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Lanonaelica

Il pensiero laterale come via di indagine e conoscenza.

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Decimo Meridio "Cui prodest? " È vero, Trump era talmente avanti nei sondaggi da non aver bisogno di uno spot pubblicitario per ottenere ulteriori consensi. E allora? Guardiamo al personaggio: per molti è già una sorta di eroe. Un ribelle. Un outsider che lotta contro il sistema. Le cause legali ne hanno fatto un perseguitato agli occhi del suo elettorato. Adesso, l'attentato lo fa apparire come una leggenda vivente: scampato alla morte. Come se fosse unto dal Signore. Nella costruzione delle figure chiave, certi stilemi sono ricorrenti. E qui li stiamo riscontrando tutti. Abbiamo il fulgido cavaliere capace pure di schivare le pallottole. Novello emulo di Batman, però col ciuffo biondo. E le carte che lo ritraevano nei panni di supereroe, a questo punto, non erano un caso. Dunque, lo scopo: ammantare la figura designata della giusta aura di sacralità, di invincibilità, di capacità di riscossa. Un qualcosa che sia in grado di infiammare e trascinare le masse come solo certi leader hanno la capacità di fare. Lo vediamo nello sport, coi campioni fuori dall'ordinario: la folla ha un bisogno spasmodico di essere trascinata da qualcuno che traduca in realtà le proprie fantasie. Come in una sorta di transfert. Perché mai dovrebbe essere diverso in politica? Tanto più in una situazione di drammatica crisi, nella quale sarà fondamentale poter trascinare la massa come e quando si vuole nella direzione stabilita dal padrone del gioco. Nessuno può farlo meglio di un leader carismatico, al limite del leggendario. E leggenda si diventa non certo cavandosela da una causa legale. Ma scampando ad un proiettile sì. Altroché. Non importa che quel proiettile sia vero o falso. Non importano le eventuali vittime di contorno. E se i servizi segreti ne escono ridicolizzati, come se facessero parte di una cospirazione, tanto meglio. Importa l'emozione che si suscita nel pubblico. Il ricordo indelebile di quell'evento. La simpatia istintiva verso la vittima predestinata che, invece, sopravvive miracolosamente. Intanto, non sono molte le persone che si fanno domande: la loro percentuale è statisticamente irrilevante. Quindi: foto epiche. Incitazione immediata alla lotta. Grinta da gladiatore. Già. Massimo Decimo Meridio scansati. E la folla, è già in piedi ad applaudire. https://t.me/Lanonaelica
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Bombe ad orologeria  Sì. Possiamo ostinarci a fare finta di niente, ma c'è stato un cambiamento fondamentale: il principio di precauzione è andato completamente a puttane. Un caso? Certo che no. Perché ad essere del tutto ingenui si potrebbe ammettere una prima volta, e cioè quando l'emergenza sanitaria è stata il pretesto per far inoculare miliardi di persone con una pozione sperimentale: e va bene, noi non crediamo né alla pandemia né al virus da pangolino o da laboratorio, ma per il momento soprassediamo. Ad essere veramente testardi potrebbe forse accettarsi anche la seconda casualità, ossia quando si è cominciato ad implementare il 5G benché tutti gli studi in materia ne evidenziassero la dannosità. Sai: il progresso, la banda larga, gli standard. E sticazzi se è roba prettamente militare, e certamente non lo fanno per incrementare la velocità dei tuoi download. Però, alla terza qualche vago campanello d'allarme dovrebbe mettersi a suonare anche nelle teste più vuote, perché va anche bene che nella maggior parte della gente il cranio serva solo per separare le orecchie, ma ostinarsi a ignorare la trave che ti sta impalando non è da martire: è da coglioni. Quindi: come la mettiamo con l'auto elettrica che ti stai piazzando in garage? Che poi non è molto diverso con le auto ibride, ché le batterie ce le hanno pure loro, o con i sistemi di accumulo più performanti degli impianti fotovoltaici. Già: perché come per ogni cosa a questo mondo, anche le batterie più sono sofisticate più sono delicate. E, in questo caso, delicatezza vuol dire rischio di esplosione. Tradotto: le possibilità di un incidente aumentano a dismisura. Ciò che, in qualsiasi analisi costi/benefici, sconsiglierebbe l'impiego di un qualcosa di tanto intrinsecamente pericoloso da poterti mandare a fuoco la casa, magari con te dentro. "Ma è uguale col gas della cucina o della caldaia, o con un'auto normale, o con la corrente elettrica: mica possiamo tornare all'età della pietra". Eh no. Non è lo stesso, perché non c'è paragone: al momento attuale, una è una tecnologia ben collaudata e consolidata, l'altra è un accrocchio che, a parte il non avere niente di green sol che si consideri l'intero processo di produzione e smaltimento, potenzialmente è una fottutissima bomba. Senza un timer preciso ad indicarne la scadenza, e proprio per questo ancor più pericolosa. Pale eoliche? No, ma davvero crediamo che tonnellate di cemento per il basamento ed altrettante di metallo per il macchinario siano un passo avanti nella direzione dell'ecologia? Sul serio pensiamo che, ammettendo e non concedendo che possano raggiungere un funzionamento soddisfacente, le relative emissioni di frequenze/risonanze non siano dannose per uomini ed animali? E i famigerati campi di pannelli? A parte gli immensi problemi di smaltimento a fine vita, che Eternit scansati… che ruolo giocano nella desertificazione indotta sia per diretta spoliazione del verde dal suolo, sia per le cariche elettromagnetiche che si accumulano nel terreno a loro sottostante, privandolo per chissà quanto tempo della sua fertilità? E che dire di ogni tecnica di geoingegneria nei nostri cieli, se non che ne stiamo vedendo direttamente ed immediatamente le inedite, disastrose conseguenze? Già: stiamo letteralmente giocando col fuoco. O meglio: ce lo stanno imponendo. In tutti questi settori il principio di precauzione non solo non è più rispettato, ma è stato letteralmente capovolto. Ovvero: se un tempo la via maestra era costituita dal "primum non nocere", così in ambito medico come in quello industriale, oggi il criterio guida è la collateralizzazione del sicuro danno in nome di qualcosa che, a pensarla bene, potrebbe essere il semplice profitto, ma a pensarla male è una sete di sterminio, appena mascherata dalla relativa diluizione in modi, contesti, tempistica. Sarà una coincidenza, tuttavia sembra proprio che ogni imposizione governativa abbia tutti i connotati di una bomba ad orologeria. E purtroppo, come si dice: a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. https://t.me/Lanonaelica
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Aiuti e braccialetti Li chiamano “aiuti alla guida”, con lo stesso capovolgimento semantico per cui chiamano quelli che ti mettono la multa al minimo ritardo “ausiliari della sosta”. Qualcuno sente il bisogno di un tale tipo di aiuto? Non ci fossero le strisce blu, quelle rigorosamente a pagamento, si vivrebbe tutti meglio. Ma i Comuni hanno bisogno di fare cassa in qualunque modo, e dunque ecco qui la soluzione: l'ausiliario. Ma che figura simpatica, con il suo blocchetto appresso da compilare alla minima infrazione. Sulle auto, gli aiuti alla guida stanno diventando la stessa cosa: perché non si parla più di ABS o AIRBAG, ma di sistemi invasivi che ti limitano nello sfruttamento del mezzo o ti monitorano. Letteralmente. Scatola nera? Ogni dato viene registrato. Cicalino per la cintura non allacciata? Ti trapana il cervello fino a che non cedi per esasperazione e te la metti. Ora, in questa sempre più fantastica Europa, sui nuovi veicoli è obbligatorio per legge anche il limitatore di velocità in automatico: il mezzo rileva da sé qual è il limite nella strada che stai percorrendo (ciò che implica che un qualcosa di esterno alla tua persona conosca dove stai andando, momento per momento), e ti avvisa. Sì, puoi ancora togliere il relativo allarme, ma questo si reinserirá alla successiva accensione del veicolo. Tutto normale? Perché, a parte la conclamata inesistenza di ciò che chiamano privacy, ormai siamo allo stato di sorveglianza totale. Sempre con la scusa della sicurezza, ovviamente. Di questo passo, fra poco nessuno si scandalizzerà se imporranno un braccialetto elettronico o una cavigliera per monitorare anche chi sceglie di girare a piedi. Già. Perché no? Si potrebbe attraversare fuori dalle strisce pedonali, rischiando di farsi male o di creare incidenti. O, peggio, non aspettare che scatti il verde per i pedoni e passare quando l'omino disegnato sul semaforo è ancora rosso, anche se sono le 5 di mattina e le strade sono deserte. Disciplina. Ci vuole disciplina. E siccome non tutti sono d'accordo, allora ci vuole più sorveglianza. Con relative sanzioni, ovviamente. Ci stanno trattando da carcerati in libertà vigilata. Quello che ieri sembrava assurdo, oggi è normalità. Un passo dopo l'altro, la mobilità privata viene pezzo dopo pezzo limitata, circoscritta, rigidamente controllata nel suo espletarsi. Non è questione di una semplice scatola nera sul veicolo, o di un fottuto cicalino che ti avvisa del superamento del limite di velocità. Il problema è che in nome del “bene superiore” costituito dalla “sicurezza”, ci stanno negando comunissime gioie del vivere. Per ora quella di guidare, se non accettando condizioni sempre più oppressive. Sicuri che fra un po' non sia anche quella di camminare liberamente? Il lockdown, con autocertificazioni e relative amenità, lo abbiamo già avuto. Ed era una bel test. Le telecamere sono già in ogni dove. Il QR è richiesto per l'ingresso a Venezia. In certe spiagge bisogna prenotare con largo anticipo. Sì. Sono solo i primi provvedimenti. Proprio come cinture e casco erano solo l'antipasto di ciò che sarebbe arrivato. E l'idea che quel monitoraggio continuo che si ha oggi nel digitale stia traslando così veloce anche nel reale, è quanto di più distopico ci stiamo trovando ad affrontare. Perché nessuno di questi ausili è implementato a nostro vantaggio. Sono solo strumenti al servizio della loro follia di oppressione e controllo. È il principio ad essere malato, come tutto ciò che impone una strada senza lasciare possibilità di scelta. E proprio per questo va scardinato alla radice: nessuno di noi ha bisogno di un aiuto forzato per guidare ciò che suo. Che sia la propria moto. La propria auto. La salute e l'educazione dei suoi figli. O la propria vita. https://t.me/Lanonaelica
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E lieto sia Con tutto quello che stiamo vedendo, per giunta in diretta, non ci dovremmo sorprendere più di niente. E invece, ogni tanto qualcosa capace di lasciarci di stucco c'è ancora. Ebbene sì. Perché ci giunge fresca fresca la notizia che, dopo le ormai consolidate quote rosa, avrebbero ufficializzato pure quelle woke. Senza dire nulla. Alla chetichella. Ma lo avrebbero fatto sul serio. E proprio qui starebbe la migliore delle spiegazioni di quanto verificatosi a seguito delle più recenti, mirabolanti elezioni. Ma perché mai la creazione di una siffatta quota, destinata come premio a chi, come talenti, del carro è l'ultima ruota? Perché le cose ce le devono dire, in adempimento all'obbligo di verità, e ce le vogliono dire, nell'ottica della massima umiliazione. Del resto, parafrasando la famosa Vanna, i diversamente intelligenti vanno diversamente coccolati. Pertanto, come plastica dimostrazione di cosa voglia dire oggi "democrazia in salsa woke", non solo gender e green verrebbero ribaditi come principio informatore di ogni legislazione, ma i loro esponenti più feroci e sfrontati avrebbero un ingresso garantito negli entourage elitari del gotha politico/mediatico del potere, con uno scranno non rimovibile da sotto il culo neanche a provarne le peggiori nefandezze. Anzi, tanto più uno venisse riconosciuto reo, tanto più grande e manifesto sarebbe il relativo encomio. Tanto più innocente la vittima ed efferato il crimine, tanto più prestigiosa la collocazione nel sistema di comando. Risultato: hai stipulato contratti miliardari, per inoculare forzatamente dei sieri militari? Bene, non c'è questione. Verrai riconfermata alla guida di una Commissione, che sta a comandare mezzo miliardo di persone. Tu, invece, hai manganellato un povero viandante, sulla base del sospetto fosse un fascista militante? Anche per te c'è un posto vacante, magari come parlamentare con un megastipendio roboante. Per non cadere in evidente contraddizione, visto che ogni reo deve aver sua libagione, il manovratore pare voglia provvedere anche a chi, per patriarcato, di un vile crimine sì è giusto ieri orrendamente macchiato. E quindi, il femminicida più famoso a livello nazionale, si sussurra verrà piazzato in un consesso affatto banale. Si dice che, pur latitando processo e comparizione, e pur dubitando della sua stessa esistenza molte persone, si sia risolto il problema alla radice, salvando tutto: capra, cavoli e cervice. Si sarebbe dunque deciso per la sua destinazione, ad un carcere che è il più sicuro per definizione: una prigione senza sbarre e senza via di fuga alcuna, proprio lì, sulle stelle, condannato a rimirar l'eterna luna. Già: per direttissima, senza poi grandi tentennamenti, sembra che i giudici abbiano già pronti gli opportuni provvedimenti. E allora, tra una pena severa senza possibilità di redenzione, e una missione da onorare per il proprio debito sociale ripagare, l'acclarato colpevole più difficile da vedere e intervistare, si sarebbe scelto di mandarlo in orbita, sulla ISS, a lavorare. Con un biglietto di sola andata, ovviamente, ma che domande. La pena vera, poverino, consisterebbe nel Samantha rifornire, del materiale umano atto a i suoi capelli irrigidire. Effetti speciali e colori ultra vivaci, tutto sarebbe pronto per ingannare anche gli spettatori più perspicaci. E, pei protagonisti tutti, lauto stipendio verrebbe garantito: sia mai detto che il regime non premi bene il suo asservito. Intanto qui, la cosa pare invero già in discesa, per qualche membro della famiglia offesa, si starebbe studiando una bella candidatura, magari in un partito della massima levatura. Ecco che dunque un'altra assegnazione in quota sarebbe assicurata: Ma senza scandalo o sorpresa, ormai la plebaglia è abituata. In attesa, ovviamente, dell'ennesima elezione, con cui ancora sbeffeggiare tutta la popolazione. E dunque: Dopo sieri, guerre e scie, torni il rito della democrazia, Sì che ancora in letargia chi vuol esser lieto sia. https://t.me/Lanonaelica
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Cloward, Piven, Ignatiev: coincidenze allo sbaraglio Si dice che quando il macellaio vuol mimetizzare le macchie di sangue, allora si mette su un bel grembiule rosso. Pertanto: se vuoi attuare un massacro sociale, quale strategia migliore del farlo in nome dei poveri, dell'equità, dell'inclusione, della giustizia? Da un punto di vista prettamente socioeconomico, la teoria formulata dal duo Cloward Piven ha la medesima rilevanza di quella di Tesla nel campo delle scienze applicate. Rilevanza, sì. E pure trattamento, dato che non sono così conosciuti come dovrebbero essere nonostante l'ampio impiego strategico dei loro studi a livello di think tank mondiali. Un solo dato: per pubblicare la loro teoria su The Nation Magazine, i coniugi scelsero il sibillino titolo: The Weight of the Poor: A Strategy to End Poverty (Il peso dei poveri: una strategia per porre fine alla povertà). Un atto di coraggio niente male per questa coppia che, nel bel mezzo degli infuocati anni ‘60, prende una posizione tanto sfacciatamente anticapitalista benché gli echi del maccartismo fossero ancora distintamente udibili. Già. Una pubblicazione dall'importanza dirimente. Ma era volta a creare l'occasione di un riscatto dei poveri, o aveva piuttosto dei secondi fini? Perché il loro schema era assolutamente semplice: le tensioni generate dal crollo del welfare, indotto mediante l'incremento delle richieste di sussidi da parte dei sempre più numerosi indigenti, sarebbero sfociate in proteste o perfino rivolte, consentendo al Governo di usare il pugno di ferro e imporre così, con la forza, un controllo totalizzante sulle masse. Quindi: da una parte, un'imponente e pervasiva opera di espropriazione di ricchezza, legittimata dall’urgenza (artatamente creata) di una redistribuzione sotto l'egida dell'equità. Dall'altra, il ricatto di un controllo da carcere a cielo aperto per la verifica dei requisiti necessari al godimento dei sussidi governativi. Non ricorda il Great Reset di cui oggi tanto si parla? Con solo un distinguo: se in analogico il controllo poteva essere in qualche misura comunque eludibile, con l'avvento del digitale qualunque scappatoia viene preclusa. Totale: negli USA abbiamo la strategia Cloward Piven a fare da sottofondo ad ogni scelta di gestione della cosa pubblica. Raramente nominata, da pochi conosciuta, eppure scientificamente applicata anno dopo anno, amministrazione dopo amministrazione, da quel nemico occulto che si è insediato al vertice del potere. Per una ovviamente del tutto fortuita serie di combinazioni, risulta che Richard Cloward, nel corso della sua lunga carriera, ricoprì incarichi in visita presso l’Università Ebraica di Gerusalemme; ciò che implica fosse quantomeno una persona “gradita”. Ancora, la consorte Frances Piven può vantare dirette origini ebree, essendo figlia di immigrati ebrei russi. Di nuovo: ci si ricorda dell'importanza del lavoro di Noel Igniatiev, con il suo slogan “Il tradimento della bianchezza è lealtà verso l'umanità”? Perché anche qui ritroviamo le solite origini. Eppure, l'identità di questo nemico interno rimane tuttora avvolta dal mistero. Quasi ci fosse una sorta di copertura istituzionale a monte. Al contrario, ciò che è in bella vista è la curiosa fatalità per cui tutto quanto va attuandosi a livello di povertà diffusa ed immigrazione imposta, va a collimare perfettamente con gli studi di un mondo accademico di certa ben precisa matrice. Sarà un'altra casualità, ma la traslazione di certe idee dalle università alle politiche sul mondo reale potrebbe forse essere grandemente agevolata da flussi sterminati di danaro (di chi sono i maggiori colossi finanziari?) e da un ben oliato sistema ricatto (il metodo Epstein Maxell vi dice nulla?). Ovvio: sono mere speculazioni. Eppure, curiosamente le attuali condizioni della vecchia Europa, ridotta allo stato di colonia, e del Nord America legittimerebbero taluni sospetti. Ma no davvero. Ma di cosa stiamo parlando. Sicuramente tutte queste sono solo coincidenze. Niente più che coincidenze allo sbaraglio. https://t.me/Lanonaelica
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La strategia Cloward Piven È almeno dal 2010, con la crisi della Grecia, che molti si sono messi a studiare la tematica dell’Unione Europea, andando così a scoprire parecchi scheletri nel suo armadio. Uno su tutti, quel piano Kalergi in nome del quale si attribuiscono addirittura premi dedicati, e che in buona sostanza vorrebbe cancellare la popolazione originaria del vecchio continente per sostituirla con un'unica razza di meticci. Qualche dubbio in proposito? Come se le armi di migrazione di massa che ci hanno scagliato contro, soprattutto durante gli ultimi 15 anni, non fossero abbastanza evidenti nelle loro devastanti conseguenze sociali ed economiche. Il fatto, tuttavia, è che siamo abituati a guardare solo in casa nostra, com'è normale che sia, e così facendo ci perdiamo la comprensione del disegno complessivo. Perché, a ben vedere, il problema immigrazione non è solo da mettersi in relazione con questo famigerato piano Kalergi, ormai in avanzato stato di attuazione. Di più: forse il fatto che certe informazioni vengano relegate in secondo o terzo piano non solo dal mainstream, ma anche da gran parte della controinformazione, sta a significare che una regia più profonda vuole che certe cose rimangano in sordina, proprio per evitare una migliore comprensione degli eventi in corso di svolgimento e la conseguente levata di scudi che ne potrebbe subitaneamente scaturire. Qual è, dunque, l'altro fattore potenzialmente scatenante questa migrazione da sud a Nord di proporzioni così epocali? Niente di meglio, e soprattutto di più facile: un piano Kalergi rivisto e riadattato al Nord America, e vestito con un nome differente. Ecco servita, quindi, quella che è nota agli “addetti ai lavori” come la “Cloward-Piven Strategy”, così chiamata dal nome dei due studiosi statiunitensi che l'hanno messa nero su bianco nel 1966. Semplificando, detta strategia punta ad innescare una crisi politica mediante il sovraccarico del sistema di welfare dovuto ad un aumento oltremisura delle richieste di assistenza sociale: da questo momento di rottura scaturirebbe forzatamente la creazione di un sistema di reddito minimo garantito, da redistribuirsi attraverso l'intervento del governo centrale. Il grimaldello ideale utilizzato da questo piano sarebbe costituito, com'è ovvio, da una ondata d’immigrazione illegale di massa tanto ampia da travolgere come uno tsunami i programmi di sicurezza sociale e i singoli governi locali degli USA. Quindi, a voler fare un disegnino con tanto di sottotitoli, i passaggi fondamentali sarebbero quattro: 1. Sovraccaricare il sistema di welfare, tramite immigrazione e crisi economica indotta, fino ad innescare il suo inevitabile collasso; 2. Incendiare la miccia del conseguente caos tramite proteste sempre più violente da parte di gruppi civili di pressione (immigrati, minoranze, poveri); 3. Giustificare così una ferrea presa di potere con poteri straordinari da parte del governo centrale, al fine di controllare i disordini sociali; 4. Implementare il comunismo attraverso la forza del governo, giustificando così espropri massivi e conseguente redistribuzione della ricchezza. Totale: lo si vede l'identico schema di fondo? L'attacco viene dall'interno del sistema. Ma non da voci qualsiasi: sempre e comunque rigorosamente dal gotha della nomenklatura intellettuale. Già. Kalergi in Europa, e Cloward Piven nel Nord America. I sicari dell'Occidente, per un compito deciso a monte da ben precisi mandanti che sono innominabili, intoccabili, passibili come per predestinazione divina solo di lodi ed encomi. Come dice qualcuno: OGNI. SINGOLA. VOLTA. Ecco perché non si mette nella dovuta relazione ciò che sta accadendo su entrambe le sponde dell'Atlantico: si rischierebbe di pestare piedi troppo importanti. E, si capisce, i colpevoli che manovrano i governi da dietro le quinte non possono certo venir pubblicamente stigmatizzati. Ma è solo l'ennesima teoria del complotto, benché la stiamo vedendo realizzarsi in diretta, e con un'accelerazione che non lascia presagire niente di buono. https://t.me/Lanonaelica
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Le gambe delle bugie Fin da quando eravamo poco più che batuffoli ci hanno raccontato che le bugie non vanno molto lontano, perché hanno le gambe corte. Sarà, ma più invecchio, più mi sembra che questo principio NON riguardi la sfera del potere. Mi pare, anzi, che tutto le sia permesso: dal sovvertimento del sapere, alla negazione della sacralità umana in quanto tale. Sì. Perché dopo una vita che mi hanno inculcato il rispetto delle istituzioni, raccontandomi essere lì quali prescelti numi tutori del più giusto e corretto convivere sociale, ho udito QUALCUNO sconfessare platealmente questo credo, nel momento stesso in cui redarguiva la popolazione sul fatto che non ci si potesse azzardare ad invocare la libertà personale per sottrarsi al doveroso, anzi obbligatorio adempimento vaccinale. Perché dopo una severa e scrupolosa istruzione, in cui un ben preciso racconto storico è stato martellamento apodittico e quotidiano, ho visto le vittime da quella stessa storia descritte come tali occupare in ogni nazione le posizioni di potere più elevate e disparate, per poi perpetrare un autentico genocidio in barba ad ogni principio morale e di diritto internazionale. Perché dopo anni di imposizione culturale di un malcelato autorazzismo becero e triviale in danno dell'uomo bianco, immancabilmente dipinto come assassino, conquistatore e sfruttatore, da ultimo ho inteso il disegno subdolamente criminale, di chi la mia razza vuole dalla faccia della terra cancellare. Perché dopo anni di vaccini amici, spacciati come unici rimedi in funzione di prevenzione, sta venendo fuori che non solo quelli ultimi, ma tutti quanti sono veleno con sola diversa gradazione. I dati sui bambini stanno lì a dimostrarlo: malattie, deficit o addirittura sindrome di morte improvvisa, ovunque è un'impennata corrispondente al crescere del numero di inoculazioni. Perché dopo una costante opera di convincimento sulla bontà della dieta mediterranea, a furia di vedere attorno flaccidità ed obesità due domande me le sono fatte, e la risposta me l'ha data direttamente quell'OMS che ieri mi voleva siringare, e oggi mi detta le sue linee guida sul regime alimentare. E allora, giacche mi dice che carboidrati, frutta e verdura sono miei benefici alleati, ho fatto solo due più due e ho realizzato, finalmente, che lo zucchero fa sempre e comunque male, ed è l'ennesima balla di regime che è deleterio solo quello sotto forma di pasta, pizza o prodotto industriale. Perché mi hanno indottrinato con guerre, fazioni, divisioni tra nazioni, e poi ho scoperto che nei settori come missioni spaziali, Antartide, finitezza delle risorse, cambiamento climatico, virologia, implementazione del digitale, lì non ci sono nemici, ma solo alleanze e spartizioni di potere. Bugie. Un mondo di bugie. Un mondo di fandonie, sostenute solo dal presupposto dell'essere ripetute senza sosta e senza alcuna divisione nel fronte del monolitico consensus politico/scientifico mondiale. Quel che chiamano: "aura auctoritatis". Già. Chi ha detto che le bugie hanno le gambe corte? Era proprio questa la più grande delle menzogne: perché son lunghe e seducenti. Maliziose ed intriganti. Ma hanno anche un gran difetto: "Una volta che si è visto, quelle gambe incespicare, tutto il fascino svanisce, e l'inganno va a scemare. Sta a noi prendere coraggio e combattere l'oltraggio, senza avere più paura di cadere poi in sventura. Perché a smascherar bugiardi si può solo guadagnare, non soltanto in quanto a onore, ma anche in gusto a sputtanare. Non facciamoci irretire. Non facciamoci fregare Tempo è di spazzar via Ogni stolida bugia." https://t.me/Lanonaelica
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Il sole bianco Primo di luglio, anno domini 2024. Un'alba estiva che dovrebbe essere come tante, ma non lo è. Assenza completa di vento. Non si muove una foglia. E fin qui ci sta, perché capita che la mattina presto sia tutto calmo, e cominci a tirare qualche ora più tardi. Quello che fa strano, molto strano, è il colore del cielo: grigio plumbeo. Uniforme. Come una cortina fumogena. Nessuna sfumatura ricollegabile ai ricordi di mezzo secolo di vita vissuta: non c'è la consueta luminosità, il tenue diffuso tipico dell’albeggiare, il passaggio dal chiaroscuro all'azzurro intenso. Davvero, sembra di stare a guardare i tristissimi contorni di una radiografia, altro che il cielo di una città sul mare. Continuano a sostenere che sia sabbia del deserto africano, capace di rimanere in sospensione per giorni e giorni. Già, la scienzah ci dice che ultimamente le dune abbiano acquisito la capacità di volare. Perfino, come fanno gli uccelli, quella di migrare. Tali espertoni non si possono contraddire, neanche se tu hai sempre vissuto sul Golfo degli Angeli e conosci a menadito ogni più piccola inflessione del suo clima, dei suoi colori, dei suoi venti, della sua vegetazione. Vedi che adesso è tutto diverso, ma subito ti accusano di raccontare cazzate: è la tua mente ad essere annebbiata, certi fenomeni si sono sempre verificati. Certo, come no. Sabbia che viene dall’Africa, anche quando i venti soffiano in direzione esattamente contraria. Manco avessero organizzato un impianto di risalita apposito, a mo' di funicolare. Dev'essere proprio quella sabbia dalle capacità miracolose a conferire alla luce una sorta di riverbero che fa lacrimare fin dalla mattina presto. O forse no. Forse non è sabbia, ma non si può neanche pensare, perché sarebbe spaventoso tanto quanto ammettere che il famoso vaccino faceva male. Su questi pensieri e su questa cappa soffocante di tristezza, silenzioso e non più amico, un sole bianco. Così offuscato che lo puoi guardare direttamente, stupendoti ogni volta che sia tanto velato, indebolito, quasi annichilito. Sì. Si è molto parlato, a proposito di ambienti più o meno esoterici, dell'esistenza di un fantomatico sole nero: argomento affascinante, che apre infinite strade di studio, scoperta e discussione. Ma mai avevo sentito raccontare di un sole così bianco, come annacquato, anzi sbiadito: un fenomeno che non lascia presagire tutto questo possa un giorno ben finire. L'acqua del Golfo, intanto, svolge il suo lavoro di specchio del cielo con la sua consueta maestria: quel grigio ci conferma che, per quanto possa essere cristallina, di più non può fare. Non può regalarci la consueta bellezza. Il ristoro del suo colore. L'incanto del suo nitido bagliore. Anche lei è sfumata sotto il plumbeo riverbero di questo sole macchiato di scie. Oggi non visibili, se non nelle loro nefaste conseguenze che si traducono in questa coltre lattiginosa ormai pressoché costante. Ci stanno togliendo la natura. Ci stanno togliendo il creato. Altro che scienza, sabbia ed “è sempre stato”. Che sia maledetto chi tutto questo sta disponendo, permettendo, facendo: che sia un politico, un meccanico, un pilota, un fornitore o un controllore, ognuno dovrebbe opporsi e dire no a questo strazio, a questo orrore. Dovrebbe attivarsi di propria iniziativa la magistratura. Dovrebbero fermarsi e scioperare in primis le divise di ogni appartenenza, anziché vessare il comune cittadino e lasciar correre questo generalizzato abominio. E anche noi, che ce li abbiamo come amici oppure vicini, dovremmo abbandonare il quieto vivere e far pesare loro in faccia il giusto disprezzo, per questa passività tanto complice da suscitare vero ribrezzo. Perché non è più giustificabile né intelligente il solito "tengo famiglia". Dopotutto, la vita di tutti quanti noi sta andando via... in un battito di ciglia. https://t.me/Lanonaelica
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Il pensiero laterale come via di indagine e conoscenza.

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L'accerchiamento. Stavolta non partiamo dalla notte dei tempi, da misteriose civiltà scomparse o da azzardate ricostruzioni su epoche remote. Stavolta ci concentriamo sugli eventi più recenti, diciamo a partire dagli anni settanta, nelle zone più vicine a noi. Prendete dunque una cartina geografica con il Mediterraneo al centro: notate qualcosa di strano? Basta fermarsi un attimo e ripercorrere l'ultimo mezzo secolo di storia: Iraq, Libano, Siria, Afghanistan, e da ultimo Libia. Tutte nazioni in cui cultura, buon vivere e prosperità economica sono state sostituite da una distruzione tanto feroce che il ricordo del pur recente benessere è stato letteralmente spazzato via. Bombardamenti, massacro di civili, genocidio di intere etnie. Ma c'era la famigerata "democrazia occidentale" da esportare, e quelle nazioni continuavano ostinatamente a rifiutare i più o meno velati ricatti dei banksters della finanza anglosassone. Ovviamente, nelle mani di chi sia questa finanza non si può dire, ma forse un'idea ve la state cominciando a fare. Guardate le foto di Libano o Afghanistan attorno al 1970. Guardate le foto della Libia pre 2011. Guardatele attentamente, e chiedetevi se oggi potreste mai riconoscere quei posti. Già, perché è molto bello e perfino toccante leggere "Il cacciatore di aquiloni", ma ben altra cosa è se le pagine di quel libro vengono trasferite direttamente nella tua vita. Ed è proprio questo il punto: tornate a guardare la cartina, e paragonate il Mediterraneo ad una stanza chiusa ermeticamente, in cui voi siete dentro con l'acqua che vi arriva fino alla gola e che continua minacciosamente a scorrere. Le vedete le nazioni bombardate, la loro disposizione geografica, le loro affinità storiche e culturali? Bene. Adesso chiedetevi pure qual è lo Stato più prossimo a queste vittime sacrificali, sia in termini di patrimonio storico/culturale che in termini di ricchezza e benessere. La risposta è dentro di voi, solo che vi fa tremare. Ciò che è accaduto nella ex Jugoslavia è solo ieri, ed è appena ad un tiro di schioppo. "Ma loro non erano nella NATO", si dirà. Beh, ci sono le bombe vere e proprie, che a questo punto non possono essere comunque escluse, e ci sono pure i bombardamenti economici, che magari sono meno coreografici ma fanno comunque un male boia. La Grecia vi dice niente? Riprendete in mano quella cazzo di carta geografica. L'acqua sale, dal Medio Oriente e dall'Africa verso la Nazione più a Nord. Inesorabile. E voi siete chiusi nella stanza chiamata Italia, mentre quelle che sono state brillantemente definite come armi di migrazione di massa continuano il loro lavoro di erosione ed invasione. La nostra penisola è la prossima, ma è un mero ordine cronologico: il suo destino è comune a quello di tutta l'Europa. L'accerchiamento è materiale, sol che si veda la guerra in Ucraina come una morsa a tenaglia contro le popolazioni del vecchio continente; ma è ancor di più un attacco culturale, filosofico, sociale ed economico. Dall'inflazione a doppia cifra all'interruzione della catena di approvvigionamento e alla crisi bancaria; dalla pressione sulla digitalizzazione all'agenda sul cambiamento climatico con il binomio green/scie chimiche; dal martellamento sull'ideologia gender alle sperimentazioni geniche di massa, è tutta una sequela di tasselli che vanno a definire un unico puzzle: la cancellazione della razza europea in quanto tale, dell'uomo bianco e del suo sistema di vita. Chiamiamo le cose con il loro nome: si tratta di un disegno di ingegneria sociale volto ad annichilire la nostra identità etnica, morale, valoriale, culturale e, in ultima analisi, materiale. C'è chi lo definisce "reset". Ma io continuo a pensare a tutte queste pennellate del disegno complessivo, e agli episodi di nessuna correlazione. E anche se a volte cerco di convincermi del contrario, a me continua a sembrare un semplice sterminio dettato dall'agenda di una élite criminale. https://t.me/Lanonaelica
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Lanonaelica

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Esegesi e limoni. Sì. Proprio così. L'esegesi. Ossia l'analisi riga per riga, parola per parola, di ogni singolo punto del discorso. E pure di mimica facciale e postura, se è possibile. Perché niente va trascurato. Ogni dettaglio va approfonditamente studiato per cogliere anche la più piccola sfumatura di significato. Di che stiamo parlando? Ma come! Ovviamente, della sfida per le elezioni presidenziali made in USA. Perché abbiamo appena visto i due contendenti predestinati andare in scena in mondovisione, giusto per accendere animi ed attenzione in vista dell'inverno prossimo venturo. Ed ecco qua, come da migliore tradizione sia il mainstream che la controinformazione più autorevole, quella da salottino buono, assennata e politicamente corretta, si prodigano a spiegarci che Biden è finito, che la conseguenza di ciò sarà un nuovo candidato democratico, che Trump davvero può vincere, e via dicendo. Uniche differenze tra i cronisti di regime e i presunti alternativi: le diverse inflessioni nel giudizio sulle varie possibilità, a seconda del proprio credo di appartenenza. Ma porca di quella puttana. Ma non è evidente che si tratta di un fottutissimo siparietto? Il ciuffo biondo con l'espressione forzatamente corrucciata, le labbra atteggiate in una smorfia a culo di gallina come fanno le sciacquette per le foto da postare su facebook, i capelli pettinati in una chioma così squadrata che pare di poterci poggiare sopra un boccale di birra, e battute con una tale sequela di scontatissime stronzate che manco in un discorso da bancone del bar il lunedì mattina dopo le partite di campionato. Quell'altro, quello da RSA, che per farlo reggere sul palco si sussurra abbiano dovuto organizzargli una fornitura di limoni. No, non per dieta, perché ormai su quel versante non c'è niente da fare. Limoni a mo' di tappo di sughero nel deretano: un rimedio antico quanto il mondo, ma sempre di sicura efficacia. Già: pare che sia proprio grazie a questo geniale stratagemma che il caro Joe sia riuscito a non liquefarsi in pubblico. Poi, poco importa che la merda, anziché esplodergli come al solito nelle mutande, gli sia salita al cervello come per una sorta di effetto compensazione: il tenore del suo farfugliare è stato il medesimo di ogni suo discorso. Ecco, dunque, a cosa è ridotto il dibattito nella più potente nazione del mondo: due vecchi che sarebbero troppo in là con l'età anche per una banale crociera per anziani, messi lì dai veri manovratori per evidenziare la tara mentale di chi ancora crede a questa narrazione. Altro che Trump salvatore. Ancora non si è afferrato chi è il solito padrone. È il sistema umiliazione: se non sei capace di vedere quanto ti stanno prendendo per culo, meriti di essere da un tale sistema governato e sterminato. Sì. Siamo all’esegesi di buffoni e di limoni. Fortunatamente, non siamo tutti dei poveri coglioni. https://t.me/Lanonaelica
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