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I Maestri del Socialismo

Formazione e informazione politica, storica e filosofica per un canale gestito da Alessandro Pascale.

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Fin dal 2020 la Cina ha superato il 35% della produzione industriale lorda mondiale: più di un terzo di quella globale, più del triplo di quella americana e ancora maggiore di quella, sommata tra loro, delle altre 10 economie più industrializzate del mondo, ivi compresi i declinati Stati Uniti (fonte" La dipendenza della manifattura dall' import cinese", in repubblica.it, 19 febbraio 2024)
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L’IGNORANZA È IL PERNO DEL CAPITALISMO L’ignoranza è il perno del capitalismo ed Engels mette in guardia dall’autodidattismo, definito «cosa assurda»: «se non si lavora sistematicamente, non si combina nulla di buono». Lafargue ci ha lasciato il seguente ricordo del suocero Marx: «era uno di quei rari uomini che riuscivano corifei nella scienza e nell’attività pubblica al contempo, correlandole sì intimamente che è impossibile capirlo solo come scienziato o lottatore socialista. Benché fosse d’avviso che ogni scienza sia da coltivare per sé stessa e che mai siano da tenere in cale le eventuali conseguenze dell’indagine scientifica, riteneva che lo scienziato (per non degradarsi) mai dovesse cessar di partecipar alla vita pubblica e restar rintanato in uno studio o in un laboratorio come un verme nel suo formaggio, senza mescolarsi alla vita e alle lotte politiche e sociali dei suoi contemporanei. “La scienza non deve essere un godimento egoistico: coloro che hanno la fortuna di potersi dedicare a studi scientifici devono pure essere i primi a porre le loro cognizioni al servizio dell’umanità”. – “Lavorare per il mondo” era uno dei suoi motti prediletti». [Post completo anche sul nostro canale telegram https://t.me/intellettualecollettivo. Testo e immagine tratti da A. Pascale, "Comunismo o barbarie. Un manuale per ribelli rivoluzionari". Info su https://intellettualecollettivo.it/comunismo-o-barbarie/]
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27 APRILE 1937: L'ASSASSINIO DI ANTONIO GRAMSCI «Non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione […] vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente. La vita è così, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini». (Antonio Gramsci, dalle Lettere dal Carcere, Lettera alla madre, 10 maggio 1928) Hanno cercato di far passare la morte di Gramsci come un fatto "naturale". Qualcuno ha parlato di un mandante sovietico per un Gramsci "fedele a Trockij". Qualcuno ha perfino sostenuto che Gramsci si sarebbe convertito al cattolicesimo in punto di morte. La verità la conosciamo e la ribadiamo: Gramsci, il più grande cervello del movimento comunista italiano, è stato assassinato per mandato di Mussolini, dopo 10 anni di carcere che ne hanno debilitato gravemente le condizioni fisiche. Un crimine contro l'umanità che non dimenticheremo mai. Scopri di più sulla morte di Gramsci e sui tentativi di revisionismo storico operati dagli scribacchini della borghesia qui: https://www.storiauniversale.it/611-27-APRILE-1937-L-ASSASSINIO-DI-ANTONIO-GRAMSCI.htm
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6.11. 27 APRILE 1937: L'ASSASSINIO DI ANTONIO GRAMSCI

Non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione vorrei consolarti di questo dispiacere

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26 APRILE 1937: LA STRAGE DI GUERNICA E IL CAPOLAVORO DI PICASSO «- Ha fatto lei questo orrore? - No, l’avete fatto voi». (Pablo Picasso, rivolto a un gerarca nazista che gli chiedeva notizie sul quadro Guernica) Guernica è il titolo di un noto dipinto di Pablo Picasso, realizzato dopo il bombardamento aereo della città omonima durante la Guerra Civile Spagnola. L'attacco è opera della Legione Condor, corpo volontario composto da elementi della tedesca Luftwaffe, e dell'Aviazione Legionaria Fascista d'Italia, il 26 aprile 1937. I nazifascisti attaccano per appoggiare gli sforzi di Francisco Franco nel rovesciare il governo legittimo della Repubblica Spagnola. La cittadina era affollata da civili (soprattutto donne e bambini: gli uomini abili al servizio militare erano al fronte). L'uso di bombe incendiarie rade al suolo più del 45% della cittadina, favorito da un forte vento che ne ha amplificato gli effetti. Si tratta di un'azione di guerra, ma che ha portato ad un attacco “terroristico” (probabilmente voluto) alla popolazione civile, secondo una pratica che sarebbe diventata la prassi in tutta la seconda guerra mondiale. Da segnalare che durante il regime franchista la versione ufficiale della propaganda del regime spagnolo negherà l'esistenza stessa del bombardamento, sostenendo che la città fosse stata distrutta dagli stessi Repubblicani in fuga, per lasciare “terra bruciata”. Scopri di più su https://www.storiauniversale.it/32-GUERNICA-1937-LA-STRAGE-NAZIFASCISTA-E-IL-CAPOLAVORO-DI-PICASSO.htm
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3.2. GUERNICA 1937: LA STRAGE NAZIFASCISTA E IL CAPOLAVORO DI PICASSO

Guernica è il titolo di un noto dipinto di Pablo Picasso, realizzato dopo il bombardamento aereo della città omonima durante la Guerra Civile Spagnola

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L'EGEMONIA COMUNISTA SULLA RESISTENZA «Occorre tener sempre presente la lezione della Resistenza: il Partito comunista è diventato un forte partito di massa nella misura in cui ha saputo collegare la lotta sociale alla lotta nazionale, ha saputo interpretare i bisogni delle classi popolari e al tempo stesso prendere la direzione di un movimento che lottava per la salvezza dell’Italia». (Domenico Losurdo) 575 le Brigate d’assalto Garibaldi (in tutta la Resistenza partigiana se ne contano 1148), presenti e attive in tutte le regioni italiane occupate dai tedeschi, rifiutando la tattica dell'attendismo che caratterizza altre formazioni e risultando sempre in prima linea e tra le più combattive, perfino nel terribile inverno del '44, quando costituiscono l'80% delle formazioni combattenti. I nuclei sono composti da 5-6 combattenti; 2 nuclei costituiscono una squadra; 4-5 squadre costituiscono un distaccamento, forte quindi di 40-50 uomini. 4-5 distaccamenti formano una brigata (100-300 combattenti). Le unità di un territorio fanno capo a una delegazione regionale, che a sua volta risponde a un comando generale, dove comandante è Luigi Longo e commissario politico Pietro Secchia. Il Partito comunista offre a queste brigate i suoi quadri migliori (in media il 15% dei quadri del partito sono mandati in montagna a combattere), ma in esse non si fanno discriminazioni di partito: le responsabilità sono assegnate in base alle capacità personali e allo spirito di sacrificio. Il comandante cura la preparazione militare, fissa gli obiettivi delle operazioni e assicura la realizzazione pratica. Il commissario politico cura la preparazione politica, il morale e la combattività degli uomini, i buoni rapporti con la popolazione, la propaganda e l’agitazione. Per lo più, i garibaldini portano al collo il fazzoletto rosso; in alcune zone indossano anche la camicia rossa. Complessivamente i comunisti (presenti anche nelle altre formazioni partigiane) hanno costituito in ogni fase della Resistenza Partigiana la maggioranza assoluta dei combattenti. Scopri di più su https://www.storiauniversale.it/15-le-organizzazioni-partigiane-e-l-egemonia-comunista-sulla-resistenza.htm
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1.5. LE ORGANIZZAZIONI PARTIGIANE E L'EGEMONIA COMUNISTA SULLA RESISTENZA

Le Brigate Garibaldi nascono nel settembre 1943 a Milano per iniziativa di Luigi Longo, Pietro Secchia, Antonio Roasio, Francesco Scotti, Umberto Massola e

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“Comunismo o barbarie” di Pascale: Terza guerra mondiale conseguenza dell’imperialismo

L'antidiplomatico - Liberi di svelarvi il mondo

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