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Cultura Italia-Russia

Progetto di cultura e lingua russa, a cura di Olga V. Petukhova e Olga Tarovik. https://t.me/olgavpetukhova, https://t.me/olgatarovik_storia

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Caviale di barbabietola - Свекольная икра Testo di Paola Varalli In Russia la parola “ikrá”, oltre che per il caviale propriamente detto, si usa per delle conserve di verdura. Quello di barbabietole è fantastico spalmato sul pane o per accompagnare il pesce o il purè di patate. il concetto di “caviale di verdure” (Овощная икра; “ovoshchnája ikrá”) è piuttosto comune. Questo tipo di “caviale” non ha nulla a che fare con le uova di pesce, ma è piuttosto una massa sminuzzata di verdure. I caviali vegetali più popolari sono quelli a base di zucchine e di melanzane. Tuttavia, non tutti sanno che anche le barbabietole possono essere utilizzate per preparare un piatto di “caviale” saporito, succoso e versatile. Il “caviale di barbabietola” è una massa omogenea composta principalmente da barbabietole, ma con l’aggiunta di cipolla e carota. Il caviale di barbabietola è molto facile e veloce da preparare e ha un grande potenziale. Può essere preparato e servito come antipasto: il più delle volte viene servito con pane fresco. È anche un contorno perfetto per il pesce o per accompagnare il purè di patate. E può anche essere usato come starter nella preparazione del boršč. Se si prepara correttamente il caviale di barbabietola, anche chi non è un fan delle barbabietole lo amerà. ➡️ La ricetta Cultura Italia-Russia
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È scritto: “Vendo 4 vecchie telecamere di sorveglianza”. Olga V. Petukhova: cultura russa
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Larisa Mondrus "Per coloro che aspettano" (1966) Canzone sui semplici sentimenti umani. Buona giornata e buon umore! ♥️ Cultura sovietica: il post precedente Olga V. Petukhova: cultura russa
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Ivan Šiškin (1832-1898), interprete della natura russa Testo di Emmanuela Castiglione "La natura è sempre diversa, e sempre disposta a darci una scorta inesauribile dei suoi doni che chiamiamo vita". Oggetto dell'opera di questo artista fu soprattutto la natura colta nella sua bellezza, maestà, immensità. Da Elabuga, sua cittadina natale, Šiškin si recò a studiare a Mosca e a San Pietroburgo, e subito scelse di divenire un paesaggista, preferendo gli scenari naturali dove fosse più evidente la forza vitale delle stagioni, la perfezione del creato in tutti i suoi dettagli, la solennità del territorio russo: i tronchi possenti delle foreste, i ricami delle infiorescenze sull'erba, il gioco dei raggi di sole fra le fronde, gli arabeschi del gelo sui rami. Piuttosto che rivestire la natura delle proprie emozioni, si lasciò emozionare dalla sua completezza, immergendovisi in lunghe passeggiate per osservarla dal vivo e rappresentarla con un realismo fedele ai principi dei Peredvizhniki, del cui gruppo fu uno dei fondatori. L'arte gli donò serenità nonostante i molti lutti familiari: perse la prima moglie (sorella del pittore Vasiliev) a soli quattro anni dalle nozze, e negli stessi anni il cognato e due figlioletti. Diversi anni dopo si risposò con una giovane allieva, rimanendo di nuovo vedovo due anni dopo. Ritrovava forza e sollievo dipingendo, nella continua ed attenta ricerca di perfezione tecnica: "nell'attività artistica non c'è mai una fine, non si può dire di aver appreso tutto, e che non c'è bisogno di saperne di più". Come per una sorta di dono del destino, Šiškin morì mentre dipingeva, lasciando incompiuta la sua ultima tela. Img: Ivan Kramskoj (1837-1887) Ritratto di Ivan Šiškin, 1880 Cultura Italia-Russia
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Il succo di betulla, una tipicità russa (Берёзовый сок) Testo di Luca Turrin Il succo di betulla (berezovyy sok) si ricava dalla linfa estratta da un genere di piante della famiglia delle Betulacee. Si tratta di un liquido leggermente dolce e sciropposo ricco di zuccheri, proteine, aminoacidi, enzimi e vitamine B6 e B12 tradizionalmente considerato molto salutare fin dal Medioevo. E' particolarmente diffuso in Russia e in Unione Sovietica dove fu commercializzato come bevanda già dagli anni '50 del secolo scorso. Solitamente la pianta di betulla inizia a produrre linfa in primavera, già con il primo disgelo, e continua fino all'apertura delle gemme: l'albero di betulla puo' produrre dai due/tre litri di succo al giorno fino a un massimo di sette litri. La linfa si ottiene praticando un taglio sulla corteccia e inserendo nella fessura una cannuccia in alluminio o plastica, attraverso la quale il succo scorre in un contenitore appeso alla pianta, oppure mozzando piccoli rami e attaccando un sacchetto o una bottiglia di plastica sul punto dove e' stato fatto il taglio. Una volta estratta la quantità di succo desiderata, la fessura o il foro vengono tappati con cera, legno, vernice da giardino oppure muschio. Tradizionalmente, il succo di betulla è considerato un ricostituente e un diuretico, inoltre si pensa che sia benefico per chi soffre di eczema e acne. Se ne consiglia l'uso anche per le proprietà antiossidanti e antitumorali, oltre che per curare varie malattie dell'apparato respiratorio (inclusa la tubercolosi), calcoli renali, cistifellea, gotta, reumatismi, edema, ferite e ulcere non cicatrizzanti. La linfa di betulla è considerata anche uno dei migliori rimedi naturali per migliorare il metabolismo, avendo un effetto positivo sul funzionamento dello stomaco. Cultura Italia-Russia
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I Romanov – Le origini Nel 1547, appena incoronato, il giovane zar Ivan IV scelse una moglie tra centinaia di giovani bellezze arrivate a Mosca per il concorso matrimoniale. Si chiamava Anastasia ed era figlia del boiardo moscovita Roman Zachar’in-Yuriev. Sessant'anni dopo, questo legame avrebbe aperto ai Romanov la strada per il trono. I Zachar’in-Yuriev, futuri Romanov, erano una famiglia modesta, ma abbastanza antica, proveniente dalla regione di Kostroma. Secondo la leggenda il capostipite, tale Andrej Kobyla, era figlio di un principe prussiano che si era stabilito nella Rus’ all’epoca di Aleksandr Nevskij (1228 – 1263). Kobyla ebbe cinque figli, che diedero origine ad altre famiglie boiarde russe. Il minore di loro, Fёdor Koška, fu il progenitore dei Romanov, che prima si chiamarono Koškin-Zachar’in, e in seguito Zachar’in-Yuriev. Il fratello di Anastasia, Nikita, fu il primo a chiamarsi Romanov, “(figlio) di Roman”. Grazie alla parentela con Anastasia, Nikita ebbe la fortuna di essere uno dei pochi boiardi a conservare la propria posizione per tutto il regno di Ivan il Terribile. Il figlio di Nikita, Fёdor Nikitič, ovvero il patriarca Filaret, era il padre del primo Romanov sul trono russo, lo zar Mikhail Fёdorovič. Olga Tarovik - Storia della Russia
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La Russia e il caffè: un amore che non ti aspetti Testo di Anna Maria Messuti "Tè o caffè? Gatto o cane? Pasternak o Mandel'štam?" - Anna Achmatova rivolgeva tre semplici domande per comprendere l'indole di una persona racchiudendola all'interno di un personale paradigma culturale: San Pietroburgo, raffinata e decadente, e Mosca, austera e ribelle. Tale dicotomia si riflette anche nel lungo viaggio del caffè, in cui si incontrano tradizioni occidentali e orientali. La prima caffetteria (кофейная) venne inaugurata a San Pietroburgo, dove la bevanda veniva gustata amara, o con l'aggiunta di miele, cioccolato, o zucchero, e guarnita con panna montata. Nelle regioni orientali dell'Impero, il caffè, preparato in cezve, veniva servito con l'aggiunta di una panna densa, Kaymak, o spezie come cardamomo e pepe nero. Con Pietro il Grande e Caterina II, i caffè divennero luoghi di ritrovo per l'intellighenzia, mentre l'aromatica bevanda era di moda anche nei salotti aristocratici. Raffinata bevanda, o tentazione del demonio, secondo i Vecchi Credenti? Se nell'Evgenij Onegin di Puškin il caffè è un'abitudine elegante, nel "Maestro e Margherita" è invece associato al mondo demoniaco e irrazionale. In Anna Karenina, Tolstoj descrive il rituale mattutino del principe Oblonskij: "Finiti il giornale, la seconda tazza di caffè e il kalač imburrato, Oblonskij si alzò, scrollò le briciole dal panciotto e, raddrizzate le spalle, sorrise compiaciuto. Non perché il cuore gliene desse motivo, ma perché la digestione stava facendo serenamente il suo corso." Secondo Mikhail Bakunin, "il caffè, per essere buono, deve essere nero come la notte, dolce come l'amore e caldo come l'inferno", e voi, come lo preferite? Img: Arkadij Kim, "Risveglio", opera realizzata con 240 kg di chicchi di caffè, Gorkij Park, Mosca. Cultura Italia-Russia
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Gli Atlanti dell'Ermitage Uno dei simboli di San Pietroburgo sono i 10 potenti Atlanti situati all'ingresso del Nuovo Ermitage sulla Via Millionnaya. Il nuovo edificio dell'Ermitage fu costruito secondo il progetto dell'architetto Leo von Klenze per ospitare la crescente collezione di oggetti d'arte. La costruzione durò dal 1842 al 1851. Si decise di decorare il portico dell'edificio con 10 figure di Atlanti in pietra alte cinque metri, che avrebbero sostenuto il balcone dell'edificio con le loro mani. L'autore degli Atlanti fu lo scultore A.I. Terebenev, che li realizzò seguendo gli schizzi di L. von Klenze. Le figure furono fabbricate nel corso di cinque anni con l'impiego di 150 scalpellini. Tra gli specialisti non vi è ancora un consenso unanime su quale materiale sia stato utilizzato e come siano state realizzate le figure. Il fatto è che a metà del XIX secolo le tecnologie per la lavorazione artistica della pietra non erano ancora sviluppate e si utilizzavano strumenti manuali di scalpellatura. L'entità dei lavori fu colossale. Inoltre, gli Atlanti sono per il 90% simili tra loro. Cioè, a parte piccoli dettagli, le figure sono identiche e produrre 10 pezzi identici del peso di 10 tonnellate ciascuno, che si assomiglino come due gocce d'acqua, è quasi fantastico. Partendo da questo, alcuni specialisti avanzano la teoria che gli Atlanti siano stati fusi con materiale artificiale in stampi, il che avrebbe dato tale somiglianza. Tuttavia, questa teoria si scontra con il fatto che su quasi ogni figura di Atlante sono presenti vene di quarzo, caratteristiche solo del granito massiccio, impossibili da riprodurre con la colata. Allo stesso tempo, è estremamente difficile credere che tali capolavori potessero essere realizzati con scalpello, lima e martello. Per inciso, anche i restauratori non riescono a capire nemmeno come, all'epoca, fosse possibile lucidare così bene la pietra da conferirle una superficie praticamente a specchio. Così, il mistero della fabbricazione degli Atlanti rimane irrisolto. Olga V. Petukhova: cultura russa
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Piantagione di tè di Matsesta, Sochi, Russia Questa è la piantagione di tè più a nord del mondo. È un luogo molto bello con affascinanti file di cespugli di tè. Qui è possibile passeggiare tra i pittoreschi campi di tè, godere dell'aria pura di montagna e scattare fotografie stupende. Inoltre, vengono organizzate visite guidate durante le quali si può imparare molto riguardo alla produzione e alla coltivazione del tè. C'è anche un caffè all'interno della piantagione dove è possibile assaggiare il tè locale e dei dolci. 📸 Instagram: @ityaksov Leggete anche: Il tè nella pittura russa. IL TÈ, UN SEGRETO PER CONOSCERE LA RUSSIA Olga V. Petukhova: cultura russa
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LINGUA RUSSA: IL GENERE FEMMINILE Francesco Cocorullo per Cultura Italia-Russia Immagino stiate leggendo queste righe in una stanza della vostra casa. Guardatevi intorno. C'è una lampada nelle vicinanze? Sì? Bene, лампа (làmpa), femminile. Sennò prendete una penna, ручка (rùchka), oppure ci sarà una porta, дверь (dvièr'), o una borsa сумка (sùmka), oppure un quadro картина (kartìna) appeso ad una parete стена (stenà, da leggere stinà). Tutti femminili. Osservate questi sostantivi. Notato qualcosa? Cosa ha in comune questa prima manciata di nomi russi della vostra vita? Scriviamoli uno accanto all'altro: Ручка дверь сумка картина стена лампа Noterete che 5 su 6 hanno desinenza finale -a. Come in italiano, anche in russo praticamente la maggioranza dei nomi in -a sono di genere femminile. Dunque, se una parola ha questa terminazione, siete quasi certi di non sbagliare genere e concordanze. Дверь, invece, ha un'altra desinenza, il segno dolce. Infatti, una piccola parte di sostantivi che terminano in -ь è di genere femminile, come ночь (noch'), notte, тетрадь (tetràd'), quaderno. Tuttavia se la parola finisce con -ь avete un margine di errore: anche alcuni sostantivi maschili la adottano. Diciamo che siamo al 50%. Inoltre, фотография (fotogràfiya), altro sostantivo femmnile, altra (ed ultima) desinenza: -я. La maggioranza de nomi che terminano in -я sono femminili. Tra questi annoveriamo moltissime nazioni, come Италия (Itàliya) Italia, Россия (Rassìya) Russia, Франция (Franziya) Francia, Грузия (Gruziya) Georgia, песня (pièsnya) canzone. Dunque, riassumendo, sono femminili I sostantivi che terminano in -a La maggior parte dei sostantivi che terminano in -я (e nei gruppi -ья -ея -ия) Alcuni sostantivi che terminano in -ь Lingua Russa - Русский язык
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