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Ma questo squilibrio tra le performance delle "mega-cap" e il resto del mercato, per quanto estremo, non giustifica i timori; infatti se analizziamo le performance storiche, gli anni caratterizzati da una leadership netta delle società a capitalizzazione elevata sono stati seguiti da solidi guadagni nel 75% dei casi. In tale ambito, se è vero che il gap tra la crescita dell’EPS delle big tech rispetto alle altre società sul mecato alla fine è destinato a ridursi, comunque continuerà a "schiacciare" il resto del mercato fino al 2026 inoltrato. Per chiudere, mentre tutti continuano a effettuare parallelismi tra l'attuale fase di mercato e il 2000 (alle soglie dell'esplosione della bolla dotcom), personalmente ritengo che quest'anno abbia più il sapore del 1995. Il 1995 è stata l’ultima volta in cui abbiamo avuto un "soft landing" dell'economia globale. La Fed tagliò i tassi di interesse di 75 punti base (dal 6% al 5,25%). L'S&P 500 realizzò 77 nuovi massimi storici nel corso del 1995 e questo fu solo l'antipasto dell'epica bullrun che culminò proprio... nella bolla dotcom del 2000. Da inizio 2024 l'S&P 500 ha già aggiornato 30 ATH e, per fornire ulteriore contesto, parliamo del miglior inizio di sempre per un anno elettorale. Pensate a questi elementi di considerazione la prossima volta che vi imbattete in qualche analisi dei soliti profeti di sventura e macro analisti; i pessimisti e i ribassisti sembrano sempre molto smart e forbiti nelle loro analisi, ma sono gli ottimisti e i rialzisti a fare soldi. Adesso passiamo al mercato crypto. Abbiamo già detto della fase di consolidamento che sta caratterizzando la price action di bitcoin e proprio l'azione dei prezzi delle ultime settimane ci ha fornito alcuni elementi di considerazione interessanti. Intanto sul grafico settimanale è emerso un massimo decrescente (lower high), che conferma come la resistenza sta scendendo progressivamente su livelli più bassi e, nel caso specifico, da 73.000 dollari a 71.500 dollari. I venditori dunque stanno "pesando" in misura significativa sul prezzo, desiderosi di vendere a livelli più bassi quando se ne presenta l’occasione durante i rally. Inoltre riscontriamo che il livello tra $66K e $67K (mid range) non offre più un supporto affidabile. Ma non ci sono solo "cattive" notizie, infatti se è vero che bitcoin ha piazzato un lower high su grafico settimanale, allo stato dell'arte abbiamo anche un chiaro minimo più alto (higher low); e ciò è vero almeno fino a 63.000 dollari. Dunque sia che il prezzo scenda leggermente al di sotto di $ 63.000 o inverta al di sopra del livello, soddisferà comunque i criteri per un potenziale minimo più alto che si sviluppa all'interno dell'attuale range di riaccumulo. Proprio la sequenza di massimi più bassi e i minimi più alti (lower high e higher low) sono dei tratti distintivi delle fasi di consolidamento e segnalano il restringimento del range. E se analizziamo i precedenti range di riaccumulo post halving di bitcoin nei cicli passati, riscontreremo proprio tale tendenza. L'idea di base qui è che non sappiamo esattamente dove e quando bitcoin piazzerà il minimo più alto all'interno del range, ma è probabile che ne stia cercando uno. E se davvero Bitcoin sviluppasse questo nuovo minimo più alto durante l’attuale pullback, ciò costituirebbe anche l’inizio di un modello "Bull Flag", che è una struttura di continuazione del trend, aumentando ulteriormente le probabilità di un breakout al rialzo. Naturalmente questo sarà un processo lungo ed estenuante e, in tale contesto, il rischio più grande è quello di restare vittima della noia e dell'impazienza. In questa fase ogni pullback e correzione andrebbe sfruttata per consolidare le posizioni ed eventualmente migliorare il prezzo medio di ingresso. Una volta che bitcoin effettuerà il breakout per entrare in modalità price discovery, non ci saranno più altre occasioni per accumulare a buon mercato.
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E se proprio siete sopraffatti dalla noia e non riuscite a restare inattivi, "sfogatevi" sul mercato azionario, che al momento ne ha per tutti i gusti. Detto questo, da oggi il canale entra in modalità estiva il che significa un'analisi dei mercati mensile, per poi riprendere la consueta attività settimanale da settembre. E se volete restare sul pezzo e mantenervi aggiornati, c'è sempre il Circolo degli Investitori dove continuiamo giornalmente a pubblicare analisi e condividere operazioni. A proposito di sfogarsi sul mercato azionario, l'ultima operazione in ordine di tempo nella Trading Room del Circolo è stata un call spread su DELL che ci ha già regalato un 100% di profit. Auguro a tutti una meravigliosa estate ricca di divertimento, soddisfazioni e profitti.
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Analisi dei mercati del 19.06.24 Bitcoin e il mercato crypto in generale continuano nell’estenuante fase di consolidamento che ormai sta caratterizzando il trimestre in corso. Chiaramente questa è una dinamica naturale dopo un percorso quasi interamente al rialzo che ha caratterizzato la performance di Bitcoin dai minimi di novembre 2022. Ma ciò non toglie che questo andamento erratico sta producendo dolore per i top buyers 2024 e noia per il resto della platea. E non può che essere così, con buona pace degli impazienti; storicamente infatti, ogni breakout dei precedenti massimi storici di bitcoin è stato preceduto da una lunga ed estenuante fase di consolidamento. Ma di questo parleremo nel dettaglio in seguito, adesso facciamo la solita panoramica sui mercati finanziari. Infatti se il mercato crypto non ci sta regalando particolari emozioni, non possiamo dire lo stesso per il mercato azionario, con tutti i principali indici sui massimi storici e performance dei titoli tech paragonabili proprio a quelle del mercato crypto (Nvidia, Broadcom, Microsoft, giusto per fare qualche nome). Da più parti continuo a leggere analisi che si riferiscono all’attuale rally come a una bolla pronta a esplodere. Mi dispiace deludere contanti analisti, ma la realtà è che il rally a mio avviso è destinato a estendersi per tutto il 2024, al netto di qualche sporadica correzione. Partiamo dal posizionamento degli investitori. Dall’analisi delle option chain relative ai principali indici e titoli azionari, emerge chiaramente come gli investitori siano posizionati proprio in vista di un altro poderoso rally nel secondo semestre dell’anno. L’obiezione di molti macro furus da social è più o meno la seguente: “la Fed può davvero iniziare a tagliare i tassi di interesse con i mercati sui massimi storici e l’inflazione non ancora definitivamente domata?” Risposta: Sì (la BCE lo ha appena fatto). Flash sull’inflazione: purtroppo i prezzi sono su livelli alti e vi resteranno ancora a lungo, dato che l’unico modo per causarne un calo è una deflazione, quindi una recessione. Ma il tasso di aumento dell’inflazione è indiscutibilmente in calo e credo che tale tendenza sia destinata a continuare. Ma torniamo ai tassi di interesse e leggiamo cosa dice Morgan Stanley: “Naturalmente, con gli indici principali sui massimi, alcuni investitori potrebbero chiedersi se la Fed può davvero tagliare i tassi. La risposta è sì: lo ha fatto in 20 occasioni dal 1980 e l’S&P 500 un anno dopo era su livelli di prezzo più alti tutte e 20 le volte. I rialzisti riporranno la loro fiducia nella storia, mentre gli orsi potrebbero sostenere che vedremo tagli di questa portata solo se qualcosa si “romperà”. Resta da vedere se sarà il primo o il secondo caso”. Chiaramente come investitori dobbiamo valutare sempre ogni possibile scenario, ma alla luce dei fatti ritengo che lo scenario rialzista al momento sia quello più probabile. Un’altra valutazione interessante arriva direttamente dal desk di Goldman Sachs, che nel frattempo ha modificato il suo outlook 2024 sull’indice S&P 500 a 5600 punti. Qui la lettura più interessante a mio avviso, è quella sull’ipotesi di deciso rialzo: “1. In uno scenario di “inseguimento del rally”, l’indice S&P 500 chiuderebbe l’anno a 5900 punti. Il multiplo dell’indice S&P 500 "equal weight" si espanderebbe fino a 18x, eguagliando il suo massimo pre-pandemia del 2018. 2. In uno scenario di continua eccezionalità delle mega cap, l’indice S&P 500 chiuderebbe l’anno a 6300 punti (+16%), supponendo un P/E NTM con un premium del 45% verso l’indice S&P 500 equal weight (89° percentile dei rendimenti a 6 mesi).” Sempre Goldman: "Tutti sono preoccupati per un eccesso di valutazione dell'indice S&P 500 ponderato (SPX) rispetto all'S&P 500 equal weight (SPW) grazie alle performance stellari dei titoli tecnologici, ma la realtà è che quel premium in passato è stato anche su livelli decisamente più estremi.
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Fase del ciclo che vede bitcoin ancora all'interno del suo range di consolidamento post-halving. A mio avviso dovremo monitorare attentamente l'andamento di bitcoin nelle prossime settimane, poiché lo sviluppo della price action avrà dei risvolti su tutto lo sviluppo del ciclo. Quello che io auspico, è che l'attuale fase di consolidamento duri un tempo sufficiente a far sì che gli investitori abbiano il tempo di accumulare ulteriormente sul range low dell'attuale intervallo di riaccumulo nella regione $60K, favorendo anche un processo di “risincronizzazione” con i tradizionali cicli di halving, dopo che la sincronizzazione è saltata a causa del nuovo ATH pre-halving. Finché BTC non esce da questo range di ri-accumulo tra $60K e $70K (al netto dei falsi breakout) ci sarà sempre una possibilità di "risincronizzazione del ciclo". E ciò è importante per stabilire la presunta "durata residua" da qui al picco del ciclo. Il ripristino della sincronizzazione, ragionevolmente ci porta nella finestra del Q4 2025. Ma se la price action subirà un'altra accelerazione nelle prossime settimane, aprendo le porte a una nuova fase parabolica di price discovery, allora la nostra strategia deve necesssariamente adeguarsi. Un pò come quando accendiamo una candela da entrambi i lati: l'illuminazione sarà più intensa, ma per un periodo di tempo più breve. Ma la realtà, comunque la vogliate girare, è che sarà una bull run più calda dell'inferno.
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Sul fronte crypto, ETH è salito alle stelle dopo i rumors di una probabile approvazione dell'ETF. Il primo round di scadenze dell'ETH spot ETF si avvicina e quello che sembrava essere un affare di basso profilo si è rivelata una scadenza urgente, a causa di queste voci di un improvviso "pivot" della Sec, favorito dall'attuale amministrazione in carica. Tutto è iniziato con una notizia in cui è stato riferito che agli Exchange e agli emittenti è stato chiesto di aggiornare i documenti 19b-4 in modo accelerato, suggerendo che l'approvazione di almeno un Ether ETF sia imminente. E in effetti questa settimana abbiamo visto gli analisti di Bloomberg aumentare le probabilità di approvazione al 75%, da un mero 15%. Di conseguenza, ETH è salita di oltre il +15% in un rialzo in gran parte guidato dagli acquisti spot e da uno short squeeze. Considerato lo shock, è improbabile che la moneta possa stabilizzarsi nell'attuale area di prezzo. Un'effettiva approvazione dell'ETF dovrebbe portare ETH nella regione $4k, mentre un rifiuto può produrre un roll down fino a $3k. Come promemoria, le scadenze imminenti sono relative all'istanza VanEck il 23 maggio e Ark Invest/21Shares il 24 maggio. L'attuale dinamica in corso è riflessa nello spread ETH/BTC, che è passato dai minimi di febbraio 2021 all’attuale area di resistenza di 0,053 dopo un rialzo del 13%. E lo spread potrebbe facilmente aumentare di un altro 20% in breve tempo se l’ETF venisse approvato. In un'analisi di febbraio avevamo discusso di un'eventualità di un'approvazione di un ETF su Ether a patto che lo staking fosse esplicitamente escluso dai filing degli emittenti; ed è esattamente ciò che è successo, con l'aggiornamento dei documenti 19b-4 nelle ultime ore che ha visto proprio l'esclusione dello staking. Tornando a Bitcoin, di recente si è registrato un ritorno in grande stile degli afflussi negli ETF, che nelle ultime due settimane hanno registrato afflussi per un totale di 932 milioni di dollari, in risposta al report CPI statunitense favorevole. Ma analizzando più a fondo il contesto macro e il panorama internazionale, emerge un'altra dinamica molto interessante che potrebbe essere alla base della recente ripresa di bitcoin. Il mese scorso infatti ha registrato un enorme deflusso netto di capitali dalla Cina, per un controvalore di circa 85 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai mesi precedenti. E se analizziamo la storia, non possiamo fare a meno di notare che l'enorme muro di capitali inerti della Cina, sono stati il più grande motore dei rialzi parabolici nella storia di bitcoin, soprattutto durante i periodi di deflussi di capitali, che di solito precedono una qualche forma di controllo più oppressiva o una massiccia svalutazione. Se ad esempio prendiamo il grafico di bitcoin a partire dal 2015, vediamo come "curiosamente" la svalutazione dello Yuan nell'agosto 2015 è coincisa proprio con l'inizio del rally che ha portato BTC da $250 a $20.000 in poco più di due anni. In sintesi, state pur certi che l'enorme massa di liquidità proveniente dalla Cina, giocherà un ruolo chiave nella seconda parte dell'attuale ciclo al rialzo. Maggiori dettagli a questo link.
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** Analisi dei mercati del 22.05.24 * Come avevamo evidenziato nell'analisi della scorsa settimana qui sul canale, le probabilità di un framework normativo più crypto-friendly negli Stati Uniti sarebbero aumentate in caso di una nuova amministrazione Trump, dopo che quest'ultimo si era dichiarato esplicitamente favorevole al settore. La realtà è andata ben oltre le aspettative, infatti l’endorsement dell’ex Presidente Trump in piena campagna elettorale ha costretto i democratici a “un’inversione a U” clamorosa nei confronti delle criptovalute, che come primo risultato ha prodotto l'aumento esponenziale delle probabilità di approvazione di un ETF anche su Ethereum, che sembra ormai certa per il 2024 (non sono affatto sicuro che ci siano le condizioni per un semaforo verde già in settimana, ma ormai è questione di quando, non di se). Naturalmente Biden con le elezioni alle porte non può permettersi di perdere milioni di appassionati del settore e il risultato è sotto gli occhi di tutti: siamo passati da “prima ti deridono, poi ti combattono” a “e alla fine vinci. Bitcoin e più in generale l’industria crypto hanno vinto. Ciò naturalmente ha prodotto un'esplosione al rialzo di tutto il comparto delle criptovalute, che ha colto con la guardia abbassata la quasi totalità degli investitori. Il risultato è stato uno short squeeze che ha spinto bitcoin sopra la soglia psicologica dei $70k ed Ether a ridosso della resistenza a $3800. Adesso procediamo con la consueta panoramica dei mercati tradizionali, per poi passare al focus sul settore crypto. L'attuale setup sui mercati azionari apre una finestra molto favorevole nel breve termine, con le prossime due settimane che hanno il potenziale per l'ennesimo squeeze al rialzo. In tale ambito, il principale catalizzatore è rappresentato dal report trimestrale di NVIDIA, che sarà pubblicato alla chiusura della sessione odierna. Naturalmente un report positivo è la "conditio sine qua non" per accendere le polveri di un rally. Ipotizzando che sarà così, esaminiamo i dati a disposizione. Il primo elemento di considerazione è dato dal fatto che l'indice Dow Jones  ha superato il livello psicologico di 40.000 punti. Ciò sancisce che i più grandi proprietari di azioni americane (le famiglie e i consumatori statunitensi, nda), hanno appena ottenuto una vittoria contro gli orsi. E considerati i recenti titoli euforici sulla stampa mainstream, c'è il potenziale affinché gli investitori retails aggiungano "un po' di esposizione". La tesi è avvalorata dal ritorno in grande stile della "retails army", come dimostra la recente price action delle meme stocks GME e AMC. Per contestualizzare, ricordo che le famiglie e i consumatori americani possiedono il 39% del mercato azionario statunitense, composto da 78.000 miliardi di dollari in azioni liquide e il 65% di fondi comuni e ETF. Gli hedge fund si attestano al 2%. I flussi come sempre seguono la performance. - Il mercato delle opzioni 0DTE (ossia contratti che hanno una durata giornaliera) rappresenta il 50% delle opzioni S&P 500 negoziate quotidianamente. Questo è un nuovo record e significa che ogni sessione ha un proprio "ecosistema". - Si avvicina una fase stagionale estremamente positiva. La seconda metà di maggio e la prima di giugno hanno una stagionalità buona. Inoltre negli ultimi 16 anni, durante il mese di luglio l'indice Nasdaq ha registrato una chiusura positiva 16 volte. - Corporate buyback: siamo in piena "open window", con una domanda giornaliera di circa 5,5 miliardi di dollari fino al 14/06/24. - Infine la liquidità sul mercato rimane solida, sui livelli più alti degli ultimi due anni. Questi sono tutti ingredienti propedeutici al proseguimento del rialzo nel medio breve termine, Nvidia permettendo.
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Ora, con questo non voglio dire che Bitcoin sia l'unico asset da avere in portaflglio. Anche perché sono il primo ad attuare una diversificazione degli asset e del rischio nei miei portafogli di investimento. Il concetto è quello di allocare una percentuale idonea in base alla propria avversione al rischio. In sostanza, ognuno deve valutare che percentuale di patrimonio allocare su bitcoin alla luce delle proprie esigenze e convinzioni. Io ad esempio ho allocato oltre il 60% del mio patrimonio netto in bitcoin, ma questa non è una legge incisa nella pietra e ognuno deve valutare in base a parametri ed esigenze personali; a qualcuno sembrerà una percentuale eccessiva, ad altri non sufficiente. Tutto è relativo. E il resto della liquidità che ho a disposizione è diversificata su asset strategici che potenzialmente garantiscono un ritorno sull'investimento idoneo quantomeno a compensare l'inflazione. Ad esempio il mercato azionario presenta ottime opportunità per chi è abile a individuarle; pensate solo a chi a inizio 2023 ha investito nelle compagnie Eli Lilly and Company o Novo Nordisk e nel loro farmaco rivoluzionario anti-obesità. Ma narrazioni simili sono molto più comuni di quanto si pensi: ad aprile nel Circolo degli Investitori abbiamo investito nelle azioni di una grande compagnia di Bitcoin mining, che a oggi hanno già reso circa il 20%. Nonostante il sentiment sui Bitcoin miners sia ai minimi termini, dopo che l'halving ha contribuito al taglio dell'outlook da parte di molti analisti a causa della riduzione del block reward, ho sempre mantenuto una visione decisamente rialzista sui miners e non solo grazie a motivazioni precipue del settore. Infatti non mi riferisco solo alle “inscriptions”, che quasi certamente daranno un deciso contributo a rimpinguare i ricavi delle suddette società, ma molto presto i miners torneranno utili anche per fornire energia ai data center che dovranno supportare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Dimenticate le chat generative e i chip, il prossimo AI trade ragionevolmente sarà sull’energia. In un report della banca d’affari Morgan Stanley, si prevede che grazie all'ottimizzazione del consumo energetico portato avanti proprio dalle società di BTC mining, queste ultime potrebbero rivelarsi estremamente utili per la messa in posa di nuovi data center propedeutici all'implementazione di prodotti e servizi associati all'intelligenza artificiale. Ciò grazie al fatto che i miners hanno già accesso a enormi quantità di energia, che gestiscono in modo ottimale ottimizzandone la resa a fronte di una riduzione della dispersione. I modelli di queste banche d’affari, suggeriscono che attualmente i titoli dei miners sono negoziati in forte "sconto" rispetto al loro valore intrinseco. E potenzialmente siamo solo all’inizio del melt up. Un'altra area che sto seguendo molto da vicino, è proprio quella del settore energetico grazie al fatto che la rivoluzione dell'intelligenza artificiale porterà a una completa rivoluzione della rete elettrica statunitense e, con comodo, anche di quella europea. Ad esempio il Goldman Sachs North American Pipelines & Power Equity ETF (ticker GSENEPOW) sta rendendo molto bene e ragionevolmente "l'esplosione al rialzo" è appena iniziata (+10% da inizio aprile). Tuttavia stiamo completando un report su una SPAC che presenta un'opportunità asimmetrica notevole rispetto all'ETF di Goldman Sachs. Generalmente non sono un fan delle SPAC (Special Purpose Acquisition Companies, nda), ma questa è una fusione tra il "prossimo AI trade" di cui abbiamo appena discusso, ovvero l'elettrificazione dei data center, e la mania sull'intelligenza artificiale in stile Sam Altman. Naturalmente investendo su una SPAC il rischio di perdita è più alto rispetto a un ETF come quello presentato prima, ma il profitto potenziale è decisamente asimmetrico e giustifica ampiamente il rischio. Pubblicheremo il report completo sulla SPAC in questione la prossima settimana sul Canale Azionario del Circolo degli Investitori.
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Sul fronte crypto, la volatilità sta lentamente tornando alla normalità dopo la price action selvaggia che ha caratterizzato le ultime due settimane. Lo scenario attuale si può sintetizzare nella seguente affermazione: la domanda di Bitcoin sta diminuendo, mentre l’offerta di nuova emissione è stata dimezzata dall'halving. La domanda in calo è determinata dall'assenza di narrazioni che possano alimentare l'hype e l'interesse a breve termine, con il risultato che i flussi di investitori istituzionali e qualificati si orientano verso narrative più allettanti (in seguito farò alcuni esempi). E il primo risultato di una tale dinamica, è quello di una price action erratica e in balia dei derivati, che segue logiche per lo più speculative con una prospettiva di breve termine. In generale, resto molto costruttivo su Bitcoin dato che le condizioni attuali di mercato appaiono decisamente più sane rispetto al 2021. Il top del mercato rialzista nel 2021 è stato una definizione da manuale di una bolla speculativa eccessiva, mentre il mercato di oggi sembra molto più organico e robusto, guidato da una sana domanda spot di lungo periodo. Tuttavia nell’immediato, penso che l'output più probabile sia una fase di consolidamento lunga ed estenuante, fino a quando non torneranno in gioco catalizzatori in grado di indicare più chiaramente la direzione del mercato. A oggi ci sono alcuni indicatori rialzisti e altri ribassisti, e questo indica indecisione. Per esperienza, la parte dolorosa di una fase di consolidamento è il "dolore temporale", in cui le cose diventano noiose man mano che la volatilità si comprime, fino a quando la diga si rompe di nuovo. Essere consapevoli di quello che ci aspetta, è il primo passo per evitare di commetere errori che possano impattare negativamente il P/L del nostro portfoglio. Stiamo entrando nella fase in cui il pericolo principale è la noia; fase progettata per durare da poche settimane fino anche a 6 mesi e, appunto, per "annoiare a morte". Quando sarete sufficientemente annoiati e stufi della lateralizzazione dei prezzi, i sintomi andranno dal pensare che l'halving è già scontato e che il bull market è finito, dunque sarete tentativdi vendere su quello che ragionevolmente sarà un bottom locale per dislocare i fondi su altri progetti o azioni più "promettenti". O peggio, avrete la tentazione di aprire operazioni short. E questi sintomi, insieme alle posizioni short, raggiungeranno i livelli estremi proprio prima che la diga si rompa e inizi il prossimo rally che porterà bitcoin nella fase di price discovery. E non sono solamente io a pensarla così, ma circolano molti report riservati di grandi banche d'affari che prospettano scenari molto interessanti per bitcoin nel medio lungo termine. Ad esempio, vi riassumo alcuni “bullets” di un report molto interessante della banca Standard Chartered: 1. Bitcoin trarrà sicuramente vantaggio dalla politica di fiscal dominance degli USA; 2. Il debito e il deficit pubblico degli Stati Uniti sembra avviato su un percorso insostenibile; 3. Per i buoni del tesoro USA, ciò significa una curva dei rendimenti più ripida, breakenen e term premium più elevati: 4. Ciò dovrebbe spingere al rialzo i prezzi di bitcoin, con gli investitori alla ricerca di asset alternativi; 5. Una seconda amministrazione Trump potrebbe fornire un framework normativo più "crypto-friendly", a tutto vantaggio degli asset digitali; 6. (...) questo si aggiunge al nostro outlook a medio termine già rialzista su bitcoin: ribadiamo i nostri livelli di prezzo target per la fine del 2024 e la fine del 2025 rispettivamente a $150K e $200K". (Standard Chartered Bank) Credo ci sia davvero poco da aggiungere.
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Questa improvvisa inversione al rialzo dei mercati azionari ha sorpreso molti investitori, ma in realtà era una dinamica ampiamente prevedibile una volta messi a sistema tutti i dati a nostra disposizione. In un'analisi pubblicata all'interno del Circolo degli Investitori circa 3 settimane fa, avevo scritto che il ribasso del mercato era basato su 3 paure: Fed aggressiva, utili societari in calo ed escalation in Medio oriente. In merito al primo punto, Powell è stato apertamente accomodante durante l’ultima conferenza stampa del FOMC, affermando che il prossimo intervento sui tassi di interesse difficilmente sarà un aumento. Dunque nel giro di 5 minuti praticamente la sessione di domande e risposte era già terminata, anche se in effetti è durata oltre 40 minuti. In ogni modo, le risposte di Powell hanno confermato le mie opinioni sulla necessità di frenare i rendimenti dei Treasury. In sintesi, sarà necessaria una forte riaccelerazione dei dati sull’inflazione affinché la Fed possa valutare nuovamente un hike dei tassi di interesse. E il PCE core al 2,8% non è affatto sufficiente, nonostante ciò che gli orsi vogliono credere. Passiamo al secondo elemento di considerazione, gli utili. Secondo Factset, oltre l’80% delle aziende ha pubblicato i report sul primo trimestre del 24 e il 77% ha superato le stime degli analisti. Dunque nel complesso, la stagione degli utili è andata molto bene. Infine, in relazione al rischio escalation geopolitica la situazione si è "normalizzata" (per quanto decine di migliaia di morti si possano ritenere normali); Israele ha abbandonato le velleità di uno scontro diretto con l'Iran ed è concentrata in un’operazione a Rafah, mentre Russia e Ucraina sono ancora impegnate in una guerra di logoramento. Quindi, se non succede nulla di eclatante, la naturale conseguenze è la prosecuzione della dinamica di compressione della volatilità, il che significa vento in poppa per i mercati. Per coloro che non riescono a credere che il VIX sia a 13 quando c’è così tanto “rischio” sul mercato, la realtà è che il VIX ha trascorso il 20% della sua storia al di sotto di 13 punti. E proprio le montagne russe dell'indice VIX (da 13 a 21 punti in 15 giorni e viaggio di ritorno a 13 in neanche due settimane) sono state un elemento chiave nello squeeze in corso sugli indici azionari. Certo, alla fine qualche catalizzatore lo riporterà a livelli “normali”, ma i trader e i macro furus che aspettano una rapida salita del VIX o che "gli orsi tornino in controllo" (le ultime parole famose) potrebbero dover aspettare a lungo.
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Analisi dei mercati del 10.05.24 Come "regalo" per la festa del 1° maggio, Bitcoin ci ha regalato il famoso bonus di cui abbiamo parlato nell'analisi precedente con un dip improvviso sotto la regione $60K, che poi è stato riassorbito abbastanza agevolmente nei giorni seguenti. La price action della principale criptovaluta è perfettamente in linea con quella dei precedenti cicli di halving, come abbiamo evidenziato in più occasioni. In questo post sul gruppo di discussione Fb Bitcoin 3X trovate un'interessante comparazione tra l'attuale fase pre e post halving e quella del 2016. Personalmente sono ancora dell'idea che ogni test del limite inferiore del range di ri-accumulo in zona $60K sia un'opportunità di acquisto nel medio lungo periodo, anche se ragionevolmente ci aspettano settimane (se non mesi) di consolidamento, a base di lateralizzazioni estenuanti e improvvisi falsi breakout dal range. Ma di questo parleremo in seguito più nel dettaglio. Sul fronte dei mercati tradizionali, lo scenario ha seguito alla lettera quanto avevamo ipotizzato nell'analisi precedente, con il segretario del Tesoro Janet Yellen e il Presidente della Fed Jay Powell che hanno attivato il freno di emergenza dei rendimenti sui buoni del tesoro americani, favorendo una clamorosa ripresa del mercato azionario dopo le difficoltà di aprile. Vediamo nello specifico che cosa è successo. La Yellen ha annunciato un rifinanziamento per il Q2 leggermente sopra le attese, mentre ha proiettato un’emissione di buoni del tesoro per il Q3 decisamente sotto le stime. La Fed invece ridurrà il QT in corso di $35 miliardi a partire da giugno, superando le aspettative del mercato. Ciò significa che la soglia mensile di riduzione del bilancio della Fed scenderà da 60 a circa 25 miliardi di dollari. Dunque, oltre alle proiezioni di rifinanziamento per il Q3 in calo annunciate dalla Yellen, grazie alla riduzione del QT della Fed ora ci saranno altri 105 miliardi di dollari in meno di emissioni nel terzo trimestre. Tradotto: i rendimenti sono troppo alti e la Fed sta dando una mano. Più o meno quello che avevamo ipotizzato nell'analisi del 29 aprile: niente di comparabile rispetto al 2021 o a fine 2023, ma una mossa sufficiente a innescare il freno di emergenza dei rendimenti obbligazionari, che infatti sembrano aver invertito la tendenza (i rendimenti sui decennali sono scesi al 4,40%). Poi venerdì scorso è caduto l’ultimo tassello del domino, con l'aumento del tasso di disoccupazione e, più in generale, un mercato del lavoro USA che inizia a "scricchiolare". In tale ambito, la banca centrale americana sarà incentivata a portare a termine la sua previsione di taglio dei tassi di interesse già a partire da luglio. A contribuire alla rinnovata iniezione di fiducia sui mercati azionari sono arrivati anche gli ottimi report trimestrali di molte società quotate a Wall Street e, soprattutto, la stagione dei buyback che entra nel vivo proprio oggi, con il 92% delle società quotate entrate in regime di “open window”. Apple da sola, ha annunciato un importo record di $110 MILIARDI da destinare al buyback delle proprie azioni. Ma in generale, le autorizzazioni complessive di buyback durante l’attuale stagione degli utili sono aumentate notevolmente rispetto alle attese, con un “boom” generalizzato che va oltre le società di alto profilo come appunto Apple o Google.
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