglio, ce lo mettono attorno al collo, e c'è pure chi inneggia alla vittoria del multipolare, senza capire che il padrone che dà gli strattoni è sempre il medesimo, impegnato solo a serrare il collare sempre più stretto. Quando si capirà che non esistono squadre di "buoni", né tantomeno salvatori esterni? Il piatto buono è per loro. Ridimensionamento, depopolamento e controllo sono come "gli spari sopra": sono per noi. https://t.me/Lanonaelica
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