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MERCURIUS 5

Realtà senza Riflessi

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Vi ricordate il corsivo? Vi siete mai chiesti perché oggi non s’insegna più i ragazzi a scrivere in corsivo? E no, non è un caso che si tenda ad usarlo sempre meno. Scrivere in corsivo vuol dire tradurre il pensiero in parole; ti obbliga a non staccare la mano dal foglio. Uno sforzo che stimola il pensiero, che ti permette di associare le idee, di legarle e metterle in relazione. Non a caso la parola corsivo deriva dal latino «currere», che corre, che scorre, perché il pensiero è alato, corre, s’invola. Scrivere in stampatello invece vuol dire, a detta degli psicologi dello sviluppo, «spezzettare il pensiero, sezionarlo in lettere, negare il tempo e il respiro della frase.» Naturale che il corsivo non abbia più posto nel mondo di oggi, un mondo che fa di tutto per rallentare lo sviluppo del pensiero, per azzopparlo. Pensate che il corsivo nacque proprio in Italia e poi si diffuse in tutto il mondo. Perché? Perché era una scrittura compatta, elegante, chiara. Ma la nostra è una società che non ha più tempo per l’eleganza, per la bellezza, per la complessità; abbiamo sinteticità ma non chiarezza, rapidità ma non efficienza, informazioni ma non conoscenza! Sappiamo troppo e troppo poco perché non siamo più in grado di mettere in relazione le cose. La gente non sa più pensare. Non sa più costruire un discorso. Ricordate quando alle elementari la maestra vi chiedeva di scrivere dei “pensierini”? Fanno tenerezza, nella loro disarmante semplicità, i primi temi scritti dai bambini, almeno quando sono i bambini a farlo. Pensierini, frasi ad effetto e slogan creati ad hoc per manipolare e stupire, ma certamente non per far pensare: ecco a cosa si è ridotta la cultura, l’informazione! Per questo bisognerebbe tornare a scrivere in corsivo, soprattutto a scuola. Perché qua non si tratta soltanto di recuperare uno stile di scrittura, ma di tornare a dare respiro ai nostri pensieri. Tutto ciò che ci fa vivere, che nutre l'anima, che sostiene lo spirito, è legato al respiro. Senza respiro, dicevano gli antichi greci, non c’è pensiero. E senza pensieri non c’è vita. Se sia importante o no, lo lascio decidere a voi. Professor X
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Ridiamoci su.
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#CIRCO, #CRUDELE #PRIGIONE! La rassegnazione ha sottili vesti... Copre un corpo che ripiega sulla sua triste sorte... Ogni respiro resta soffocato quasi a temere di ferire. Quanta solitudine in quegli occhi che rifuggono sguardi curiosi... È la gente a non capire che non c'è divertimento dove regna sofferenza. L'anima imprigionata muore senza avere speranza. Libertà e rispetto sono sogni lontani se tu paghi quel biglietto! Gabriella Dimastrodonato
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“Avete mai pensato a cosa sentono gli animali nei macelli? Sono sensibili, a volte molto più dell’uomo. Quale paura, che spavento e che rivolta li agitano e li turbano! Percepiscono ciò che li aspetta ! Non possono esprimerlo ma le loro ghiandole reagiscono, secernendo ed emettendo degli umori carichi del loro odio e della loro angoscia: è un vero e proprio veleno che immettono prima nel loro sangue e poi in tutte le cellule del loro corpo. I Maestri conoscono quel veleno e gli scienziati lo scopriranno presto. Ogni discepolo deve osservarsi per diventare cosciente di ciò che accade in lui a seconda di quel che mangia, beve e respira. Quel veleno, che è il risultato della paura, non può essere neutralizzato o eliminato dalla carne né con la cottura né con il lavaggio; si diffonde ed agisce nell’organismo dell’uomo.” Conferenza non pubblicata n° 304 Omraam Mikhaël Aïvanhov
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#PAURA💔 Povere creature senza colpa alcuna... Caldo o freddo, a nessuno interessa cosa sentono, cosa provano. Senza acqua, senza cibo. Nessuno fa caso ai loro pianti, nessuno sente il loro dolore. Arriveranno a destinazione. Vedranno sofferenza. Sentiranno dolore. Sentiranno i loro compagni di viaggio urlare. Vorrebbero aiutarli e tenteranno di farlo. Ma non ce la faranno. Le mani, che potrebbero accarezzare il loro corpo, saranno fredde e violente e faranno male. Tremano, sentono il cuore che batte forte. Vedranno il sangue e poi toccherà a loro. Dolore, buio, paura, freddo. Poi ancora buio. Silenzio, poi luce. Un prato, erba, fiori, terra, profumo. Possono finalmente correre liberi e felici. Ritroveranno i compagni, i figli, le madri. Sarà tutto più bello, perchè quello che hanno lasciato era l'inferno. Gabriella Dimastodonato
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IL POTERE TERAPEUTICO E GUARITRICE DELLA FUSA DEL GATTO 

Fare le fusa è un particolare modo di respirare, dovuto alla vibrazione delle cosiddette pieghe vestibolari, poste nella laringe accanto alle vere corde vocali, che vibrano alla frequenza di circa trenta volte al secondo durante il passaggio dell’aria. Il gatto fa le fusa quando è soddisfatto, prova benessere o per comunicarci qualcosa, ma anche in altre situazioni meno piacevoli: quando soffre o è ferito, durante il parto e perfino in punto di morte. Ma e’ tutto qui’ o c’e’ dell’altro? Quando fa le fusa il…

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Con Grazia Piccinelli (presidente del Comitato Fortitudo) e la dottoressa Maria Giovanna Corda, a margine dell'incontro con il vice capo di gabinetto al ministero della salute
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23 aprile 2024 Davanti al Ministro della salute, in attesa di essere autorizzati per conferire con la segreteria tecnica del Ministro Schillaci. Promotore dell'iniziativa il Comitato Fortitudo nella persona del Presidente Grazia Piccinelli, accompagnata dalla dottoressa Maria Giovanna Corda e dalla giornalista Marzia Di Sessa di 9MQ
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