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I Maestri del Socialismo

Formazione e informazione politica, storica e filosofica per un canale gestito da Alessandro Pascale.

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CHE COS’È IL COMUNISMO «La volontà del capitalista consiste certamente nel prendere quanto più è possibile. Ciò che noi dobbiamo fare non è di parlare della sua volontà, ma di indagare la sua forza, i limiti di questa forza e il carattere di questi limiti». (Karl Marx) In base a questa analisi, gli autori definiscono il comunismo la dottrina delle condizioni della liberazione del proletariato. È quindi un movimento rivoluzionario che tende all’abolizione della proprietà privata e all’abbattimento dei governi borghesi. Viene identificato nel proletariato l’artefice del superamento del modo di produzione capitalista. I comunisti sono quindi l’avanguardia del proletariato che lotta per l’abolizione e il superamento della proprietà privata dei mezzi di produzione, togliendo alla borghesia il potere di sfruttare il proletariato. Per dirla con le parole di Engels, «il comunismo è la dottrina delle condizioni della liberazione del proletariato». Il comunismo non si propone pertanto di tendere all’uguaglianza assoluta (potremmo dire “integralista”) di tutti gli individui, ma si pone come filosofia della libertà, per la quale la condizione di uguaglianza di partenza è indispensabile. Il socialista Sandro Pertini sintetizzò così la questione: «la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero». Ecco perché, come dice Marx, «il comunismo non toglie a nessuno la facoltà di appropriarsi dei prodotti sociali; toglie soltanto la facoltà di valersi di tale appropriazione per asservire lavoro altrui». Il senso della rivendicazione “abolizione della proprietà privata” sta tutto in queste parole: «noi non vogliamo punto abolire questa appropriazione personale dei prodotti del lavoro necessari per la riproduzione della vita immediata, appropriazione la quale non lascia alcun profitto netto, che possa dare un potere sul lavoro altrui. Noi vogliamo soltanto abolire il miserabile carattere di questa appropriazione, per cui l’operaio esiste soltanto per accrescere il capitale e vive quel tanto che è richiesto dall’interesse della classe dominante». [Nell'immagine: Ritratto di un Friedrich Engels ventenne, 1840. Post completo sui nostri canali telegram https://t.me/intellettualecollettivo e Facebook. Testo e immagine tratti da A. Pascale, "Comunismo o barbarie. Un manuale per ribelli rivoluzionari". Info su https://intellettualecollettivo.it/comunismo-o-barbarie/]
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I Maestri del Socialismo

Formazione e informazione politica, storica e filosofica per un canale gestito da Alessandro Pascale.

Repost from Resistenza Popolare
Mercoledì 9 Maggio 1945, dopo 4 anni di guerra, passati alla storia come Grande Guerra Patriottica, l'Armata Rossa pone fine al Secondo Conflitto Mondiale, in Europa, issando la Bandiera Rossa degli Operai e dei Contadini sul Reichstag e dando un colpo mortale al mostro nazi-fascista. La grande Resistenza Sovietica, ancora oggi difficilmente spiegabile da certi ambienti accademici, costata almeno 28.000.000 di morti (il tributo di sangue più alto pagato da un singolo paese durante il conflitto), ha dimostrato diversi fattori: 1) la capacità industriale e organizzativa del governo sovietico che, tra Luglio e Novembre 1941 trasferì circa 1500 fabbriche dai territori a rischio di occupazione verso l’interno, ovviamente il trasporto includeva non solo gli impianti ma anche le strutture destinate ad ospitarli: tutto questo grazie all'industrializzazione che, in 10 anni, trasformò un paese semifeudale in una potenza economica seconda solo agli USA; 2) la resistenza militare dei (segue...)👇👇
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(... continua) soldati dell'Armata Rossa che, nonostante le prime fasi della guerra dove i soldati tedeschi dimostrarono comunque una innovativa dottrina militare, continuarono a resistere, nonostante la netta inferiorità numerica, anche se accerchiati e condannati a morte certa nelle sacche, mettendo in difficoltà l'esercito tedesco, tenendone occupate importati parti, combattendo fino alla morte; 3) il grande attaccamento della popolazione all'ideale Comunista e alla Patria Socialista rafforzato dalle politiche del Governo di Stalin che aveva migliorato le condizioni degli operai e dei contadini e dalla condotta dello stesso Stalin durante la guerra: come per esempio nella Battaglia per Mosca, quando, con i tedeschi alla periferia della Capitale, si rifiutò di lasciare la città, fece evacuare i membri del Governo richiamando Zukov per la difesa e dimostrò la forza sovietica volendo comunque tenere l'annuale parata per i festeggiamenti della Rivoluzione con le truppe siberiane che, dopo aver sfilato sotto le guglie del Cremlino, in molti casi, andarono direttamente al fronte. L'Eroica Resistenza di Leningrado, durata 872 giorni senza rifornimenti esterni; la strenua Resistenza di Mosca e la vittoria nella cruenta Battaglia di Stalingrado, vera svolta della guerra in Europa, videro la popolazione scavare le trincee, e le difese, e alimentare le "Milizie del Popolo" difendendo le loro stesse fabbriche: questi fattori sono quelli che hanno determinato il Fronte Orientale ovvero il teatro bellico più importante del Secondo Conflitto Mondiale, basti pensare che per tutta la durata della guerra, la canaglia nazi-fascista non ha mai mantenuto meno dei 3/4 delle truppe a est. Il sistema capitalista, oggi come ieri, usa il fascismo provocando conflitti per limitare la libertà dei popoli che non vogliono sottomettersi al pensiero unico della globalizzazione e che lottano per un mondo multipolare: in Ucraina, dove la Nato e la Ue finanziano e appoggiano il governo nazi-fascista e anti-russo di Kiev, dal 2014, che esalta a eroi nazionali collaborazionisti quali Stepan Bandera e Mykola Lebed rei di massacri contro Ebrei e Polacchi, come nel caso del Massacro di Babij Jar (dove i fascisti ucraini collaborarono a uccidere più di 30.000 Ebrei) e dei Massacri in Volinia e nella Galizia Orientale. Un governo, quello di Kiev, che ha provocato una guerra civile in Donbass dove la Russia è intervenuta in un conflitto già in atto per difendere la popolazione ucraina russofona che non accettava il colpo di stato di euro-maidan. La guerra della Nato/Ue contro la Russia dimostra la finta democrazia occidentale, un'ipocrisia che investe anche il nostro paese che, nonostante la subalternità dimostrata dalla politica italiana ai diktat Nato/Ue (accettando di colpire la Russia non solo con le sanzioni ma anche con una propaganda e una pratica ferocemente anti-russa) viene visto con favore dalla popolazione russa: per esempio nonostante il ruolo dell'Armir in Russia, al fianco dell'alleato nazista, sui campi di battaglia russi vi è la dicitura "Tedeschi e fascisti" che indica come la storiografia russa punti il dito sulla parte politica fascista italiana e non contro il popolo italiano. Oggi come ieri, non possiamo dimenticare il contributo e il sacrificio dell'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale e nostro dovere è quello di combattere il fascismo: un fascismo che è riuscito a far credere a tutti che è stato sconfitto ma che in verità è stato ricostituito in forme diverse, sia politiche tramite il nuovo arco politico da destra a sinistra, sia culturali tramite il consumismo e l'individualismo edonistico presenti nella società; un fascismo che ha assunto, come diceva Brecht, il volto democratico degli Stati Uniti d'America; un fascismo che riesce a ingannare molti compagni che sbagliano quando mettono sullo stesso piano la Russia e la Nato: c'è differenza tra la Russia, pur sempre capitalista, che si difende e che si oppone all'imperialismo Nato/Ue e quest'ultimo, che opprime l'autodeterminazione dei popoli: chi non capisce è
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solo un "kompagno" per la Nato. VIVA L'UNIONE SOVIETICA! VIVA IL 9 MAGGIO! VIVA IL GIORNO DELLA VITTORIA! VIVA L'ANTIFASCISMO, IERI OGGI SEMPRE!
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(...continua) all’interno delle sezioni “Esplora” e “Reels” e nei contenuti suggeriti nella pagina principale degli utenti, la nuova impostazione è stata introdotta senza chiedere il consenso degli utenti e senza darne loro avviso attraverso una notifica. Fisiologicamente, dunque, molte persone ignare del blocco, non vedranno più molte pagine seguite. Questa è l'ennesima censura che viene imposta su internet per poter controllare meglio il popolo costringendolo ad informarsi solamente tramite i cosìdetti “professionisti dell'informazione” che sempre più spesso manipolano o inventano di sana pianta le notizie, basti pensare agli articoli in cui dicevano che i soldati russi in Ucraina erano costretti a combattere con le pale, alla nonnina che aveva ucciso interi plotoni, ai video presi da un videogame di guerra spacciato per reale e moltissimi altri.
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LA CENSURA SUI SOCIAL SEMPRE PIU' PESANTE La censura sui social per quanto riguarda i contenuti politici è ufficialmente iniziata. Meta aveva già comunicato alcuni mesi fa che in breve tempo avrebbe limitato i contenuti politici presenti sul proprio social, o almeno i contenuti politici che secondo la propaganda occidentale sono scomodi o non allineati, adesso tutto ciò diventa realtà. Meta ha deciso che mostrerà meno contenuti politici ai propri utenti e anche se una persona segue una pagina politica, questa non verrà più visualizzata nella Home, queste sono le nuove direttive per rendere i social più frivoli e meno impegnati, impedendo alle testate giornalistiche e a tutti coloro che non sono piegati alla propaganda mainstream di poter far sentire la propria voce. Instagram in particolare ha deciso di mettere un freno alla circolazione di contenuti che trattano di politica e temi sociali. Da domenica scorsa, infatti, ha disattivato in modo automatico la diffusione di post politico-sociali (segue...)👇👇
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COMUNISMO O BARBARIE Segnaliamo questa presentazione di “Comunismo o barbarie” del nostro compagno Alessandro Pascale, che concentra in questo video l’attenzione sulla ricostruzione delle vicende della seconda metà del XX secolo mostrando come l’imperialismo sfoci naturalmente nella guerra per impedire l’avvento di mondo multipolare e, in ultima istanza, del socialismo. https://www.youtube.com/watch?v=xXB1aNbjtAQ
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1 GIUGNO, ROMA. MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO IL GOVERNO MELONI. Come Resistenza Popolare siamo impegnati nella costruzione della manifestazione unitaria contro il Governo Meloni che si svolgerà a Roma sabato 1 giugno. Per costruire una vera opposizione al governo guerrafondaio e antipopolare delle destre e del regime; per rivendicare migliori condizioni di vita e di lavoro attraverso la distruzione dell'imperialismo, riconquistando sovranità nazionale e popolare attraverso l'uscita dell'Italia dalla Nato e dalla UE; per denunciare la complicità del PD e delle altre forze di centrosinistra con le peggiori politiche governative; per chiedere la rottura della complicità tra Italia ed Israele e la libertà della Palestina. Per ricordare che c'è solo una direttrice possibile per il nostro Paese: il socialismo! VIA IL GOVERNO MELONI! BASTA GUERRA! BASTA IMPERIALISMO NATO! BASTA UE E EURO! GIÙ LE ARMI, SU STIPENDI! PALESTINA LIBERA!
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CONTRO IL REVISIONISMO STORICO ANTISOVIETICO 9 maggio 1945. A sventolare sulle macerie del Reichstag è la bandiera rossa dell'Unione Sovietica. “Ogni essere umano che ami la libertà deve più ringraziamenti all'Armata Rossa di quanti ne possa pronunciare in tutta la sua vita!” (Ernest Hemingway) E ringraziamo, giurando di continuare sempre a difendere la verità storica che lo assolve, il compagno Stalin, che ha guidato l'Armata Rossa durante la guerra, ma soprattutto ha saputo costruire per la prima volta della storia un paese socialista, che ha mostrato ai popoli del mondo come ci si potesse liberare della borghesia. L'imperialismo occidentale è ricorso vanamente all'arma del nazifascismo per distruggere "l'esperimento nefasto". Sinistrati di ogni categoria: il comunismo non potrà mai essere equiparato al nazismo, mentre è più totalitaria l'attuale società liberale, che cerca di riscrivere orwellianamente la storia sulla base delle proprie esigenze politiche. Chi conosce la storia, priva delle incrostature e falsificazioni borghesi, non smetterà mai di rivendicare i successi e i meriti del movimento comunista internazionale, che ha mostrato come l'organizzazione della forza popolare è in grado di distruggere anche l'esercito oppressore più potente e spietato del mondo. Onore all'Unione Sovietica e a tutti i suoi caduti, oltre 27 milioni. Onore a tutti i comunisti e gli antifascisti caduti nella lotta al flagello nazifascista. Onore al Partito Comunista dell'Unione Sovietica e al suo leader Iosif Stalin per aver vinto al proletariato mondiale la più grande battaglia di classe mai combattuta nella storia dell'umanità.
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