Qualche sera fa nel salotto borghese di Cairo, il covo di meastrini chiamato Propaganda Live, è intervenuto Antonio Albanese facendo la ramanzina alla "sinistra" colpevole di non "frequentare il nostro tempo e la gente". Qua è essenziale la distinzione ripresa nei titoli delle clip che immortalano il momento in cui l'epifanico Albanese ci rende eruditi dell'ovvio. Il tempo "è il nostro" (il suo e dei suoi pari classe) mentre la gente è un brodo di individui a contorno del "nostro tempo". Albanese indica la via, ma fa ombra alla luna col dito rivelando quella che sembrerebbe una contraddizione di una forza politica che dovrebbe essere dalla parte della "gente" ma è invero (dico io) "demofoba".
Albanese come Croce col fascismo fa 30, ma non fa 31. Non è dissonanza cognitiva o una contraddizione; semplicemente se non fa cose di "sinistra", per gli interessi del popolo, ma li fa per la borghesia, quella non è sinistra. Tutt'al più è una sinistra borghese che truffa il popolo con temi socialisteggianti di sovrastruttura, senza mai intaccare la spina dorsale dei modi di produzione capitalistici e privati, credendo il popolo una massa di disadattati, sfruttandone il consenso retto sulla truffa.
Antonio Albanese ricorda i socialdemocratici, "la sinistra", che dopo aver mendicato internazionalismo ha portato il proletariato tedesco a scontrarsi con quello di tutta Europa nel primo conflitto mondiale? A superare la dicotomia sinistra-destra ci hanno già pensato i padroni, da tempo, da quando alla destra, naturalmente borghese, è stata affiancata la sinistra borghese samaritana, al solo scopo di picconare gli interessi popolari che potrebbero essere soddisfatti da economia e prassi socialistica. Uno scenario che vedrebbe perire qualsiasi classe dirigente borghese che basa il potere sulla delegocrazia del "poi ci pensiamo noi", forte della privazione dei singoli di strumenti di emancipazione politica utili ad indagare il movimento della storia e svelare le contraddizioni. La borghesia camuffata, unita contro il rischio di germe socialista.
L’assorbimento totale della sinistra dei padroni oggi non è che la ripetizione politica di un ennesimo esercizio, acuito dalla centralizzazione del capitale che teme l'esplodere di contraddizioni che aprono al socialismo reale. Dobbiamo liquidare i signori, chi si camuffa con lo smalto quanto i loro compari conservatori, che con il consenso conservano il medesimo privilegio di classe, fargli sponda con la morale permette loro di rifarsi una verginità.
Parlo al vento. Albanese non può capire, la sua è una messinscena sinceramente classista. Albanese è la borghesia. Un samaritano della ZTL che propone di abbassarsi francescanamente a parlare con la "gente" che si guadagna la giornata ogni giorno. Albanese è uno che guarda dall’alto al basso il popolo. Uno di quelli che studia la lingua e la mimica della gente semplice per interagirvi come fossero creature speciali. Creature che lo spaventano perché sa bene che se avessimo la vostra coscienza di classe potremmo rivoltarci e maciullarvi, perpetrando contro di voi lo stesso furto che subiamo a causa della discriminante di essere usciti dall’utero sbagliato.
Da qui l’esigenza esistenziale e la foga di taluni come Albanese di mettere il guinzaglio al popolo con giochetti moralistici e intellettualoidi, mettendogli in testa di cosa avrebbero bisogno, con i dovuti limiti e prima d’altri coreograficamente sgraditi o più imbarazzanti.
Intendiamoci, non è una colpa da estirpare lo status che Albanese ha di privilegiato e quello dei suoi amici di salotto, è analisi concreta della situazione concreta. Chi è popolo non si pone il problema di parlare con se stesso; continui Albanese a fare quello che fa per la sua classe, non sorprenda, ma il popolo non abbocchi. Noi dobbiamo preoccuparci di non dare più credito al privilegiato di turno che dall’alto della sua presunta purezza, garantita da una rendita, indichi di cosa avremmo più bisogno. Già perché sarebbe una truffa, gli interessi del popolo non coincideranno mai con quelli di chi non ne fa parte.