NO 41bis - International Mobilisation
Informations on the international mobilisation against hard isolation regime in Italy
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BOLOGNA: FINCHÉ TUTTX NON SARANNO LIBERX
Diffondiamo:
In un contesto di guerra e riarmo esplicito si esaspera la repressione dei nemici interni, sempre più persone sono private della libertà. Nei quartieri vediamo aumentare ogni giorno la militarizzazione, il razzismo e la guerra contro i poveri, con l’ausilio delle violenze quotidiane delle forze dell’ordine, mentre nelle carceri le condizioni di detenzione diventano sempre più dure.
In un momento in cui lo stato affila i suoi dispositivi repressivi e il carcere si sovrappone sempre più al manicomio, ribadiamo che la città per cui lottiamo non ha quartieri con le sbarre!
Contro la tortura del 41 bis, contro le violenze di stato, contro il nuovo piano carceri, al fianco di chi lotta.
Libertà per tutte e tutti!
Continua qui: https://brughiere.noblogs.org/post/2024/04/25/bologna-finche-tuttx-non-saranno-liberx/
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Aggiornamento sull’Operazione City del 22 Aprile 2024
Nel pubblicare questo comunicato, esprimiamo la più calorosa solidarietà alle compagne e ai compagni colpiti da questo ennesimo attacco repressivo. Quel giorno c’eravamo tutti.
Aggiornamento sull’Operazione City del 22 Aprile 2024
All’alba del 22 Aprile 2024 la DIGOS di Torino ha eseguito 19 misure cautelari (3 detenzioni domiciliari, 1 divieto di dimora e 15 tra…
https://ilrovescio.info/2024/04/24/aggiornamento-sulloperazione-city-del-22-aprile-2024/
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Udine, 30 aprile: incontro di approfondimento sulle smart control room
Riceviamo e diffondiamo:
Da marzo 2024, anche Udine, come Venezia, Trento, Bolzano, Milano e altre città entra in una progettualità di smart city. Un videowall di ultima generazione, una parete di 20 metri quadri composta da 12 monitor che trasmette le immagini in costante aggiornamento che provengono dalle telecamere di sorveglianza, che per mezzo di…
https://ilrovescio.info/2024/04/24/udine-30-aprile-incontro-di-approfondimento-sulle-smart-control-room/
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Repost from Carceri in rivolta
Aggiornamento sull'Operazione City del 22 Aprile 2024
All'alba del 22 Aprile 2024 la DIGOS di Torino ha eseguito 19 misure cautelari (3 detenzioni domiciliari, 1 divieto di dimora e 15 tra obblighi di dimora e di firma quotidiana) inquadrate nella cosiddetta Operazione City relativa ai fatti del corteo del 4 marzo 2023 in solidarietà ad Alfredo Cospito, da oltre 5 mesi in sciopero della fame contro il 41bis e l'ergastolo ostativo.
Dalle carte emerge che le richieste dei PM Scafi e Bucarelli prevedevano ben 45 misure cautelari di cui 10 custodie cautelari in carcere, 22 ai domiciliari e 13 tra obblighi di dimora e/o firma e divieti di dimora. Per i 45 indagatx - a cui pare se ne aggiungano una trentina - per cui sono state richieste le misure cautelari i capi di imputazione sono devastazione e saccheggio e resistenza a pubblico ufficiale - anche se per alcunx ai primi due si aggiungono a vario titolo violenza e minaccia a pubblico ufficiale, istigazione a delinquere, con molte delle possibili aggravanti. Il tutto inquadrato nel monolitico baluardo repressivo del concorso formale, sempre più spesso usato nelle sue molteplici declinazioni come grimaldello per ogni inchiesta relativa a fatti di piazza. I danni sembrano ammontare a circa 630mila euro.
A margine si vuole anche sottolineare come questo provvedimento non determini la chiusura dell’inchiesta ma semplicemente è l’ennesimo escamotage per prolungare le indagini su quella giornata.
Al di là della esecuzione delle misure cautelari e davanti al tentativo della procura di togliere di mezzo chi ha scelto di scendere in strada quel giorno, ci preme ribadire l’importanza di quella giornata come quella di molte altre giornate di lotta in solidarietà ad Alfredo e contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo, quale risposta alla scelta dello Stato di condannare a morte Alfredo, e normalizzare il regime 41 bis come strumento per mettere in silenzio i propri nemici interni, tanto più necessario ora in un clima di guerra permanente.
A più di un anno da quella giornata, quel regime carcerario di tortura – al quale sono sottoposte 750 persone - è ancora applicato ad Alfredo anche in conseguenza del processo relativo all’operazione Scripta Manent che lo vede, assieme ad Anna Beniamino, condannato per strage politica e associazione sovversiva con finalità di terrorismo. Oggi 24 Aprile si è tenuto a Roma un presidio di fronte alla Corte di cassazione, in occasione dell'udienza che deciderà se confermare le attenuanti e le condanne della corte di Appello.
Per tenere viva la solidarietà con chi subisce ogni giorno la violenza delle galere e per ribadire che non sarà un'operazione repressiva che fermerà le lotte, ricordiamo l’appuntamento di sabato 27 Aprile alle ore 16 per un presidio sotto le mura del carcere delle Vallette.
Solidali con chi è colpit* dalla repressione dello Stato!
Complici con chi è reclus* e con chi lotta!
Contro ogni galera!
Repost from Aula6Liberata✊🏽🇵🇸
25 APRILE, DALLE 16.00
ci trovate in piazza Sarzano.
Presentazione mostra, assemblea, birrette❤️🔥🧚
Repost from N/a
Sono definitive le condanne a 23 anni e a 17 anni e 9 mesi di carcere per gli anarchici Alfredo Cospito e Anna Beniamino. La Cassazione conferma la sentenza bis della corte di assise di appello di Torino. Respinte le richieste della difesa e della procura di Torino che ha insistito fino all'ultimo per ottenere l'ergastolo.
Rabbia e amore per i nostri compagni!
Con le pratiche di cui sono accusati!
Fuori Alfredo dal 41 bis!
#TORINO
ORE 16
CAPOLINEA PIAZZALE VALLETTE
#SABATO27APRILE2024
– MOBILITAZIONE REGIONALE
PRESIDIO AL CARCERE DELLE VALLETTE (TORINO)
h 16 ritrovo al capolinea del tram 3
h 18.30 musica materiale informativo e aperitivo in Piazza Montale
Il carcere, fin dalle origini un luogo di morte, tortura e umiliazione, è anche spazio di
fratture, azioni di coraggio, rivolta e resistenza.
Nei giorni del 25 Aprile vogliamo tornare fuori le mura delle prigioni, innanzitutto per
portare la nostra solidarietà a chi è recluso e per continuare a parlare di tutte le
sfaccettature di questo dispositivo totale e di come si traduce nella società.
La galera ha diverse funzioni: recludere chi non può o non vuole sottostare ai dogmi
imposti dal potere e disciplinare il mondo attorno a sé incutendo terrore tramite le
atrocità che accadono al suo interno.
Dove il carcere non riesce a controllare, separa e divide tramite differenziazioni e
premialità, che come in ogni sistema totalitario premiano e promuovono
l’autodisciplinamento, condannando e reprimendo progressivamente qualsiasi germe di
resistenza e ribellione.
Oggi più che mai - in un periodo post pandemico e di guerra - sembra evidente che si
venda un’idea di libertà parziale, indotta al consumo e alla produzione, dove anche la
dissidenza deve rientrare dentro le regole imposte.
La celebrazione del 25 Aprile non fa eccezione.
La liberazione dal fascismo fu una liberazione parziale, come è dimostrato - anche
banalmente - dal fatto che molti fra magistrati, agenti del Potere e carcerieri di fatto
mantennero le loro poltrone. Contro questa idea di falsa libertà, non possiamo che
anelare ad una liberazione totale, che include l’abbattimento del sistema carcere, intesa
come istituzione totale che rispecchia la società che la genera, la sostiene e se ne nutre.
Il carcere si fa società, la società si fa carcere. Se da un lato quest’ultimo si allarga
progressivamente a fasce più ampie della popolazione, dall’altro la società viene
permeata sempre più dalle dinamiche tipiche della detenzione carceraria: il controllo
delle devianze sociali, caratteristica fondante dell’istituzione carceraria, diventa sempre
più capillare; le forme di detenzione alternative tendono sempre di più all’auto
carcerazione all’interno della quotidianità; le scuole esprimono sempre maggiormente il
loro carattere coercitivo.
Portare quindi la critica al carcere anche nei giorni del 25 Aprile vuole sottolineare come,
per chi non accetta il patto sociale imposto, di liberarsi è sempre l'ora e che anche nei
luoghi dove si esercita il maggior livello di repressione e controllo continuano a generarsi
momenti di resistenza.
Tra gli anni 60 e 80 sono state tante le rivolte all’interno delle Cayenne d’Italia, ma le
azioni di ribellione continuano tuttora e vengono però silenziate nel migliore dei casi,
represse nel sangue nel peggiore. Quotidianamente avvengono scioperi della fame,
dell’aria e del carrello, ma quasi nulla trapela fuori delle mura di cinta. Nel Marzo del
2020 i prigionieri e le prigioniere per non morire come topi in gabbia hanno incendiato le
carceri del Paese: la repressione è stata violentissima e sono state uccise quattordici
persone. Crediamo sia importante ricordare anche il coraggio di chi ha deciso di alzare la
testa e ribellarsi e di chi ha raccontato la verità sulla strage nel carcere di Modena.
Per rilanciare ancora una volta la presenza di chi lotta nelle strade a fianco di chi si
ribella nei luoghi di reclusione, in Piemonte sono già previste due iniziative anticarcerarie
a ridosso del 25 Aprile: un presidio al carcere di Ivrea sabato 20 Aprile pomeriggio e un
saluto solidale al carcere di Quarto d’Asti per il 25 Aprile mattina.
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