cookie

ما از کوکی‌ها برای بهبود تجربه مرور شما استفاده می‌کنیم. با کلیک کردن بر روی «پذیرش همه»، شما با استفاده از کوکی‌ها موافقت می‌کنید.

avatar

Maurizio Vezzosi

Italian freelance analyst, reporter per comunicare, to comunicate, для связи @MaurizioVezzosi_message_bot

نمایش بیشتر
ايطاليا3 026ایتالیایی2 453سیاست6 201
Advertising posts
8 190مشترکین
+1024 ساعت
-17 روز
+2130 روز

در حال بارگیری داده...

معدل نمو المشتركين

در حال بارگیری داده...

La visita congiunta delle delegazioni palestinesi di Hamas e di Fatah in Cina programmata in questi giorni potrebbe assumere un risvolto epocale negli equilibri del Vicino Oriente. Ad emergere è evidentemente la volontà cinese di riconciliare le due principali fazioni palestinesi con l'obiettivo di gettare le fondamenta di un futuro stato. Nell'ottica di questo progetto la riconciliazione tra Iran ed Arabia Saudita, voluta ed ottenuta da Pechino la scorsa estate, costituisce un precedente di assoluta importanza. L'atteggiamento di Washington verso la questione palestinese è stato stigmatizzato dalla dirigenza di Pechino anche rispetto alla risoluzione proposta dall'Algeria per rendere la Palestina membro a pieno titolo delle Nazioni Unite: risoluzione alla quale gli Stati Uniti si sono opposti con il proprio diritto di veto. Un ostruzionismo, quello di Washington, che si troverà presto o tardi a dover fare i conti con una realtà radicalmente mutata rispetto agli scorsi decenni. ⚡️ Segui il canale Telegram ⚡️ https://t.me/mauriziovezzosi
نمایش همه...
Maurizio Vezzosi

Italian freelance analyst, reporter per comunicare, to comunicate, для связи @MaurizioVezzosi_message_bot

Secondo il generale israeliano Reem Aminoach l'utilizzo delle difese antiaeree per contrastare l'attacco iraniano avvenuto tra la notte di sabato e domenica scorsi sarebbe costato ai bilanci di Tel Aviv il corrispettivo di almeno un miliardo di dollari. L'attacco iraniano è evidentemente stato concepito - mettendone preventivamente al corrente Washington - per nuocere in minima parte: tuttavia, se l'operazione non fosse stata uno smacco per la dirigenza israeliana, quest'ultima non sentirebbe alcuna necessità di reagire alla rappresaglia di Teheran, diversamente da quanto sembra succedere. Nei fatti l'attacco iraniano ha confermato la totale dipendenza di Tel Aviv dagli Stati Uniti in ambito bellico oltre all'indisponibilità di Washington a sostenere l'attuale dirigenza israeliana in un eventuale scontro diretto con l'Iran. Quello che ne risulta, almeno per ora, è l'ulteriore isolamento di Benjamin Netanyahu, impantanato da sei mesi in una guerra di cui sempre meno israeliani sembrano disposti a voler dare conto. ⚡️ Segui il canale Telegram ⚡️ https://t.me/mauriziovezzosi
نمایش همه...
Maurizio Vezzosi

Italian freelance analyst, reporter per comunicare, to comunicate, для связи @MaurizioVezzosi_message_bot

Quello lanciato in queste ore dall'Iran verso Israele è il più grande attacco simultaneo di droni ad oggi mai realizzato nella storia, condotto parallelamente ad attacchi informatici e lanci di missili convenzionali e balistici da luoghi distinti. Lo spettro degli scenari che possono configurarsi di conseguenza è ampio e certamente fitto di incognite. Il Vicino Oriente dei nostri giorni é sempre piú diverso da quello che era prima del 7 ottobre del 2023. ⚡️ Segui il canale Telegram ⚡️ https://t.me/mauriziovezzosi
نمایش همه...
Maurizio Vezzosi

Italian freelance analyst, reporter per comunicare, to comunicate, для связи @MaurizioVezzosi_message_bot

Un comune treno merci? Non esattamente. La foto mostra lo scorcio di una delle linea di difesa costruite dalle forze russe in Donbass, sulla ferrovia tra Elenovka e Volnovakha: è composta da circa duemila vagoni merci agganciati in un corpo unico di una lunghezza approssimativa di trenta chilometri. Qualcosa di simile, ma assai meno imponente, venne realizzato anche nel 2014 a Slavyansk dalle allora milizie sostenute da Mosca. ⚡️ Segui il canale Telegram ⚡️ https://t.me/mauriziovezzosi
نمایش همه...
Marina, la donna di Donetsk che lo scorso 15 marzo ha perso la casa e tutti e tre i propri figli in un bombardamento ucraino. Dietro di lei sua madre, Natalia. ⚡️ Segui il canale Telegram ⚡️ https://t.me/mauriziovezzosi
نمایش همه...
Il possibile coinvolgimento – diretto o indiretto – di Kiev in questo attentato è avvalorato da diversi elementi: l'ampia presenza tra i ranghi ucraini di singoli e di gruppi di ispirazione islamista provenienti da tutto lo spazio post-sovietico. Il luogo dell'arresto di alcuni degli attentatori, a ridosso della frontiera ucraina. Le finalità dell'attentato, così come un certo sincronismo tra attacchi ucraini verso la regione di Belgorod e verso la Crimea e l'attentato di Mosca. Gli elementi finora emersi dagli interrogatori resi pubblici confermano la presenza di una matrice islamista quantomeno alla base del reclutamento di alcuni tra gli attentatori e nel substrato ideologico di questi. Pur avendo un significato relativo, la rivendicazione dell'ISIS Khorasan conferma, insieme all'addestramento che almeno alcuni degli attentatori avrebbero ricevuto in Turchia, l'esistenza di una rete strutturata alle loro spalle: elemento comunque chiaro già dalla dinamica dell'attentato. Con le proprie dichiarazioni alcuni alti funzionari statunitensi hanno profuso sforzi per smentire il sospetto di un coinvolgimento dell'Ucraina nell'attentato di sabato scorso, avvalorando le dichiarazioni degli stessi vertici ucraini. Di contro, i vertici russi – incluso Vladimir Putin – hanno insistito sul coinvolgimento di Kiev: una prima risposta da parte di Mosca è già arrivata lunedì mattina, con il lancio di missili ipersonici contro un edificio di Kiev utilizzato dai servizi di sicurezza ucraini. Dal 24 febbraio 2022 le forze russe sono state sempre piuttosto restie a colpire i centri di comando: il fatto che un attacco del genere avvenga a due giorni dall'attentato di Mosca contribuisce a corroborare la tesi del coinvolgimento di Kiev. Di contro, a partire dalla rivendicazione dell'ISIS Khorasan, si potrebbero spiegare le ragioni dell'attentato facendo riferimento soltanto alla contrapposizione tra Mosca e le fazioni islamiste in Siria, nel Caucaso, in Asia Centrale, nel Sahel ed in altre aree dell'Africa: una contrapposizione certamente reale che tuttavia dovrebbe essere considerata senza dimenticare il quadro geopolitico generale e senza dimenticare di interrogarsi sulle compagini interessate a alimentare certi focolai. (2 di 2) ⚡️ Segui il canale Telegram ⚡️ https://t.me/mauriziovezzosi
نمایش همه...
Maurizio Vezzosi

Italian freelance analyst, reporter per comunicare, to comunicate, для связи @MaurizioVezzosi_message_bot

Il tentativo di ricondurre l'attentato di Mosca ad una macchinazione del Cremlino, oltre che di buon gusto appare privo di fondamento logico, mancando di spiegare in modo credibile per quale ragione e con quale obiettivo il governo russo avrebbe dovuto organizzare un attentato di certe proporzioni colpendo la propria popolazione. Piaccia o non piaccia il consenso di Vladimir Putin è ai massimi storici, indipendentemente dal trascurabile e recente evento elettorale. Il quadro politico e militare non rende necessario alla dirigenza russa alcun nuovo “casus belli”: in qualunque momento Mosca può intensificare gli attacchi sul fronte ucraino o avviare nuove manovre attive. L'attentato di venerdì scorso si spiega con il proposito di spaventare la società russa, intimorirla, dividerla e disorientarla con la classica logica del terrorismo: colpire indiscriminatamente affinché ogni individuo si percepisca in pericolo insieme ai propri cari e affinché la società finisca addossare la responsabilità degli eventi alla dirigenza del paese. A questo si aggiunge l'obiettivo di palesare la vulnerabilità a cui Mosca può essere esposta: rispetto a ciò, il terrorismo si conferma una delle principali insidie per la Federazione Russa, considerando la sua estensione territoriale e la sua peculiare composizione etnica e religiosa. Dopo le due guerre cecene combattute tra gli anni novanta e gli anni duemila, Mosca ha proseguito la lotta contro le formazioni islamiste all'esterno ed all'interno dei propri confini, contrastandole sia sotto il profilo militare che ideologico: riducendo fortemente il numero di scuole coraniche wahabite presenti nelle regioni a maggioranza islamica, impedendo l'arrivo di predicatori e di finanziamenti dall'estero e conducendo sistematicamente operazioni antiterrorismo per smantellare le cellule armate. Se è vero che alcuni episodi legati al terrorismo di matrice islamista degli anni novanta e dei primi duemila in Russia non sono mai stati del tutto chiariti, è vero anche che il fenomeno della radicalizzazione islamica nello spazio post-sovietico ed attentati come quello della Dubrovka o di Beslan in nessun modo ragionevole possono essere ridotti ad una qualche macchinazione di stato. L'altro obiettivo dell'attentato del “Crocus City”, a partire dalla nazionalità di diversi attentatori, consiste chiaramente nel provocare intolleranza ed odio nei confronti dei milioni di lavoratori provenienti dal Caucaso e dall'Asia Centrale, destabilizzando così la società russa sull'onda emotiva dell'attentato dello scorso venerdì e di altri episodi analoghi che, purtroppo, potrebbero ripetersi anche a breve termine, con fenomeni emulativi messi in atto anche da “lupi solitari”. (1 di 2, segue) ⚡️ Segui il canale Telegram ⚡️ https://t.me/mauriziovezzosi
نمایش همه...
Maurizio Vezzosi

Italian freelance analyst, reporter per comunicare, to comunicate, для связи @MaurizioVezzosi_message_bot

A Mosca è in corso uno dei più gravi attentati terroristici degli ultimi decenni. Un commando di almeno cinque uomini armati ha fatto irruzione in un centro commerciale aprendo il fuoco in maniera indiscriminata contro la folla ed incendiando una parte dell'edificio: le vittime sarebbero nell'ordine delle decine. Secondo alcune fonti, gli attentatori si troverebbero ancora all'interno del centro commerciale, forse con ostaggi, mentre le forze speciali russe si starebbero preparando ad entrare nell'edificio. La matrice islamista dell'attentato è probabile: rispetto a questo, è opportuno ricordare come la Russia sia stato di fatto il primo paese a fare i conti con il terrorismo islamista. Certa è la metodica preparazione dell'attentato, come il quadro politico in cui questo attentato si inserisce: dal canto suo all'inizio di questo mese l'ambasciata statunitense di Mosca aveva informato i propri cittadini residenti in Russia del rischio attentati, consigliando di evitare luoghi affollati. ⚡️ Segui il canale Telegram ⚡️ https://t.me/mauriziovezzosi
نمایش همه...
Maurizio Vezzosi

Italian freelance analyst, reporter per comunicare, to comunicate, для связи @MaurizioVezzosi_message_bot

Uno scorcio dell'Azovstal di Mariupol, o di ciò che ne resta. ⚡️ Segui il canale Telegram ⚡️ https://t.me/mauriziovezzosi
نمایش همه...
Quartiere Petrovsky, Donetsk. Il funerale dei tre fratellini rimasti uccisi venerdì scorso a seguito di un bombardamento ucraino. La loro madre, Marina, poggia una mano sulla bara della più piccola: nello stesso cimitero è sepolto suo padre, morto in battaglia sul fronte di Donetsk nel gennaio del 2023. ⚡️ Segui il canale Telegram ⚡️ https://t.me/mauriziovezzosi
نمایش همه...