INFO CHANNEL 24 📲💻🖥🆓 (Rassegna Notizie Ragionata)
Tutta l'informazione in diretta e on demand in un unico posto. Canale dedicato ai neofiti che si affacciano ora alla vera informazione, ma che vi anticipa infatti da 9 anni.
Mostrar más- Suscriptores
- Cobertura postal
- ER - ratio de compromiso
Carga de datos en curso...
Carga de datos en curso...
Gli Stati Uniti stanno lavorando per impedire l'emissione di un mandato di arresto da parte della Corte penale internazionale (CPI) per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per l'attacco a Gaza, hanno riferito i media israeliani. Secondo il sito di notizie israeliano Walla, Netanyahu sta conducendo una "incessante pressione telefonica" per impedire che venga emesso un mandato di arresto contro di lui dalla CPI, in particolare comunicando con la Casa Bianca. Il quotidiano israeliano Maariv ha riferito che Netanyahu è "spaventato e insolitamente stressato" dalla possibilità di un imminente mandato d'arresto. Fonti vicine al giornale ritengono che i mandati d'arresto siano solo una questione di tempo. Il giornale ha riferito che anche il ministro della Difesa Yoav Galant e il capo di stato maggiore, il maggiore generale Herzi Halevi, potrebbero ricevere mandati di arresto. Il 26 aprile, Netanyahu ha twittato che "sotto la mia guida, Israele non accetterà mai alcun tentativo da parte della Corte penale dell'Aja di minare il suo diritto fondamentale di difendersi". Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha dichiarato al canale N12 che il mandato è "un'ipocrisia assoluta". "Se necessario, non lasceremo il Paese", ha detto.Fonte: Middle East Eye Ricevo ed inoltro Danilo Hardy
Israel's prime minister is said to be 'unusually stressed' by prospect of warrant being issued by International Criminal Court
L'INTERVENTO INTEGRALE DI LIZ GUNN ▷
https://www.radioradio.it/2024/04/conferenza-neozelandese-effetti-decessi-avversi/▷ AIUTA L'INFORMAZIONE LIBERA, SOSTIENICI:
https://donazioni.radioradio.it/L'eccesso di mortalità in #NuovaZelanda ai tempi del Covid ha fatto venire fuori un dato interessante anche per i dettagli con cui è stato pubblicato direttamente dal governo. In particolare, sulla #correlazione tra alcune morti e il vaccino (reso obbligatorio anche lì), "nessuno nel mondo ha pensato di fare le correlazioni con le date in cui sono stati iniettati". A parlare è Liz Gunn, avvocato e giornalista, leader del partito NZLP nato nel 2023 tra i cui capisaldi c'è la ricerca della verità su quanto accaduto sui sieri. La giornalista ha partecipato all'incontro organizzato a Montecitorio dalla #CommissioneMedicoScientificaIndipendente. Solo in alcune nazioni come la Nuova Zelanda con l'aiuto degli statistici si è potuto fare un raffronto tra alcuni decessi e la data di inoculazione. In seguito a un open day vaccinale a Invercargill, la data di decesso di alcuni partecipanti e la probabilità statistica che questo potesse accadere (com'è accaduto) entro sei mesi dalla vaccinazione è stata giudicata quasi impossibile dagli esperti chiamati in causa. Ovviamente diversi governi e media utilizzano il fatto che non tutti (per fortuna) muoiano e non tutti lo facciano nello stesso momento, mascherando il decesso come un caso. Poi però c'è la probabilità statistica: "Statisticamente, perché quelle 51 persone morissero per caso, il vaccinatore avrebbe dovuto inoculare 24 ore al giorno per 38 anni". Difficile - se non impossibile - parlare di casualità. ▷ ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE:
https://bit.ly/2MeYWI7▷ ULTERIORI APPROFONDIMENTI SU:
https://www.radioradio.it/