Se voi vi deste davvero la pena di divenire il Nessuno - interessante un recente commento di uno di voi che afferma di non volersi svegliare dallo stato cadaverico. Come un malato che in ospedale afferma di non voler guarire - non avreste bisogno di riferimenti esterni poiché sareste in grado di udire e seguire le indicazioni di quella "voce di uno che grida nel deserto", ovvero il vostro anelito spirituale.
Fino a che non giugne quel momento si avrà bisogno di riferimenti esterni che ci diconi ciò che non siamo in grado di sentire interiormente... e va benissimo così.
Primo punto chiarito: non sono io che vi guido, ma voi che vi fate guidare.
Dopo questa precisazione dovreste già intendere che non esiste la strada giusta o sbagliata, bensì solo la strada.
Perché fate fatica a vedere le cose oltre la dualità? Perché per percepire di esistere avete ancora bisogno di identificarvi con l'illusorio potere dell'identità che crede di essere lei a decidere ogni cosa. L'identità, corpo fisico, emozionale e mentale inferiori, ovvero ciò che credete di essere, non è in grado di decidere neanche quando andare a pisciare, figuriamoci le direzione esistenziali.
Se solo leggeste le scritture: "Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito». (Gv 3, 8)
Il lavoro che vi propongo è quello di uscire dall'ipnosi di ciò che credete di essere, è tuffarvi in ciò che siete... e ciò che siete si esprime nello sconosciuto, nell'imprevedibile, nel mistero.
Ma l'identità teme come la morte questi principi e da qui nascono domande come questa. In realtà nella domanda vi è un affermazione mal celata che è la seguente: "Io voglio fare un lavoro atto a risvegliarmi allo Spirito, pur che questa cosa non avvenga davvero."
Scusate eh... ma quando vi dico che il mondo spirituale e i suoi principi sono stati mangiati dal sistema oscuro, pensate che scherzi?
Tali principi non serve un cazzo saperli, non serve un cazzo condividerli, non serve un cazzo ripeterli agli altri, vanno praticati. Punto.
Spesso si rivolgono a me terapeuti olizzzztici per chiedermi come mai non hanno seguito. Semplice, perché puzzi di morto.
"Sono un anima io Fede", bene, dimostratelo, non a me, a te. Altrimenti sei solo un pirla, non un'anima.
Proseguiamo: mi si chiede se le cose che dico sono verità e se ne sono certo. La verità sapete cos'è almeno? Tutto ciò che non è falsità. E sapete che cos'è falso? Tutto ciò che appartiene al mondo della morte, del cadavere, dell'illusione. Tutti i pensieri separativi, tutti i pensieri della mente razionale tutte le emozioni dell'identità, tutte le azioni del corpo fisico vissute reattivamente, tutto questo è falso e figlio del falso. Ciò che resta è vero...
"Ma Fede, non resta nulla..."
Esatto. Il reale è il nulla, ma non il nulla che intende il mondo, ovvero assenza di cose, bensì il nulla vivente, lo spazio consapevole ove tutto si manifesta. Questo voi siete. Qui siete per questo non per creare nuove e perniciose identificazioni.
Che non significa che l'identità scompare e che non vive le sue avventure, significa che mentre queste cose accadono voi siete il tutto, la coscienza consapevole che le contiene. (Di questo ne parlerò perché non è chiaro.)
È morendo all'identità che si nasce a nuova vita, giusto? Lo sapete, lo condividete anche sui social, perché allora non lo fate?
E poi mi si chiede se sono certo? Non sono certo, certissimo. E sapete perché? Perché non ho aspettative al riguardo, me ne fotto dei frutti del mio parlare, non ho paura che ve ne andiate e non desidero che restiate... io faccio ciò che faccio perché non posso, no non voglio, non posso fare altro... ecco perché sono certo, perché non avendo interessi al riguardo, so che quel che dico e faccio è libero da attaccamento...
"Fede e se fossi deviato dalle forze oscure?"
Se non vi è attaccamento, né vanità in ciò che dico e ciò che voi mi rimandate, come potrei essere preda di queste forze che sull'attaccamento e la vanità tessono le loro trame?