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Comitato Besta

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Camilla :: emporio di comunità

🌏 Abbiamo creduto che Bologna Missione Clima rappresentasse il riconoscimento di un serio impegno, prima di tutto dell’amministrazione comunale, per il raggiungimento della neutralità climatica. 🌳...

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L' inequivocabile e chiarissima posizione di Camilla: IL NECESSARIO OBIETTIVO DELLA NEUTRALITÀ CLIMATICA È DEL TUTTO INCOMPATIBILE CON MOTOSEGHE E MANGANELLI.
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Camilla :: emporio di comunità

🌏 Abbiamo creduto che Bologna Missione Clima rappresentasse il riconoscimento di un serio impegno, prima di tutto dell’amministrazione comunale, per il raggiungimento della neutralità climatica. 🌳...

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Lepore, manganelli e motoseghe non ti faranno guadagnare voti. Ogni albero abbattuto equivale a un crimine. E la cittadinanza lo sa. A breve tutti i contributi di solidarietà a sostegno del PARCO DON BOSCO DAL MOVIMENTO DI COOPERAZIONE EDUCATIVA sui fatti del parco Don Bosco Come Gruppo Territoriale di Bologna del MCE stiamo guardando con preoccupazione alla vicenda delle scuole Besta e del parco Don Bosco. Il Movimento di Cooperazione Educativa è un’associazione che promuove una scuola che parte dalle interazioni e dagli interessi delle alunne e degli alunni nella costruzione dei saperi, alunne e alunni insieme ai quali definire le regole dello stare assieme per apprendere. In poche parole, il sapere come opera cooperativa e la democrazia come decisione condivisa. Crediamo che queste siano le lenti attraverso le quali guardare al conflitto attorno al parco Don Bosco. La decisione di demolire e ricostruire l’edificio scolastico, attraverso un corposo abbattimento degli alberi del parco, ha ricevuto in risposta un’ampia e documentata contestazione sulla base di contro-analisi tecniche, architettoniche, scientifiche e pedagogiche. Il Comitato Besta sostiene che la nuova scuola rappresenti una regressione rispetto all’attuale: si costruirebbe una scuola pensata per la didattica frontale, abbattendone una pensata per la didattica laboratoriale, eliminando gli spazi per gli atelier e i lavori di gruppo. Si contesta il fatto che la nuova scuola verrà costruita in una posizione più esposta rispetto all’attuale in rapporto all’inquinamento acustico e agli scarichi del traffico veicolare. Si contesta il fatto che il forte abbattimento della flora arborea sarebbe un danno ambientale che non avrebbe alcuna possibilità di compensazione in termini di inquinamento, aumento delle temperature al suolo, perdita di biodiversità. A fronte di tutto ciò, lo stesso comitato ha prodotto un dettagliato contro-progetto che prevede la ristrutturazione dell’edificio esistente, salvando gli alberi e risparmiando - si stima - almeno una decina di milioni di euro rispetto al progetto comunale. Ci saremmo aspettate l’avvio di un confronto sul merito di queste contestazioni e proposte, aperto alla possibilità di rimettere in discussione il progetto. Le ragioni del comitato vengono invece sistematicamente ignorate, il progetto è dichiarato non modificabile e si porta avanti un discorso pubblico che dipinge chi si oppone come una congrega di reazionari contrari alla costruzione di una scuola “bellissima”. Lo stesso atteggiamento viene replicato rispetto ai fatti degli ultimi giorni, che riguardano i cantieri del tram e della ciclabile: il comitato contesta il come e il dove vengono progettati e attuati questi interventi, proponendo soluzioni alternative, mentre viene raccontato come un fantomatico “comitato no-tram e no-ciclabile”. Crediamo che questa sia la prima forma di violenza che il comitato sta subendo: il misconoscere sistematicamente le sue posizioni, il continuo oscurarne la parola, il definire la sua identità dall'esterno in modo stigmatizzante. Noi crediamo invece di essere di fronte a una preziosa esperienza di costruzione cooperativa e collettiva di sapere e conoscenza, di felice contaminazione tra saperi tecnici e attivismo politico. Bologna ne ha assoluto bisogno: la stessa derisione e stigmatizzazione è stata già subita da chi si opponeva a progetti come il People Mover o Fico, e pare ormai evidente che allora avesse ragione chi ne denunciava le criticità, e soltanto la determinazione di un comitato cittadino ha evitato che si facesse scempio dei Prati di Caprara, per restare agli esempi più recenti. Ma la seconda forma di violenza che sta subendo chi si oppone è fisica e tangibilissima. Siamo sgomente di fronte a video che mostrano persone tirate giù a forza dagli alberi, con motoseghe in funzione che danzano a poche spanne dai loro corpi, gli stessi corpi che vengono manganellati mentre sono a terra o trascinati a forza. Questo tipo di violenza ci fa inorridire.
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Sicuramente chi sta bloccando fisicamente un cantiere ha scelto di farsi carico delle conseguenze delle proprie azioni. Ricordiamo che è esistita ed esiste in Italia un’antica e nobile tradizione di disobbedienza civile che ha fatto della forza di interposizione dei corpi lo strumento di contestazione di scelte ritenute inaccettabili, anche quando si trattava di opere pubbliche. Ricordiamo anche che l’azione delle forze dell’ordine dovrebbe essere guidata da regole d’intervento, il cui primo scopo è la salvaguardia dell’incolumità e dell’integrità delle persone. Questo si chiama ordine costituzionale, e non a caso è stato scritto da donne e uomini usciti dall’esperienza del fascismo. Non è ammissibile che partecipare a una protesta possa significare cedere la disponibilità e l’integrità del proprio corpo alla pubblica autorità. Non è ammissibile questo tipo di intervento nei confronti di forme di protesta che non pregiudicano la sicurezza e l’incolumità di nessuno. Abbiamo sentito dire che “occupare un cantiere è un reato molto grave”. Riteniamo molto più grave pensare che far procedere un cantiere sospenda le tutele, i diritti e l’incolumità delle persone. Il Gruppo Territoriale MCE Bologna
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WE WANT YOU! PROMEMORIA: REGÌSTRATI AL SISTEMA DI ALLERTA! Ricordiamo a tuttə di registrarsi al sistema automatico di allarme sgombero, che quando attivato invia una chiamata con richiesta di aiuto ed eventualmente un SMS a seguire. Per fruire di questo servizio è sufficiente inserire il proprio numero di cellulare nel modulo web seguente: emergenzadonbosco.vado.li Non sono richiesti dati personali. Preparatevi dunque per tempo a venirci in soccorso, grazie!
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TUTTO QUELLO CHE IL PD NON VUOLE FARVI SAPERE. MANIFESTANTI MASSACRATI PERCHÉ DIFENDEVANO GLI ALBERI.
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Parco Don Bosco Scontri 20 Giugno 2024

Il parco Don Bosco a Bologna è difeso da qualche mese dal Comitato Besta e tant* altr* attivist* per toglierlo dalle grinfie del cemento che il comune vuole imporre. Oltre alla realizzizzazione del...

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FALSO ALLARME AL PARCO DON BOSCO. TUTTO BENE.
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LA SCORTA LA VOGLIAMO NOI Sono giornate di rabbia e tensione nel quartiere San Donato. Il 21 giugno abbiamo scelto di scendere in strada per raccontare quello che è successo il giorno p recedente durante il disboscamento del terrapieno: se non ci è scappato il morto è solo un caso. E questo perché il sindaco di questa città, mandante delle violenze che ha abdicato dal suo ruolo politico, ha scelto di delegare alle forze dell’ordine la gestione di un conflitto sociale e ambientale. Una gestione dell’ordine pubblico che, come tutti hanno visto negli innumerevoli video, è stata violenta in modo spropositato e fuori da ogni norma: con persone trascinate per i piedi giù dagli alberi, con motoseghe a pochi a cm dai loro corpi, manganellate a sangue, con uno schieramento di polizia da G8 di Genova e con una pistola, a portata di mano, infilata nei pantaloni di un poliziotto in borghese. Siamo arrabbiate, esasperate per le violenze da parte della forze dell’ordine subite quel giorno. Ma l’attenzione mediatica non si concentra su questo bensì sulle scritte sui muri del quartiere apparse a seguito del corteo del 21 giugno. Pochi giorno prima, il Comitato aveva pubblicato una lettera aperta chiedendo che il Comune prendesse in considerazione un’alternativa per la pista ciclabile evitando l’abbattimento di 70 piante. La risposta è stata: nessun margine di discussione, i lavori procedono, il tema è questione di ordine pubblico. E siamo a questo punto preoccupate per il destino della porzione del parco don bosco che stiamo ancora difendendo per chiedere che le scuola Besta venga ristrutturata e non demolita e il parco salvato e non abbattuto. E lo siamo anche per la nostra incolumità come attiviste e attiviste, ancora angosciate dal senso di ingiustizia e rabbia dopo la giornata del 20 giugno. Le scritte non sono manganelli e non possono sminuire le ragioni della nostra resistenza. Una lotta contro opere inutili, per la difesa degli alberi, di tutte le specie viventi e del suolo dalla cementificazione, che esprime una richiesta di cura per la salute e la qualità della vita delle persone nella nostra città. DOMANI 24 GIUGNO ORE 18 PRESIDIO DAVANTI ALLA PREFETTURA
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