QUANTO NOI SAPPIAMO DI PASQUA?
Parte 1/3 - Pesach e Easter
Nella prima parte abbiamo visto brevemente cos'è l'ebraico Pesach e che contributo esso ebbe nella “nascita” della Pasqua cristiana…
❓Vi domanderete sicuramente, se la Pasqua arriva dall’ebraico Pesach, allora perché in inglese la Pasqua si dice “Easter”?
Innanzitutto, va detto che la maggior parte dei cristiani infatti non chiama Pasqua “Easter” (dall'anglosassone). L'antica chiesa parlava aramaico, ebraico, greco, latino, siriaco, copto e altre lingue. Non era e non è "Easter".
La maggior parte delle lingue conserva in qualche modo l'antica designazione cristiana correlata alla parola ebraica per Pasqua - Pesach (si pronuncia “peskha”).
Detto questo, bisogna sapere che la lingua inglese, come la conosciamo noi ora, non esisteva in alcuna forma fino a mille anni dopo la risurrezione di Gesù e si sviluppò a migliaia di chilometri da dove ebbe luogo quella risurrezione. L'inglese e l'uso dell'inglese determinano il significato del nulla nell'antica fede cristiana.
❓Ma allora perché il mondo anglosassone chiama la Pasqua “Easter”?
La ragione è antica, anzi antichissima. “Easter” è parola imparentata con il tedesco Oester (meglio nota come Ostara - uno degli otto sabbat pagani, che viene celebrata tra il 20 e il 23 marzo, in occasione dell’equinozio di primavera), che arriva da un proto-germanico *austrōn, che a sua volta significa “alba/rinascita”.
Proprio perché, come dicevo prima, l'inglese come lingua non esisteva, perché non esistevano “inglesi”, ma era un mix fra nordici e germanici.
Durante l’Oester, infatti, si celebra la rinascita e la rigenerazione sia della natura sia dell’uomo, in senso spirituale, attraverso l’accensione di un cero che viene lasciato bruciare per tutta la notte, fino all’alba. Perché il fuoco è simbolo di purificazione e rinnovamento.
Da questa tradizione deriva il cero pasquale nella religione cristiana, che rappresenta sia Cristo Risorto che la colonna di fuoco divino che guidò gli Ebrei in fuga fuori dall'Egitto. Anche la resurrezione di Gesù è un evento che si può paragonare a un "risveglio" solare, in quanto dal buio del sepolcro, luogo associato alle profondità infere della terra, ascende al cielo come il sole in una nuova e rinnovata alba.
Per esempio, i drudi celtici chiamavano la festa di Ostara col nome di "Alban Ellier", che tradotto significa “Luce della Terra“ per simboleggiare la liberazione della luce solare dai confini tenebrosi dell'inverno (ancora “luce”, “fuoco”, “resurrezione”... non credete che tutto è più collegato di quanto ci fanno credere?)
Un altro fatto importante è che il nome Ostara deriva dalla dea germanica Eostre, divinità femminile teutonica legata alla fertilità, alla (ri)nascita e all’est, il punto cardinale da cui sorge il sole. Per questo gli antichi “inglesi” chiamavano “Eostur monath”, cioè il mese di Eostre, un mese di rinascita, quello che ora è il mese della Pasqua.
Per queste ragioni, più pagani che cristiani, tutto il mondo anglosassone utilizza la parola “Easter”, cambiate le circostanze, per riferirsi alla Pasqua cristiana (il “gioco” della chiesa è sempre lo stesso: prendere il “vecchio” e adottarlo al “nuovo”, in modo che il “nuovo” non crea troppo scompiglio nelle menti delle persone, accettando, man mano il “nuovo”, come unica verita esistita).
❗E per concludere, a Eostre, una divinità della rinascita, collegata alla luce e alla fertilità, da cui deriva l'inglese “Easter”, sono legate la più celebre figura pasquale, amatissima dai bambini, e una delle usanze che, proprio in occasione della Pasqua, spopola nei Paesi di lingua inglese e in Germania: il CONIGLIO PASQUALE e la CACCIA ALLE UOVA.
Una leggenda narra che Eostre, passeggiando in un bosco durante un rigido inverno, trovò a terra un uccello ferito. Mossa da compassione, la dea per aiutare l’animale a superare l’inverno lo tramutò in una lepre che, tuttavia, mantenne la capacità di deporre le uova. E così il coniglio pasquale porta in dono ai bambini che si comportano bene delle uova colorate e decorate.