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La frontiera Sur tra Messico e Guatemala: violenza, solidarietà e narcotraffico l grande corridoio migratorio Sud – Centro America – USA mosra tutta la sua violenza, anche a livello mediatico, nella famosa frontiera frontiera degli Stati Uniti a nord del Messico. Ma la violenza della traversata è strutturale in tutto il percorso, propagata dalle logiche securitarie e di detenzione presenti dovunque, e soprattutto alla frontiera sud del Messico con il Guatemala, con un ruolo centrale dei cartelli del narcotraffico che hanno scoperto e stanno sfruttando il business della migrazione negli ultimi anni. La frontera Sur unisce il confine degli Stati di Guatemala (e Belize) con quello del Messico. Gli snodi lungo e attraverso il confine sono molteplici, ognuno con condizioni diverse. La maggior parte della frontiera corre lungo lo stato federale del Chiapas il quale produce il livello più alto di intensità dei movimenti migratori essendo un’area che dispone di maggior ricchezza, sia naturale che economica (vedi podcast qui). Vi proponiamo in questa diretta, grazie ad un compagno che ha attraversato e conosce la frontiera in diversi punti, un approfondimento su ciò che sta avvenendo lungo la frontiera sur, tra esperienze di autorganizzazione e solidarietà, violenza federale e del narcotraffico, prospettive migranti e il nuovo grande business della migrazione la cui gestione è il vero bottino da spartirsi. Buon ascolto, ai microfoni di Radio Blackout:
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La frontiera Sur tra Messico e Guatemala: violenza, solidarietà e narcotraffico

Il grande corridoio migratorio Sud – Centro America – USA mosra tutta la sua violenza, anche a livello mediatico, nella famosa frontiera frontiera degli Stati Uniti a nord del Messico. Ma la...

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UK again delays decision on Julian Assange extradition to the US. This is good news for the moment. We'll see if there really is good faith in this, or if it's just a delay of the inebitable. #FreeAssangeNOW
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Aggiornamenti dalla Palestina sotto assedio Con la risoluzione 2728 del 25 marzo 2024 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto il cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza durante il mese di Ramadan, nei fatti per le prossime due settimane, in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi. La risposta di Israele è arrivata immediatamente attraverso le parole del ministro degli esteri israeliano Israel Katz: «Israele non cesserà il fuoco, distruggerà Hamas e continuerà a combattere finché l’ultimo degli ostaggi non tornerà a casa». Purtroppo la scelta di ignorare le decisioni dell’ONU è stata sottolineata dall’IDF attraverso intensi bombardamenti che hanno colpito sia la Palestina che il Libano negli scorsi giorni, andando a incrementare il numero dei morti di questo assedio che va avanti da più di 170 giorni. Oltre alle uccisioni causate dai raid aerei israeliani, nelle ultime settimane vi sono stati alcuni episodi significati in cui israele ha cercato di ostacolare l’arrivo di aiuti umanitari alla popolazione affatama, causando altri morti. Come ha detto Shaina Low, portavoce del Norwegian refugee council: “C’è una certa ironia nel fatto che gli Stati Uniti devono fare consegne dal cielo quando le persone che impediscono l’arrivo degli aiuti sono i suoi più stretti alleati”, mentre un’altra dichiarazione sottilinea l’assudità della situazione: “Non ha senso che l’aiuto umanitario sia coordinato con chi ha pubblicamente annunciato di voler far morire di fame i palestinesi di Gaza. E in fin dei conti i palestinesi non vogliono vivere di aiuti. Vogliono, necessitano e meritano la libertà”. Intanto 12 persone sono morte tra le onde lungo le coste della Striscia: tentavano di recupare dei pacchi di aiuti che erano stati paracadutati in mare. Di seguito l’aggiornamento con Michele Giorgio, corrispondente per Il Manifesto:
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Aggiornamenti dalla Palestina sotto assedio

«Il Consiglio di Sicurezza, Guidato dai fini e principi dello Statuto delle Nazioni Unite, Richiamando tutte le sue risoluzioni pertinenti sulla situazione in Medio Oriente, compresa la questione...

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Lettera dal carcere di Ilaria Salis "Sono caduta in un pozzo profondissimo, mi chiedo se ci sia uscita. Ma non ho dubbi su quale sia la parte giusta della storia". "I mesi sono lunghi e accade che la bolla si trasformi in un buco nero che ti risucchia. Prendendo in prestito una metafora che leggerò parecchi mesi dopo in un bellissimo fumetto dedicato alle mie vicende - dice citando Zerocalcare - sono caduta in un pozzo profondissimo. Le pareti sono scivolose ed ogni volta che faticosamente cerco di compiere un breve passo per risalire appena un pochino, finisco sempre col precipitare più in profondità. A volte mi chiedo se questo pozzo abbia un fondo e se da qualche parte ci sia davvero un'uscita. Immagino di essere un piccolo geco, che nell'oscurità silente riesce a scalare le pareti. Già, devo scalare le pareti, ma qui purtroppo non ci sono i miei compagni di arrampicata e i legami di fiducia ben stretti sulla corda della sicura". "Chiudo gli occhi e lancio lo sguardo oltre le mura di questo cieco carcere: scorgo le vicende di uomini e donne come ricambi in tessuti su arazzi che raffigurano storie più ampie. Storie di popoli, di culture, di lingue e di religioni. Storia di sistemi economici, politici e giuridici. Storie di ricchezza e di miseria, di potere, di sopraffazione e di sfruttamento. Storie di guerre e di eserciti. Storie di un mondo in cui ancora si uccidono bambini, in cui alle quarte d'Europa risuonano mitraglie che riecheggiano gli scempi del secolo scorso. Apro gli occhi e mi scorgono rannicchiata sulla grigia coperta, con lo sguardo fisso sulla porta di ferro della cella. Tutto mi appare semplice e lineare in queste vicende, come in molte altre, non può esserci alcun dubbio su quale sia la parte giusta della storia" Segui @ossrepressione
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Palermo. Arresti per le lotte contro Leonardo Giovedì scorso tre esponenti del movimento palermitano contro la guerra sono stati accusati di “atto terroristico” e “istigazione a delinquere”. Uno, incriminato per entrambi i reati, è stato arrestato, agli altri due è stato imposto l’obbligo di firma. I fatti risalgono al 2022, quando era in atto una campagna di solidarietà con il confederalismo democratico sotto attacco in Siria e in Iraq. Il GIP ha fatto cadere la “finalità di terrorismo”, restano tuttavia in piedi le altre imputazioni. Il fulcro dell’accusa è un video realizzato e diffuso dagli attivisti per documentare un atto di contestazione simbolica allo stabilimento di Leonardo. Lo scorso sabato un corteo contro la guerra e solidale con chi è stato colpito dalla repressione ha attraversato il centro di Palermo. Ne abbiamo parlato con Antonio Rampolla dell’assemblea contro la guerra di Palermo Ascolta la diretta: https://radioblackout.org/2024/03/palermo-arresti-per-le-lotte-contro-leonardo/
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Palermo. Arresti per le lotte contro Leonardo

Giovedì scorso tre esponenti del movimento palermitano contro la guerra sono stati accusati di “atto terroristico” e “istigazione a delinquere”. Uno, incriminato per entrambi i reati, è stato...

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Alle azioni squadriste dei Lupi Grigi a Kessel-Lo, i curdi hanno risposto con decine di manifestazioni e proteste, sia in Belgio che in Germania https://www.osservatoriorepressione.info/movimento-curdo-non-si-intimidire-dalle-aggressioni-squadriste-dei-lupi-grigi/ Segui @ossrepressione
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Il movimento curdo non si fa intimidire dalle aggressioni squadriste dei lupi grigi

Alle azioni squadriste dei Lupi Grigi a Kessel-Lo, i curdi hanno risposto con decine di manifestazioni e proteste, sia in Belgio che in Germania

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