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Sergio Chiesa SALUTE

Un servizio alla salute, con consigli di Sergio Chiesa. Le opinioni espresse in questo canale sono personali dell'autore e non rispecchiano necessariamente quelle dell'associazione "Cibo è Salute"

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01
Pubblico una seconda sintesi sull'argomento ASPIRINA E CANCRO, più scientifica e più dettagliata, del prestigioso Istituto Negri. Milano, 16 aprile 2020 - L’aspirina è associata ad una riduzione del rischio di tumore del colon-retto e altri tumori dell’apparato gastrointestinale, compresi alcuni che hanno una prognosi molto sfavorevole, come pancreas e fegato. Lo riporta l’analisi più ampia e completa ad oggi, pubblicata sulla prestigiosa rivista Annals of Oncology [1]. La ricerca, coordinata dall’Unità di Epidemiologia dei Tumori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, ha esaminato 113 studi osservazionali, pubblicati fino a marzo 2019, che hanno indagato la relazione tra aspirina e rischio di tumori del tratto digerente. Di questi, 45 riguardavano il tumore al colon-retto, per un totale di 156.000 casi. Oltre al tumore del colon-retto, sono stati considerati i tumori di testa e collo, esofago, stomaco, cardias, fegato e vie biliari, e pancreas. “L’utilizzo regolare di aspirina, definito come l’assunzione di almeno una o due compresse a settimana - spiega Cristina Bosetti, capo dell’Unità di Epidemiologia dei Tumori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS -, è associato ad una riduzione significativa del rischio di sviluppare queste neoplasie, a eccezione di quelli della testa e collo. In particolare, l’utilizzo di aspirina è associato a una riduzione del rischio del 27% di tumore del colon-retto (45 studi), del 33% di tumore dell’esofago (13 studi), del 39% di tumore del cardias (10 studi), del 36% di tumore dello stomaco (14 studi), del 38% di tumori epatobiliari (5 studi) e del 22% di tumore”. Carlo La Vecchia, docente di Epidemiologia dell’Università degli Studi di Milano, aggiunge: “Sono previsti circa 175.000 decessi per tumore del colon-retto per il 2020 nell’Unione Europea, di cui circa 100.000 in persone di età compresa tra 50 e 74 anni. Ipotizzando che l’utilizzo regolare di aspirina nella popolazione in questa fascia di età aumenti dal 25% al 50%, vi potrebbe essere una riduzione di 5.000-7.000 decessi e di 12.000-18.000 nuovi casi di tumore del colon-retto. Le cifre corrispondenti per il tumore dell’esofago, stomaco e pancreas sarebbero di circa 3.000 decessi, e per il tumore al fegato di circa 2.000 decessi. Data la prognosi sfavorevole per questi tumori, il numero di nuovi casi sarebbe solo leggermente superiore a quello dei decessi.” Per il tumore del colon-retto è stato analizzato l’effetto della dose e della durata. Il rischio di tumore si riduce all’aumentare della dose: un dosaggio compreso tra i 75 e 100 mg al giorno è associato ad una riduzione del 10% rispetto a chi non utilizza aspirina; un dosaggio di 325 mg al giorno è associato ad una riduzione del 35% e un dosaggio di 500 mg al giorno è associato ad una riduzione del rischio del 50%. Tuttavia, la stima del rischio calcolata per alte dosi di aspirina è basata su pochi dati e deve essere interpretata con cautela. Rispetto alle persone che non assumono regolarmente aspirina, il rischio di tumore del colon-retto diminuisce fino a dieci anni di utilizzo regolare: il rischio è ridotto del 4% dopo un anno di utilizzo, dell’11% dopo tre anni, del 19% dopo cinque anni e del 29% dopo dieci anni. “Le nostre osservazioni – conclude Cristina Bosetti - suggeriscono che dosi più elevate di aspirina siano associate ad una maggiore riduzione del rischio di tumore del colon-retto. Tuttavia, la scelta della dose deve prendere in considerazione il potenziale rischio di sanguinamento gastrointestinale, così come di altre emorragie, che aumenta per dosaggi elevati. L’assunzione di aspirina per la prevenzione del carcinoma del colon-retto o di altri tumori gastrointestinali deve comunque essere effettuata dopo aver consultato un medico, che terrà conto del rischio individuale”. ‍
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02
[1]“Aspirin and the risk of colorectal and other digestive tract cancers: an updated meta-analysis up to 2019”, by C. Bosetti et al. Annals of Oncology. doi: 10.1016/j.annonc.2020.04.16 Lo studio è stato supportato da Bayer AG. La revisione sul tumore dello stomaco è supportata dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC). Ufficio Stampa Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS
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03
CANCRO DEL COLONRETTO Un articolo di L'AVVENIRE sintetizza con efficacia i risultati di una ricerca - italiana - che dimostra l'efficacia dell'"aspirinetta" usata per problemi cardiaci anche nei confronti del cancro del colonretto. Uno studio coordinato dall’Università di Padova, e pubblicato su Cancer, spiega come l’uso prolungato di acetilsalicilico sia in grado di attivare la risposta del sistema immunitario contro il tumore Tutta italiana la ricerca sul ruolo dell'aspirina contro il cancro del colon retto Tutta italiana la ricerca sul ruolo dell'aspirina contro il cancro del colon retto Da anni si conoscevano gli effetti positivi dell’aspirina, regolarmente assunta per limitare i rischi di malattie cardiovascolari, anche contro il tumore del colon-retto. Solo oggi però, grazie a uno studio italiano, si comprende il perché: l’acido acetilsalicilico a basse dosi, la cosiddetta “aspirinetta”, attiva una importante risposta immunitaria che porta a ridurre incidenza e mortalità di questa neoplasia, che rappresenta il 10 per cento di tutti i tumori diagnosticati nel mondo , e che è diventata la terza per incidenza, dopo il cancro del seno femminile (11,7%) e del polmone (11,4%). Alla conclusione scientifica si è arrivati grazie ai dati dello studio multicentrico “Immunureact 7”, coordinato dall'Università di Padova e i cui risultati sono pubblicati sulla rivista Cancer. Alla ricerca hanno partecipato14 gruppi italiani coordinati da Marco Scarpa, del dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche dell'Azienda Ospedale Università di Padova, con il finanziamento della Fondazione Airc per la Ricerca sul cancro. Il lavoro degli specialisti si è concentrato in tre momenti: in una prima fase sono stati analizzati pazienti con diagnosi di cancro al colon-retto operati dal 2015 al 2019; in un secondo tempo sono stati analizzati i geni delle cellule del tumore primario dei pazienti trattati con l'aspirina: in particolare, in queste cellule è stata analizzata la molecola di Rna messaggero (mRna) espressa nei geni correlati alle difese immunitarie; il terzo passo è consistito nell'analizzare il microambiente immunitario della mucosa sana che circonda il cancro in un sottogruppo di pazienti che assumevano regolarmente aspirina da un lungo periodo. I ricercatori hanno così scoperto che nei tessuti di chi assumeva l'aspirina il tumore era meno diffuso e che c'era una maggiore infiltrazione di cellule immunitarie. Quando le cellule tumorali sono state esposte all'aspirina, si è osservato un aumento del livello della proteina Cd80, che ha migliorato la capacità delle cellule di segnalare le proteine associate al tumore alle altre cellule immunitarie, in particolare ai linfociti T, che costituiscono la prima linea nella difesa dell'organismo. Insomma, questo processo ha in sostanza reso “visibili” le cellule maligne all’esercito deputato alla difesa del nostro organismo, ovvero ai linfociti T, sino ad allora incapaci di scovare il nemico. Un'ulteriore conferma è arrivata quando i ricercatori hanno osservato che tra i pazienti che avevano preso regolarmente l'aspirina, si registravano livelli della proteina Cd80 più alti nel tessuto sano. Un fatto, questo, che suggerisce come l'aspirina possa sostenere il sistema immunitario nella sua azione di sorveglianza anche nella mucosa sana e non solo nel tumore. La nuova sfida è adesso individuare le dosi ottimali di aspirina per ottenere la maggiore efficacia: «Dovremmo pensare a come garantire che l'aspirina raggiunga il tratto colonrettale in dosi adeguate per essere efficace», ha osservato Scarpa.
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04
Segnalo questo impegnativo, ma illuminante, articolo de IL POST, che avvalora scientificamente la scelta che abbiamo fatto a partire dal corso di dicembre dello scorso anno di proporre il buddhismo occidentale come pratica contro la sofferenza psichica.
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Pubblico una seconda sintesi sull'argomento ASPIRINA E CANCRO, più scientifica e più dettagliata, del prestigioso Istituto Negri. Milano, 16 aprile 2020 - L’aspirina è associata ad una riduzione del rischio di tumore del colon-retto e altri tumori dell’apparato gastrointestinale, compresi alcuni che hanno una prognosi molto sfavorevole, come pancreas e fegato. Lo riporta l’analisi più ampia e completa ad oggi, pubblicata sulla prestigiosa rivista Annals of Oncology [1]. La ricerca, coordinata dall’Unità di Epidemiologia dei Tumori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, ha esaminato 113 studi osservazionali, pubblicati fino a marzo 2019, che hanno indagato la relazione tra aspirina e rischio di tumori del tratto digerente. Di questi, 45 riguardavano il tumore al colon-retto, per un totale di 156.000 casi. Oltre al tumore del colon-retto, sono stati considerati i tumori di testa e collo, esofago, stomaco, cardias, fegato e vie biliari, e pancreas. “L’utilizzo regolare di aspirina, definito come l’assunzione di almeno una o due compresse a settimana - spiega Cristina Bosetti, capo dell’Unità di Epidemiologia dei Tumori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS -, è associato ad una riduzione significativa del rischio di sviluppare queste neoplasie, a eccezione di quelli della testa e collo. In particolare, l’utilizzo di aspirina è associato a una riduzione del rischio del 27% di tumore del colon-retto (45 studi), del 33% di tumore dell’esofago (13 studi), del 39% di tumore del cardias (10 studi), del 36% di tumore dello stomaco (14 studi), del 38% di tumori epatobiliari (5 studi) e del 22% di tumore”. Carlo La Vecchia, docente di Epidemiologia dell’Università degli Studi di Milano, aggiunge: “Sono previsti circa 175.000 decessi per tumore del colon-retto per il 2020 nell’Unione Europea, di cui circa 100.000 in persone di età compresa tra 50 e 74 anni. Ipotizzando che l’utilizzo regolare di aspirina nella popolazione in questa fascia di età aumenti dal 25% al 50%, vi potrebbe essere una riduzione di 5.000-7.000 decessi e di 12.000-18.000 nuovi casi di tumore del colon-retto. Le cifre corrispondenti per il tumore dell’esofago, stomaco e pancreas sarebbero di circa 3.000 decessi, e per il tumore al fegato di circa 2.000 decessi. Data la prognosi sfavorevole per questi tumori, il numero di nuovi casi sarebbe solo leggermente superiore a quello dei decessi.” Per il tumore del colon-retto è stato analizzato l’effetto della dose e della durata. Il rischio di tumore si riduce all’aumentare della dose: un dosaggio compreso tra i 75 e 100 mg al giorno è associato ad una riduzione del 10% rispetto a chi non utilizza aspirina; un dosaggio di 325 mg al giorno è associato ad una riduzione del 35% e un dosaggio di 500 mg al giorno è associato ad una riduzione del rischio del 50%. Tuttavia, la stima del rischio calcolata per alte dosi di aspirina è basata su pochi dati e deve essere interpretata con cautela. Rispetto alle persone che non assumono regolarmente aspirina, il rischio di tumore del colon-retto diminuisce fino a dieci anni di utilizzo regolare: il rischio è ridotto del 4% dopo un anno di utilizzo, dell’11% dopo tre anni, del 19% dopo cinque anni e del 29% dopo dieci anni. “Le nostre osservazioni – conclude Cristina Bosetti - suggeriscono che dosi più elevate di aspirina siano associate ad una maggiore riduzione del rischio di tumore del colon-retto. Tuttavia, la scelta della dose deve prendere in considerazione il potenziale rischio di sanguinamento gastrointestinale, così come di altre emorragie, che aumenta per dosaggi elevati. L’assunzione di aspirina per la prevenzione del carcinoma del colon-retto o di altri tumori gastrointestinali deve comunque essere effettuata dopo aver consultato un medico, che terrà conto del rischio individuale”. ‍
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[1]“Aspirin and the risk of colorectal and other digestive tract cancers: an updated meta-analysis up to 2019”, by C. Bosetti et al. Annals of Oncology. doi: 10.1016/j.annonc.2020.04.16 Lo studio è stato supportato da Bayer AG. La revisione sul tumore dello stomaco è supportata dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC). Ufficio Stampa Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS
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CANCRO DEL COLONRETTO Un articolo di L'AVVENIRE sintetizza con efficacia i risultati di una ricerca - italiana - che dimostra l'efficacia dell'"aspirinetta" usata per problemi cardiaci anche nei confronti del cancro del colonretto. Uno studio coordinato dall’Università di Padova, e pubblicato su Cancer, spiega come l’uso prolungato di acetilsalicilico sia in grado di attivare la risposta del sistema immunitario contro il tumore Tutta italiana la ricerca sul ruolo dell'aspirina contro il cancro del colon retto Tutta italiana la ricerca sul ruolo dell'aspirina contro il cancro del colon retto Da anni si conoscevano gli effetti positivi dell’aspirina, regolarmente assunta per limitare i rischi di malattie cardiovascolari, anche contro il tumore del colon-retto. Solo oggi però, grazie a uno studio italiano, si comprende il perché: l’acido acetilsalicilico a basse dosi, la cosiddetta “aspirinetta”, attiva una importante risposta immunitaria che porta a ridurre incidenza e mortalità di questa neoplasia, che rappresenta il 10 per cento di tutti i tumori diagnosticati nel mondo , e che è diventata la terza per incidenza, dopo il cancro del seno femminile (11,7%) e del polmone (11,4%). Alla conclusione scientifica si è arrivati grazie ai dati dello studio multicentrico “Immunureact 7”, coordinato dall'Università di Padova e i cui risultati sono pubblicati sulla rivista Cancer. Alla ricerca hanno partecipato14 gruppi italiani coordinati da Marco Scarpa, del dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche dell'Azienda Ospedale Università di Padova, con il finanziamento della Fondazione Airc per la Ricerca sul cancro. Il lavoro degli specialisti si è concentrato in tre momenti: in una prima fase sono stati analizzati pazienti con diagnosi di cancro al colon-retto operati dal 2015 al 2019; in un secondo tempo sono stati analizzati i geni delle cellule del tumore primario dei pazienti trattati con l'aspirina: in particolare, in queste cellule è stata analizzata la molecola di Rna messaggero (mRna) espressa nei geni correlati alle difese immunitarie; il terzo passo è consistito nell'analizzare il microambiente immunitario della mucosa sana che circonda il cancro in un sottogruppo di pazienti che assumevano regolarmente aspirina da un lungo periodo. I ricercatori hanno così scoperto che nei tessuti di chi assumeva l'aspirina il tumore era meno diffuso e che c'era una maggiore infiltrazione di cellule immunitarie. Quando le cellule tumorali sono state esposte all'aspirina, si è osservato un aumento del livello della proteina Cd80, che ha migliorato la capacità delle cellule di segnalare le proteine associate al tumore alle altre cellule immunitarie, in particolare ai linfociti T, che costituiscono la prima linea nella difesa dell'organismo. Insomma, questo processo ha in sostanza reso “visibili” le cellule maligne all’esercito deputato alla difesa del nostro organismo, ovvero ai linfociti T, sino ad allora incapaci di scovare il nemico. Un'ulteriore conferma è arrivata quando i ricercatori hanno osservato che tra i pazienti che avevano preso regolarmente l'aspirina, si registravano livelli della proteina Cd80 più alti nel tessuto sano. Un fatto, questo, che suggerisce come l'aspirina possa sostenere il sistema immunitario nella sua azione di sorveglianza anche nella mucosa sana e non solo nel tumore. La nuova sfida è adesso individuare le dosi ottimali di aspirina per ottenere la maggiore efficacia: «Dovremmo pensare a come garantire che l'aspirina raggiunga il tratto colonrettale in dosi adeguate per essere efficace», ha osservato Scarpa.
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