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All'Elefante Nero

Spunti estemporanei per la disalienazione dall'antisocietà contemporanea

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Moni Ovadia Oylem Goylem

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Ho spesso l’impressione che la cultura europea a tutti nota ne occulti un’altra ignota, quella delle piccole nazioni dalle lingue strane, quella dei polacchi, dei cechi, dei catalani, dei danesi. Si presume che i piccoli imitino di necessità i grandi. È un’illusione. [...] L’Europa delle piccole nazioni è un’altra Europa, con un altro sguardo, e il suo pensiero rappresenta spesso il vero contrappunto all’Europa dei grandi. - Milan Kundera, "Praga, poesia che scompare"
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Il Rapporto annuale dell’Istat spiega che l’aumento dell’occupazione degli ultimi vent’anni è dovuto soprattutto agli ultracinquantenni, che hanno contratti stabili e stipendi più alti. Mentre tra i venti-trentenni, sempre meno numerosi, è concentrato il disagio economico e lavorativo, soprattutto tra le donne di Lidia Baratta https://www.linkiesta.it/2024/05/rapporto-istat-lavoro-giovani-anziani/
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Un Paese di anziani che stanno sempre meglio e giovani che stanno sempre peggio

Il Rapporto annuale dell’Istat spiega che l’aumento dell’occupazione degli ultimi vent’anni è dovuto soprattutto agli ultracinquantenni, che hanno contratti stabili e stipendi più alti. Mentre tra i venti-trentenni, sempre meno numerosi, è concentrato il disagio economico e lavorativo, soprattutto tra le donne

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PRAGA, POESIA CHE SCOMPARE - Milan Kundera, Adelphi, Milano (2024) L’invasione russa della Cecoslovacchia nel 1968 non ha solo conculcato i diritti umani, la democrazia, la giustizia: ha ridotto a «un foglio di carta in fiamme / dove scompare la poesia» – scriveva Kundera nel 1980 citando l’amato Nezval – una «grande cultura». Una cultura unica, che la «capitale magica d’Europa» ha forgiato lungo i secoli, e che ha conosciuto l’apogeo con Kafka, Hašek e Janaček, artefici dei «tre pannelli del quadro dell’inferno futuro»: «labirinto burocratico», «idiozia militare», «disperazione concentrazionaria». Tracciare il ritratto di Praga significava allora, per Kundera, riportare alla luce un’Atlantide inabissata, salvare una visione del mondo renitente a «identificarsi con la Storia» e a «cogliere nei suoi spettacoli serietà e senso». Ma noi lettori non potremo fare a meno, oggi, di riconoscere in quel ritratto, attraversato da un fremito di commossa nostalgia, un autoritratto, che rivela, meglio di qualunque saggio critico, la genealogia segreta da cui scaturisce l’opera di Kundera. Dentro al suo laboratorio ci conduce anche Ottantanove parole, un dizionario personale nato nel 1985 dall’esigenza, per lui che ancora scriveva in ceco ma pensava ormai a come ogni frase sarebbe suonata in francese, di chiarire al nuovo pubblico le «parole chiave», le «parole trabocchetto», le «parole d’amore» attorno alle quali erano costruiti i suoi romanzi – e tuttora essenziale per chi li ami e voglia conoscerli meglio. #ConsigliDiLettura
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Credere che faccia parte del patrimonio stabile dell’umanità soltanto ciò che è comprensibile per via razionale o addirittura soltanto ciò che è dimostrabile scientificamente, è un errore che comporta conseguenze disastrose e che induce a gettare a mare l’ingente tesoro di conoscenze e di saggezza contenuto nelle tradizioni di tutte le antiche culture e nelle dottrine delle grandi religioni universali e a vivere nella convinzione che la scienza sia in grado di dar vita dal nulla, unicamente per via razionale, a una intera cultura, con tutto ciò che essa comporta. - Konrad Lorenz, Gli otto peccati capitali della nostra civiltà
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📚🕯 LETTURE NOTTURNE "Il Canto dei Nibelunghi", antico poema epico germanico. Terza Avventura, "Come Siegfried andò a Worms" (voce narrante di Marco Malaguti, voce introduttiva e proemio di Clara Tassinari) Ogni mercoledì alle ore 22.00 Podcast Youtube Seguimi su Instagram #INibelunghi
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🕯📚 Questa sera, alle ore 22, terzo appuntamento con la nostra lettura notturna e la terza avventura de "Il Canto dei Nibelunghi" antico poema epico germanico. Procuratevi un paio di cuffie e non mancate!
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Ma che ne è di tutto ciò, ora che suppongo che un certo ingannatore potentissimo e malvagio metta sempre tutto il suo impegno ed il suo potere a farsi gioco di me? Potrei forse mai affermare di possedere la banchè minima cosa di tutte quelle che dicevo or ora appartenere alla natura del corpo? Mi concentro, ci penso e ripenso, ma non mi viene in mente niente; riconsidero tutto, fino a stancarmene, ma senza risultati. E, quanto a quel che attribuivo all'anima, posso forse affermare che mi appartengano il nutrirmi o il camminare? Poichè ora non ho corpo (secondo quanto supposto), anche queste non sono che finzioni. E il sentire? Ma nemmeno questo si dà senza corpo (e poi nei sogni mi è sembrato di sentire moltissime cose che successivamente mi rendevo conto di non aver percepito con i sensi). Il pensare, infine? Qui sì, ho trovato: è il pensiero quel che cercavo, ché questo solo non può essere separato da me. Io esisto, è certo. - Cartesio, "Meditazioni di filosofia prima"
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Nathan Cofnas, accademico statunitense ma residente nel Regno Unito, filosofo della biologia ed epistemologo, ha coniato il termine di "ereditarismo" per definire una nuova Weltanschauung dalla quale i conservatori possono oggi puntare ad insidiare lo strapotere progressista. In cosa consiste? L'analisi di Marco Malaguti https://www.centromachiavelli.com/2024/05/16/nathan-cofnas-polemica/
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Chi è Nathan Cofnas e perché ha scandalizzato l'accademia

di Grande scompiglio nel mondo anglofono per l’ultima polemica che sta scuotendo le coscienze e le cattedre di più stretta osservanza woke, tanto sulla sponda atlantica del vecchio continente quanto su quella americana. Oggetto, o per meglio dire, soggetto del contendere è il dottor Nathan Cofnas, statunitense, filosofo della scienza, specializzato in biologia, con

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