È IN ARRIVO UN GREEN PASS MONDIALE?
L'OMS vuole creare un sistema di verifica dei documenti sanitari basato sul green pass europeo.
1) COPIARE L'INFRASTRUTTURA DIGITALE E NORMATIVA DEL GREEN PASS EUROPEO
La notizia è stata presentata come un "ritorno" del green pass e ne hanno parlato persino i media mainstream (
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6).
La controinformazione si è divisa in due fazioni: quella che tende a minimizzare la questione dicendo che si tratta solo della digitalizzazione del certificato di vaccinazione o di profilassi internazionale che attualmente è cartaceo e si utilizza per i viaggi, e la fazione invece che vede tutto questo come l'arrivo di una nuova pandemia o come la riattivazione del lasciapassare covid. La verità in questo caso sta nel mezzo.
Innanzitutto, ciò che l'OMS copierà dal green pass sarà l'infrastruttura tecnica e normativa del
green pass europeo, che originariamente era anche facoltativo, ed è un documento diverso da quello utilizzato da stati membri come l'Italia, con diverse condizioni di validità e di applicazione (
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4). I titoli di giornale che parlano di ritorno del green pass sono clickbait, perché il prodotto della collaborazione OMS-UE sarà un sistema unico con validità internazionale che utilizzerà le stesse tecnologie del green pass europeo per verificare i documenti sanitari, e come secondo obiettivo c'è quello di digitalizzare i certificati vaccinali e di profilassi, ma si tratterà di documenti diversi dal green pass dal punto di vista strettamente tecnico.
2) RIFERIMENTO ESPLICITO ALLA "PROTEZIONE DALLE PANDEMIE"
In parte ha ragione anche chi teme un futuro uso totalitario di questo nuovo documento, perché sul sito della commissione europea è possibile trovare un riferimento esplicito all'uso di questo nuovo green pass per "proteggere da future minacce sanitarie, incluse le pandemie" (
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2). Inoltre, in
una dichiarazione del commissario alla salute e sicurezza alimentare il green pass viene menzionato come il simbolo dell'unione europea della salute.
Anche al
G20 di Bali si era dichiarato che era necessario puntare a passaporti di vaccinazione mondiali, sempre in riferimento alla prevenzione di nuove pandemie, e che tutto questo era collegato all'agenda 2030. Si collega anche ad un'altra agenda dell'OMS che è quella della digitalizzazione della salute, che viene
esposta qui. Il suo obiettivo è digitalizzare tutti i dati sanitari per metterli a disposizione della ricerca scientifica senza il nostro consenso (p.21 e p.47). Poco importa se, come
dichiarato dall'OMS, i dati relativi a questo green pass mondiale saranno di proprietà delle nazioni, dovranno comunque condividerli.
3) I POSSIBILI SCENARI
Nei siti ufficiali non vi è menzione diretta di utilizzare questo nuovo documento per imporre restrizioni ai non vaccinati. Questo però non dovrebbe far abbassare la guardia, perché è esattamente quello che hanno fatto col green pass europeo: presentarlo come non discriminatorio e facoltativo, ma consentire l'uso di un documento derivato per attuare
la più grande discriminazione del nostro secolo. Anche se non dovessero mai usarlo per discriminare, questo non significa che dobbiamo esultare: la cessione dei nostri dati sanitari senza il nostro consenso ai fini di ricerca è già di per sé una pesante violazione dei nostri diritti, anche se dovessero venire utilizzati in forma aggregata e anonima. Chi userà i nostri dati completamente gratis otterrà brevetti e lucrerà sopra le nostre spalle e
nel nostro disinteresse.
CONCLUSIONI
Non ho trovato in altre lingue, con l'eccezione
di testate italiane in lingua inglese, giornali che abbiano dato questa notizia avendo nel titolo l'espressione "green pass mondiale". Questa scelta del titolo tutta italiana, persino dal mainstream, può essere finalizzata a reimmettere nel dibattito pubblico l'argomento "green pass" per sondare la risposta nell'opinione pubblica e vedere quanti nel 2023 supportano ancora la
discriminazione più infame del nostro Paese.
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